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Autore: Alley    04/10/2013    6 recensioni
“Signor Stark!” esclamarono all’unisono i due agenti e Tony non sapeva se scoppiare a ridere o in lacrime davanti al misto di timore e riverenza dipinto sui loro volti. In un altro momento se ne sarebbe compiaciuto. In un momento, magari, in cui il suo tavolo da lavoro non fosse coperto da chissà quale sostanza aliena e nociva e dei calabroni elettronici non stessero svolazzando attorno alle sue armature e non vi fossero due pivelli dello S.H.I.E.L.D. ad occupare abusivamente il suo laboratorio.
[Guest star: Fitz-Simmons]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bruce Banner/Hulk, Pepper Potts, Tony Stark/Iron Man
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Heroes and superheroes'
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N.B. Questa storia è il proseguio della flash Di compromess, ospiti (indesiderati) e deduzioni errate, appartenente alla stessa serie. La lettura della suddetta flash, ai fini della comprensione di questa one shot, è fortemente consigliata.






Mentre avanzava a grandi passi verso il laboratorio, Tony pensava che, per Agente, la lista delle cose da farsi perdonare stava diventando pericolosamente lunga.
 
Li – lo – aveva preso per i fondelli con la pantomima della finta morte orchestrata con Fury (il fatto che fosse in coma mentre il direttore comunicava ai Vendicatori il suo decesso non cambiava nulla. Era anche colpa sua, anzi, era soprattutto colpa sua, che si era divertito a fare l’eroe - disse colui che si lanciò in un portale interspaziale con un missile nucleare sulle spalle, mormorò quella che tutti, convenzionalmente, definirebbero la voce della propria coscienza, ma che Tony reputava, a seconda delle circostanze, la versione acustica di Pepper, Bruce o Steve Rogers impiantata nel suo cranio); aveva fatto piangere Pepper per quindici notti consecutive (e se c’era una cosa che Tony non sopportava, era vedere Pepper piangere) e le aveva fatto trascorrere al cimitero un numero imprecisato di Sabati mattina, davanti ad una tomba vuota, mentre lui era a Tahiti a spassarsela; in fine, adesso che era miracolosamente risorto, continuava ad eludere l’invito a cena alla Stark Tower per lui e Lola – e non gli aveva detto nemmeno che la violoncellista era spagnola, aveva dovuto scoprirlo da solo.
 
Se l’obiettivo di Coulson era quello di irritarlo, ci stava riuscendo perfettamente.
 
Quando Tony giunse davanti all’ingresso e, attraverso le ante di vetro sigillate, vide quel che stava accadendo, ebbe la certezza che non sarebbero bastate dieci vite ad Agente per fare ammenda.
 
*
 
“Incredibile” mormorò Fitz ammirato, sfiorando appena il braccio metallico della Mark XLVII “Non ho mai visto un materiale così resistente. Secondo i rilevamenti di Mammolo, è secondo soltanto al vibranio.”
 
“Fitz, potresti smetterla di contemplare le armature del signor Stark e venire qui a darmi una mano?” lo ammonì Jemma, intenta a trafficare con una quantità industriale di provette colme di liquido multicolore dall’aspetto decisamente sinistro “Dobbiamo finire il lavoro prima che rientri, altrimenti…”
 
“Cip, giù le mani!”
 
Fitz sobbalzò e Simmons rovesciò una delle fiale sul tavolo da lavoro. Il suo splendido e solitamente immacolato tavolo da lavoro.
 
“Signor Stark!” esclamarono all’unisono i due agenti e Tony non sapeva se scoppiare a ridere o in lacrime davanti al misto di timore e riverenza dipinto sui loro volti. In un altro momento se ne sarebbe compiaciuto. In un momento, magari, in cui il suo tavolo da lavoro non fosse coperto da chissà quale sostanza aliena e nociva e dei calabroni elettronici non stessero svolazzando attorno alle sue armature e non vi fossero due pivelli dello S.H.I.E.L.D. ad occupare abusivamente il suo laboratorio.
 
“Mi perdonai, sono desolata” si scusò la giovane, abbassando lo sguardo sul tavolo imbrattato “Pulisco subito.”
 
Nel frattempo, il suo compagno era avanzato fino a raggiungerlo. “Signor Stark, è un onore fare la sua conoscenza” esordì, esibendo un sorriso nervoso “Il mio nome è Leo Fitz e sono un ingegnere. Mi permetta di dirle che, per me, lei è un modello da--”
 
“Di' ai tuoi amichetti di smetterla di importunare le mie bambine e ti faccio un autografo. Scattiamo anche una foto, se vuoi.”
 
“Una foto? Io e lei?”
Fitz si affrettò a recuperare il proprio contegno. “Cioè, volevo dire, mi farebbe molto piacere, ma…Amichetti?” domandò, corrugando la fronte.
Tony indicò la parete contro cui le armature erano ordinatamente stipate.
 
“Oh, giusto!” esclamò Fitz “Mammolo, Pisolo, tornate ai vostri posti”
 
“Come li hai chiamati?”
 
“Io, ecco…” balbettò Fitz, massaggiandosi la nuca, e Simmons sollevò lo sguardo senza smettere di strofinare.
 
“Ci tengo a precisare che io non ero d’accordo.”
 
“Certo” replicò Fitz piccato “Perché invece Pongo, Peggy, Lucky, Rolly, Misurino e Macchia sono nomi stupendi, vero?”
 
“Beh, di sicuro--”
 
“Ehi, non vi azzuffate” intervenne Tony “Non voglio risse nel mio laboratorio.”
 
Jemma tornò a pulire – Tony non potè fare a meno di pensare, sulla scia della discussione appena terminata, che pareva la versione nerd di Cenerentola.
 
“In ogni caso” riprese, rivolgendosi a Fitz “I tuoi gingilli hanno preso un grosso abbaglio, ragazzo – e dal momento che si tratta di prodotti dello S.H.I.E.L.D., la cosa non mi sorprende. I manufatti cinesi sono roba di altissima qualità, a confronto.”
 
“A cosa si riferisce?”
 
“Il metallo delle mie armature è mille volte più--”
 
“Mi dispiace contraddirla, signore” lo interruppe Jarvis “Ma il materiale di cui è costituito lo scudo del Capitano Rogers ha una resistenza dieci volte superiore rispetto alla lega più robusta da lei impiegata per realizzare le armature. Le analisi dell’agente Fitz sono assolutamente esatte.”
 
“Nessuno ha chiesto il tuo parere, Jarvis” replicò Tony stizzito “Piuttosto, per quale motivo hai permesso a degli estranei di entrare?”
 
“Me l’ha ordinato la signora Potts, signore. Sono programmato in modo da obbedire incondizionatamente ai suoi comandi e, nel caso stesse per muovermi altre obiezioni, le ricordo che l’artefice della mia programmazione è lei.”

“Perfetto” replicò Tony a denti stretti “Allora, da oggi in poi, ti proibisco di far entrare estranei nel mio laboratorio senza il mio diretto consenso.”
 
“A onor del vero, l’agente Fitz e l’agente Simmons non sono due estranei, signore.”

Tony si chiese quando la A.I. da lui creata avesse sviluppato il gusto della contraddizione. “Ah no? Non ricordavo che fossero miei amici o parenti o--”
 
“Sono già stati qui quattro volte.”
 
“Cosa?!”
 
“Ecco, ho finito!” esclamò Simmons entusiasta “È tornato come nuovo! Ad eccezione di questa macchia che proprio non vuole venir via…”
 
“Cip e Ciop sono abituali frequentatori del mio laboratorio e io non ne sapevo nulla?!”
 
“Avanti Tony, non arrabbiarti. Se non te ne sei mai accorto, vuol dire che non hanno fatto danni poi così irreparabili, no?”
 
“Bruce, per favore, non è il momento di…Bruce?
 
Tony si interruppe di botto e si voltò verso il punto da cui la voce era provenuta. Bruce era lì, con il camice da lavoro addosso, gli occhiali da scienziati pazzo inforcati e il suo consueto sorriso, quello timido e appena accennato, stampato in faccia. Questa volta, però, c’era un’ombra di colpevolezza a velarlo.
 
“Ciao, Tony.”
 
“Ciao un corno, Doc” ringhiò Tony, incorniciando le braccia “Quindi, anche tu sei un complice.”
 
“Signore, il termine ‘complice’ implica l’infrazione di una norma e le ho già spiegato che né io né la signorina Potts abbiamo trasgredito ai suoi--"
 
“Jarvis, taci, o verrai disattivato vita natura durante.”
 
“Tony, per favore, non c’è bisogno di--"
 
“Passi Jarvis, che sta passando un periodo di ribellione adolescenziale – l’ho creato sedici anni fa, tutti sanno che è l’età peggiore. Passi Pepper, che pur di fare un favore a Phil si farebbe amputare un arto, ma tu”
 
“Tony, ascolta--"
 
“Come hai potuto pugnalarmi alle spalle in questo modo?”
 
“Non essere melodrammatico”
 
“Dopo tutto quello che ho fatto per te.”
 
“Signor Stark, la prego, non se la prenda con il dottor Banner” intervenne l’agente Simmons, che aveva finalmente smesso di combattere contro l’ostinatezza della chiazza – senza riuscire a vincerla. “Sono stata io a chiedergli di aiutarci. Non capita tutti i giorni di avere la possibilità di collaborare con uno dei più grandi scienziati del mondo” aggiunse, con sguardo trasognato, e le guance di Bruce presero fuoco.
 
“Mmmh, quindi anche tu hai trovato la tua fangirl” commentò Tony con un ghigno “Beh, sappi che dovrai faticare ancora parecchio per battermi. Io ho Gary, Cip e milioni e milioni di donne adoranti che--”
 
“Tony, smettila.”
 
“Smettila? Tu mi hai deliberatamente mentito, mi hai ingannato, mi hai--”
 
“Dio mio, non hanno distrutto nulla!”
 
“Le prometto che è l’ultima volta che utilizziamo il suo laboratorio, signor Stark” intervenne Simmons, ma Tony era troppo impegnato ad accusare Bruce per darle ascolto.
 
“Ma avrebbero potuto farlo! Insomma, li hai visti? Le matricole hanno un aspetto più convincente!”
 
“L’agente Simmons ha ben sei dottorati” replicò Bruce, e fu il turno della giovane di arrossire “E, in ogni caso, c’ero io a controllarli, pertanto--”
 
Tu c’eri anche le altre volte?!”
 
Fitz – che aveva approfittato della confusione per fare qualche altro rilevamento sulla Mark XLVII – raggiunse il manipolo dall’altra parte del laboratorio.
 
“Signor Stark, si calmi, la prego. Abbiamo già concordato con l’agente Coulson che questa è l’ultima volta che--"
 
Alle sue spalle, Simmons sbiancò e si tappò la bocca con entrambe le mani, sconvolta.
 
Tony, nel frattempo, continuava imperterrito a vomitare recriminazioni.
 
“Bell’amico che sei, Bruce, complimenti.”
 
“Fitz!” lo rimproverò Jemma, colpendolo con una gomitata “I Vendicatori non sanno nulla! Non sono agenti di livello sette, ricordi?”
 
“Santo cielo, hai ragione!”
 
“Per colpa tua ci cacceranno dalla squadra!”
 
“Tony, smettila di fare l’isterico, altrimenti--”
 
“La colpa è anche tua. Se non avessi chiesto al dottor Banner di mostrarti quell’esperimento sui raggi gamma avremmo già finito da un secolo e il signor Stark non ci avrebbe mai trovati qui!”
 
“Ma se tu hai perso un’ora ad analizzare il vecchio reattore!”
 
“Signori.”
 
Un picchiettio di tacchi, un leggero colpo di tosse ed un’occhiataccia bastarono a spegnere ogni rumore.
 
Pepper era in piedi sulla soglia del laboratorio, con in mano un vassoio pieno di tazze fumanti.
 
“Vi ho portato il caffé.”
 
“Grazie, signorina Potts” dissero Fitz e Simmons all’unisono, e Pepper gli rivolse un sorriso cordiale.
 
“Non preoccupatevi, sanno già che l’agente Coulson è vivo” li rassicurò, poggiando il vassoio sullo scrittoio da poco tirato a lucido da Simmons.
 
“Il grande capo ci ha fatto la gentile concessione di dircelo, dopo sei mesi in cui l’abbiamo creduto morto e sepolto.”
 
Pepper lo ignorò e porse la tazza a Fitz. Nel vassoio ne restavano solo altre due.
 
“Tesoro, perché non hai fatto il caffé per Bruce?” chiese, allungando un braccio. Pepper lo afferrò un istante prima che raggiungesse la tazzina.
 
“È a te che non l’ho fatto." Tony poteva scorgere la minaccia che Pepper nascondeva dietro l'apparente pacatezza del tono “Ricordi il nostro accordo?”
 
Tony represse le proteste e sospirò “Lo ricordo" disse “Ma se trovo anche solo un graffio giuro che--”
 
Pepper lo trascinò via senza lasciargli il tempo di terminare la frase.
 
“Ehi, aspetta un momento! Tu hai barato! Non mi avevi detto che erano già stati qui quattro--”
 
“Tony, vuoi davvero che ti rinfacci tutte le cose che tu non hai detto a me in questi anni?”
 
“E va bene: hai vinto.”
 
“Lo sapevo” commentò Fitz, mentre le porte di vetro si richiudevano alle spalle di Tony e Pepper.
 
“Che succede?” domandò Jemma e l’amico storse le labbra in una smorfia amareggiata.
 
“Mi rendo conto che la foto sarebbe stato troppo, ma nell’autografo ci avevo sperato.”













Note
Avevo l'impressione che la flash sopracitata fosse monca (e avevo una voglia matta di raccontare il primo incontro tra Tony e Fitz e Simmons), per questo, tra una lezione e l'altra, ho scritto questa one shot. Io mi sono divertita un sacco, spero d'esser riuscita a regalare qualche risata anche a chi avrà il tempo e la voglia di leggerla.
Come di consueto, la burocrazia:
-"...le aveva fatto trascorrere al cimitero un numero imprecisato di Sabati mattina, davanti ad una tomba vuota, mentre lui era a Tahiti a spassarsela" è un riferimento alla prima puntata di "Agents of S.H.I.E.L.D.", in cui Coulson svela d'aver passato la convalescenza a Tahiti
-Come ho spiegato nelle note della flash, Cip e Ciop sono i nomignoli con cui, nel mio Head Canon, Tony chiama Fitz e Simmons. Ebbene, ho deciso, senza alcun motivo particolare, che Fitz è Cip e Simmons Ciop
-Pongo, Peggy, Lucky, Rolly, Misurino e Macchia sono i nomi di alcuni dei dalmata del cartone animato "La carica dei 101"
-Gary è il fanboy di Tony che compare in "Iron Man 3"
-"I Vendicatori non sanno nulla! Non sono agenti di livello sette, ricordi?” è un altro riferimento alla prima puntata, in cui viene svelato che i Vendicatori non sono ancora a conoscenza del fatto che Coulson è vivo e vegeto. La storia, naturalmente, si colloca in un momento successivo, in cui gli Avengers sono stati messi al corrente della cosa
  
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