Raccolta di Momenti. 
Ho creato dei momenti della casa Phontomhive, con tutti i personaggi. 
Lasciate un piiiiiiccolo commento, ho sempre un sacco di visualizzazioni e mail private, ma un cammentino sarebbe gradito. Enjoy :)
 01. Al mattino presto.
 
Ciel si era alzato molto presto quella mattina, ancor prima che il suo fedele maggiordomo aprisse le pesanti tende e lasciasse entrare la luce mattutina.
La stanza era ancora buia, sebbene avesse tirato lui, con grande sforzo, le tende.
Si ritrovava davanti allo specchio a fissare la sua bianca camicia da notte.
Non c’era un perché, solamente si fissava. E guardava il suo viso. E non vedeva il suo occhio nascosto dai suoi capelli.
Quella notte fece dei sogni strani. Sognò i suoi genitori che sembravano infuriati con lui perché aveva fatto una cosa "che non doveva fare", si era alleato con un demonio che sarà la sua rovina.
Ripensava al sogno, ad una cosa troppo irrazionale per lui. Addirittura non aveva risposto nulla a quei due, che idiota si sentiva.
La colpa, però, non è stata sua, non è stata colpa sua se, quel giorno, fu un demone ad accogliere la sua richiesta, non era colpa sua se l’avevano rapito, non era colpa sua se loro erano morti, non era colpa sua se…
 
«Sebastian, entra pure.».
 
La porta si aprì lentamente, tutti i pensieri rumorosi si fermarono di colpo.
«Ha fatto presto stamane, signorino»
«Smettila di parlare e portami il thè.»
«Ai suoi ordini. Questa mattina abbiamo un Earl Gray, accompagnato con latte e miel…»
«Quando muoiono le persone, Sebastian, le anime dove vanno?».
Sebastian odiava essere interrotto.
«Scusi, signorino?»
«Possibile che le anime delle persone morte possano tormentarti la notte? Se loro non ci sono più proprio come i loro corpi, perché mi torturano ancora?»
Gli occhi di Ciel vennero colpiti dal prima raggio mattutino e divennero di un blu brillante che avrebbe potuto illuminare il cuore di una qualsiasi altra persona.
Tranne Sebastian.
Lui era solo cibo. E non si gioca con il cibo.
 
Ciel sbuffò.
 
«Ho capito Sebastian. Sarà ottimo questo thè. Portalo qua. Ah, oggi vai ad incorniciare una foto dei miei genitori. Ho appena notato che non ne ho nemmeno una nella mia stanza. Grazie».
 
Sebastian non seppe se rimanere sbigottito per la foto dei suoi genitori o per il grazie.
In ogni caso obbedì.