Mi hanno incatenata ad una finestra chiusa.
Non posso andarmene, ma posso vedere tutto ciò che non sarà mai mio.
A volte sale un uccellino sul davanzale. Poi riparte. Il viaggio è lungo.
Spero di non vederti all’orizzonte.
Spero di non vederti affatto. 
Di ricordarti per come mi vieni in mente quando chiudo gli occhi, così vero che potrei allungare la mano e toccarti. 
Mi porto le braccia vuote al petto. Piene di fumo. 
Anche stavolta non erano gli occhi chiusi, ma la candela spenta.

Un abbraccio.
“Dimmi che non finirà”
Chiudo gli occhi.
Un attimo dopo era già finito.
Come finiscono tutte che cose che ricominciamo un attimo dopo.
Smetti di respirare.
Poi apri gli occhi e tutto è come prima.
Non sai nemmeno dire se sia un bene o un male.

Non so nemmeno dire da quanto tempo.
Forse ieri.
Forse cinquecento anni.
Forse oggi.
Forse mai.
Ogni giorno è la stessa storia.

“Dimmi che non finirà”
Un sorriso.
Stavolta è durato di più.  




Sempre la stessa dedica.