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Autore: TangerGin    04/10/2013    2 recensioni
Vorrei che tu tornassi ad essere un semplice nulla.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sorrow

 

Ogni notte esco, e quando torno e mi trovo davanti quei settantadue scalini in marmo grigio, illuminati dalla luce arancione, penso a Montale e al suo milione di scale e a Mosca e penso che a me basterebbe scendere quei settantadue scalini assieme a te una volta sola.

Penso a Mosca, penso a Montale, penso al bastimento carico carico, che mi si è piazzato nel mezzo del torace e mica ce la fa a muoversi. Se ne sbatte del divieto di sosta, ci sta proprio bene qua, a affaticarmi la vita, a mozzarmi il fiato di continuo, ed ormai è un mese.

Nel bastimento ci sono i tuoi occhi.
Che poi lo so, è un luogo comune dire “ah, che begli occhi che ha tal dei tali!”, alla fin fine gli occhi son belli tutti. Ma i tuoi son più belli, perchè manco lo sai, ma quando parli, e magari, per caso, mi guardi con quegli occhi, io sento il bastimento incrinarsi e fare giacomo giacomo, assieme alle mie ginocchia. I tuoi occhi non son belli solo perchè hanno una forma adorabile, non son belli perchè ti seguono in ogni smorfia ed in ogni sorriso (e sì, sono occhi scuri e profondi) ma sono belli perchè si vede che sanno guardare.
Anche la tua bocca è bella. È bella quando fumi, è bella quando bevi, è bella quando è viziosa, e vorrei che potesse essere viziosa assieme alla mia, di bocca. È bella perchè a volte sembra piccola, quando stai zitto, o sei concentrato, ma poi diventa grande quando sorridi, quando parli veloce.
 
E poi ecco, ora penso alla tua bocca, e penso ai tuoi occhi, e poi penso alle tue mani, al modo in cui accavalli le gambe, alle tue ginocchia piccole e magre, a come sei completo e al modo esattamente giusto con cui stai al mondo, e penso a come cammini, e si vede che ti piace farlo, e penso alla tua bici, a quando arrivi sorridendo, a quando arrivi senza sorridere, penso alle tue camicie, penso alle tue magliette stinte; penso a quando avevamo quindici anni e avevi avuto il coraggio di contraddirmi, penso a quanto non soffrivo, a quell’età, penso che eravamo amici ed era tutto semplice, e sì, anche adesso siamo amici eppure niente è più semplice.
Penso alle tue mani, penso alle tue mani, penso alle tue mani, penso alle tue mani tra i tuoi capelli, penso al tuo naso, e alla tua mascella, e alla tua barba. Penso a quando nascondi il viso tra quelle mani, fintamente esasperato e lo so che dietro stai ridendo, e poi penso al fatto che tutti i tuoi gesti perfettamente giusti, esattamente calibrati, compostamente adatti al mondo vorrei solo che fossero diretti a me, una volta soltanto. E penso al fatto che quei gesti li rivolgi a lei che probabilmente nemmeno si rende conto di quanto siano armoniosi e preziosi. Penso che a me non li rivolgerai mai.

Penso a questa tristezza che mi si è attanagliata addosso, penso al fatto che soffro, e vorrei non farlo, e vorrei poter dimenticare i tuoi occhi, la tua bocca, i tuoi sorrisi e le tue mani, le tue ginocchia, il modo in cui cammini, il modo con cui stai al mondo, voglio dimenticare tutto.

Vorrei che tu tornassi ad essere un semplice nulla, non un semplice tutto.

E vorrei avere il coraggio di dirti quanto tutto tu sia adesso per me.

'Cause i don’t want to get over you, e se lo dice Matt chi sono io per oppormi.




 

   
 
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