La mia padrona

Il suono dei dolci respiri di qualcuno, il piacevole tepore che emanava quella persona.. chi era? «Mhmm...»

Ero ancora troppo assonnato per capire la situazione ma poco a poco i miei occhi iniziarono ad aprirsi, e la percezione delle cose divenne sempre più nitida. All'improvviso capii tutto, era mattina ed ero sdraiato sul letto ma non era il mio, era quello della mia adorata padrona e io ero lì con lei. Da subito feci attenzione a non muovermi assolutamente né a fare rumore. Non me lo sarei mai perdonato se l'avessi svegliata. Mi teneva ancora tra le sue braccia, proprio come quando ci eravamo addormentati la notte prima. La notte prima. Brevi flash mi apparvero nella mente, come se li stessi rivivendo. Lei che mi dona un collare. Aver avuto il privilegio di leccargli i piedi, l'onore di essere stato baciato dalla sua persona e infine l'esserci addirittura andato a letto, anche se solo per dormire. Con la mia dea. Non avrei saputo desiderare di meglio. Ora era proprio lì, accanto a me, sentivo il suo dolce e delicato respiro e il suo piacevole calore. Se avessi potuto sarei rimasto così all'infinito. Ora mi sono scoperto ad osservarla, per quel che potevo. I suoi sinuosi capelli che mi ricadevano sui pettorali, stuzzicandoli. La sua pelle liscia e morbida. Il suo vestito, già corto di suo che si era alzato durante la notte e le lasciava scoperte sia le cosce che una parte delle sue mutandine bordate di pizzo. La sua gamba accavallata sulle mie e infine quella morbidissima quanto piacevole sensazione dei suoi seni a contatto con il mio corpo. I miei pensieri, oltre che a lei, ora erano rivolti a quando si sarebbe svegliata. Cosa avrebbe detto.. o fatto?? Per il momento però non mi interessava poi molto. Volevo godermi la situazione il più possibile. La sentii muoversi leggermente. La luce ormai, entrando dalla finestra, anche se velata da una tenda rossa, stava invadendo la stanza, lasciando una lieve predominante del colore tutto intorno a noi. Si mosse di nuovo. Come un movimento di assestamento. Poi più niente. Era bellissimo vederla dormire.

Sembrava così dolce, delicata e del tutto indifesa. Niente a che vedere con la sua vera se stessa, il suo carattere e i suoi modi. Subito dopo averlo pensato mi pentii. Io, il suo umile servitore che si azzardava a fare simili insinuazioni o simili pensieri sul suo conto. Imperdonabile. Imperdonabile come l'assurda voglia di infilare le mie servili e umili dita tra i suoi capelli boccolati, e come se non bastasse avevo addirittura una mano pronta e libera per poterlo fare. Come combattere con una voglia così stupida quanto impellente? La mia mente mi stava a poco a poco convincendo che se era per poco tempo, magari non se ne sarebbe neanche accorta. Si, magari non se ne sarebbe accorta, ma le mie dita di certo, a quel punto, non si sarebbero fermate solo sui suoi capelli. Sarebbero, ben presto, andate alla ricerca di "altro". Aspetta. Ancora pensieri che non avrei dovuto fare. Dovevo convincermi solo di stare al mio posto. Senza azzardare stupide frivolezze che nella mia posizione non mi era concesso fare.

Ecco che si sveglia, meglio che inizio a far finta di dormire.. . 

[in aggiornamento. .. ]