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Autore: Alex995    06/10/2013    2 recensioni
Questa volta è Tony ad aver bisogno di Ziva. Questa volta, forse per la prima volta Ziva dovrà conoscere il vero Tony. Un Tony che dopo una missione suicida in Iraq , è completamente diverso.
Cosa succederà? Fino a che punto , Ziva è disposta a mettersi in gioco e a sfidare se stessa per riavere con sè il suo Tony?
Ambientata un anno dopo la 11x02. Un possibile ritorno di Ziva. La puntata è andata in onda solo martedi ed io già penso al futuro..
E se anche voi pensate al futuro proprio come me , non vi basta che leggere! Fatemi sapere cosa ne pensate ;D
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ti trovo bene” disse accennandomi un sorriso.
L’avevo dimenticato. Avevo dimenticato quanto potesse mandarmi in tilt il suo sguardo, i suoi occhi, la sua bocca….
Rimani in silenzio cosi lui continuò:
“Sapevo che non eri partita .. speravo che fossi qui.”
C’era imbarazzo. Forse fin troppo . Non pensanvo che sarebbe stato cosi difficile ritornare da lui…. eppure ora sono qui ed entrambi non riusciamo a dire una parola. Anzi , sono io che non riesco a dire niente.
Accennai un sorriso poi notai il taglio sul suo volto. Il mio sguardo cambiò di punto in bianco quando all’improvviso si avvicinò velocemente a me e mi prese il viso tra le mani.
“Sto bene .... sono contento che tu sia tornata .” disse sorridendomi.
Iniziò ad accarezzarmi il viso, ed il mio corpo si irriggidi con un suo semplice tocco. Desideravo Anthony Dinozzo da cosi tanto tempo,  che ormai non pensavo a nient’altro che averlo tutto per me.
“Cosa c’è? Hai perso la lingua?”
“No” dissi ridendo “E’ solo che…”
“Solo che?” chiese sperando che leggessi  i pensieri della sua mente.
Non risposi.
“Sai che ci vuole? Una birra. “
Accennai un sorriso poi si diresse in cucina come un fulmine. Prima che ritornasse, il telefono di casa sua squillò.
“Lascia che scatti la segreteria.” Mi disse dalla cucina.
Tony, sono io Ej.
A quelle parole il mio cuore ebbe un tonfo.
Senti mi dispiace per quello che è successo……
 
 
Ero in cucina quando mi accorsi della voce di Ej nella segreteria telefonica. Ritornai il salotto e trovai Ziva impegnata ad ascoltare la chiamata ormai persa ma registrata.
Non avrei dovuto baciarti in ascensore. So che stai passando un periodo complicato ma io non ti ho mai dimenticato. Mi sei mancato durante tutto questo tempo.
Ora come ora non me ne potrebbe fregar di meno se ti sono mancato Ej! Quella chiamata stava per distruggere una mia possibile relazione con la donna che amo!
 
 
Mi voltai verso Tony che era rimasto in piedi nel corridoio con due birre tra le mani. Ritornai a fissare il cordelss poi decisi di prendere il mio zaino e il cappotto per andarmene via.
"E' meglio che vada. Si è fatto tardi."
Tony posò velocemente le birre su un piano e mi bloccò l’accesso all’ingresso di casa.
“Non te ne andare. ..Posso spiegarti.”
“Non devi darmi spiegazioni, Tony. “
“Si che devo. Non è come credi.”
“Tony non sono affari miei.”
Lo superai velocemente. Tentai di aprire la porta , ma a causa della sua mano non ci riuscii.
“Ascoltami” disse a voce bassa mentre ero ancora voltata verso la porta.
“Non mi aspettavo di trovarti ancora single Tony! “
Per fortuna che non lo stavo guardando negli occhi altrimenti le lacrime avrebbero presto il sopravvento. La nuova Ziva era completamente diversa dal killer che il Mossad aveva creato. La vecchia Ziva sarebbe andata avanti, sarebbe andata a letto con tanti uomini per dimenticare l’uomo che amava e invece… dopo Tony non c’è stato piu nessuno.
“Ti conosco e tu non riesci a stare senza una donna per molto tempo. Quindi va bene,sono contenta che tu sia ritornato con Ej.”
Tentai di riaprire la porta ma lui me lo impedii di nuovo.
“L’ho respinta via.”
A quelle parole , mi voltai verso di lui e per la prima volta, dopo un anno, lo guardai negli occhi.
Iniziai ad accarezzargli il viso, passando per le tempie, alle labbra fino poi ad arrivare alla grossa cicatrice che aveva sulla guancia destra.
“Mi dispiace tanto” dissi dopo qualche minuto di silenzio.
“Per cosa?” chiese lui incredulo.
“Dovevo esserci. Dovevo proteggere la mia famiglia e invece ero lontana a fare un cammino spirituale.” Dissi alzando gli occhi al cielo.
Per la prima volta, in tutta la serata , Tony rise. Era la sua solita risata contaggiosa.
“Volevo esserci.” Dissi a voce bassa.
“Sei qui ora. Questo è piu importante di qualunque altra cosa .”
“Stavi venendo da me?” chiesi riferendomi al biglietto aereo.
Lui annuii.
“Vuoi raccontarmi cos’è successo?”
Nei suoi occhi lessi timore. La sua espressione cambiò all’improvviso infatti si allontanò di qualche passo da me.
“Hey no no no…” dissi bloccandolo per una mano e lo riattirai a me. “Non fa niente. Va tutto bene…”
Lui si avvicinò a me e mi prese di nuovo il viso tra le mani. Lentamente si avvicinò alle mie labbra ma non mi baciò. Rimanemmo cosi per qualche secondo quando poi capii........ Mi stava chiedendo il permesso.
Gli presi i capelli tra le mani e lo attirai a me affinche le nostre bocche si toccassero.  Come un anno prima, mi prese per i capelli e mi attirò a se , baciandomi con passione e voracità.
Le nostre lingue si assaporavano l’un l’altra e si muovevano esperte come se conoscessero a memoria il posto dove si trovavano.
Con le mani passò al collo, poi ai seni ed infine ai fianchi dove mi spinse ancora di piu contro il muro cosi da farmi sentire la sua erezione premere su di me .
 
 
Mi erano mancate quelle labbra. Mi era mancato quel corpo cosi perfetto. Ma c’era qualcosa che non andava. Improvvisamente , la mia mente mi riportò in Iraq. Le urla, il sangue, la polvere. Qualcosa di indescrivibile. Avevo vissuto la stessa scena quando Ej mi aveva baciato. Con la sola differenza che Ej non è Ziva
“Ziva , aspetta “ dissi allontanandomi da lei. Ma lei continuò a baciarmi e per un momento decisi di lasciar perdere i miei pensieri. Pensai solo alle sue labbra ed infatti la mia mente si liberò completamente. Ma dopo qualche minuto, quegli oscuri pensieri fecero di nuovo capolineo nella mia mente.
“Ziva” dissi allontanandola ancora da me. Questa volta lei si fermò.
“Cosa c’è?” mi chiese lei preoccupata.
 “Non vorrei farti del male.”
“Tony ma di cosa parli? Tu non potresti mai farmi del male.” Disse lei guardandomi fissa negli occhi.
“E invece si. Potrei eccome.”
Ritornai in salotto e mi sedetti sul divano.
 
 
Dopo qualche secondo lo raggiunsi. Lo trovai li, seduto sul divano nero con le mani impresse sugli occhi.
“Tony cosa c’è che non va?”
Lui non mi rispose.  Mi inginocchiai davanti a lui e gli presi le mani cosi da togliergliele dalla faccia.
L’unico modo che ho per comunicare con Tony è guardarlo negli occhi. Quando non riesce a parlare con me, l’unico modo per capire cosa gli passa per la testa è guardarlo nei suoi occhi blu oceano.
Nonostante non avesse le mani in faccia, continuò a tenere gli occhi chiusi. Quando li riaprii,  lentamente alzò lo sguardo verso di me.
“Non so cosa mi succeda…” disse amareggiato.
“Va tutto bene” dissi rassicurandolo…
“E’ cambiato tutto dopo l’Iraq. Non riesco piu a dormire, ne a mangiare. Sono stanchissimo ma tutte le volte che chiudo gli occhi rivedo quelle scene tremende davanti agli occhi.”
“Non devi avere paura. E’ tutto finito. Sei a casa…. Sei a casa con me.” Dissi accarezzandogli il viso,  ma lui  mi respinse subito. 
“N
on posso.”
“Hey, guardami!” dissi autoritaria. Lo constrinsi ad alzare lo sguardo verso di me cosicchè potesse guardarmi negli occhi.
“Tu non mi farai del male.”
“Come fai ad esserne sicura?”
“Vieni con me.” Dissi alzandomi e tirandolo per aiutarlo ad alzarsi.
“Vieni” dissi ancora per incoraggiarlo a seguirmi.
 
 
Ziva mi portò in camera da letto. Ho immaginato cosi tante volte questa scena che ho davvero creduto che fosse un sogno. Una volta arrivati al letto, però, mi tolse la giacca, la cravatta e la camicia. Cosi capii che non si trattava affatto della mia immaginazione. Rimasi a torso nudo, e notai dalla sua espressione che era davvero sconvolta. Nonostante fossero passate due settimane avevo ancora moltissime cicatrici. Ziva iniziò a toccarmele lentamente ma io le bloccai la mano e lei capii subito.
 
 
Era ancora ferito. Non voleva che lo toccassi e me l’ha fatto capire. Sono contenta che sia cosi, perché nonostante lo desiderassi con ogni cellula del mio corpo, volevo che lui stesse bene. Volevo che per lui fosse una cosa speciale.
Lo feci stendere nel letto, ed anch’io feci la stessa cosa solo mettendomi di lato cosi da guardarlo negli occhi. Chiuse gli occhi e cosi , sperando che si addormentasse , iniziai ad accarezzargli il viso.
Non l’avevo mai visto cosi. Non avevo mai pensato che un agente bravo come lui, potesse davvero  smettere di credere in sé stesso. Lui non poteva farsi questo. Non poteva davvero credere di potermi fare del male, visto che è stata l’unica persona al mondo ad aver creduto in me nei momenti piu assurdi. E’ stata l’unica persona che mi ha accettato dal primo momento e l’unica che non mi abbia mai fatto soffire. O forse semplicemente l’ha fatto, ma io ho sempre sorvolato visto che si trattava dell’uomo che amavo.





 
  
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