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Autore: alix katlice    02/10/2013    6 recensioni
[AU!Modern] [Cato♥Clove][Cato♥Glimmer][Clove♥Marvel][Glimmer♥Marvel]
(Lo so, un bell'intruglio!)
Cosa succede quando Glimmer, Cato, Marvel e Clove, partiti per una semplice vacanza in campeggio, si ritrovano persi e senza benzina su una spiaggia deserta?
Cosa accadrà in questi giorni in cui i nostri quattro ragazzi si ritroveranno soli, senza nessun adulto a controllarli?
Quattro adolescenti alle prese con i loro film mentali, le loro preoccupazioni relazionali, e le loro emozioni.
- Cosa ne pensi? – chiese Glimmer, le gambe stese sulla roccia e le braccia tese, le mani poggiate dietro la schiena.
Guardò Marvel mentre si accendeva una sigaretta, la fiamma dell’accendino che tremolava per il vento, che le scompigliava i capelli.
Lo fissò, la camicia e i pantaloni arrotolati, i capelli e gli occhi dello stesso colore, scuro.
Marvel le piaceva.
- Cosa ne pensi? – ripeté, non avendo ricevuto prima una risposta.
Il ragazzo si tolse la sigaretta dalla bocca e voltò la testa verso di lei.
- Penso che siamo nella merda.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cato, Clove, Lux , Marvel
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, purtroppo, sono di Susane Collins. La fan fiction non è scritta a scopo di lucro.




Seven days on the sea.
Primo Capitolo - Primo giorno.






 
Quando ci si ritrova soli, con la compagnia sola di tre persone quasi completamente estranee e odiate, bisogna un attimino adattarsi.
Clove lo sapeva, ma più guardava Cato, Glimmer e Marvel che discutevano, più non riusciva a convincersene.
Insomma, a lei che gliene fregava della tecnologia GPS? Certo, se fossero riusciti a capire perché non funzionasse, sarebbero potuti facilmente tornare a casa, ma niente di più.
Inoltre, Clove trovava particolarmente sgradevole quella situazione.
Sapeva benissimo che lei, con quei tre, non aveva niente da spartire.
Cato e Glimmer erano due dei ragazzi più popolari dell’intero istituto: erano belli, e questo bastava. L’unico che avrebbe potuto capire Clove era Marvel, che non aveva nessuna posizione di rilievo, se non quella di essere un amico degli altri due.
E pensare che lei, invece, non era nemmeno loro amica.
 
 
***
 
 
- Clove, non fare la ragazzina capricciosa!
Sua madre è in piedi davanti alla porta di camera sua: di solito non si azzarda a venirla chiamare nemmeno in casi estremi, e Clove si chiede cosa possa essere successo di tanto tragico.
- C’è di sotto il figlio dei vicini, dai, non farlo aspettare!
Ecco.
Il figlio dei vicini.
Sua madre ha una vera e propria cotta per il figlio dei vicini, e, se non fosse così giovane, Clove è più che sicura che gli salterebbe addosso.
Per fortuna però –o per sfortuna, dipende dai punti di vista- Cato è solamente un sedicenne dai dubbi gusti nella scelta delle compagnie e delle persone da frequentare.
Quando Clove sente le minacce di sua madre provenire dal piano inferiore, si alza dal letto e si dirige verso l’ingresso: è pronta ad affrontare il suo destino.
- Ehi, vicina, ti trovo bene oggi!
Lancia uno sguardo di disprezzo a Cato, che è in piedi appoggiato allo stipite della porta.
- Che vuoi?
- Che tu venga con me in campeggio – dice, sorridente.
Ed è qui che sono iniziati tutti i suoi problemi.
 
 
***
 
 
La giornata era iniziata decisamente bene, per Glimmer.
Era riuscita a scroccare una vacanza gratis, e in più con le sole tre persone che, in tutta la scuola, fossero mai riuscite a suscitare il suo interesse.
Cato era il classico tipo figo della situazione: viveva perennemente circondato da ragazzine starnazzanti e da ragazzi in cerca di popolarità. Era bello, carismatico, simpatico e anche un bel po’ stronzo.
Poi c’era Clove, la ragazzina mezza andata.
In realtà lei non faceva parte dei popolari: non era un’emarginata sociale, il suo gruppo di amici ce l’aveva, ma non rientrava comunque nella famosa cerchia.
Glimmer l’aveva trovata interessante dalla prima volta in cui l’aveva vista.
Forse per la strana luce che aveva negli occhi, o forse per i suoi modi di fare sempre scontrosi.
Infine, la ciliegina sulla torta.
Marvel.
Marvel era il migliore amico di Cato, ma non era né nella squadra di football, né nel corso di recitazione, né fra le Cheerleaders.
Era un normale ragazzo di diciassette anni con un amico più che popolare.
L’aveva trovato interessante da subito: non era come gli altri ragazzi, sempre a fare qualche battuta sconcia o cose del genere.
Stava spesso da solo, per essere una persona che aveva un più che sviluppato senso dell’umorismo.
Glimmer decise che quell’imprevisto era capitato giusto a proposito: l’avrebbe aiutata a raggiungere i suoi scopi.
 
 
***
 
 
Cato e Marvel, dopo aver lasciato Clove e Glimmer alla macchina, raccomandando loro di rimanere lì per controllare le loro cose, avevano deciso di partire per una breve esplorazione.
Si erano diretti verso il mare e avevano cominciato a camminare sul bagnasciuga, i pantaloni arrotolati e i piedi bagnati dalle onde del mare.
Avevano camminato a lungo, con il vento che scompigliava loro i capelli, ma più andavano avanti più il paesaggio si faceva desolato.
- Credi che continuando a camminare troveremo qualcosa? – chiese Marvel, fermandosi improvvisamente.
Cato, davanti a lui, fece lo stesso: si voltò verso l’amico e sbuffò, scuotendo la testa.
- Non penso proprio.
Si guardarono per qualche secondo: poi, si incamminarono per tornare indietro.
 
- Pensi che Glimmer e Clove si siano uccise a vicenda?
- Può essere.
Marvel tirò fuori dalla tasca il suo adorato pacchetto di sigarette, e ne tirò fuori una, mettendosela velocemente in bocca e accendendola.
Chiuse gli occhi per qualche secondo, cercando di godersi la sensazione del fumo in gola.
- Perché hai invitato quella ragazzina? – chiese il ragazzo.
Se lo chiedeva da quando erano partiti, in realtà, ma aveva avuto il coraggio di palesare i suoi dubbi solo in quel momento.
Perché Clove era una ragazzina isterica, e Cato non aveva mai voluto avere a che fare con le ragazzine isteriche.
- Perché è la mia vicina rompipalle – rispose lui, sorridendo appena.
- Se è una rompipalle non capisco perché tu l’abbia invitata – disse Marvel, in tono irritato.
- Dai, Marvel, sembra quasi che tu abbia una cotta segreta per lei!
Il ragazzo arrossì improvvisamente, cosa che non sfuggì all’amico.
- Tu –cominciò, ghignando –tu tu sei preso una cotta per la mia vicina rompipalle?
Non si trattenne, e scoppiò a ridergli in faccia.
Marvel, intanto, cercava in tutta calma di continuare a fumare la sua sigaretta, ma gli risultava sempre più difficile.
Dopo almeno cinque minuti in cui Cato non aveva smesso un secondo di ridere, Marvel sbottò.
- Cazzo Cato, è solo una sbandata, me la farò passare! – esclamò il moro.
- Tu… tu… oddio, non ci posso credere! Clove, stiamo parlando di Clove! La ragazzina mora e bassa, quella che porta a malapena una prima, quella che se le rispondi male ti spacca il braccio e ti ci mena!
- Quando la smetterai?
- Mai!
 
 
***
 
 
- Quando la smetterai? – chiese Clove, seduta accanto ad un’entusiasta Glimmer.
- Di fare cosa? – chiese la bionda, sorridendo.
- Di rompere le palle. Cosa vuoi?
In un primo momento, Glimmer fu piuttosto scossa da quell’approccio così maleducato. Poi, si ricordò con chi avesse a che fare, e non ci fece caso.
- Siamo bloccate qui, e non si sa per quanto tempo lo saremo: dobbiamo allearci, siamo le uniche donne – disse la più anziana, come se la cosa fosse più che ovvia.
Clove sbuffò.
- Bene, allora cosa intendi fare? – chiese, decidendo che la cosa migliore che potesse fare era assecondarla.
Glimmer sorrise, un sorriso che non prometteva niente di buono.
- Non ti preoccupare, tesoro. Ci divertiremo.
 
 
***
 
 
Quando Cato e Marvel tornarono alla loro base, Clove e Glimmer erano, inspiegabilmente insieme.
I due ragazzi si guardarono, sapendo di star pensando la stessa identica cosa: che l’unione delle due non avrebbe portato a qualcosa di buono.
Si avvicinarono cautamente alle due, cercando di capire cosa stessero facendo…
E tirarono un sospiro di sollievo.
Stavano solamente cucinando.
- Ehi ragazze, che fate? – chiese Marvel, ancora sospettoso, anche se cucinare non poteva considerarsi come qualcosa di potenzialmente pericoloso.
- Facciamo il pranzo – disse una sorridente Clove.
Cato alzò gli occhi al cielo.
- Che c’è, Cato? Sono le tre, dovremmo pur mangiare – dichiarò Glimmer, strizzando l’occhio verso Clove.
Per un momento, il ragazzo notò uno sguardo… schifato, quasi, da parte della più piccola, e si tranquillizzò anche quando lei ricambiò il gesto, e fece l’occhiolino a sua volta.
Almeno era sicuro che sotto quello strato di ochaggine inspiegabile, c’era ancora la cinica Clove, e che nessun alieno l’avesse rapita.
Si sedettero sulle rocce ai confini della spiaggia per mangiare: in seguito, si dedicarono ad un’attività piuttosto stressante.
Il famigerato riposino pomeridiano.
 
 
***
 
 
- Allora: qui ci serve un piano d’azione.
Era la prima cosa normale che Cato aveva sentito dire da Clove in quella delirante mattinata.
Si erano risvegliati dall’attività molto stressante quando ormai il sole era già calato, e avevano deciso di indire una riunione per capire il da farsi.
- Ha ragione – disse, sovrappensiero.
Clove si girò verso di lui per guardarlo sorpresa.
- Col cavolo che lo ripeto.
- Col cavolo che ti dico la mia idea se non lo ripeti.
- Stronza.
- Idiota.
- Acida.
- Come fai a vivere senza avere un cervello?
- E tu come fai…
- Ragazzi! – esclamò Glimmer, indignata.
I due smisero immediatamente.
- Allora, Cato, chiedi scusa a Clove che poi ci dirà il suo fantomatico piano. Avanti.
- Scusa.
- Okay. Allora, il piano è che aspettiamo che qualcuno ci venga a cercare.
- Clove, lasciatelo dire, il tuo piano è una merda.
- Allora pianifica tu un piano migliore, vediamo cosa sei capace di fare.
- Il mio piano è…
- Non ci interessa, il mio va bene.
- Clove cara, mi hai appena chiesto di pianificare un piano.
- STOP!
I due ragazzi si voltarono verso Marvel.
Riprese fiato, e poi parlò.
- Il piano di Clove è ragionevole. Diamoci una settimana. Se non arriva nessuno, ci inventiamo qualcos’altro.
I quattro si guardarono annuendo.
Glimmer aveva proprio ragione… si sarebbero divertiti.
 



 
_______________________________________________
 Alice’s Space:
Yuuuu.
Sono qui con il Primo vero Capitolo :')
Spero vi piaccia xD
RIngrazio le quattro persone che hanno recensito (quattro *-*) e chi ricorda, segue o preferisce.
Anche chi legge in silenzio :3
Solo una cosa: i caratteri dei personaggi sono un po' OOC, perchè mi sono dovuta adattare al tipo di mondo in cui si trovano.
Baci a tutti e al prossimo capitolo :*

 
  
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