Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Lady Five    07/10/2013    1 recensioni
Mayu è cresciuta e, contravvenendo ai desideri di Tochiro, fa ad Harlock una richiesta a cui il capitano non riesce proprio a dire di no, perché, in fondo al cuore, anche lui ne è felice.
Ma lei non è più una bambina. E niente può più essere come prima.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'atmosfera a bordo dell'Arcadia, nonostante fosse notevolmente migliorata, grazie all'insolito buonumore del capitano (sulla cui origine nessuno aveva più dubbi), rimaneva comunque piuttosto tesa. La possibilità di imbattersi di nuovo nell'astronave del Dipartimento dotata di quell'arma rendeva tutti molto nervosi e guardinghi. Anzi, non si poteva nemmeno escludere che ci fossero più navi di quel genere in giro a dar loro la caccia.
Yattaran e Mayu continuavano nelle loro ricerche con ansia crescente. Se Yattaran sembrava sempre imperturbabile, lei non riusciva più a nascondere la rabbia e la frustrazione.
“Non ne verremo mai a capo! - sbottò una volta in preda allo sconforto - Dovremo sempre vivere nascosti e braccati come topi!”
“Calmati, Mayu - la rincuorava il primo ufficiale - In queste cose ci vuole pazienza. Sta' tranquilla, se c'è una soluzione, e c'è sempre, la troveremo. E' solo questione di tempo.”
La ragazza aveva un'idea in testa da un po', ma non aveva ancora avuto il coraggio di proporla a Yattaran. Temeva di offenderlo. Ma forse era venuto il momento di parlargliene.
“Possiamo chiedere a mio... al computer centrale di aiutarci in questo lavoro? Avremmo qualche possibilità in più...”
L'uomo la guardò perplesso.
“Beh, sì... non ci avevo pensato. In verità credevo che sarebbe stato più semplice e che ce la saremmo potuti cavare da soli. Vuoi occupartene tu?”
“Non so se sono capace... non so come funziona.”
“Oh, è facile. Basta inserire i dati che abbiamo raccolto finora e impostare la ricerca. Te la caverai benissimo!”
Mayu raccolse gli scarni appunti frutto di tanti giorni di lavoro.
A inserire i dati ci vorrà pochissimo... purtroppo, pensò sconsolata.
Andò a chiamare Harlock. Voleva essere sicura di comunicare con Tochiro nel modo giusto. Il capitano era al suo posto in sala comando. Nonostante fossero entrambi molto riservati, era difficile mantenere il giusto distacco sul posto di lavoro, davanti agli altri. I loro occhi si cercavano continuamente e i loro sguardi, i loro sorrisi, erano più eloquenti di tante parole. Lui la seguì fino al grande computer, ma le confessò di non avere la più pallida idea di come funzionasse. In fondo, non aveva mai avuto bisogno di saperlo: loro comunicavano in modo... informaticamente poco ortodosso.
Ma fu la macchina stessa a venire loro in aiuto. Prima però disse ad Harlock qualcosa che lo fece sorridere e arrossire violentemente, e su cui Mayu preferì non indagare. Prima ancora che lei potesse capire come eseguire il suo compito, su un monitor comparve una scritta che la invitava a portare lì un pc. Tochiro sapeva già tutto! E aveva evidentemente già ottenuto dei risultati. Oh, papà, perché non sono venuta da te prima?
Corse da Yattaran e tornò con il suo portatile. Attese qualche secondo il trasferimento dei dati.
“Forse ci siamo - disse al capitano - Sono sicura che l'apporto di Tochiro sarà decisivo!”
“Lo spero, tesoro. Lo spero tanto.”
“Ecco, ha finito. Lo porto subito a Yattaran. A dopo!”
Visto che erano soli, si azzardò a dargli un rapido bacio sulle labbra, prima di scappare via.

Il primo ufficiale scaricò a sua volta i dati sul suo computer e li esaminò, sotto lo sguardo impaziente di Mayu.
“Oh bene, molto molto bene...” commentava ogni tanto.
“Allora? Posso sapere anch'io qualcosa?” lo interruppe la ragazza, che non tratteneva più la curiosità.
“Secondo le sue ricerche, c'è un minerale, molto raro, che potrebbe essere in grado di respingere quel tipo di energia... non possiamo esserne sicuri finché non lo proviamo, perché si tratta di un'arma del tutto nuova...”
“Ah sì? Ottimo! E come si chiama? Soprattutto, come ce lo procuriamo, visto che è così raro?”
“Si chiama laurium* e si estrae su un unico pianeta ai confini dell'universo conosciuto, Nastrond **...”
Yattaran sbiancò.
“Ehi, ti senti bene?” gli chiese Mayu preoccupata.
“... vicino alla nebulosa Clessidra...” concluse l'uomo, riandando con la memoria alla terrificante avventura che avevano vissuto anni prima da quelle parti.
Lei non capiva. Era una ragazzina allora e non sapeva nulla. Nessuno gliene aveva mai parlato.
“Andiamoci allora! Senza perdere tempo! Vado a chiamare Harlock!”
Anche il capitano impallidì alla notizia. Mayu perse la pazienza.
“Insomma, qualcuno mi vuole spiegare? Perché fate quelle facce? Che cosa c'è di così spaventoso laggiù?”
I due la ignorarono, facendola infuriare ancora di più.
“Temo che non abbiamo altra scelta, capitano. Anche se non sarà facile procurarselo... il laurium viene estratto laggiù, ma non so se, dove e come viene lavorato, sotto quale forma viene smerciato... C'è un altro problema: secondo me, è probabile che anche chi ha ideato quell'arma si rifornisca lì, e questo complica sicuramente le cose.”
“Sono d'accordo su tutto. Ma non abbiamo alternative. Puntiamo su questo pianeta e intanto cerchiamo di procurarci quante più informazioni possibili su quel posto e sull'estrazione del minerale.”
“Credo che ci abbia già pensato Tochiro. Finisco di esaminare i suoi dati e vengo a riferirti.”
Harlock spostò lo sguardo sul volto di Mayu, rosso per la rabbia di sentirsi esclusa dalla conversazione. Prima che potesse aprire bocca, lui le sfiorò la guancia con una mano, sorridendole.
“Ti racconto tutto più tardi.”
L'ira sbollì all'istante. Gli sorrise a sua volta e si sedette accanto a Yattaran per proseguire il suo lavoro.

Il capitano aggiornò il resto dell'equipaggio sulla situazione. Per quanto nessuno fosse entusiasta di tornare laggiù, era chiaro che purtroppo non vi era altra scelta. Il loro era un timore irrazionale, in fondo. Il terribile Noo era stato sconfitto ormai da anni e non avrebbe più creato problemi. Dovevano preoccuparsi di ben altri e concreti pericoli! Eppure, il ricordo di quanto avevano vissuto era ancora molto vivo. Anche se il demone, con suo immenso stupore, non era riuscito ad avere la meglio sui loro cuori impavidi, pure trovarsi davanti la personificazione stessa del Male era stata un'esperienza di cui avrebbero fatto volentieri a meno.
Quella sera Harlock raccontò tutto a Mayu, che ascoltava esterrefatta. Le sembrava di ascoltare la trama di un film horror, non un fatto realmente accaduto.
“Non mi avevi mai detto niente di questa storia!” protestò debolmente.
“Ti sembra un racconto adatto a una ragazzina? E dopo... ormai era passato tanto tempo, non valeva più la pena parlarne... abbiamo preferito tutti dimenticare.”
Mayu aveva ricevuto da Yattaran l'incarico di ragguagliare Harlock sulle altre scoperte di Tochiro. Accese il suo portatile e gli mostrò alcune immagini del pianeta e delle miniere. Lui, osservandole, non poté fare a meno di pensare, che, se esisteva l'inferno, doveva trovarsi lì.
La ragazza assunse un tono professionale.
“Nastrond è un ambiente assolutamente ostile alla vita, sia umana sia aliena. Infatti non vi sono insediamenti. Ci sono soltanto le miniere di laurium, in cui viene impiegata manodopera meccanica, robot e androidi. Ma il fatto strano è che non si sa chi ci sia dietro, di chi siano le miniere o a chi appartengano i diritti di estrazione. Probabilmente qualche grossa compagnia, o un cartello, che poi rivende il materiale alla Confederazione terrestre e forse anche a qualcun altro.”
“Chi controlla il lavoro dei robot, se non ci sono esseri viventi?”
“Altri robot. Sicuramente il controllo finale è esercitato a distanza. Non sarà affatto semplice impadronirsi di quel materiale. Ammettiamo di riuscire ad avvicinarci senza essere intercettati... di trovare i magazzini, ammesso che ce ne siano... come lo carichiamo sull'Arcadia? E poi, soprattutto, come lo trasformiamo?”
“Ma … a noi che cosa serve esattamente? Come dovrebbe funzionare questa protezione?”
“Pare che il laurium sia utilizzato per proteggere qualsiasi cosa abbia a che fare con l'energia atomica e affini: centrali, rifugi, impianti vari, depositi di bombe e armi... è in grado di bloccare sia la fuoriuscita di radiazioni sia eventuali attacchi distruttivi dall'esterno. Si usa sotto forma di paratie, calotte, coperture, a seconda della destinazione. Se ho capito bene, l'idea di Yattaran è di rivestire tutta l'Arcadia con quel materiale. Anche se non siamo riusciti a scoprire se se è già stato testato con questo tipo di arma.”
Mayu si fermò un attimo a riflettere.
“In realtà, noi non ci facciamo nulla con il materiale grezzo. Forse... forse ci conviene di più seguire un'astronave da carico e vedere dove va, sperando che si rechi in qualche fabbrica... e prenderci direttamente il prodotto finito.”
“Credo proprio tu abbia ragione. Ma il tuo modo di pensare da pirata consumato comincia a farmi paura... - commentò Harlock, divertito - Cosa ti fa pensare che non possiamo procurarci ciò che ci serve in modo legale?”
La ragazza lo guardò con aria di rimprovero.
“Secondo te quelli, chiunque essi siano, daranno quella roba al primo venuto, un fuorilegge, per giunta?”
“Lo so, tesoro, ti sto prendendo in giro! Anche se sono abbastanza vecchio da sapere bene che si può ottenere qualsiasi cosa, se hai sufficiente denaro da potertela permettere!”
Ridiventò serio di colpo. C'era un pensiero che lo rendeva inquieto, quasi un presentimento. Non sapeva se parlagliene, ma poi decise di sì. Dovevano condividere tutto, ormai.
“Ho paura che Irita con la sua dannata astronave possa aspettarci lì. Se sospetta anche solo lontanamente che siamo venuti a sapere di Nastrond e del laurium, ci preparerà un'accoglienza con i fiocchi. Devo studiare il sistema di non farci scoprire, o per neutralizzarlo prima che lo faccia lui...”
Mayu andò a sedersi sulle sue ginocchia.
“Sei preoccupato?” gli chiese abbracciandolo.
“Un po'... se non conosci il nemico non sai come affrontarlo, e questo ti mette in una posizione di debolezza.”
“Andrà tutto bene. Finché tu sarai con noi non ci succederà mai nulla di male!”
Harlock non espresse però ad alta voce il suo reale terrore. Quei pazzi sanguinari laggiù sulla Terra fucilavano la gente come 1200 anni fa... avevano tentato di farlo con Maya ed Esmeralda, con il suo equipaggio non molto tempo prima... Solo l'idea che potesse capitare una cosa del genere a lei gli gelava il sangue nelle vene... non lo avrebbe mai permesso. Decise che per impedirlo sarebbe venuto meno perfino al suo antico giuramento: quello di non togliere mai deliberatamente la vita a un altro essere umano.

Mentre viaggiavano verso Nastrond, Yattaran e Mayu, con l'aiuto anche di Maji, calcolavano quanto laurium sarebbe stato necessario per rivestire interamente l'Arcadia. Era una quantità spaventosa.
"Speriamo di riuscire a procurarcene abbastanza...”
“Possiamo cominciare a proteggere le parti vitali della nave - suggerì Yattaran - Anche perché non siamo sicuri al cento per cento che sia la soluzione giusta. Stiamo lavorando su delle semplici ipotesi.”
“Quindi, in pratica, dobbiamo farci sparare addosso con quel coso per sapere se ci abbiamo azzeccato?” intervenne il capo ingegnere.
“Temo di sì.”
“Bene. E se non dovesse funzionare...”
“... vuol dire che non ci avevamo azzeccato” concluse Yattaran con la sua proverbiale flemma.
Mayu invece era più ottimista. Si fidava ciecamente di Tochiro. Era sicura che avesse dato loro le dritte giuste.

 

 


 

 

* Il laurium ovviamente non esiste. Per il nome mi sono ispirata alle miniere di argento dell'antica Atene, tristemente famose per le terribili condizioni degli schiavi che vi lavoravano.

** Nastrond invece è un luogo infernale della mitologia scandinava, la “spiaggia dei morti”. Un posto allegro, insomma!

  
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