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Autore: Sherlock Holmes    04/10/2013    2 recensioni
E se… a scoprire Sherlock Holmes fintamente appeso per il collo fosse stata Irene Adler?
Un finale alternativo del primo film sherlockiano di Guy Ritchie.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alzai la nuca.
La trave del soffitto pareva solida. E così anche la corda.
“Bene.”
Soddisfatto, legai, mediante l’apposito anello da me fabbricato, la mia imbracatura fatta di grucce e cinture al nodo a scorsoio del cordame.
Misi il cappio attorno al collo, e mi sporsi appena dalla sedia dalle gambe rosicchiate da quel dannato cucciolo di bulldog…
Nessun dolore alla gola. Ah, la struttura era perfetta.
Feci per mettere un piede fuori dalla sedia, sicuro della riuscita del mio esperimento.
D’un tratto, però…
La porta di camera mia si aprì.
Ed Irene Adler, magnifica nel suo abito viola, vi entrò.
Mi vide.
Notò la corda. Ed il mio gesto, appena accennato.
Si limitò a… sorridermi.
- Sherlock Holmes… -
Con nonchalance, si tolse i guanti di pelle marrone.
- Cosa mai ti porta al suicidio?-
La fissai, dall’alto verso il basso.
Sospirai, teatralmente.
- La solitudine. La mancanza di amore. Il rinnegamento.- feci, con sottile vena da palcoscenico.
Irene rise, cristallina.
- Oh, povero tesoro…-
Inclinai la nuca.
- Non… mi credi, Irene?- le domandai, in un sussurro.
- Tu non hai bisogno d’amore. Sei un freddo investigatore, misogino e sociopatico…-
Ridacchiai.
- Cadi nella stessa trappola di Watson. Leggi la versione ufficiale e vi credi ciecamente.-
- Quindi…-
La mia bella si sedette in poltrona.
-…vorresti dirmi che… tu non sei come appari…?-
Sorrisi.
- Esattamente.
Io sono come voglio apparire.- esalai.
Irene ricambiò il mio sorriso.
- In realtà…- cominciai…
Altro lieve mio sospiro.
- Ho un costante bisogno d’amore. Ho un costante bisogno di… Irene Adler.-
Lei mi fissò.
- E dato che l’amicizia di Watson non compensa più la tua mancanza… tanto vale farla finita.-
La Donna si stupì.
Profondamente.
La mia confessione, seppur teatrale, la scosse.
Lo lessi nei suoi occhi.
- Dunque… -
Misi il piede fuori dalla sedia.
Presto sarei stato in balia della gravità… Con la sicurezza, però, di una resistente imbracatura.
- Addio mondo crudele!- esclamai.
Irene si lasciò sfuggire un – No!- sommesso.
Forse, l’avevo ingannata.
Forse, non aveva capito che l’impiccagione era tutta una farsa…
- Non farlo. Neanche per scherzo, ti prego. Non… mi piacerebbe vederti appeso per il collo. Neanche con tutte le sicurezze del caso. Non ti si addice, ecco.- mormorò.
Ah, l’aveva compreso.
Era pur sempre La Donna…
Mi sarei stupito del contrario, invero.
Rimasi lì, in precario equilibrio…
- Dimmi che… mi ami, Irene…- sussurrai – Dimmelo, e non testerò questa imbracatura oggi.-
Sorrise, appena.
- E… cosa vorrebbe fare Sherlock Holmes, in alternativa?-
- Oh, beh… Se una certa Donna salvasse quest’uomo disperato dal suo triste (benché falso) destino, io la ricompenserei a dovere…!-
Le ammiccai, decisamente eloquente.
- Allora… Vengo a salvarti. Subito! -
Ridacchiai, appena.
Lei salì sulla sedia, aiutata dalla mia mano tesa, facendo poi per liberarmi il collo dalla corda...
La sedia, però, già rosicchiata alla base da Gladstone, non resse il peso di entrambi…
Irene si lasciò sfuggire un grido, quando si sentì mancare il velluto sotto i piedi...
Prontamente, forse istintivamente, l’afferrai.
Lei mi fissò, ringraziandomi poi con lo sguardo.
Scivolò a terra, al sicuro, prendendomi poi un’altra sedia, intera, stabile e non deturpata dai morsi del bulldog.
Con i piedi sulla stoffa, mi liberai dal cappio e dall’imbracatura.
- Sapevo che tu non sei adatto a quel genere di collana, Sherlock…-
Sorrisi.
- E… visto che… hai testato…
Ritiro la proposta dell’alternativa.- concluse.
Afferrò nuovamente i guanti dal tavolino.
- Beh, ma… tu non hai detto di amarmi. Dunque, il patto è rimasto non siglato.- precisai, avvicinandomi a lei.
Soppesò, per un istante, la mia risposta.
Poi, Irene sorrise.
- Ti amo.- sussurrò.
- Ah, troppo tardi, per firmare!-
La baciai, passionale, sentendo le sue dita giocherellare con i bottoni della mia camicia…
La mia adorata mi fissò, intensamente.
- Comunque…
Ti amo lo stesso, Sherlock…-
- Oh, beh… Dimostralo. - mormorai, sorridente.
Un altro bacio, travolgente.
Il preludio del nostro pomeriggio d’amore.
  
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