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Autore: Black Spirit    06/10/2013    2 recensioni
Li hanno persi.
Ormai li hanno persi.
Loro se ne sono andati.
E a loro non è rimasto altro che sorreggersi a vicenda.
Ma cosa faranno quando l'amore busserà alla loro porta?
Si lasceranno trasportare o seguiranno la strada tracciata dal loro dolore?
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Amami.

Ti chiedo solo questo.

Ti chiedo solo questa piccola e folle cosa.

Ti chiedo solo di amarmi.

Di amarmi veramente.

Di amare quello che sono.

Di amare me e non quello che si può vedere di me, che lascio vedere di me come hanno sempre fatto tutti.

Ma so che è veramente troppo da chiedere a una persona sola.

Lo so fin troppo bene.

Ma ti chiedo lo stesso di essere quello che lui non è mai riuscito ad essere, ne a fare nonostante quante volte e quanto ci abbia provato purtroppo è sempre ricaduto nei mille tranelli che il suo terribile vizio gli tendevano ogni giorno, quello stesso vizio che me lo ha tolto per sempre.

Ma ti chiedo lo stesso di essermi accanto, almeno tu.

Perché ho veramente bisogno di te.

Ho bisogno che qualcuno che mi ami, che mi ami veramente.

Ho bisogno che la persona che amo, mi ami veramente.

Ma forse ti chiedo troppo...
Vero Duncan?

Ma non preoccuparti non è colpa tua.

È mia.

È sempre stata colpa mia e per questo ti chiedo scusa.

Chiedo scusa al mondo intero.

Per questo ti chiedo di perdonarmi.

Di perdonare il modo in cui sto rovinando tutto.

In cui ho sempre rovinato tutto.

Ma non preoccuparti non mi rivedrai mai più.

Non sarò più un fardello completamente superfluo per te.

Perché fra meno di un giorno me ne andrò per non tornare mai più in questa città che ci ha visto diventare più che amici.

Sappi che mi mancherai tanto.

Addio,

Gwen

 

Continuava a leggere e rileggere il biglietto, scritto a mano con quella sua scrittura piccola e precisa, che aveva trovato poche ore prima sulla soglia della loro, ormai solo sua, enorme e da tanto tempo, forse veramente troppo, vuota e desolata casa.

Continuava a pensare e a ripensare a quello che gli era accaduto negli ultimi tragici e lunghissimi mesi e a tutto quello che entrambi avevano perso in quel maledetto lasso di tempo, così breve ma allo stesso tempo lungo.

Continuava a girarsi e rigirarsi fra le mani quell'anello d'oro con la sua incisione all'interno, che teneva legato al collo come un ciondolo da quel fatidico giorno di tanti mesi fa in cui gli era stata riferita la terribile notizia e che era stato comprato tanto, tantissimo tempo fa per una bruna ispanica dagli occhi castani ormai completamente scomparsa dalla sua vita.

E grazie a quei pensieri nella mente gli continuava ad apparire tutto come se stesse guardando un film.

Il film della sua disastrata vita.

Un film che non sapeva se chiamare film dell'orrore o film rosa.

E grazie ad esso riviveva tutto.

L'incidente automobilistico che aveva avuto Courtney.

L'overdose di Trent.

I due funerali fatti solo a un giorno di distanza l'uno dall'altro.

Le due bare.

Una bianca per la ragazza come simbolo della sua purezza.

Una nera per il ragazzo come simbolo della sua forza di volontà.

Le lacrime di Gwen che lentamente le incorniciavano il bellissimo viso e che diventavano quasi nere a contatto con lo spesso trucco che le adornava i profondi occhi scuri che lei aveva usato per nascondere le occhiaie che lui sapeva anzi era sicuro si trovano lì dal momento in cui le erano arrivate le due telefonate che avevano distrutto le loro due vite.

Quelle copiose lacrime che alla fine si erano unite alle sue quando con tutto il coraggio che aveva in corpo aveva deciso di fare la cosa giusto e l'aveva stretta al proprio petto muscoloso con tutta la forza di cui era mai stato capace solo per cercare di darle un po' di conforto e anche se faticava ad ammetterlo riuscire a darne un po' anche a se stesso.

E tutto quello che era avvenuto in seguito a quei fatidici giorni.

Il modo in cui i due giovani si fossero sorretti a vicenda in quel momento di terribile, anzi insopportabile, dolore non venne mai dimenticato da nessuno dei due ragazzi e rimase sempre e comunque presente nelle loro due giovani vite.

E così giorno per giorno.

Un mese dopo l'altro.

Erano diventati sempre più uniti l'uno con l'altra.
Gli apparvero in mente gli abbracci che si erano scambiati per darsi anche solo un po' conforto l'un a l'altra.

Le mani che di continuo riuscivano in qualche modo ad intrecciarsi a vicenda per sentirsi più vicini l'uno all'altra.

Le risate fatte insieme sempre più spesso ogni singolo giorno.

L'amicizia che cresceva e prosperava in ogni momento completamente indisturbata.

Finché non era arrivato quel maledetto, terribile giorno in cui qualcuno aveva deciso di fermarli per strada...

E gli tornò in mente anche quel giorno.

Camminavano per strada l'uno stretto fra le braccia dell'altra finché una stupida ragazzina non li aveva fermati.

“Oddio ma voi siete Duncan e Gwen! Quelli della televisione! Non sapevo vi fosse messi insieme dopo le morti di Trent e Courtney!”

I due ragazzi da prima semplicemente sorpresi per le strane parole di quella giovane ingenua terribilmente simile a Sierra, si erano sentiti come colpiti al cuore da una scarica di proiettili quando erano stati menzionati i loro due giovani amori scomparsi da ormai più di un anno e seguendo l'istinto avevano cercato subito la mano l'una dell'altro per darsi a vicenda quella forza di cui sentivano tanto il bisogno.

“N-Non so di cosa stai parlando e ora lasciaci stare se non vuoi che ti dia un paio di pugni brutta mocciosa!”

La ragazzina era sembrata sorpresa e forse addirittura spaventata di aver ricevuto una risposta tanto sgarbata dal ragazzo diventato di colpo così aggressivo nei suoi confronti ma che le era sempre sembrato così simpatico, per questo Gwen aveva voluto dimostrarle un po' di buon cuore e così si era voluta prendere la briga di confortarla nonostante fosse stata ferita anche lei dalle parole della giovane.

“S-Scusalo ma ne per me, ne per Duncan sentire parlare d-di loro è diventato facile e a prescindere da tutto il tempo che è passato”

La ragazza aveva capito cosa intendesse la dark di fronte a lei e così subito dopo essersi scusata era andata via con l'aria di chi è veramente mortificato per ciò che ha detto.
Lasciando Gwen e Duncan soli e nel profondo consapevoli che dopo ciò che era appena successo niente sarebbe mai più potuto essere lo stesso fra loro due.

Da quel maledetto giorno c'era sempre stato un velo, anzi una cortina, di imbarazzo in ogni loro azione che gli aveva praticamente vietato di fare tutto ciò che un tempo era tanto normale fra loro.

Fino a quando lui non ce l'aveva più fatta e dopo aver preso il coraggio a due mani era andato a casa sua per dirle la verità.

Sotto la pioggia battente tipica di quel periodo di Maggio le aveva detto che non sopportava più quella situazione di stallo.

Che non sopportava l'idea di perderla.

Che non sopportava di perdere la donna che aveva imparato o forse meglio dire compreso di amare.

E l'aveva baciata solo per poi scappare via correndo come un bambino e lasciarla lì sola, con una mano sulle labbra e le morbide guance completamente arrossate.

Non sapeva ancora spiegare perché fosse scappato in quella maniera.

Forse per paura o forse per nervosismo.

Non lo sapeva tutt'ora ma c'era un altra cosa che sapeva.

Lei non lo aveva mai cercato, ne aveva risposto ai suoi continui messaggi e nemmeno alle sue telefonate.

Non gli aveva dato alcun segno di essere ancora viva.

Non fino ad ora.

Ma sapeva che quel biglietto era solo l'ultimo saluto di Gwen per lui.

Però c'era una cosa che Gwen non aveva calcolato.

Lui non sarebbe stato al gioco.

Lui non l'avrebbe persa.

Lui non l'avrebbe lasciata andare.

Ne ora.

Ne mai.

 

Gwen stava caricando lentamente gli ultimi pesanti bagagli sulla sua auto prima di partire ma sentire quella voce che conosceva tanto bene la fece bloccare di colpo, lasciando cadere per terra la valigia che stava trasportando a fatica.

“Te ne vai via senza nemmeno venire a salutarmi, streghetta?”

Lei si girò di colpo e con un espressione terribilmente dura gli rispose.

Ghiaccio puro nella sua voce.

“Ti ho lasciato quello stupido biglietto, no? Era a dir poco, molto più di quello che tu ti sia meritato, Duncan”

La ragazza si abbassò, riprese la valigia che avevo fatto cadere per la sorpresa poco prima.

Appena ebbe completato il suo lavoro e senza nemmeno guardare la figura accanto a se montò velocemente in macchina e mise in moto l'auto.

Stava per andarsene senza guardarsi indietro ma il ragazzo non si ero arreso ed era montato in macchina sedendosi accanto a lei nel posto del passeggero.

“Non pensare che ti lascerò andare via così”

Sentendo quelle parole lei si girò verso di lui con un misto di tristezza e dolore sul viso e con le lacrime agli occhi.

“Perché? Dimmi perché lo vuoi fare. Te ne sei già andato via una volta dopo avermi completamente distrutto quella che io chiamavo vita perché non vuoi farlo di nuovo?”

Il giovane sospirò e stringendola lentamente a se le disse la verità che le aveva tenuta nascosta.

La verità che aveva tenuto nascosta anche a se stesso.

“Perché ti amo! Gwen io ti amo veramente ma ero spaventato... Sì io Duncan il duro avevo paura! Ho già sofferto tanto per la morte di Courtney e avevo paura di soffrire ancora, non sapevo se avrei sopportato un altro dolore”

La spinse a scendere dalla macchina e mentre il motore era ancora acceso si inginocchiò davanti a lei.

“Questo anello era stato comprato per lei, per Courtney ma è già da un po' che penso che la persona che deve portarlo sia tu...”

Fece un respiro profondo e poi le fece la fatidica domanda.

La domanda che da quel momento avrebbe potuto cambiare la sua vita.

La domanda che avrebbe potuto cambiare la vita di entrambi.
“Gwen, vuoi sposarmi?”

La ragazza già in lacrime da qualche minuto iniziò ad annuire prima lentamente ma poi in modo sempre più veloce, con un sorriso di felicità pura stampato in faccia.

Lui le mise l'anello al dito e la baciò appassionatamente come mai aveva fatto con nessuna prima di quel momento.

E nello stesso istante in cui lo fece seppe che tutto suo dolore per Courtney e tutto quello della ragazza per Trent finiva lì.

In quel momento i due si lasciavano alle spalle il dolore e tutto ciò che esso comportava.

In quel momento i fantasmi che da mesi gli camminavano accanto in attesa di poter riposare per sempre sorridevano di una felicità che non pensavano avrebbero mai più potuto provare, gli voltavano le spalle, iniziavano a camminare verso il luogo in cui aspettavano di andare da tanto e finalmente sparivano per sempre, finalmente entrambi trovavano la pace che tanto avevano atteso.

Quella pace che solo sapere le persone che avevano sempre amato e per cui si erano tanto preoccupati sarebbero state finalemente felici.

Sarebbero state finalmente felici insieme.

 

  
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