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Autore: lawlietismine    02/10/2013    3 recensioni
No, certo che non erano farfalle quelle che si risvegliavano e dimenavano nel suo stomaco quando sentiva la sua voce chiamarlo.
Non poteva essere.
Scosse leggermente il capo a mo’ di rimprovero: certo che no! Si ripeteva un po’ inutilmente.
Perché quello stupido invadente non lo aveva lasciato dove era sempre stato?!
Con le sue certezze e i suoi calcoli.
Altro che il nuoto!
Altro che lui!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non potevano essere farfalle.



 

Rei! Rei aspettami!”

Il ragazzo non pareva sentire particolarmente l’altro, continuava bensì a camminare indisturbato con la testa china e le mani nelle tasche dei jeans, estremamente pensieroso e concentrato. Che gli stava succedendo? Quei pensieri non erano affatto da lui. Cos’era quella sensazione che provava ogni santa volta nello stomaco?
Non potevano essere farfalle, quelle arrivavano quando si sentivano cose speciali per una ragazza e di questo ne era certo: lo aveva letto nei libri, la teoria non mentiva.
Eppure… Scosse via i capelli dal volto
con uno scatto deciso e subito si sistemò gli occhiali da vista con indice e medio, prima di riportare la mano nella tasca.

Rei! Diamine, vuoi fermarti?!”

Cos’era quel ronzio che sentiva in sottofondo? Non era rilevante, Rei era troppo concentrato per farci caso: in quel momento cose molto più importanti meritavano la sua completa attenzione.
Si curò di prendere un respiro profondo, ne aveva un incredibile bisogno: iniziava a sentirlo sempre più pesante nel ricordare certi momenti. Erano sensazioni ingiuste, quelle che provava, sensazioni fastidiose e piacevoli al tempo stesso, ma in ogni caso sbagliate.
Lo sapeva, facendo dei calcoli era proprio così. Non c’era altra spiegazione se non che quello sbagliato fosse solamente lui. Eppure… Si sgridò mentalmente quando sentì che i pensieri stavano per prendere di nuovo la strada errata e che solo quello lo stava già animando abbastanza, non voleva sapere cosa sarebbe successo se lo avesse incontrato.
Quel ragazzino iperattivo e impertinente aveva distrutto tutto ciò in cui credeva, logica inclusa. Perché doveva aver scelto proprio lui per quel dannato club di nuoto?
Quanto lo aveva tormentato… Non si era mai dato per vinto, Nagisa; quando si fissava con qualcosa era la fine e Rei lo aveva provato sulla propria pelle.
Con il tempo, poi, la cosa era peggiorata per quanto lo riguardava.
Non gli si era staccato un secondo, il suo controllo doveva essere precipitato nel baratro quando Nagisa aveva iniziato perfino ad andare a casa sua senza preavviso: entrava come niente fosse, sprigionando la sua euforia, e come se ormai conoscesse perfettamente ogni angolo, se ne andava direttamente in camera sua per poi buttarsi a peso morto sul suo letto, il solito sorriso sornione e furbo stampato sul volto.

Era un disastro, una tremenda catastrofe.
Rei aveva completamente perso l’equilibrio: se fino a quel momento era sempre riuscito a stare impeccabilmente sulla linea della salvezza, da quando l’altro si era autonomamente catapultato nella sua vita lui era scivolato verso il lato sbagliato.
Perché, insomma, non era normale che uno come lui prendesse a balbettare quando si trovava Nagisa davanti, non era normale che il cuore gli esplodesse nel petto a ogni suo sorriso, proprio come non lo era il fatto che diventasse rosso ogni qual volta lui – di punto in bianco – lo afferrava per trascinarlo letteralmente chissà dove.

Reeeeei!”

Che gli prendeva? Cosa aveva che non andava? Perché proprio lui?
No, certo che non erano farfalle quelle che si risvegliavano e dimenavano nel suo stomaco quando sentiva la sua voce chiamarlo. Non poteva essere.

Scosse leggermente il capo a mo’ di rimprovero: certo che no! Si ripeteva un po’ inutilmente con costanza.
Perché quello stupido invadente non lo aveva lasciato dove era sempre stato? 
Con le sue certezze e i suoi calcoli.
Altro che il nuoto!
Altro che lui!

L’immagine di Nagisa che balzava da una parte all’altra di fronte a lui, sorridente come non mai, gli invase la mente e in un attimo, nel rendersene conto, il suo viso prese un colorito alquanto vivace.
Aah che rabbia! Che assurdità!
Grugnì quasi fra i denti stretti, mentre – più come un tic nervoso – tornava a spostare i capelli con un gesto abituale e a sistemare gli occhiali.

Sbuffò innervosito… Inesperto, in un certo senso. Lui non ne sapeva niente di queste cose; insomma, che doveva pensare? Nagisa era un suo amico? Certo che… Certo che sì! Era solo contento di avere un amico come lui? Certo che s…“No.” Completò prima di lui la sua coscienza, o almeno, ritenne che fosse stata quella a parlare, perché di certo non era ciò che voleva dire lui di sua spontanea volontà. 
Si sistemò lo zaino in spalla con uno strattone, ormai fin troppo nervoso. Provava una vergogna tremenda. Come poteva sentirsi così nei confronti di un altro ragazzo? Per lui, poi, fra tutti! Era una tragedia, era angosciato come non mai e in subbuglio per il terrore. Che vergogna. E se lo scoprisse? Quanto avrebbe riso, se l’avesse scoperto. Aspetta, ma scoprire cosa? Niente, proprio niente. Perché non c’era assolutamente niente. Gli sarebbe passata, era solo confuso.

Rrr-eee-iii!”

Non fece in tempo a realizzare che il ronzio udito fino a quel momento era in realtà un richiamo, che qualcuno gli saltò direttamente sulle spalle: sentì colui che riconobbe subito essere Nagisa arrampicarsi su di lui come una piccola scimmia, le mani aggrappate al collo e ai capelli e le gambe al bacino.
Lui era un disastro.
Si sentì tirare la testa all’indietro e un secondo dopo gli occhi dell’altro erano puntati nei suoi con un che di spazientito. Il suo cuore perse un battito nel vederli così vicini, così luminosi. Cercò in tutti i modi di fulminarlo con lo sguardo, ma non era molto bravo in questo, non con lui. 

Si può sapere che ti prende?”

Borbottò quello con il fiatone causato dalla corsa.
Rei restò ammutolito per un po’, fermo a fissarlo con la testa ancora piegata indietro. Quando si accorse di ciò che si era perso a fare, sobbalzò in preda alla vergogna, arrossendo vistosamente.

Niente! Pensavo.. Pensavo ai compiti!”

L’altro lo scrutò ancora con serietà, un modo di fare puramente teatrale, artigliandosi meglio pur di non cadere. Sentì Rei deglutire a vuoto mentre faceva di tutto pur di non guardarlo più negli occhi e Nagisa pensò che sarebbe rimasto abbracciato a lui così per tutto il tempo se avesse potuto, poi rise al sol pensiero e neanche lo sentì fremere in risposta a quel gesto.

Vai cagnolino! Portami a scuola! Andiamo!”

Riprese tornando a sorridere smagliante, indicando convinto ed elettrizzato la strada di fronte a sé con una mano stretta a pugno, come un bambino.
L’altro lo osservò di sottecchi, un lieve e impercettibile sorriso a delineargli le labbra, poi se lo tolse di dosso.

Ma smettila!” Lo rimproverò con finta risolutezza e serietà, spintonandolo in avanti, e ridendo continuarono il loro percorso verso la scuola.

Era un disastro, una tremenda catastrofe… Ma per ora andava bene così.






Okay, non so cosa mi sia preso. 
Tre OS in tre giorni. Boh. Meglio lasciar perdere.
Comunque questa l'ho appena finita di scrivere! Non so perchè, mi è venuta in mente e... niente, l'ho scritta e ho deciso di pubblicarla subito.
Non è niente di che.. Prima o poi mi impegnerò di più per questi due!
Ma spero lo stesso che vi piaccia e di ricevere pareri/consigli! 
Alla prossima!
Lawlietismine. 
  
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