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Autore: Rogue_Estel    01/10/2013    2 recensioni
Si svegliò per l’ennesimo incubo.
La stanza era al buio, quindi doveva aver dormito un'ora o due al massimo. Si alzò per accendere la luce e quando si girò verso le poltrone non si aspettò di trovare, in quella di Sherlock, proprio quest’ultimo.
Buona lettura ;9
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim, Moriarty, John, Watson, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran, Sherlock, Holmes, Sig.ra, Hudson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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finalmente una nuova storia!! questa volta è una johnlock e ringrazio infinitamente (cosa che non basta) per il betaggio quella matta (che io adoro) di oOBlackRavenOo (thanks Darling <3). Comunque buona lettura ;9

 

***


Si svegliò che erano le 7:30 e sarebbe stata una splendida giornata, se non fosse per la gamba che continuava a fare i capricci. Si diresse verso il bagno con l’intenzione di fare una doccia prima di uscire e andare al lavoro, si tolse la maglia e i pantaloncini rimanendo con i soli boxer, aprì l’acqua alla temperatura che preferiva e, togliendo l’ultimo indumento, si mise sotto il getto. Cinque minuti più tardi era pronto ad uscire, con il suo fidato bastone e ad andare al lavoro.

Sono passati tre anni da quando Sherlock era morto e per John tutto era tornato come prima. Il dolore alla gamba, gli incubi… e la solitudine. Non aveva avuto, però, la forza di abbandonare l’appartamento al 221B Baker Street, ancora con la speranza che quel miracolo, che aveva chiesto davanti alla tomba dell’amico, si avverasse. Il giorno della morte di Sherlock, era (riuscito) finalmente riuscito a decidersi a confessare il suo amore per lui, ma non c'era riuscito. Non era riuscito a salvarlo, a impedirlo e si sentiva male per questo.

Mrs. Hudson era molto preoccupata per John, gli diceva sempre che anche se lui era morto era sempre con loro, ma a John questo non bastava. Lo rivoleva al suo fianco, sentirlo suonare ancora lo Stradivari per lui, trovarlo in cucina (completamente distrutta) con i suoi esperimenti, rivoleva tutti i giorni passati con lui.

La giornata alla clinica era stata lunga e John non vedeva l’ora di tornare al 221B e riposarsi. E quando arrivò all’appartamento si buttò di peso sulla sua poltrona addormentandosi, ma nel sonno gli parve di sentire la porta principale aprirsi e chiudersi e poi qualcuno salire le scale, ma non gli diede tanto peso, pensando fosse Mrs. Hudson, che tornata dal supermercato fosse salita a controllare che andasse tutto a posto.

Si svegliò per l’ennesimo incubo.

La stanza era al buio, quindi doveva aver dormito un'ora o due al massimo. Si alzò per accendere la luce e quando si girò verso le poltrone non si aspettò di trovare, in quella di Sherlock, proprio quest’ultimo. 

“Ciao John.”

“Oh mio dio... tu dovresti essere morto!”

“Giusta osservazione John, anche se tecnicamente 'morto' non lo sono mai stato. Era tutto parte di un piano.”

“Un piano?! Perché non me ne hai parlato? Pensavo che tu ti fidassi di me!”

“L’ho fatto per una ragione John. Io mi fido di te, ma non potevo parlartene.”

“Perché?!”

“Perché altrimenti ti avrebbero ucciso John, Ecco perché!! Moran era appostato ad una finestra del palazzo di fronte al Bart’s, con un fucile da cecchino, pronto a spararti se io non mi fossi buttato.”

John non ci poteva credere. Sherlock si era finto morto per proteggerlo e lui aveva aspettato tre anni questo momento e di certo non lo avrebbe sprecato.

“Non ci posso credere.”

“Devi crederci John io sono qui. Sono tornato come avevi chiesto.”

Sherlock sorrise alla vista della faccia sorpresa di John. Si avvicinò e gli porse la mano.

“È un piacere rivederti caro John.”

“Anche per me Sherlock.”

John lo attirò in un abbraccio possessivo, non lo voleva più lasciare adesso che era tornato e decise di fare anche quello che si era imposto fin dal principio.

“Sherlock io…”

“Lo so John.”

“...cosa?!”

“L’avevo notato già da un po’, prima che succedesse tutto questo. Ed è stato il motivo che mi ha convinto di più a farlo, non volevo che l’unica persona che è stata sempre con me qualunque cosa fosse successa e che amo morisse.”

John non poteva crederci. Sherlock aveva detto di amarlo...

“Anche io... moltissimo...”

John aveva le lacrime agli occhi e Sherlock gli sorrise abbracciandolo poi forte a se, promettendogli che non l’avrebbe lasciato mai più.

 

  
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