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Autore: samek    01/04/2008    4 recensioni
A volte, andando a dormire, avevo paura che fosse tutto un sogno: la nostra nuova vita, nella nostra bella casetta ricostruita con l’alchimia. Temevo fosse tutto un enorme allucinazione e che, in realtà, fossi ancora una vecchia armatura. Poi, però, la mattina riaprivo gli occhi e, vedendo Ed dormire a pancia scoperta affianco a me, pensavo: “Va tutto bene”.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima cosa che vidi quando riaprii gli occhi fu il mio fratellone:

DISCLAIMER: Ovviamente i personaggi non sono miei, ma del rispettivo autore e non ci guadagno niente a scrivere, se non il mio personale divertimento.

 

 

Pioggia Leggera

 

 

La prima cosa che vidi, quando riaprii gli occhi, fu il mio fratellone:

-Bentornato, Al…-

 

 

Sbattei le palpebre, svegliato dalla luce che filtrava dalla finestra.

“Ho fatto di nuovo lo stesso sogno….” Constatai tra me “Va tutto bene…” Mi dissi poi.

Non mi ero ancora abituato del tutto ai ritmi impostimi dal mio corpo, ma in fondo, era passato solo un mese da quando l’avevo riottenuto, non potevo pretendere troppo.

A volte, andando a dormire, avevo paura che fosse tutto un sogno: la nostra nuova vita, nella nostra bella casetta ricostruita con l’alchimia. Temevo fosse tutto un enorme allucinazione e che, in realtà,  fossi ancora una vecchia armatura. Poi, però, la mattina riaprivo gli occhi e, vedendo Ed dormire a pancia scoperta affianco a me, pensavo: “Va tutto bene”.

Mi voltai, sorridendo al nuovo giorno: -Buongiorno fratel….eh? Ma dov’è?-

La parte di letto accanto a me era vuota.

“Strano, si sveglia sempre dopo di me. Che sia in bagno?” pensai confusamente, ancora assonnato.

Scesi al piano di sotto e fui attirato in cucina da un odore di bruciato: “Non si sarà mica messo a cucinare?” pensai allarmato.

Edward era totalmente negato in cucina, come per la maggior parte delle faccende domestiche ed, infatti, lo trovai di fronte ai fornelli, mentre osservava qualcosa di nero ed irriconoscibile sul fondo d’una padella.

Posai un braccio sulle le sue spalle e gli tolsi il mestolo di mano: -L’hai bruciato di nuovo, fratellone- commentai rassegnato.

-Tsè! Tu sei troppo bravo…e troppo alto- Sbuffò lui, imbronciato.

Effettivamente, nonostante la somiglianza tra di noi fosse impressionante, lo superavo di ben quindici centimetri: -Tutto merito tuo fratellone, il tuo corpo ha fatto crescere anche il mio- Lo blandii a mo’ di scusa.

Alla fine riuscì a preparare da solo dei toast e delle salsicce calde e fece pure il caffè.

-Porta i piatti a tavola, io intanto preparo una cosa- ammiccai, prendendo il suo posto ai fornelli.

-OK- lui assottigliò lo sguardo, sospettoso.

Quando tornai gli porsi un bicchiere colmo di un liquido scuro: -Assaggia- lo esortai.

 Dopo aver fatto qualche storia, come suo solito, eseguì la mia richiesta: -E’ buono…- ammise stupito -Cos’è?- aggiunse poi, curioso come un gatto.

-Latte al cioccolato!- esclamai soddisfatto.

-Latte?!- ripeté indignato.

-Vedi? Se cambi il sapore non è male- argomentai, con un sorriso che urlava “Te l’ho fatta!”.

-Grazie…- Sbottò scontrosamente, poi si voltò verso la finestra e continuò più mitemente –E’ una bella giornata, che ne dici di andare a trovare la mamma?-

 

*°*°*°*°*

 

Ci somigliavamo davvero tantissimo. Rimanemmo entrambi molto stupiti quando recuperammo il mio corpo. Appena tornato avevo persino i capelli lunghi come Ed, ma poi decisi di tagliarli.

-Ti danno un aria troppo adulta- Disse lui.

Ed io risi internamente, pensando: “Allora è per questo che lascia crescere i suoi!”

Comunque alla fine non avevamo recuperato il braccio e la gamba di Ed, lui aveva preferito così.

-Se no non sarei più l’Alchimista d’Acciaio e poi toglierei un enorme sostentamento a Winry- Aveva minimizzato lui, ma la realtà è che, probabilmente, una sola Pietra non sarebbe bastata.

La casa che avevamo ricostruito era più piccola e semplice, ma non era la casa dei nostri genitori, era la nostra… anche se avevo dovuto obbligare il mio fratellone ad eliminare i suoi tocchi artistici.

 

*°*°*°*°*

 

La tomba della mamma era sempre la stessa, solo noi eravamo cambiati in tutti gli anni trascorsi. La osservammo in silenzio per un po’, poi accendemmo l’incenso e cambiammo i fiori. Ad un certo punto, però, mi accorsi che Ed stava tremando.

“A cosa sta pensando?” mi chiesi, preoccupato.

Gli presi la mano e la strinsi forte, finche non smise di fremere e serrò la mia. Stringevamo tanto da far male, come se il dolore fosse l’unica cosa a poter confermare che eravamo veramente lì, entrambi vivi, ancora insieme.

-Fratellone, ho deciso di dare l’esame per diventare Alchimista di Stato- esordii dopo un po’.

-Cosa?! Perché?! Non ne hai alcun bisogno, basto io come cane dell’esercito!- esclamò allibito.

-Voglio viaggiare con te e poi verrò pagato bene e avrò i tuoi stessi privilegi…- spiegai pacatamente.

-Saresti solamente un'altra arma umana in mano a quella gente, Al!- sbottò furioso.

-Il tuo destino sarà anche il mio, Ed- con questo chiusi la discussione.

Lui scosse il capo mestamente, ma non replicò, sapeva che avevo già preso la  mia decisione.

Sulla strada, di ritorno a casa, cominciò a piovere. Pioggia primaverile, delicata, purificatrice e fresca.

-Ma c’è ancora il sole!- Notò il mio fratellone, stupito.

Mi fermai per godere quella sensazione unica e sollevai il volto, offrendolo all’acqua piovana. Da troppo tempo non godevo di quel semplice e sottovalutato piacere.

-Che ti prende, fratellino?- Ed si fermò pochi passi avanti a me.

-E’ bello sentirla sulla pelle- spiegai, guardando verso il cielo.

-Chiudi gli occhi, Al…- Mi chiese lui all’improvviso.

Lo feci, curioso e fiducioso, senza fare discussioni.

E poi un bacio. Dolce, delicato, appena accennato, più leggero della pioggia…durò un breve attimo e poi…

-Buon compleanno, Al- Sussurrò al mio orecchio.

Quando riaprii gli occhi, stupefatto, aveva già ripreso a camminare.

-Allora è questo il motivo per cui ti sei svegliato così presto!- compresi, osservando le sue spalle sottili, fasciate di rosso.

Non si fermò e lasciò che lo raggiungessi in una breve corsa: -Muoviti o ci prenderemo un accidenti- Replicò semplicemente, guardando dritto davanti a se.

 

                                                          FINE.

   
 
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