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Autore: Euly_Chan    06/10/2013    2 recensioni
Courtney è morta il 14 giugno 1815, lei non è un "fantasma" come molti la definiscono. Lei è un anima errante, uno spirito rimasto legato al luogo in cui è morta.
{Coppie: DuncanxCourtney, GwenxDuncan, BridgettexGeoff e AlejandroxHeather}
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Gwen, Heather | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Shadow


Courtney è morta il 14 giugno 1815, lei non è un "fantasma" come molti la definiscono. Lei è un anima errante, uno spirito rimasto legato al luogo in cui è morta.
Ormai sono quasi cento anni che vaga per la residenza in cui è la sua vita ha avuto fine, nella sua vestaglia da notte, bianca e immacolata come il latte.
Si siede sopra a quel divano impolverato che hanno lasciato gli ultimi inquilini, sospira malinconica guardandosi attorno. In quasi cento anni ha visto così tante vite, così tante cose dentro quelle quattro mura in cui è rinchiusa, ma allo stesso tempo non ha visto assolutamente nulla di significativo.
Spesso si diverte a far scappare le persone che entrano in quella villa immensa, quel luogo le appartiene.
In vita, ha sempre sofferto di una rara malattia a quel tempo non curabile, è nata e morta lì.
Guarda una vecchia pendola che segna le undici di sera. Sente dei rumori provenire -con molta probabilità- dall'ingresso della villa, sospira malinconica, "sarà un altro gruppo di ragazzini che sono venuti per vedere il terribile fantasma che infesta la casa del diavolo" pensa sconsolata, lei non è un fantasma e sopratutto quella non è la casa del diavolo.
Sul suo viso si apre un sorriso quasi sadico, dopotutto ormai sa come far scappare quegli odiosi. intrusi.

Attraversa la porta, ormai si è anche abituata a non avere più un corpo in carne ed ossa; spesso è utile, come in questi casi può semplicemente attraversare pareti e usci.
Arriva fino all'inizio delle scale, che danno direttamente alla porta, vede due ragazzi e due ragazze.
Sbuffa sonoramente, non appena vede due tipi che seguono la nuova moda gotica, storce il naso continuando a guardarli, il primo ragazzo ha i capelli neri, e una cresta di un color verde brillante, porta una semplice maglia nera con un teschio e dei Bermuda a metà gamba verdi e neri. Courtney scuote la testa sconsolato per l'orribile modo di vestire.
Vicino a lui, una ragazza dai capelli anche lei neri con alcune ciocche azzurre, mostra uno sguardo fiero e spavaldo. Come se nulla la spaventasse, Courtney si irrita, non sopporta le mocciose come lei.

Dietro di loro, ci sono due ragazzi che sembrerebbero proprio una coppia. Ambedue sono biondi, con dei grandissimi occhi azzurri, si potrebbero scambiare forse per fratelli -pensa distrattamente Courtney- ma sono praticamente appiccicati e si tengono stretti. La ragazza bionda infatti è arrampicata sul braccio dell'altro e guarda intorno con una leggere paura negli occhi.
Courtney sospira, stasera non ha proprio voglia di fare nulla. È l'anniversario della sua morte, vuole solo entrare in quella stanza che è stata murata, dove ancora ci sono tutte le sue cose.

Guarda un orribile quadro appeso alla sua destra, e con un leggero colpo lo fa cadere. Come da copione.
Vede tutti e quattro i ragazzi irrigidirsi, la bionda inveisce contro qualcuno di non ben definito.
Courtney ride, una risata sottile e tagliente. I ragazzi odono la sua voce, vede le pupille di loro allargarsi leggermente.

"Dannazione a me! Che ho ascoltato quell'arpia di Heather!" Detto questo la ragazza dai fluidi capelli color grano, prende a braccetto il suo fidanzato e si fionda fuori dalla villa.

"Due in meno." Sussurra spavalda lei, scende le scale velocemente. Loro non possono vederla, possono udirla ma non vederla e questo la diverte molto. Si avvicina ai due ragazzi che sono ancora rimasti, il ragazzo con la cresta verde sembra quasi vederla, quando Courtney si muove, lui segue i suoi movimenti. Lei arriccia il naso, pensando che sia solo una sua impressione. Si avvicina all'orecchio della ragazza, le sposta una ciocca leggermente con la mano destra e le soffia nell'orecchio, la vede irrigidirsi immediatamente. Si gira verso la porta e scappa. Courtney soffia una risata, ma prima che possa anche solo girarsi verso l'altro ragazzo, la sua voce gli fa raggelare il sangue. Sempre se ne avesse.

"Dunque sei tu il fantasma di questa casa." Lei se è possibile spalanca gli occhi, vede il ragazzo vicino a lei sorriderle sornione.

"Tu mi vedi?" Chiede lei sbigottita, in tutti quegli anni, nessuno l'aveva mai vista a parte una strana ragazza di nome Izzy, Courtney non era nemmeno del tutto convinta che la vedesse, anzi pensava adirittura che se la immaginasse.

Lui ghigna. "Certo che ti vedo principessa." Lei ringhia infastidita.

***


Sono passiti ormai alcuni mesi da quando Duncan -perché è così che si chiama quello zotico di un punk- ha visto per la prima volta Courtney, la va a trovare ogni sera ormai, passano le serate così, lui la prende in giro e lei le fa dei dispetti se non sa come rispondere.
Gli ha raccontato la sua storia, di come una malattia ha stroncato la sua vita quando era ancora un'adolescente, gli ha raccontato di quanti spasimanti avesse, nonostante la malattia. Di sua madre, dell'istruzione rigida ricevuta dal padre.
Lui invece le ha raccontato la sua vita, spesso si sente come se solo lei possa capirlo.
Piano, piano si accorge sempre di più dell'affetto che prova per quella ragazza, ma ogni volta che ci pensa, come una morsa gli attanaglia lo stomaco ricordandogli che lei non è viva.

Sospira entrando in quella casa che ormai è come un rifugio per lui, si guarda intorno, non appena volge il suo sguardo verso destra vede la figura bianca di lei porsi davanti a lui. Gli occhi mandano saette e il viso è accartocciato in un espressione arrabbiata.

"Dovevi essere qua mezz'ora fa!" Sibili arrabbiata lei. Lui borbotta qualcosa di incomprensibile, e lei sospira, Duncan si accorge che sta guardando la luna malinconica.

"Che succede?" Chiede secco, sa che il suo tono può sembrare davvero freddo, ma vuole davvero sapere cosa la affligge. Lei gli regala un sorriso malinconico, ma poi si volta senza dire niente e inizia a camminare per le scale, arriva alla fine dei gradini, passa per una porta. Duncan sbuffa contrariato, perché lui non può passare per le porte, quindi la apre.
Lei siede su un divano color mogano, anche lui si butta sullo stesso mobile vicino a lei.

"Allora?" Chiede alzando un sopracciglio, aspettando una risposta, lei però continua a non rispondergli, si volta verso di lui sorridendogli stanca e piano si avvicina alle sue labbra, fino a farle combaciare.
Duncan è convinto di aver sentito qualcosa sulla sua bocca, qualcosa di caldo, ma allo stesso tempo, qualcosa che gli fa gelare il sangue.

Lei gli sorride malinconica. "Grazie." Sussurra prima di scomparire. Duncan rimane fermo, a fissare il vuoto con gli occhi quasi sbarrati, sa che è l'ultima volta che la vedrà.

***

Duncan è tornato in quella casa ogni sera per due anni, ma non ha mai più rivisto Courtney.
A distanza di sei anni, insieme alla fidanzata Gwen -la stessa con cui ha visto la casa per la prima volta- ha deciso di comprare quella villa "maledetta".  Che nonostante la grandezza e la sontuosità è stata venduta per pochi soldi, tutto merito della "leggenda del fantasma". Forse spera ancora di rivedere ancora Courtney, ma in fondo sa che non accadrà.

Quella mattina si sveglia come al solito alle sette e mezza, si fa una veloce doccia, beve una tazza di caffè, lascia un veloce bacio a fior di labbra a Gwen  e poi corre al bar dove lavora. Sospira quando finalmente arriva alle otto e mezza, si mette al bancone e aspetta che qualcuno entri.

Il "Punk Bar" è un locale alternativo, dove ad esempio non si vende ne caffè ne altre bevande americane.
Dalla porta a vetri entra un ragazzo mulatto, con occhi ambrati e capelli fino alle spalle color nocciola, porta una semplice camicia rossa che evidenzia i pettorali e dei pantaloni neri stretti neri, sbuffa sonoramente buttandosi a sedere su una delle alte sedie nere che si trovano di fronte al bancone.

"Problemi con Heather?" Chiede Duncan, alzando lievemente il sopracciglio, l'altro scuote leggermente la testa sospirando.

"Con la chica va bene, ma mi è venuta a trovare mia cugina dalla Spagna e non la sopporto già più." Dice ammiccando leggermente ad una ragazza lì vicino, Duncan scuote la testa, pensando che se lo vedesse Heather sicuramente lo ucciderebbe.
"Il grande Alejandro che non sa tenere a bada una donna?" Chiede Duncan ghignando, lo spagnolo grugnisce contrariato.

"Tu non la conosci." Risponde sibilando a denti stretti, Duncan alza le spalle con non curanza. "Stasera vieni da me e te la farò conoscere." Propone Alejandro.

"Sono fidanzato." Replica annoiato, come se la cosa non fosse realmente importante.

"Ti aspetto da me alle sette." Ridacchia Alejandro uscendo dal locale.

Duncan vorrebbe fermare l'amico, dirgli che è fidanzato e che ama la sua morosa. Ma non lo fa, non lo ferma e in fonda sa il motivo, ma non gli importa realmente

***.


Sono le sette e Duncan sta aspettando di fronte alla casa di Alejandro con le braccia incrociate, ha già suonato due volte ma nessuno si è dato il peso di venirgli ad aprire la porta.
Poi la serratura scatta, il suo sguardo va sulla porta e sente il respiro mancargli.
"Courtney." Sibila quasi con gli occhi spalancati.

Lei è davanti a lui, ancora più bella. Ma sopratutto viva, in carne ed ossa. Grandi occhi cioccolato e capelli dello stesso colore, pelle ambrata in contrasto con la maglietta bianca e la gonna turchese. Lei lo guarda scettica. "Ci mancava solo un punk." Dice acida sospirando, spostandosi di lato per far entrare Duncan che però non si muove, è ancora troppo scioccato per fare qualcosa.  Lei lo scruta con le sopracciglia inarcate, poi incrocia gli occhi azzurri e brillanti. Scuote un po' la testa, facendo svolazzare leggermente i lunghi capelli castani. "Ci siamo già visti da qualche parte?" Chiede leggermente curiosa, piegando il capo. Duncan si riprende e sorride.
Forse è un caso che abbia incontrato questa ragazza così simile a lei, forse il destino gli ha riservato una sorpresa. Non lo saprà mai, ma sicuramente non si lascerà sfuggire quest'occasione.

"No." Risponde fermao, per poi allungare la mano. "Piacere principessa, sono Duncan."




Autrice:
*Si fa piccina* davvero uccidete il mio migliore amico, che non la finisce di parlarmi di fantasmi! Santo cielo lo strozzerei! Mi fa venire certe idee così stupide (come questa) tutta colpa sua cwc uccidete lui! Io sono innocente
Scusate per la poco originalità. ma sono giorni che parliamo di fantasti eccetera e questa fic si è costriuta da sola nella mia mente malata.

-Vorrei dire alcune cose che forse non si sono capite, durante la trama.
Courtney è "legata" a quella villa, perché non è riuscita ad avere un'adolescenza quindi lei voleva solo vivere un vero amore e una vera amicizia. Cosa che ha trovato in Ducan.

Non riesco a scrivere roba che finisca male, doveva finire (nella testa del mio migliore amico) con Duncan che dice addio per sempre a Courtney, ma proprio non ci sono riuscita ç_ç forse ne scriverò un altra con un finale alternativo non lo, sono indecisa xD.
Spero che vi sia piaciuto questo mio scritto, almeno quanto è piaciuto a me scriverlo.
Bye bye Euly_chan
   
 
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