Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: MissBethCriss    07/10/2013    1 recensioni
---- TRATTO DAL CAPITOLO ----
Se sei Blaine SMETTILA DI LEGGERE, non è roba per te, c'ho scritto dei miei innumerevoli amanti e ovviamente NON dei miei sentimenti verso te, tu non vuoi leggere dei miei innumerevoli amanti, vero? E allora riporta il tuo amabile didietro nel nostro letto e CHIUDI QUESTO, ORA, IN SEDUTA STANTE. Scommetto che la tua metà di letto si stia freddando, vuoi farmi ammalare? Vuoi farmi congelare, dici sempre che odi i miei piedi freddi perciò se tu non ti muovi come entri sul letto ti torturo le gambe, e cosa aspetti allora?
ps: ti amo, killer.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Blaine e Sebastian sfortunatamente non mi appartengono, ma sono di proprietà del nostro Ryan Murphy, pelatone fortunato; *sigh*
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro (mi fa sempre ridere scriverlo), ma è stata fatta solo per il puro piacere di scrivere di quei due baldracchi che mi hanno rubato il cuore.





babies meh
Questa fanfiction partecipa all'iniziativa domeniche a tema organizzata dal gruppo Seblaine Events.

 

E in un giorno di pioggia ti incontrai
 
New York, 2016
Il telefono quella mattina d’autunno non smise mai di vibrare all’interno della tasca della giacca di Sebastian e tutte le chiamate o messaggi venivano dalla stessa persona che lo pregava di contattarlo al più presto possibile perché gli doveva riferire una cosa importante e questo qualcuno portava il nome di: Thaddy the Idiot. Thad era il suo migliore amico, si conoscevano dai tempi del liceo e insieme facevano una bella squadra: sempre pronti a sostenersi. Ma Sebastian quella mattina non voleva parlare con nessuno, era stressato per via di un esame che avrebbe tenuto a breve e come ciliegina sulla torta quello era il tipico giorno piovoso di metà ottobre e lui odiava la pioggia. L’odiava perché gli faceva ricordare ciò che aveva perso, quel ricordo legato a quella persona che era solita essere il sole nelle sue giornate piovose e che ora l’aveva dimenticato. Faceva male quella consapevolezza, il non essere più la presenza costante nei suoi pensieri, ma la vita andava avanti e lui non poteva far nient’altro che seguire il suo corso, con il ricordo di quel ragazzo in perenne ritardo che incontrò per la prima volta sempre in un bagnato giorno d’ottobre anni prima, senza ombrello nel grande cortile del NYU, e ogni volta che il cielo era coperto di nuvole scure e qualche goccia scendeva timida dall’alto era facile per Sebastian immaginarselo che correva a perdifiato con la sua tracolla sulla testa per impedire alle gocce di pioggia di impregnarsi nei suoi ricci scuri, mentre in ritardo si dirigeva verso la sua prima lezione, ma come era difficile scordarsi il sapore di caffè di quei baci rubati prima di entrare davanti al portone. C’erano giorni in cui Sebastian voleva dimenticare tutto ciò e perciò non rispondeva mai al telefono, come quel giorno di metà ottobre, desiderava solo chiudersi in se stesso in quella realtà in cui loro due sono ancora uniti, ma la vita non era una fabbrica di desideri e questo ormai l’aveva capito da tempo ormai. Ma il non rispondere alle chiamate di Thad significava non sapere che colui dal quale scappava era tornato e che doveva esser ancora più attento, il giovane Smythe sapeva di cosa erano capaci i genitori del ragazzo che non poteva più vedere perciò era a conoscenza del divieto che gli aveva imposto, ma si sa niente può mettersi di mezzo al Destino quando esso ha già trovato quelle due persone che nate per stare insieme e in troppi sfortunatamente minimizzano questa sua forza. E Sebastian ignaro di quella remota probabilità di poter incrociare un’altra volta un paio d’occhi ambrati, che l’avevano stregato, quella mattina presa la solita metropolitana che lo portava alla sua università, anche se era iniziata come una giornate normale essa nascondeva fra le sue ore una sorpresa per il giovane Smythe capace di cambiargli la sua vita un’altra volta.
Ci fu un momento che gli fece metter in dubbio se quella giornata fosse come le altre perché gli sembrò di vedere un fantasma perché quei ricci li conosceva a memoria e li avrebbe riconosciuti, ma non poteva essere lui, Sebastian si rifiutava di credere ai suoi occhi che sono troppo influenzabili dal suo cuore, perciò prese le cuffie dalla sua borsa e si isolò completamente dal mondo, prese anche il suo libro di diritto. Di tanto in tanto alzava gli occhi dal libro per osservare quella ombra che muoveva la testa a ritmo di musica, alcune volte faceva finta si cantare e il suo amico si girava intorno per vedere le reazioni degli altri passeggeri e gli dava una spallata per farlo azzittire, Sebastian si ritrovò a sorridere di fronte a quella scena e quando i ricci scomparvero dalla sua visuale si rimmerse in quel tomo che stava incominciando ad odiare.
________________________________________________________________________________
 
Sebastian arrivò come ogni giorno un quarto d'ora prima dell'inizio delle lezioni perché era solito fare una visita al bar del College dove non doveva chiedere del suo caffè perché il ragazzo dietro al balcone lo conosceva fin troppo bene e glielo correggeva con del Courvosier.
"Ti cerca Thad."
"Ma davvero Luke? Dalle sue diecimila chiamate non l'avrei mai detto!"
Gli disse sarcasticamente perdendo un sorso della bevanda calda.
"Sebba era importante dovevi rispondere."
"Papà di a mamma che sto bene e solo se sta per morire mi deve tartassare così. Adesso se permetti ho un divertentissimo appuntamento con il signor Melphidur che muore dalla voglia di aver il pupillo della casata Smythe nella sua classe."
"Sebastian!"
"Ci hai messo poco liquore per poter sopportare Thad."
E se ne andò e il ragazzo biondo si tolse svelto il grembiule blu che portava il logo del NYU ricamato su di esso e lo seguì. Quando gli fu vicino gli prese una mano e lo obbligò a guardarlo e Sebastian si rilassò un poco sotto al tocco della sua mano fra la sua.
"Scusa."
Gli disse guardando le loro mani intrecciate per poi incrociare i suoi occhi blu.
"Non ti preoccupare - gli disse dolcemente alzando il mento per potergli lasciare un bacio sulla guancia - so che effetto ti fanno queste giornate. Tratti male tutti e non vuoi parlare con nessuno, ma io non sono nessuno, ricordatelo."
"È più forte di me. Ottobre è il periodo peggiore per me."
"Lo so, però vai da Thad. Mi ha detto che quando vedevo quel demente, per essere gentile, del ragazzo mio dovevo portarlo da lui a calci nel sedere, ma io sono una brava persona e ti scorterò da lui personalmente."
"Ho lezione."
"Il giovedì caro mio non inizi mai prima delle 9. Non mi freghi."
"E andiamo dalla mammina."
Gli disse Sebastian per poi lasciare un bacio a fior di labbra e strusciò il naso contro il suo dopo averlo baciato.
_________________________________________________________________________________
 
"Oh guardate chi si è degnato di venire!"
Sebastian trattenne una risata e ricevette un'occhiata d'ammonizione da parte del ragazzo biondo che gli fece mordere la lingua per non dire quello che aveva in testa, si limitò ad alzare le spalle facendo finta si non aver capito il motivo dopotutto non aveva detto niente.
"Che mi devi dire Thad?"
"Luke prendigli una seggiola."
"Cosa mi dirai di così sconvolgente? Vuoi fare il coming out e ti sei innamorato di un uomo brasiliano? Però peccato mi sta simpatica Amy, anche se sembra che ha un nome da cane. Povera piccola Amy, anche se io l'avev-"
"Ma che ci hai messo dentro al caffè?"
"Il solito."
"Io fra poco ho lezione e se voi avete la mattinata libera e non sapete chi torturare andate al parco, c’è un sacco di gente da importunare là."
Disse Sebastian sbuffando mettendosi a sedere con le braccia incrociate sulla seggiola che stava vicino a lui.
"Luke ci puoi lasciare da soli?"
"Tanto lo verrà a sapere fra poco, quello che devi dire a me puoi dirlo a lui."
"Luke per favore."
Il ragazzo guardò Sebastian e gli lasciò un bacio fra i capelli sussurrandogli un "Ci vediamo a casa. A dopo", al ragazzo più alto tutta quella situazione incominciava a non piacergli, non capiva né tutta la segretezza né tutte quelle chiamate, si stava iniziando a preoccupare.
"Io ho parlato con Nick."
"Che evento unico e raro: tu che parli con Nick! Ma dove siamo finiti! – disse scherzando per poi tornare serio – Tutte queste storie per dirmi questo?"
"È tornato Seb, è tornato."
"Thaddeus chi è tornato?"
"Sebastian..."
E da come disse Sebastian capì.
"No."
"Seb non-"
"No. Non ora. No."
"Te lo volevo dire per metterti in guardia. Stagli lontano non è più il tuo Blaine, okay? Tutto quello che avete passato non esiste più, non per lui almeno, se lo vedi girati dall'altra parte e corri. Non entrare nella sua vita un'altra volta. Sai quanti problemi ci sono stati fra di voi e i suoi genitori non vogliono che si ricordi di te. Se dopo tutti questi anni si ricordasse di te non sappiamo cosa potrebbe succedere. Me lo ricordo bene quando lo trasferirono e ogni sabato me lo facevi chiamare per sapere come stava e gli mancava sempre un piccolo tassello per completare il puzzle. Bas? Bas?"
Sebastian era rimasto con lo sguardo fisso davanti a lui facendo preoccupare l'altro, perché in quel momento capì che quel ragazzo dai ricci scuri era il suo Blaine ed era stato così vicino al rovinare tutto, se solo lo avesse visto, se solo i loro occhi si fossero, gli occhi gli facevano male, ma non come il cuore. Si alzò lentamente dalla sedia.
"Sto bene. Ora ho lezione. Sarò attento."
E poi se ne andò e quando fu fuori non si accorse di Luke che lo stava aspettando e di come il suo sorriso si spense quando il ragazzo suo gli passò accanto senza vederlo. Sebastian non aveva più la percezione di ciò che lo circondava perché tutti i loro ricordi insieme stavano riaffiorando alla mente, quei ricordi che erano stati posti in un piccolo scrigno chiusi con chiave che portava il nome di Luke.
Ad un certo punto Sebastian si ritrovò steso sul pavimento con un qualcosa che gli premeva sul corpo e non seppe come avesse fatto a ritrovarsi in quella situazione e quelle scuse ripetute mille volte lo riportarono con i piedi a terra e sperò con tutto il cuore che avesse sbagliato a riconoscere la voce.
"Scusa è che sono in un ritardo clamoroso e non ti ho visto arrivare e guarda la tua camicia! Oh dio! Scusami tanto per il caffè. Scusa."
"Non ti preoccupare, ki- tossì per camuffare il suo soprannome - tranquillo."
"Se vuoi te la pulisco io. Sono così mortificato."
"No-non ti preoccupare è anche colpa mia, avevo la testa altrove."
Erano passati mesi, anni, da quando incrociò per un'ultima volta i suoi occhi, era da anni che quel intreccio di smeraldi e ambra non gli riscaldava il cuore. E quella voce. Solo in quel momento il peso della sua assenza gli piombò addosso, ancora più pesante e asfissiante. Gli stava di fronte, erano faccia a faccia e con il ragazzo modo che si agitava sopra al suo petto per alzarsi e contemporaneamente pulirgli la camicia. E quando si trovarono faccia a faccia l'imbarazzo da parte di Sebastian non diminuì.
"Scusami ancora."
"Va bene così veramente. Mi dispiace per il tuo caffè."
"Oh ne posso sempre prendere un altro non ti... Emh sono Blaine comunque. Blaine Anderson."
"Sebastian Smythe."
E si strinsero le mani, Sebastian guardò le loro mani intrecciate per un lasso di tempo troppo lungo per non destare sospetti.
"Ehi tutto bene?"
Sebastian lo guardo negli occhi tirando su il viso con uno scatto repentino.
"Sì, scusami. Mi ricordi tanto una persona e lui amava stringermi la mano così. Io... Scusami. Non sono pazzo solo..."
"...solo che un ricordo sa far male. Ti capisco."
Gli disse con un sorriso triste Blaine e a Sebastian venne voglia di abbracciarlo, per fargli capire che tutto andrà per il meglio, una piccola fiammella di speranza si era accesa dentro di lui: si erano ritrovati e questa forse era la loro occasione per ricominciare da capo.
"Per il caffè se vai al bar qui chiedi di un certo Luke e digli che ti mando io. Non ti farà pagare."
"Non posso accettare."
"Insisto."
Gli disse mettendogli una mano sulla spalla come faceva sempre.
"Dai ti ci porto io."
Sebastian guardò l'orologio e vide che aveva una decina di minuti e erano a sufficienza per ritornare al bar e per poi correre a lezione. Quando arrivarono insieme nel bar semivuoto Luke lo guardò male.
"Continui a rimorchiare le matricole Bas?"
"Luke."
"Gli ho versato il caffè sulla camicia e me lo vuole ripagare."
"Molto da Smythe."
"Luke potresti mettere un medium trip con un pizzico di cannella, ma poco poco, sul mio conto?"
"Tu come fai a...?"
Gli chiese confuso Blaine, Sebastian non seppe che rispondergli perciò fece per guardare l'orologio.
"Sono in ritardo. Scusate. Luke trattamelo bene."
Quando disse questo corse verso la sua aula senza guardarsi indietro e in cuor suo sperò che Luke non gli farà domande una volta a casa e sperò anche di non aver il piacere di incontrare un'altra volta Blaine, non avrebbe resistito, conosceva troppe cose di lui per fingersi uno sconosciuto.
 
Messaggio da Sebastian a Thad:
L'ho visto. Non ce la posso fare.
 
Messaggio da Thad a Sebastian:
C'hai parlato cretino?
 
Messaggio da Sebastian a Thad:
Gli ho pure offerto il caffè.
 
Messaggio da Thad a Sebastian:
Bene. Così dopo non solo ti uccido io ti uccide pure il tuo amato.
 
*********
 
Dopo quel giorno ci furono altri incontri fra i due giovani, alcuni incontri erano puramente casuali, altri erano baciati dal sole, altri dalla pioggia e alcune volte molto casualmente Blaine si trovava nel posto giusto nel momento giusto e aveva il piacere di scambiare due parole col francesino. Ci fu la volta in cui Sebastian si trovava in un bar vicino al centro con il bicchieri del caffè su una mano mentre con quell'altra che girava pigra le pagine del Diritto, più che altro le guardava, perché non le leggeva affatto visto che aveva la testa troppo altrove per potersi concentrare. Lo vide Blaine per prima e come lo notò rapido gli andò incontro chiedendogli se il posto di fronte a lui fosse libero, Sebastian rimase pietrificato per un momento e si limitò a spostare i vari libri per fargli spazio. Quel giorno parlarono del più e del meno, delle loro passioni e Sebastian fu deliziato dal fatto di come quel ragazzo, che ignorava del loro passato trascorso insieme, nel corso degli anni non era poi cambiato così tanto, era sempre il solito vecchio Blaine che viveva della vitalità che solo un palcoscenico sapeva dargli. In quei mesi che passarono insieme come amici ebbero modo di avvicinarsi superando anche quel piccolo confine che Sebastian si era ripromesso di non oltrepassare. Stava giungendo alla conclusione che il suo cuore non aveva mai smesso di amarlo, esso sapeva a chi apparteneva e per chi batteva forte e questo lo arrivò a capire pure Luke che vedeva di come il suo Sebastian stava diventando sempre meno suo, era come un granella di sabbia che gli stava sfuggendo dalle mani sempre più. A Luke questo non importava perché comunque ogni sera tornava a casa loro e ogni sera dormiva nel loro letto, credeva che lo poteva sopportare, almeno fino alla prossima volta in cui il moretto lo lascerà da solo lasciandogli quel gravoso compito di rimetter al loro posto i pezzi del suo cuore perché lo Smythe era così: quando riusciva a fidarsi della gente si affidava a loro completamente, il fidarsi ciecamente tanto da affidargli il suo cuore accadeva raramente, solo Blaine era arrivato a tanto e pericolosamente s'era avvicinato Luke, ma quando il legame veniva rotto Sebastian si tramutava e diventava tutto ciò che aveva paura di essere: una persona vuota, come suo padre.
Luke non si fidava di Blaine.
Luke odiava quel ragazzo che sapeva sempre far sorridere il suo fidanzato, anche quando la pioggia scendeva pigra dalle nuvole e si vedeva Sebastian sorridere come non faceva da anni.
 
*********
 
Quel pomeriggio Sebastian sedeva sulla poltrona, accanto alla finestra illuminata dalla moltitudine delle luci della Grande Mela, stava in silenzio intento a riempire le pagine di quel quaderno dalla copertina verde che nascondeva fra le sue pagine la vita di Sebastian e Blaine insieme, aggiornando con quel poco che era successo fra di loro recentemente, il francesino aveva paura di dimenticare anche il dettaglio più piccolo di loro, pensava che se mai un incidente gli dovesse portar via i suoi ricordi più cari avrebbe voluto al suo fianco Blaine che gli raccontava la loro vita sotto le sembianze di una favola, perché per il punto di Sebastian quei mesi furono realmente un sogno, quel sogno che mai si era permesso di sognare. E fu in quel giorno, in cui stava leggendo illuminato sia dalla lampada da lettura che scendeva su di lui e sia dalla vita di New York, che Luke entrò in soggiorno, il biondo alzò lo sguardo velocemente su di lui solo per sorridergli, Luke rimase un po' in piedi di fronte a lui prima di trovare la forza per prendergli le mano fra le sue. Sebastian piegò la testa di lato perché il suo ragazzo portava uno strano sorriso dipinto in viso e glielo prese fra le mani.
"Ehi è tutto okay?"
"C-certo. Mi chiedevo se ti andava di mangiare fuori, fare una passeggiata al Central Park o andare sull'Empire State Bulding, è da tanto che non ci andiamo più. E-e.."
"Ehi ehi shh che hai?"
"Niente voglio solo passare del tempo con il mio ragazzo."
Gli disse marcando quel possesso che doveva essere solo suo e in quel momento Sebastian capì e perciò lo baciò facendolo rilassare sotto il tocco delle sue labbra.
"Blaine non è più un problema, lo sai. Siamo solo amici."
"Ma tu se diverso quando sei con lui, lui potrà pure non ricordarsi di te, ma la tua presenza dentro di lui è forte, talmente forte che nemmeno la parziale amnesia riesce ad assopire. E lui lo sa, Sebastian. Lo si capisce da come ti guarda."
"E come mi guarda?"
"Come una persona che ha vissuto nell'ombra per troppo tempo e ora finalmente vede la luce per la primissima volta. Ti guarda come ti guardo io."
E Sebastian sapeva che Luke non l'aveva mai guardato come Blaine e quella sera cenarono su un ristorantino sulla ventiquattresima, guardarono i palazzi illuminati dalla fine dell'Empire State Building e poi mano nella mano passeggiarono fra i viali del Central Park ignorando della presenza che in quel momento insieme ad un gruppo di amici si stavano preparando per suonare qualche note per strada, Luke riconobbe subito il cantate di quel piccolo gruppo e in quel momento si avvicinò a Sebastian per non dargli modo di notarlo pure lui e gli lasciò un bacio sulle labbra facendgli dare le spalle a quel gruppo di ami, lo fece per marcare il possesso, voleva che quella storia finisse lì. Ma quella sera l'unica cosa che si spense fu quella flebile fiammella che era l'amore fra Luke e Sebastian, quella sera il francesino capì che doveva dare un taglio alla loro storia perché lui si meritava di meglio, si meritava una persona che non pensasse costantemente ad un altro anche quando stanno insieme, solo loro due.
 
*********
 
Per giorni Blaine evitò Sebastian. Sapeva che non doveva sentirsi in quel modo perché dopotutto quel ragazzo era uno sconosciuto anche se il suo cuore non lo riconosceva come tale. Ma fu quando lo vide da solo in biblioteca capì che quella storia in quel modo non poteva andare avanti, doveva chiarire con Sebastian e gli doveva dire di come lui assomigliasse a quel volto che nel sonno lo veniva a trovare, a quell'ombra che lo amava e che lo faceva sentire completo. Non sapeva con che cosa incominciare a parlare con lui perciò si diresse verso la caffetteria e si irrigidì quando vide il ragazzo del suo migliore amico, si mise la maschera del "non mi interessa chi ti baci perché non provo niente per il tuo ragazzo", anche se questa forse era la peggior bugia che si fosse mai detto a se stesso.
"Ciao Blaine che ci fai qui?"
"Sono venuto in biblioteca per dei testi, mi fai un caffè?"
"Certo."
Non parlarlo fino a quando il barista non glielo servì, Blaine pagò il suo caffè e se ne ritornò in biblioteca, ma non trovò il ragazzo dove l'aveva lasciato, però la suo roba era rimasta lì perciò pensò che forse era andato a prendere dei libri che gli servivano. Allora cercò una penna che potesse usare per scrivere sul bicchiere del caffè e trovo un pennarello colorato sul tavolo di Sebastian e senza pensarci scrisse: ti perdono. Incontriamoci sotto la pioggia. Quando Blaine lo lesse non seppe il perché avesse scritto proprio quelle parole, guardò fuori dalla finestra e vide che fortunatamente c'erano delle nuvole scure che stavano avanzando perciò il suo messaggio forse non sarebbe risultato così assurdo. Si firmò e si lasciò guidare dai suoi piedi che lo portarono vicino alla grande fontana che stava nei pressi dell'edificio centrale.
Blaine ignorava del fatto che lui e Sebastian erano soliti incontrarsi lì dopo non parlarsi per giorni, perciò quando il francesino lesse quel breve capì chi glielo aveva mandato perché riconobbe quella grafia frettolosa del ragazzo riccioluto e solo una persona si sarebbe firmata "killer" accompagnato da un sorriso, forse da lui.
__________________________________________________________________________________
Arrivò lì e lo trovò con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e le mani posate sopra le mani, Blaine si sentiva confuso e la testa gli doleva terribilmente, aveva paura che le grandi emicranie post incidente stavano ritornando.
"Ehi."
Gli disse Sebastian quando gli fu davanti e Blaine alzò lo sguardo su di lui, aveva gli occhi rossi, il più alto so inginocchiò di fronte a lui e gli prese il volto fra le mani.
"Che è successo? B perché mi volevo vedere? Blainers?"
"Chi sei? Perché mi sembra di conoscerti da un vita, di aver trascorso un breve passo di tempo al tuo fianco. Perché? Io-io non capisco."
"Sono Sebastian, sono solo Sebastian, lo sai."
"Ma tu sai cose di me che non ti ho mai detto, tipo il mio caffè preferito. Oppure quella volta che mi portasti un'edizione vecchia del mio libro preferito nella sua lingua madre e io non ti ho mai detto che “Le Cyrano de Bergerac” era il mio preferito, non l’ho mai detto a nessuno, ma proprio nessuno, mai. E tu come facevi a saperlo? Io non capisco. Chi sei? Cosa vuoi da me? Sai tante piccole cose e io non so niente. Io. . ."
Sebastian aveva preso ad accarezzargli le gote per asciugargli le lacrime, continuando a ripetere "shh" e "tranquillo" ma questo non aveva l'effetto desiderato, non riusciva a tranquillizzarlo. Blaine ad un certo punto si porse verso di lui e si aggrappò al suo collo e lo strinse forte, nascose il suo viso nell'incavo del suo collo e Sebastian lo strinse sulla schiena.
"Sebastian, scusa io. . ."
E provò a staccarsi da lui quando notò cosa aveva appena fatto, ma Sebastian non gli diede modo di allontanarsi da lui.
"Perché sul bicchiere del mio caffè mi hai scritto ‘ti perdono’? E perché mi hai aspettato qua?"
"Non lo so. Non lo so. Non capisco più niente. Non lo so. Ti ho visto baciare quello e mi ero arrabbiato forse ti perdono per quello, non lo so. E qui? Non lo so, forse per via dell’acqua. Non lo so."
Sebastian per mesi aveva convissuto col peso della colpa di ciò che era successo a Blaine sulle sue spalle, perché così tutti hanno sempre detto così i suoi genitori gli vietarono di vederlo e fecero cadere il suo ricordo nell'oblio. Sebastian sperava che nel subconscio Blaine lo avesse perdonato, sapeva che non era colpa sua perché lui stava a casa tranquillo a leggere mentre aspettava il suo ragazzo, stava venendo da lui ma fu un ubriaco a tagliargli la strada coinvolgendolo in un incidente che gli risparmiò la vita ma gli prese i ricordi.
"Io non dovrei stare qui, Luke potrebbe dire qualcosa e io non voglio che-"
Sebastian lo bloccò.
"Non è più un problema, l'ho lasciato. Lo amo troppo per continuare a ferirlo, ma non lo amo abbastanza per voler passare un'intera vita al suo fianco. Proprio perché lo amo che so che merita di meglio, perché io non potrò mai donargli il mio cuore, qualcuno me lo rubò e pensa non se ne accorse nemmeno, questo qualcuno mi cambiò completamente. Amo un altro e non voglio continuare a mentirgli."
Glielo disse con la stessa semplicità di come si innamorò di lui, era da tanto che non si permetteva di aprirsi in questo modo con qualcuno.
"E questo qualcuno sarebbe?"
In quel momento le lacrime smisero di cadere e furono occhi negli occhi, Sebastian gli sorrise e avvicinò il suo volto a quello del moretto. Sebastian era a conoscenza degli ostacoli che incontreranno nella loro strada, dovrà trovare un modo per fargli ricordare di lui gradualmente, ma sapeva che avrebbe fatto di tutto pur di stargli al suo fianco in questo lungo cammino che chiamiamo vita.
 Strofinò il suo naso contro il suo in modo tale da dargli tutto il tempo per farlo scansare da lui, ma Blaine non aveva la minima voglia di allontanarsi da lui e quando capì che anche lui voleva quel bacio con la sua stessa intensità Sebastian annullò la distanza fra le loro labbra. Fu un bacio lento nel quale Blaine ebbe modo di imparare un'altra volta le caratteristiche della bocca di Sebastian e quest'ultimo si godette ogni instante visto che per anni si era sognato nella bocca nell'altro ogni notte, il suo sapore, le se mani sul corpo, gli mise una mano sul collo solo per verificare di avere un corpo caldo sotto di lui e no l'ennesima proiezione effimera dei sogni. Quando si staccarono entrambi avevano il fiato e nei loro visi c'era quel sorriso fatto della stessa sostanza di un amore che stava rinascendo più potente di prima.
"Devo dirtelo chi amo oppure l'hai capito?"
Blaine fece per pensarci su e si avvicinò ancora di più al suo corpo strusciando il suo contro quello del più alto il quale ne fu molto compiaciuto, Blaine si avvicinò al suo collo e gli lasciò una bacio sotto l'orecchio per poi mordicchiarglielo leggero.
"Credo di non avere capito, ma me lo ripeteresti?"
Gli soffiò nell'orecchio con una punta di malizia nella voce per fondarsi sulle sue labbra. Quando sentirono le prime gocce di quella dolce pioggia, che era spettatrice di un nuovo inizio sopra, le loro teste alzarono lo sguardo al cielo e si misero a ridere per poi continuare a baciarsi, quando incominciarono a tremare dal freddo Sebastian si alzò e tese la mano verso il suo Blaine e insieme corsero verso l’entrata del college, ridendo come due ubriachi, ubriachi d’amore.
_________________________________________________________________________________
52 anni dopo. . .
Da quel bacio sotto la pioggia erano passati tanti anni, troppi anni ormai e Blaine incominciava a non perdere più tempo nel definirli era come se avessero perso la loro importanza, una vita senza di lui al suo fianco era come un’eterna giornata grigia e tenebrosa di pioggia, dove ormai i raggi di sole si contavano e la quiete accompagnato da un arcobaleno che ti da speranza erano un vago ricordo. Blaine aveva settantatré anni, quelli li sapeva e ne sentiva il peso di tutti a settantatré senza salvarne alcuno, ma quelli che erano privi della presenza di Sebastian portavano un altro peso, quello che lo dilaniava. Erano anni che ormai Sebastian l’aveva lasciato solo a badare alla loro famiglia, ci fu un periodo in cui si sentì terribilmente vuoto e vecchio, ma la sua famiglia lo aiutò a riprendersi e i nipotini cresciuti divennero una nuova fonte di vitalità e si aggrappò alle loro piccole vite.
I ricordi di Blaine ritornarono a galla, uno ad uno, con calma e tempo i due riuscirono a completare il quadro del suo passato, certo l’ostacolo che furono i genitori del moretto fu uno difficile da soprassedere, ma insieme era una forza che niente e nessuno poteva fermare, e il loro amore fu un abile complice. Il diario di Sebastian venne nascosto dal proprietario perché aspettava il momento giusto per mostrarglielo al marito, ma quando questo si incominciò a ricordarsi tutto quel diario verde non venne aggiornato con la stessa frequenza perciò man mano esso diventava sempre più spoglio di ricordi. Ritornò ad essere sfogliato dalle manine curiose del loro nipotino Dylan che devoto all’avventura stava investigando fra i mille oggetti che popolavano la soffitta trovò quel diario di Sebastian. Il piccolo dai ricci capelli castani corse subito verso il nonno che gli stava preparando la merenda e tutto felice gli mostrò il suo tesoro, capì che era dell’altro nonno perché riconobbe il nome “Sebastian”, il principe delle storie della buona notte del nonno perciò non si poteva sbagliare. Blaine lo prese fra le mani e accarezzò la copertina morbida e si avviò verso il loro soggiorno sulla poltrona vicino alla finestra che era quella preferita da suo marito e incominciò a leggere quel post-it attaccato alla prima pagina accompagnato dal suono delle mille goccioline che cadono andando a colpire il vetro.
Se sei Blaine SMETTILA DI LEGGERE, non è roba per te, c'ho scritto dei miei innumerevoli amanti e ovviamente NON dei miei sentimenti verso te, tu non vuoi leggere dei miei innumerevoli amanti, vero? E allora riporta il tuo amabile didietro nel nostro letto e CHIUDI QUESTO, ORA, IN SEDUTA STANTE. Scommetto che la tua metà di letto si stia freddando, vuoi farmi ammalare? Vuoi farmi congelare, dici sempre che odi i miei piedi freddi perciò se tu non ti muovi come entri sul letto ti torturo le gambe, e cosa aspetti allora?
ps: ti amo, killer.
Quando finì di leggerlo chiuse subito il quadernino.
“Nonnino perché hai della pioggia che ti scende dagli occhi?”
“Non scende niente dai miei occhi piccolo.”
Gli disse asciugandosi svelto gli occhi con la manica della camicia e il piccolo si arrampicò sulle sua ginocchia e gli asciugò quella lacrima che era sfuggita da lui e gli mostrò il ditino bagnato come per dirgli “vedi che avevo ragione io?”, Blaine gli baciò la fronte e se lo avvinò al petto.
“Dylan devi sapere che alcune volte anche il ricordo più bello porta con se una lacrima, e quando vedi le persone che piangono per via di un ricordo non preoccuparti, okay? I ricordi fanno male, ma sono anche la cosa più belle che ci è permesso di custodire. Alcuni ti mettono un sorriso in volto, altri portano tempeste nei tuoi pensieri, ma mai e dico mai devi farli andare via. Me lo prometti? Più avanti capirai di come siano importanti.”
“Il ricordo di nonno Bascian è bello?”
Blaine gli sorrise perché adorava il modo in cui lui chiamava il suo Sebastian, molto simile a come lo pronunciava lui e si avvinò a lui come per dirgli un segreto.
“Lui è il ricordo più bello fra tutti. È quel ricordo che per un po’ la mia mente ha dimenticato, ma quello continuava a vivere nell’ombra e ad un certo punto è scoppiato e mi ha aperto gli occhi facendo ricordare. Lui è il ricordo dell’amore vero.”
Il bambino lo guardava con occhi che brillavano perché gli piaceva sempre quando nonno Blaine parlava di nonno Bascian e in quel momento il suo pancino brontolò un po’ perché aveva fame, facendo allargare il sorriso ancora di più a Blaine.
“Qui qualcuno ha fame, vero?”
Il bambino imbarazzato si nascose sotto al suo braccio sussurrando una piccola scusa, Blaine lo afferrò per la fine vita e lo fece scendere dalle sua ginocchia.
“Aspettami in cucina che sistemo questo.”
E corse via. Blaine si alzò a fatica dalla sedia e andò nella sua camera matrimoniale e mise il quadernino vicino alle loro foto insieme, quella del matrimonio e quella del loro viaggio a Parigi dove hanno come sfondo la Torre Eiffel e Sebastian abbraccia da dietro il moretto e anziché guardare l’obbiettivo aveva lo sguardo fisso verso di lui, era una delle sue foto preferita. Blaine accarezzò l’immagine del marito e rimase per un po’ con mano in quel modo.
“Sappi amore mio che la tua metà è ormai fredda da anni ormai e mi mancano terribilmente i tuoi piesi freddi anche d’estate. Mi mancano troppe cose ti te, ma manca poco, me lo sento, sono vecchio ormai e aspetto da anni la mia ricongiunzione con te. E sappi amore mio che ti amo anch’io, come il primo giorno, come se non te ne fossi mai andato. Adesso vado da Dylan, devi vedere com’è cresciuto è un bimbo grande ora sai? Ma ha ancora paura del buio, ma ha nonno Bascian che lo protegge. Ti vuole tanto bene, dice sempre che vuole tanto vederti, io gli ricordo che ancora non è arrivato il tempo, io però sono fortunato perché a breve ti vedrò ancora. Mi manchi e ti amo, oggi c’è il piccolo Dydy con me e grazie a lui ho trovato il tuo diario, lo custodirò e mi farò aiutare nel trovare gli altri, lo leggerò ogni sera. Ci vediamo presto amore mio, ti amo."
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: MissBethCriss