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Autore: _morph_    04/10/2013    1 recensioni
Ciò che, dopo tempo passato accanto ad una persona, può tornare a galla. I fantasmi di Pierre, le supposizioni di Chocola. Un'agghiacciante verità che demolisce le certezze, che fa nascere dubbi e alimenta insicurezze. Un amore sicuro, mosso dalle imprevedibilità del destino e del passato.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chocola Meilleure, Pierre Tempête de Neige
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hey I don't know much about gones
But I've I've been shied by you
Hey and I don't know when I'm gon' die
But I hope that I'm gon' die by you
Hey and I don't know much about fighting
But I know I will fight for you
Hey just when I ball up my fist
I realise that I'm laying right next to you baby
We ain't got nothing but love

 
 
Si era avvicinato lentamente a lei. Quel dubbio latente, quella paura sibilante che s’insinua, e ti fa credere di non essere sola nella tua mente. Di non esserci solo tu a parlare, in una guerra contro te stessa.
Lo aveva apostrofato in mille modi diversi, quel ragazzo già cresciuto. Quel soffio perso nel vento, quel bocciolo mai esploso, quel ghiacciaio animato da un fuoco congelante. Si era lasciata baciare, avvolta da carezze che solo lui poteva donarle, acquietata da quello sguardo pericolosamente dolce, allarmante nella sua apparente calma. Nella sua concreta follia.
Aveva deciso così di farsi cullare da quelle braccia, con il viso eternamente avvolto nella spirale di un’anima incisa, stropicciata. Quelle anime un po’ perse e un po’ ritrovate.
Non si era chiesta il perché di una caduta simile, non si era chiesta come, dopo tempo, quelle lame di gelo -che di tanto in tanto gli facevano brillare lo sguardo- potessero ancora mortificarla. Schiacciarla.
Il fatto è che non c’è cura all’amore e neanche alla sete. Non si cura chi si è perso e mai ritrovato. Chi si è perso e adattato. Non c’è cura a ciò che si vuole, perché se solo perdesse la propria verve scoppiettante, non ci attrarrebbe più. Insieme alla follia, andrebbe smarrito anche quel guizzo che coincide perfettamente con il nostro. Quel guizzo nella mente a cui non sai dare un nome, quel guizzo che pare differenziarci gli uni dagli altri.
Era questo che aveva visto Chocola, quel pomeriggio in cui le voci nella propria testa erano due. Questo che aveva visto dopo gli innumerevoli baci, dopo che lo aveva distrattamente sporcato con il gelato e poi riso fino alla sua esasperazione per quell’ennesima camicia rovinata dal passaggio di lei. Era comunque incredibile come, dopo i morsi, le liti, le grida, le porte sbattute, lui non la riuscisse ancora a ritenere la propria rovina. Chocola non sapeva di essere un dono per lui. Una sorta di benedizione e dolce tortura, mandata per ripagarlo di tutto l’amore che non aveva saputo dare prima.
Comunque lei era lì. Persa in un’illusione fin troppo reale, persa in un campo desolato dove ad ogni passo corrispondeva una mina. Si proteggeva gli occhi con la mano bianca, che presto avrebbe risentito del sole. Lui le si avvicinò, cauto, dopo aver cercato di rimediare al disastro che si era creato sulla propria camicia. Le aveva sfiorato una tempia, sdraiandosi poi accanto a lei, in un muto invito di ricerca del calore che non avrebbero mai trovato in lui. E così parlò, incapace di trattenersi, sfociando come l’acqua quando si rompe la diga.
«Hai mai commesso un omicidio?» sospirò quindi, col fiato corto e la mente improvvisamente sgombra di pensieri, pronta a catturare ogni minimo suono emesso dalla sua voce.
«Che domande sono?» tentò allora, incurvando lievemente gli angoli della bocca verso l’alto. Con quella pacatezza familiare «non sapevo ti dilettassi anche come ispettrice» riuscì così a strapparle un breve sorriso, prima di sollevarsi sui gomiti, un profondo cipiglio ad indurirle l’espressione.
«Avanti, sono seria» Pierre rimase interdetto per qualche secondo, prima che quella strafottenza che tanto le era nota, non tornasse più prepotente di prima.
«Non credo ti riguardi ciò che facevo. La mia risposta sarà sempre no. A qualsiasi domanda simile mi venga posta. Non sono un assassino allo stesso modo in cui non sono un Malefico, ma ciò non toglie io lo possa essere stato» la ragazza si perse, prima di ritrovare il filo in quelle iridi sicure, in quelle smorfietta che faceva nel momento in cui era certo di qualcosa e si sentiva in dovere di divulgarlo a chi lo aveva messo in discussione «le nostre azioni non ci determinano. Sono certo tu lo abbia capito, preferirei me lo dimostrassi» terminò allora, stizzito che il suo ruolo venisse ancora messo in discussione.
Chocola si sporse verso di lui, intenerita dalla nota saccente che gli incrinava il timbro, intenerita da quel po’ di arroganza che amava scorgere in lui.
Si riposò quindi su quel petto, innamorata di una mente che, col senno del poi, era stata da sempre sua.
 
 
Salve a tutti <3
Era da tanto che non scrivevo su questo fandom, ma delle recensioni inaspettate ad una storia mi hanno fatto venire voglia di far tornare a galla i miei sentimenti verso questi due personaggi :3
Questo comunque è il link della mia pagina d’autrice (su cui pubblico quindi tutto ciò che scrivo): https://www.facebook.com/pages/Bees-Mishap/172407496266597?fref=ts. Mi farebbe molto piacere se passaste a dare un occhio.
Grazie mille a chi si è premurato di leggere e per qualsiasi domanda sono qui!
   
 
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