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Autore: infinity    07/10/2013    2 recensioni
La differenza d'età è una cosa che Yongguk non accetta e questo fa dannare Zelo, per non parlare del fatto che il maggiore dei due sia etero.
[BangLo]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Yongguk, Zelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Ha veramente tutta questa importanza, Hyung? » Sussurro e il mio sussurro si perde nel freddo della Seul che ci scorre fuori dal finestrino, si perde nelle luci gialle dei lampione e in quelle al neon delle insegne, si schiantano sull’asfalto rovinato e vengono calpestate da migliaia di ruote.

Tu non mi hai sentito, ovviamente come potresti, sei al telefono e con gli auricolari non mi puoi sentire.

« Siamo li fra dieci minuti Yun, tranquilla non c’è traffico a tra poco piccola » Sempre e solo lei, sorridi per lei, ridi per lei, fai tutto per lei; come devo stare io? Che cosa dovrei provare?

« Fra poco ci siamo, tutto bene JunHong? » Sorrido lievemente quando volti appena il capo verso di me, lascio che il mio sguardo si ostini ancora a fissare l’asfalto che sfreccia veloce sotto di noi.

« Tutto bene Hyung » Rispondo piano, ti accigli leggermente e mi poni nuovamente la domanda.

« Sono solo stanco per la scuola » Dico, questa volta i miei occhi si fissano sul tuo profilo, sui tuoi occhi neri, sulla gobbetta del tuo naso, quell’adorabile gobbetta e sulle tue labbra carnose, quelle labbra che adesso si sollevano leggermente in un accenno di sorriso. Tutto quello che posso avere io è questo, quindi.

Arriviamo presto a casa mia, scendo e prendo lo zaino me lo isso sulla spalla e sorrido con le labbra, gli occhi non si alzano ed è meglio così, se fossero cadute delle lacrime.. no, non me lo posso proprio permettere.

« Grazie mille Hyung » Lo ringrazio, lui risponde velocemente e ci salutiamo con un “Alla prossima” forzato.

Nessuno dei due è riuscito a lasciarsela alle spalle quindi, quella faccenda. Va bene così.

« Yun » Sussurro entrando in casa, eccola li, bella come il sole, Jeans stretti, canottiera scura, scarpe da ginnastica e capelli sciolti sulle spalle.

« Io vado Jun, va bene? » Le sorrido e gli auguro di divertirsi lei mi bacia la guancia e mi abbraccia.

Nell’esatto momento in cui esce da casa sbattendo la porta mi affaccio alla finestra, eccolo li, bellissimo e freddissimo che si scioglie al sole, che non c’è, appena la vede, scende dalla macchina e gli avvolge un braccio sulle spalle, gli bacia le labbra e le sorride scoprendo i denti bianchissimi. Mi sento male.

« Ho avuto occhi per te – mormoro – ho avuto occhi per te fino a quando i miei occhi sono riusciti a seguirti » Salgono in macchina e si immettono velocemente in strada, in poco spariscono all’orizzonte.

« Ho avuto occhi per te fino a quando i miei occhi sono riusciti a seguirti e, nonostante tutto, ho ancora occhi solo per te » Concludo accasciandomi sulla poltrona, mi stringo le gambe al petto e mi addormento, stanco dei miei pensieri e della giornata scolastica.

«Hyung » Un limpido richiamo nella notte.

«Dimmi JunHong » Dove trovo il coraggio per dirtelo non lo so, apro la bocca e le parole fuggono dalla mia bocca come fumo dalle dita.

«Ti amo Hyung » Una risata roca, la tua, uno sguardo divertito, il tuo, una mano calda che mi accarezza il capo.

«Ti va sempre di giocare » un colpo al cuore.

« Sono serio » Mi sfugge ancora “Stai zitto JunHong, fai finta di giocare, sei stato rifiutato” mi rimprovero.

Ti vedo senza parole, è strano non è vero?

«Io, non so che dire, Jun sei troppo piccolo » Quindi è questo il problema?

«Sei troppo piccolo ed io sono Etero» Continui, sento il cuore sgretolarsi e le lacrime salire, le ingoio e sussurro piano.

«è davvero un così grande problema l’età? » Ti vedo indeciso, poi sbuffi e alzi la testa a fissare le nuvole.

«Lasciami perdere, ho la ragazza e sono troppo grande, troverai un ragazzo o una ragazza della tua età che ti vuole veramente bene »

«Ma io sono innamorato di te» Urlo, lui si gira a guardarmi, sta per aprire bocca ma il discorso cade con l’arrivo di Yun.

Mi sveglio di soprassalto e guardo l’orologio. L’una e un quarto ed io devo ancora studiare, mi alzo in piedi e sento il familiare formicolio delle gambe addormentate, cammino fino alla cucina e sento le gambe dolere, prendo un bicchiere d’acqua e torno in soggiorno apro lo zaino e guardo i libri al suo interno.

Lancio il libro di letteratura dall’altra parte della stanza.

“Dannati esercizi” Penso raccogliendolo, l’ennesimo testo che parla di sentimenti e i relativi esercizi che ti chiedono di descrivere quello che l’autore di turno intende.

« Vediamo » Mi dico, guardo il foglio bianco del mio quaderno e sospiro.

« Come si capisce di essere innamorati? Quali esigenze e esperienze porta questo sentimento? » Leggo ad altra voce. Anche la letteratura rigira il dito nella piaga.

« Perché mi sono innamorato di lui? » Mi chiedo, è la prima volta che me lo chiedo e mi resta difficile spiegarmelo; non credo che scrivere “Mi sono innamorato di lui perché è lui” sia nelle possibili risposte che la prof accetti.

«Volevo capire cosa si prova » Rispondo subito alla seconda, ma rispondo a voce alta perché le mani mi tremano troppo per riuscire a scrivere.

« cosa si prova ad avere qualcuno di così intimo – continuo – qualcuno che rappresenta una parte di me » Urlo, sento le lacrime pizzicarmi il naso e spingere per uscire, le lascio fare, che escano pure, che dimostrino al mondo il dolore che provo.

« Qualcuno a cui non potevo nascondere niente neanche volendo, qualcuno che sarebbe riuscito a leggermi dentro, come facevi te » I miei sono ormai solo singhiozzi.

« Qualcuno con qui non mi sarei mai sentito in imbarazzo, volevo guardarti negli occhi e sentirmi a casa, come se il mio posto fosse sempre stato lì, in quelle braccia, in quello sguardo e finalmente fossi riuscito a trovarlo » Piango sempre più forte, la testa mi scoppia e le lacrime stanno bagnando la moquette chiara nel punto in cui cadono, tanto sono copiose.

« E invece – vado avanti, troppo stanco di tenermi tutte quelle emozioni dentro – e invece continuo a vederti con lei, con mia sorella, continuo a rubare i sorrisi che rivolgi a lei, a collezionare ogni “ti amo” che gli dici fingendo che sia mio, continuo a dannarmi per la mia età, se avessi avuto quattro anni in più, se avessi avuto la sua stessa età, mi avresti amato? No? Eppure me lo dicevi sempre “Sei bello come tua sorella” non mi avresti amato? Mi avresti fatto soffrire come stai facendo ora? Oppure non te ne rendi conto del mio dolore, troppo accecato dalla perfezione di lei? Non ti accorgi dei miei sguardi stanchi? Delle mie occhiate? Dei miei sorrisi sempre più rari? Delle mie occhiaie? Non lo senti il mio cuore battere all’impazzata? Non lo senti? Strano perché fa anche più rumore del dub-step che esce dalle casse della tua auto. Non lo hai sentito quel giorno? Quel rumore di vetri infranti, quel crollare di castelli, quella bastonata secca che lo ha diviso in due? » Ormai sono in ginocchio e mi stringo convulsamente la t-shirt all’altezza del petto, ho l’affanno e sento freddo, la nausea mi assale e corro al bagno, rigetto nel lavandino e sento le gambe tremare, mi siedo sul bordo della vasca da bagno e respiro, respiri profondi e regolari.

« Calmati – mi dico – va tutto bene » Mi dico, ma non ci credo.

« è tutto ok, vedrai che è un brutto sogno » Cerco di auto convincermi.

« Appena ti sveglierai sarai fra le sua braccia – sussurro, la voce incrinata – e lui ti dirà che ti ama, che l’età non conta » Continuo a parlare.

« Poi farete l’amore e tua sorella vi verrà a dire che la colazione è pronta, vi alzerete e lei vi sgriderà perché siete nudi, vi farete una doccia e riderete insieme » Mi dico, ma mi sento morire, non accadrà mai e lo so.

« Piccolo » Sussurro.

« Sono piccolo » Urlo.

« Ti amo anche se sono piccolo » Dico, la voce affannata e la lacrime che mi scendono ancora dagli occhi scuri.

« Ti amo anche se sono piccolo » Ripeto, poi spengo tutto e me ne vado a letto, sfinito dalle lacrime e con il mal di testa che mi trafigge le tempie.

« Ti amo – ripeto nell’oscurità fissando l’angolo della stanza dove sta una foto di me e lui insieme – ti amo Yongguk, ti amo anche se sono piccolo e non sono ricambiato. Ti amo perché sono stupido » Sussurro. Poi il buio di un sonno senza sogni.

~

L'inutile spazio di infinity-


L'editor è in inglese ;A; Non ce la possso fare, piango l'anima!
Coomunque, giusto perché ho appena fatto un'ottima impressione, è la mia priam fan fiction sui B.A.P.
Qui lo dico e qui lo nego, presente Nettlewild [A cui devo buona parte delle frasi :') Love ya babe] i B.A.P. sono l'ultimo gruppo per cui perderò la testa :'D
Ah, avete mica presente quel coso che sta in alto, quello con le immagini , quel coso brutto? L'ho fatto io e bhò, che ne pensate? A me non fa impazzire, ma è stato il mio primo "lavoro" in quel campo e bho.
Spero possa piacere, in ogni caso cercherò di migliorare ^^
Un bacione :*

infinity~
  
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