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Autore: summergiuls94    03/10/2013    0 recensioni
Io, io mi chiamo Alice, occhi scuri, capelli chiari, amo la musica e odio i leccapiedi. Fine.
Non c'è nient'altro di importante da sapere su di me, anzi si, ho un'angelo custode. S
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo.

"Qual'è il tuo sogno più grande?""Qual'è il tuo sogno più grande?"
"Se te lo dico non si avvera!"
"Tu mi dici il tuo, io ti dico il mio, non lo diciamo a nessuno e si avvereranno!" Sara mi guardò stranita poi sorrise puntando gli occhi alle stelle.
"Vorrei andare lassù- disse indicando il cielo- vorrei vedere com'è fatta una stella, toccarla, assaggiarla se magari ha gusto e portartene una a casa come suvenire e tu?"
"Io vorrei cantare su un grosso palco e vedere solo persone intorno a me, mille, diecimila persone e la musica, vorrei vivere la musica!"
Rimanemmo in silenzio, sviscerammo silenziosamente i nostri desideri che sembravano i più sensati del mondo, perchè a 8 anni tutto ti sembra possibile.
"Ally?"
"Si?"
"potrò ascoltarti cantare?"
"Sarai la prima a farlo, lo giuro"
[...]
Crescemmo molto infretta, le estati divennero più corte, la carnagione di sara più pallida.
Non mi ricordo esattamente quando venni a conoscenza della sua malattia, ricordo solo che piano piano passò a muoversi solo sulla sedia a rotelle e che i suoi sorrisi si spensero, esigui, solitari, sbiaditi.
La leucemia la consumò fino all’osso, neanche più le mie visite le giovavano, era stanca e di lottare era stufa.
Era il 24 Dicembre del 2006 quando quel piccolo angelo decise di raggiungere la sua stella.
Fu un natale molto triste.
Fu un natale vuoto.
Non fu mai più natale da quell’anno.
Avevamo solo 12 anni e del cancro sapevamo il poco che in segreto ascoltavamo dai genitori, lei non voleva saperne niente.
Era tropo debole e voleva raggiungere il cielo.
Lo fece.
Non mi ascoltò mai cantare. Mai.

"Se te lo dico non si avvera!""Qual'è il tuo sogno più grande?"
"Se te lo dico non si avvera!"
"Tu mi dici il tuo, io ti dico il mio, non lo diciamo a nessuno e si avvereranno!" Sara mi guardò stranita poi sorrise puntando gli occhi alle stelle.
"Vorrei andare lassù- disse indicando il cielo- vorrei vedere com'è fatta una stella, toccarla, assaggiarla se magari ha gusto e portartene una a casa come suvenire e tu?"
"Io vorrei cantare su un grosso palco e vedere solo persone intorno a me, mille, diecimila persone e la musica, vorrei vivere la musica!"
Rimanemmo in silenzio, sviscerammo silenziosamente i nostri desideri che sembravano i più sensati del mondo, perchè a 8 anni tutto ti sembra possibile.
"Ally?"
"Si?"
"potrò ascoltarti cantare?"
"Sarai la prima a farlo, lo giuro"
[...]
Crescemmo molto infretta, le estati divennero più corte, la carnagione di sara più pallida.
Non mi ricordo esattamente quando venni a conoscenza della sua malattia, ricordo solo che piano piano passò a muoversi solo sulla sedia a rotelle e che i suoi sorrisi si spensero, esigui, solitari, sbiaditi.
La leucemia la consumò fino all’osso, neanche più le mie visite le giovavano, era stanca e di lottare era stufa.
Era il 24 Dicembre del 2006 quando quel piccolo angelo decise di raggiungere la sua stella.
Fu un natale molto triste.
Fu un natale vuoto.
Non fu mai più natale da quell’anno.
Avevamo solo 12 anni e del cancro sapevamo il poco che in segreto ascoltavamo dai genitori, lei non voleva saperne niente.
Era tropo debole e voleva raggiungere il cielo.
Lo fece.
Non mi ascoltò mai cantare. Mai.

 

  
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