La fanciulla
del mare (Capitolo autoconclusivo)
L’estate era quasi finita. Io,diciottenne diplomato per modo di dire, passeggiavo per le
spiagge vicine alla residenza estiva di mia nonna. Ero così annoiato che
persino il ronzio di una mosca mi avrebbe divertito. Vagavo senza meta da più
di tre ore….Quando mi fermai ad osservare il mare.
Improvvisamente
mi accorsi di non essere solo. Una
figura era seduta sulla riva bagnata. La osservai meglio quasi turbato e notai
che la figura era femminile. Una ragazza dai capelli della tonalità simile alla
sabbia canticchiava sulla riva. Indossava un abitino di velo bianco e un
cappellino,i nastri del quale danzavano col vento
caldo. Mi sentii alquanto sciocco : com’era possibile
che non me ne fossi accorto? Improvvisamente si accorse della mia presenza e Io
sobbalzai. Levò uno sguardo color del mare,sincero e
aggrottò le sopracciglia. Colto di sorpresa le sorrisi amichevolmente e lei
continuò a guardarmi con la stessa assurda intensità.
-Scusami. Non hai letto il
cartello? Per caso hai problemi di vista?
Mi disse con sfacciataggine,
indicando un cartello alla sua destra che riportava le parole “Spiaggia
Privata”,che ero sicuro di non aver visto nonostante
ci fossi passato davanti più volte. Poi mi disse ancora più irritata:
-Perché stai ridendo?
Mi accorsi di avere ancora
quel sorriso ebete sulla faccia.
-Mi dispiace. Scusa.
Ehm…piacere comunque. Io sono…
-Lo so chi sei...-disse picchiettandomi sul petto-Tu sei il nipotino della
signora che abita accanto a me…
-Si…comunque
non è che sono il “nipotino”…
Poi cominciò a ridere a
crepapelle…e io ero visibilmente in imbarazzo…
-Siediti accanto a me…
Mi disse guardandomi negli
occhi con un sorriso irresistibile…E così feci.
-Tu sei…?
Le dissi in preda alla
curiosità più fervida,ma lei mi interruppe.
-Guarda!
Indicò piena di entusiasmo verso il mare e disse:
-Ci sono dei granchi!
Entrò in acqua solo coi piedi ed esclamò ridendo:
-Ecco te ne regalo uno!
Mi diede uno di quegli
animaletti,che inutile dirlo con la mia cronica
sfortuna…mi morse.
-Ouch!Mi ha morso…
Venni però distratto dalla
bellezza inconsapevole e innocente di quella creatura….
-Senti poco fa stavi cantando
vero?Era una canzone davvero molto bella,potresti
dirmi che canzone è o se magari hai il testo?Perchè sai io suono e mi
piacerebbe…
-Cavolo quanto parli!-Mi interruppe la ragazza-Chiacchieri a macchinetta!
Era proprio il motivo per cui la mia ragazza precedente mi aveva scaricato…il
fatto che non ascoltassi mai ciò che aveva da dire…abbassai lo sguardo e lei se
ne accorse…
-Ehm..scusami forse ti sei
offeso?
Inarcò nuovamente le ciglia e
si morse un unghia. Aveva delle espressioni
sbalorditive.
-No,no,
è solo che non sei la prima persona che me lo fa notare.
-Capisco. Storia passata eh?
Parlamene.
-Ehm…bè
non c’è molto da dire...in generale eravamo molto affiatati
come coppia…
Puerilmente iniziai a
raccontarle gli ultimi anni della mia vita senza smettere un attimo. Lei non
guardava verso di me, ma in direzione del mare. A me non importava e continuai
a parlarle senza ritegno mostrandole i lati più nascosti di me.
-Bè a questo punto credo di averti detto proprio
tutto…Ehm…cosa ne pensi?
-Il sole sta tramontando…che
spettacolo mozzafiato…ogni sera che lo guardo da qui
mi emoziono…è davvero miracoloso…
-Oh,capisco…comunque
io intendevo della mia storia…cosa ne pensi?
-Penso che sei un bravo
ragazzo…e che avrai molte occasioni perché hai parecchi anni davanti a
te…vedrai.
Poi si voltò,mi sorrise e mi diede un bacio sulla guancia.
Io imbarazzato dal momento,
riuscii solo ad emettere un suono simile ad un mugugno,che
in realtà celava una sorta di felicità.
La ragazza si tirò su
battendo le mani sul vestitino,facendo scivolare via
la sabbia e disse:
-Bè è proprio ora di andare.E poi ti staranno aspettando per la cena…
-Veramente io pensavo di
rimanere qui un altro po’…
-Scusami ma io ho fretta
invece.
Alzai le
sopracciglia alquanto perplesso.
-A casa tua c’è il
coprifuoco?
-Qualcosa del genere.
Mi sorrise con uno sguardo
intenso e si girò camminando in direzione opposta alla mia.
Quando tornai a casa chiesi naturalmente spiegazioni a mia
nonna.
-Ehi nonna-dissi attentando
un cumulo di spinaci avvolti nella forchetta-chi è quallavagazzachaobitaqua?
-Signore mio…quante volte t’ho detto di non parlare con la bocca piena?
-Scusa nonna.
-Mmmmh…-Mi guardò con espressione esasperata.
-Comunque- stavolta deglutii- chi è quella ragazza che abita qui
vicino?Avrà sedici anni circa.
-Ragazza? Oh ho capito!La
nipote dei nostri vicini!
-Sì!- mi si
illuminò il viso-credo abiti qui!
-Bè no so dirti con certezza chi
sia…comunque è venuta la settimana scorsa proprio come te. Se vuoi te la presento, conosco molto bene i nostri vicini.
-No grazie,già la conosco.
-Allora perché mi hai
chiesto…
-Perché non so nemmeno come si chiama!-Sbottai.
-Ah,fa
la misteriosa,eh?
-Bè direi che misteriosa è a dir
poco riduttivo.
-Ah,ho
capito,ha stuzzicato la tua sensibilità maschile…guarda che sono stata giovane
anche io!Comunque sia domani ho deciso che parlerò con la vicina…
-Sì nonna- sbadigliai-Ora
però è meglio se vado a letto.
-D’accordo buonanotte tesoro.
-Buonanotte nonna.
Salii ai piani superiori.
Inutile dire che non dormii tutta la notte. L’ultima
volta che mi era successo era stato l’estate prima,quando
era morta mia madre. Di cancro. Io che fissavo il soffitto,immobile.
Non pensando a nulla. Anche in quel momento vedevo il bianco,solo
che non era quello del soffitto,bensì quello del vestito di quella creatura.
Non riuscivo a vedere altro. Non riuscivo a sentire altro. Solo
il profumo del mare che m’inebriava. Solo il mare. Solo io. Solo lei.
La mattina dopo mi svegliò il
suono del forno che avvisava il fatto che era pronto
da mangiare. Mi ero addormentato circa un’ora prima. Mia nonna mi disse di
scendere.
Mi lavai,mi
vestii e velocemente scesi ai piani di sotto.
-Eccomi nonna. Sono pronto.
-Ah,ciao
tesoro vorrei presentarti i nostri vicini…
Improvvisamente sentii
mancarmi la terra sotto i piedi. La ragazza che avevo davanti a me non assomigliava neanche lontanamente a quella per cui
avevo sospirato tutta la notte. Era un’altra. Una tizia mai
vista con lunghi capelli ricci corvini e occhi scuri.
-Ciao!
Mi disse amichevolmente.
Poi tutti mi diedero la mano
e dissero i loro nomi,che rimossi quasi subito.
Poi ebbi come una scossa e
dissi:
-Ehm…scusate ma mi sono appena
ricordato che ho una cosa molto urgente da fare. C’è una persona che mi
aspetta.
Poi mi girai verso mia nonna
che mi guardò perplessa e io le sorrisi,come per dire
“Non preoccuparti”.
Poi mi diressi come un razzo
verso la porta, la aprii con un gesto liberatorio e cominciai a correre come un
pazzo,nulla poteva fermarmi,io dovevo andare da Lei.
Nessuno poteva fermarmi. Per la prima volta non ero la preda che ha paura di essere divorata,ma il leone affamato che poteva
tutto. E molto di più. Continuai a correre,
finchè non arrivai. Vidi la spiaggia deserta,non vidi il cartello. Riguardai verso il mare. C’era lei.
Come il giorno precedente. Solo con abiti diversi. Un vestito verde bottiglia,
con un cappellino di paglia. Si girò e mi sorrise con le lacrime agli occhi. Io
visibilmente emozionato feci per parlare, ma rumori di passi mi fecero voltare
e mi accorsi all’improvviso che non era me che guardava, ma un ragazzo qualche
passo dietro,con lisci capelli biondi e occhi quasi
cerulei. Un ragazzo sicuramente molto più bello di me. La definizione giusta è
“angelico”. Le corse incontro per abbracciarla con
vigore e baciarla. Si sedettero e lei appoggiò la testa alla sua spalla.
Com’era possibile? Lei stava facendo quelle cose con un altro. Un uomo che non ero io. Perchè? Come poteva essere? Tentai
di farmi notare,ma loro non si mossero. Tossicchiai
più volte,ma niente. Non si accorsero di nulla e
cominciarono a canticchiare la melodia che il giorno prima
stava canticchiando lei da sola. Poi quando feci per avvicinarmi scomparvero.
Così. All’improvviso. Allora credei che era stato
frutto della mia immaginazione. La ragazza non esisteva. Poi mi girai e con mia
grande sorpresa li rividi. Solo che
erano ancora con abiti diversi. Lei indossava lo stesso vestitino bianco
che mi piaceva tanto. E ridevano. Portavano due grandi
valigie con loro e raggiunsero una barca a vela che fino a poco fa non era in mare. Lei cominciò a cercare qualcosa nella
valigia e tirò fuori qualcosa che brillava. Era un diamante davvero enorme, lo
capivo persino io che non mi intendevo minimamente di
gioielli. Poi lui glielo strappò quasi dalle mani. Nel frattempo mi accorsi che
ero entrato in mare fino alle ginocchia per vedere cosa stessero facendo. Poi
lo sguardo del ragazzo da angelico tramutò in avido e le sue labbra vennero a
formare un ghigno.
Prese qualcosa dalla valigia.
Era una pistola. La puntò contro di lei. La ragazza impaurita indietreggiò e
disse tremante:
-Perche? Perché fai tutto questo?
-Credi davvero che con un
tesoro del genere sia disposto a passare la mia vita con una ragazzina
irresponsabile come te?
Fece una risata grassa e
matta. Gli brillarono gli occhi.
-Ma io…io ti amo!
-Mi dispiace
ma siamo alla fine dei giochi .
E sparò un colpo. Dritto al cuore della ragazza. Sul
bianco candido del vestito si estese una macchia di sangue e la ragazza cadde
in mare.
Come se nulla fosse accaduto,
l’assassino prese a frugare nella valigia della ragazza e ne tirò fuori altri
soldi. Io inevitabilmente cominciai a osservare il
corpo senza vita della ragazza di cui tanto mi ero invaghito. Poi sentii salire
una rabbia violenta e raccolsi tutta la mia forza, quando…ritornai esattamente nello
stesso punto dove avevo visto i due ragazzi abbracciati poco prima. I miei
vestiti erano asciutti. Guardai verso la spiaggia.
Lei era lì. Seduta proprio
come il giorno prima che canticchiava la stessa soave melodia.
Si accorse della
mia presenza proprio come il giorno prima. Mi guardò alienata e poi mi
sorrise,con quel sorriso indescrivibile e
indimenticabile.
Le corsi
incontro in preda al panico, riuscii a balbettare solo:
-Ma cosa…
-Bello spettacolo, eh?
Mi chiese lei con un sorriso
triste.
-Ma che cosa?
-Ti stai chiedendo perché ti
abbia fatto vedere tutto questo?
-Bè, sei stata tu?...Voglio dire
ti è davvero successa una cosa del genere?
-Purtroppo…
-Bè allora che aspettiamo?!?
Dobbiamo acciuffare quel criminale!!!
-Mi piacerebbe poterlo
fare...-ammise- ma è già morto anche lui.
-Tu sei…morta.
-Sì, da parecchio tempo
ormai. Sai in tutti questi anni tu sei stato l’unico
in grado di vedermi. Mi hai davvero sorpreso ieri.
Mi sorrise dolcemente
facendomi arrossire.
-Era davvero da tanto che non
parlavo così con qualcuno. Dato che mi da fastidio che le persone non possano percepire la mia presenza, di solito
le allontano creando illusioni come quel cartello.
-Ma scusa perché solo io posso vederti?
-Sai, credo di sapere la
risposta. Perché tu credi e hai fiducia. Perciò vedi ciò che gli altri non possono vedere.
-Davvero? Ma
io vorrei capire di più su quello che ho visto.
-Vuoi che te ne parli?
-Sì.
Vidi che scostò lo sguardo,
così le presi le mani per infonderle coraggio. Mi accorsi che erano freddissime,nonostante fosse una calda giornata di fine Estate.
-Ma tu puoi toccarmi!
-Immagino che gli altri non
possano…
-No! Mi passano attraverso!
-Ma ripensandoci ieri mi hai dato un bacio sulla guancia…
-Sì, ma dato che ero scossa
perché avevo parlato con qualcuno non ci ho fatto caso!
Era molto felice, ma io la
guardai negli occhi con intensità.
-Per favore, raccontami.
Il suo sguardo si fece più
triste.
-E’ stato tanto tempo fa…Avevo
quindici anni all’epoca…La mia famiglia era tra le più ricche dell’intera
nazione…così mi era stato promesso un uomo di quarant’anni
che non amavo assolutamente. Allora per lo sconforto decisi
di scappare. A fermarmi fu un ragazzo che lavorava nelle stalle,che mi aiutò a riprendermi e io gli parlai del fatto che
volevo partire con uno dei gioielli della mia famiglia dal valore inestimabile,
che mi sarebbe bastato per vivere nella ricchezza tutta la vita. Fu allora che
confessò di amarmi. Io mi innamorai di lui. Stabilimmo
di fuggire insieme. Ci incontravamo di notte nelle
stalle e costruivamo di nascosto una barca a vela. Il giorno della partenza ero
così felice…e invece,insomma il seguito lo sai.
Il mio sguardo si fece
triste.
-Il mio desiderio più grande
sarebbe quello di raggiungere il paradiso, ma purtroppo mi tengono in piedi
solo rancore e malinconia…Credevo di poterlo
raggiungere con la morte di colui che mi ha ucciso…ma come vedi sono qui. In
questa gabbia estiva così soffocante…
-Oh….mi dispiace così tanto…
-Non preoccuparti…ci sono
abituata ormai…
-Sì e poi da oggi in poi ci
sarò io! Non sarai più sola…
La strinsi forte a me e lei
ricambiò l’abbraccio…per la prima volta in vita mia sentivo scorrere dentro di
me sensazioni sconosciute…la mia infatuazione per quella ragazza era così
forte…poi presi tutto il coraggio che avevo in corpo e nella passione del
momento, la baciai. Lei impaurita si scansò.
-Ma che cosa fai?
Disse spaventata.
-Perdonami, ma non mi sono
potuto trattenere. Vedi, dalla prima volta che ti ho vista davanti a quella
riva, io…mi sono innamorato di te.
Lei spalancò gli occhi sorpresa. Poi mi guardò.
-E cosa c’è di bello in una ragazzina irritante come me?
-Ti sbagli! Quell’ uomo ti ha inculcato delle
convinzioni sbagliate! Tu sei la persona più dolce che abbia mai incontrato e
sei tu quella che meritava di vivere!
La guardai intensamente e lei
cominciò a piangere.
-Io avrei voluto vivere con
tutta me stessa…
La abbracciai nuovamente.
Rimanemmo abbracciati sulla sabbia. Forse per ore…
Poi mi accorsi che stava
calando il tramonto…
-No!-esclamai!-ora
devi andartene vero?
La guardai. Lei ricambiò il
mio sguardo e sorrise.
-No. Oggi è l’anniversario della mia
morte, quindi mi è permesso di fare cose straordinarie.
-Davvero?
-Sì. Davvero.
-Allora questa notte la passerai con me.
Le dissi.
E così fu. Con il mare che portava via la sabbia e le
stelle come uniche spettatrici, noi facemmo l’amore. Fu
la notte più bella della mia vita. Le sue lacrime di malinconia mista a piacere
e felicità si univano al mare e le mie di puro amore ricadevano sul suo corpo e
continuammo così mentre la sabbia dolcemente ci
cullava. Poi arrivò l’alba.
Rimanemmo sdraiati sulla riva mentre il sole sorgeva e lei disse:
-E’ ora di andare.
-No!
Esclamai io.
-Ora finalmente mi è stata
donata la felicità e l’odio è svanito.
Mi accorsi che il suo corpo
cominciava a sparire.
-Ma….ma
io ti amo!
-Anch’io. Ed è per questo che devi
vivere anche per me. Ti prego sii felice. Ci vedremo lassù. Ogni volta che
avrai bisogno di me,guarda il mare e io ci sarò.
-Ti prego non andare!
Lacrime calde mi rigavano il
viso e non intendevano fermarsi.
-Ti amerò per sempre…
E svanì.
***
Ora sono vecchio, ho dei
nipoti, eppure non dimenticherò mai quella donna che è stata capace di rubarmi
il cuore senza alcuno sforzo.
Aspettami,
tra poco sarò da te…
***