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Autore: evnychibi    31/03/2008    0 recensioni
Bill all'età di 16 anni...deve affrontare una grande sfida...Salvarsi l'anima dal suo dolore....
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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Eccomi con una nuova storia nata dalla mia mente malata e contorta

Eccomi con una nuova storia nata dalla mia mente malata e contorta!!!

L’inizio mi è venuto in mente durante la lezione di Psicologia…Ahahah!!!!

Comunque a parte gli scherzi (anche perché non so cosa diavolo c’è da ridere -.-) vi lascio alla lettura del primo capitolo…

Per le mie lettrici dell’altra storia…Stavolta il protagonista principale non è Tom ma Bill!!!All’età di 16 anni (quando aveva i capelli corti, che detto fra noi è molto più figozzo)…

Dai ora non vi stresso più…

Aspetto commenti e critiche (che io accetto sempre volentieri perché mi aiutano a migliorare!!)…

 

Baci Baci

Nicole

 

La pioggia cadeva incessante su Lipsia, i tuoni spaccavano il cielo illuminando a tratti il quartiere.

Un ragazzo dai capelli corti neri tutti in piedi, la frangia li copriva l’occhio sinistro, al sopracciglio destro aveva un piercing, gli occhi castani contornati da pesante matita nera, scrutava fuori dalla finestra.

Era vestito con dei jeans a vita bassa tutti strappati e una maglia a maniche lunghe nera dalle stampe rosse.

Era incantato a guardare la pioggia cadere violentemente sui tetti delle case.

-Ehi Bill ti svegli che siamo in ritardo?- il suo gemello Tom lo riportò alla realtà, aveva lunghi rasta che fuoriuscivano dall’apertura del cappello da rapper, un piercing al labbro nell’angolo sinistro, occhi anche lui castani, vestito con dei jeans il quadruplo di lui e una maglietta xxxxL nera e bianca, fisicamente si assomigliavano molto, ma avevano un modo di vestire completamente diverso.

Il corvino sospirò voltandosi verso il fratello –Stasera non ho voglia di uscire, piove troppo-

Tom lo guardò con un sopracciglio alzato –Stai scherzando?-

-No- si rivoltò a guardare fuori dalla finestra.

-No no no vieni!!- li andò in parte –Ho detto ha Jasmin che saresti venuto-

Il ragazzo tremò leggermente –Motivo in più per non venire-

-Eddai Bill non puoi…- si bloccò, anche il rasta guardò fuori dalla finestra vedendo una ragazza correre sotto l’acqua –Ma quella è Mareike Maurlitz- esclamò mettendo la mano sul vetro.

-Chi?- si voltò il corvino.

-Di solito la incontro nello sgabuzzino a fumare, che cazzo fa fuori senza ombrello?- andò di corsa alla porta uscendo sul portichetto –MAREIKE!!!!-

La ragazza si bloccò voltandosi, era abbastanza altra, i capelli lunghi neri, occhi neri come la pece, era completamente fradicia, la matita le colava sulle guance, macchiandole il viso.

Indossava una gonna a pieghette nera come la felpa.

Anche Bill uscì, la ragazza lo guardò per poi ricominciare a correre.

-Quella ragazza è strana- commentò il rasta.

-Perché?-

-E’ un Emo-

Bill lo fulminò –E allora?-

-E’ un Emo…Ma proprio Emo-

-Non ti seguo- entrambi rientrando in casa.

-Nel senso che si taglia-

Il corvino di sedette sul divano –L’hai vista?-

-Ho visto i tagli, quando si è accorta ha coperto il braccio con la manica- prese l’ombrello –Vabbè io vado, caso mai se hai voglia vieni al pub…Ciao-

-Bye,bye-

Tom uscì chiudendo la porta, lasciando solo in casa il gemello.

Bill alzò lentamente la manica che copriva il braccio destro, la pelle bianca era segnato da dei taglietti rossi.

Guardò il suo braccio ripensando alla faccia di Tom mentre parlava di quella Mareike.

Non avrebbe mai potuto dirlo a suo fratello e questo pensiero lo uccideva.

 

 

La pioggia aveva finito di cadere, lasciando posto a un timido sole mattutino.

Due sveglie riecheggiarono nelle mura di casa Kaulitz, Tom la scaraventò completamente contro il muro, si alzò di malavoglia andando in bagno, mentre si grattava il fondoschiena.

Sbadigliò aprendo la porta trovandosi davanti un Bill già vestito –Perché sei già pronto?- domandò piazzandosi davanti al water.

-Mi sono svegliato prima- rispose riponendo il gel e la lacca nell’armadietto, prese la matita cominciando a truccarsi.

-Ci dovevi essere ieri sera- mugugnò sedendosi sul bordo della vasca.

-Io esco solo il sabato, se no la mattina sono ridotto a uno straccio per il cesso come te- ridacchiò.

-Ah grazie fratello…Comunque Jasmin mi ha fatto una sclerata, oggi ti vuole parlare-

-Che palle!!- si diede un ultima occhiata allo specchio per poi voltarsi –Io vado giù a fare colazione- e uscì dal bagno, scese le scale entrando in cucina dove c’erano sua madre Simone davanti ai fornelli e il suo patrigno Gordon seduto al tavolo con il giornale davanti agli occhi.

-Buon giorno Bill- lo salutarono in coro.

-Buon giorno- si sedette di fronte all’uomo che chiuse il giornale –Dov’è Tom?-

-In bagno- sussurrò prendendo i cereali.

Dopo un po’ Tom arrivò in cucina quasi strisciando, si lasciò andare sulla sedia –Mà non posso rimanere a casa?-

-Bella battuta- ghignò la rossa sedendosi anche lei a tavola –La prossima volta non esci-

-Ahah bella battuta- fece il verso il rasta.

-La sua non era una battuta Tom- precisò Gordon con un mezzo sorriso.

Il viso del ragazzo assunse un mezzo broncio adorabile che fece sorridere Bill.

-E’ inutile Tom…Se ogni volta che esci il venerdì poi la mattina mi sei ridotto a un verme…-

-Oh ma siamo in via di complimenti oggi- brontolò il rasta guardando di sbieco il gemello.

-…Dicevo se ogni volta sei ridotto a un verme- continuò la madre –Esci solo il sabato così hai la domenica per dormire quanto vuoi-

Tom sbuffò, Gordon si alzò baciò la moglie e diede un buffetto affettuoso ai due ragazzi –Io vado al lavoro ci vediamo stasera…Buona scuola ragazzi- e uscì di casa.

I due ragazzi si prepararono salutarono la madre e prendendo la cartella uscirono di casa.

Tom si stiracchiò prendendo dalla tasca del giubbino il pacchetto di sigarette.

-Prima o poi la mamma ti scoprirà- ghignò il corvino.

Il gemello alzò le spalle –Ho 16 anni sono abbastanza grande per decidere se fumare…E poi scusa fumi anche tu-

-Ogni tanto- lo guardò –Dammi una sigaretta-

Il rasta lo guardò –Sai fratello sei un pochino contorto-

-Capita nella vita- prese la sigaretta accendendola, dopo dieci minuti arrivarono davanti alla loro scuola, o come la chiamava Tom il loro carcere.

-Jasmin a ore 12- ridacchiò Tom, Bill scappò dalla parte opposta correndo come un fulmine.

La ragazza si piazzò davanti a Tom, non era tanto alta capelli biondi e occhi azzurro scuro –Dove corre tuo fratello?- chiese imbronciata.

-Al bagno…Stamattina si sentiva poco bene- si sistemò nervosamente il cappellino da rapper.

 

Bill era scappato sul retro della scuola si appoggiò con la schiena al tronco d’albero per riprendere fiato.

-Non hai molta resistenza-

Lui sobbalzò alzando lo sguardo, seduta sul ramo dell’albero vi era Mareike, i capelli neri le cadevano lisci sulle spalle, indossava dei jeans neri tutti strappati, un giubbino nero sopra alla maglietta sempre nera con su “Jack Skeletron”, gli occhi neri contornati da pesante matita nera.

Con un abile balzo atterrò davanti a lui che la guardava tra il confuso e l’interessato.

-Vuoi una foto per caso?-

Lui arrossì lievemente –No…Grazie-

-Tu sei Bill Kaulitz giusto?Il ragazzo di Jasmin-

-Eh?No no frena…Io non sono affatto il ragazzo di quella gallinella sclerotica tirata a lucido-

Mareike rise divertita –Mi è piaciuta questa-

Bill ascoltò la sua risata, da quello che Tom li aveva spiegato per strada, Mareike non era una ragazza che rideva spesso e non dava confidenza a nessuno, ma da quello che vedeva sembrava tutto l’opposto.

-Scusa se ieri non mi sono fermata- si mise la tracolla nera sulla spalla.

-Dove andavi così di fretta e per di più sotto l’acqua?-

Lei fece un sorriso malinconico e triste –Niente…-

Bill la guardò, la campanella d’inizio lezione suonò –Senti…Mareike tu che classe fai?-

-2d-

-Davvero? Allora fra due settimane venite in gita con noi-

Lei annuì –Si…Andiamo in Toscana vero?-

-Già…Io adoro l’Italia e poi stiamo giù una settimana…Scusa ma adesso devo proprio andare…Ci si vede-

-Si…Ciao Bill-

Il ragazzo se ne andò lasciandola sola, la ragazza lo guardò andare via –Io e te siamo uguali Bill…E lo capirai presto- sussurrò al vento per poi entrare anche lei a scuola.

 

 

  
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