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Autore: Hokori    03/04/2008    10 recensioni
"E perché è venuto a dirlo proprio a me?"
Ed abbassò lo sguardo con noncuranza sui fogli che ingombravano la sua scrivania del Quartier Generale, cominciando a sfogliarli distrattamente.
Ma il suo sguardo era duro.

[Non è esattamente romantica... ma mi sono trovata un po' in difficoltà nella scelta dei generi^^'.]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare, giusto due parole di scusa. Perché recentemente non ho più recensito nulla, né qui, né in altri fandom, neanche le cose che mi hanno appassionata di più, e chi ha il mio contatto msn sa che ho perso assiduità anche lì.
Mi spiace, spero nessuno si sia offeso per questa mia mancanza, e prometto che recupererò tutto - forse non subito, dato che è un momento in cui ho altri pensieri, e non riesco a concentrarmi su alcuna cosa.
Difatti, ho scelto di pubblicare una di quelle classiche storie che attendono da mesi, nella memoria del computer, di vedere la luce. Spero vi possa piacere.

Disclaimers: i personaggi non appartengono a me, ma a Hiromu Arakawa, che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.

Dedica: a chi, come Roy in questa fanfiction, si trova a voler cambiare o sistemare qualcosa nella propria vita.

Fullmetal Eyes



- E perché è venuto a dirlo proprio a me?

Ed abbassò lo sguardo con noncuranza sui fogli che ingombravano la sua scrivania del Quartier Generale, cominciando a sfogliarli distrattamente.
Ma il suo sguardo era duro.

- Volevo che lo sapessi da me. Tanto, prima o poi, l’avresti saputo comunque.

- A dire la verità, avevo già sentito voci sulla sua partenza, Colonnello.

- Ah. È per questo che non hai fatto una piega?

L’Alchimista d’Acciaio sollevò lo sguardo dalle carte che stava inutilmente maltrattando per guardare il suo superiore, oltrepassò la scrivania e si pose di fronte a lui, fissandolo con aria fiera.
Gli occhi duri.

- Avrei dovuto? Che razza di reazione si aspettava?

Roy Mustang non rispose, limitandosi ad osservare il giovane davanti a lui.
Era cresciuto dentro e fuori, Edward Elric, ma in fondo non era poi cambiato molto, e quello sguardo lo testimoniava.
Come non era mai stato il tipo da lasciarsi trascinare dalle emozioni con facilità, anche ora non si scomponeva minimamente.

Anche Ed guardò il Colonnello.
Come una lotta, una sfida.
Come una gara a chi, debole, avrebbe ceduto per primo. E, dannazione, non sarebbe stato lui, no!
Perché lui era forte. Lo era sempre stato, per lottare contro quella vita così ingiusta, così spietata nei suoi confronti.
La sua durezza verso il mondo era tutto ciò che gli era rimasto.

E allora nessuno parlò, nessuno distolse lo sguardo. Forse perché non capita spesso di poter osservare un’altra persona, senza altri scopi che non sia il semplice studiarsi reciproco, impudicamente.
Chissà quanto rimasero, i due celebri Alchimisti di Stato, così, in piedi l’uno di fronte all’altro.

All'improvviso, Roy sospirò stanco, abbassando le palpebre un istante.

Ho vinto, pensò infantilmente Ed, volgendo a sua volta gli occhi altrove. Ma, per qualche strano motivo, non la sentiva come la grande vittoria che avrebbe dovuto rappresentare.

- In realtà, volevo parlarti un istante, prima di…

Il Colonnello non concluse la frase retorica, lasciando una scia di attesa e fastidiosa tensione dietro di essa. Aspettando, forse, un cenno d’assenso da parte del giovane che lo stava fronteggiando.
Sempre con quello sguardo duro.
Ma il ragazzo tacque, e il povero ufficiale si rassegnò a parlare: il momento era arrivato, ed era meglio rompere qualunque indugio, superare qualsiasi residuo di timore, o non ne sarebbe mai più uscito.

- Io voglio… volevo farti sapere una cosa.

Dannazione, che fine aveva fatto il suo bel discorsetto, meditato e preparato in lunghe, inquiete ore?
Ma, come sempre, Edward Elric lo sorprese.

- Io no. - sentenziò, voltandosi e tornando dietro la sua piccola scrivania senza guardarlo. Roy sbatté perplesso le palpebre.

- “Tu no” cosa? - domandò, incrociando le braccia e squadrandolo con un sopracciglio inarcato.

- Ha detto che vuole che io sappia qualcosa. Ma io non la voglio sapere.

Mustang sgranò gli occhi.
Ma come… Cosa?! Ma come si permetteva, quel brutto fagiolino nano?!
Lui aveva impiegato tutto il suo coraggio e buttato all'aria ogni briciola di prudenza ed orgoglio, per trovare la forza di andare a parlare con giovane alchimista, per rivelargli quello che da ormai troppo tempo non poteva più celare, pudicamente e vigliaccamente, in primis a sé stesso.

Era stata un’auto-ammissione faticosa, lunga e sofferta.
Finché un giorno, inaspettatamente, si era ritrovato ad osservarlo per caso, durante una delle tante pause pranzo che il ragazzo amava trascorrere in biblioteca: leggeva semplicemente, girava pagina con le dita metalliche e imbronciava appena le labbra, concentrato.
E lui era stato attraversato da qualcosa di simile ad una scarica elettrica, che gli aveva lasciato addosso una sensazione di nostalgia, dolcezza, malinconia, tenerezza. Desiderio.
E qualcos’altro, a cui aveva paura a dare un nome.
Senza volerlo e senza rendersene conto, da un momento all'altro, si era sorpreso ad immaginare quelle labbra, in quel momento corrugate, distese e morbide contro le sue.
Lo voglio… È quello che voglio!, aveva pensato. Disperatamente. Perché, con la coscienza, era arrivata anche la consapevolezza dei suoi sogni di fumo.
E proprio ora che lui si decideva finalmente a parlargli, a dirgli tutto, anche a costo di essere rifiutato, o odiato, o deriso... quel moccioso gli diceva che non lo voleva ascoltare?!

- E se io te lo volessi dire lo stesso? - ringhiò, stringendo i denti furioso.

- Glielo impedirei, Colonnello.

- Vorrei proprio vedere come.

- Ho i miei metodi, mi creda.

- Ma, maledizione, neppure sai cosa voglio dirti!

- …Posso immaginarlo.

Roy sussultò, sorpreso. Che Acciaio sapesse? Che immaginasse, che avesse intuito qualcosa? Ma, com’era possibile? Era stato attento, sempre!

- Ah, sì? - sillabò, controllando la sua voce per renderla il più sarcastica possibile, ed ottenendo un discreto risultato, considerata la situazione. - E che cosa immagini, esattamente?- chiese. Ma non era certo di voler sentire la risposta.

Ed si sedette pesantemente, sospirando, come se la conversazione lo stesse privando di ogni energia.

- Basta con questa inutile discussione. Non voglio che Lei mi dica niente, punto.

- Ma perché?!

- Perché no! Non voglio! È tanto difficile da capire?!

- Non mi importa, te lo dico lo stesso.

- Colonnello, no!

- Fullmetal, io…

Ed balzò fulmineo oltre la sua piccola scrivania, stendendo una mano e tappando la bocca del suo superiore, che si divincolò, esterrefatto. L’Alchimista d’Acciaio era forse uscito di senno?

- Lasciami! Acciaio! M-molla la presa!

- Stia zitto, zitto!

- Ahia! Fermo! Ma sei impazzito?!

- La lascio se mi promette di non dirmi nulla!

Roy sbuffò seccato, afferrò con decisione l’automail di Ed e lo curvò poco gentilmente dietro la sua schiena; quindi, approfittando dell’attimo di confusione dell’altro, lo spinse a terra, bloccandolo sul pavimento freddo con tutto il suo peso.
Ed emise un verso strozzato, e non ebbe neppure la forza di divincolarsi. Si accorse solo confusamente che Mustang, per nulla impietosito, gli aveva piantato le mani sulle spalle e si era sollevato appena dal suo corpo, fissandolo negli occhi.

- E adesso, ascoltami, ok?

- N-no…

- Acciaio, io...

- Ti prego, non dirlo... non farlo.

La voce di Edward era incrinata.
Ma ancora dura.

Roy si bloccò, colpito dalla nota di disperazione nella voce dell’uomo che amava. E sentì che, no, non ce l’avrebbe più fatta.
Gemette piano, affranto.

- …Dimmi solo perché. - sussurrò, e la sua voce aveva assunto la tinta amara della sconfitta.

Ed la percepì, e sentì di provare una profonda pena per l’uomo che gli stava innanzi, per quegli occhi neri così dolorosamente rassegnati.
Allungò lentamente la mano sinistra, andando ad accarezzargli delicatamente la guancia pallida, e Roy non disse nulla, guardandolo e aspettando. E beandosi segretamente del calore che quella piccola mano forte emanava, in quel gesto così inconsueto.

- Sei venuto a dirmelo proprio adesso perché temi di non tornare, e non vuoi avere rimpianti, dico bene?

Roy trasalì lievemente; Acciaio aveva colpito nel segno.
Lui, il grande Flame Alchemist, il celebre Eroe di Ishibar, aveva paura.
Perché in questa guerra anche i nemici usavano l’alchimia. E lui non era più il ragazzino di una volta, che non credeva che nelle battaglie si potesse morire per davvero.
E, per di più, questa volta lasciava a casa qualcosa di prezioso, partendo per il fronte.

- Pare che ci abbia azzeccato. - sorrise mestamente Ed, ma il suo sguardo era più duro di prima. - E questo non mi va giù. Sembra quasi che tu ti aspetti di morire, e invece non devi. Tu devi tornare.

Fu come in un istante di illuminazione che Roy capì.
Capì cosa passasse per la testa di quel bizzarro ragazzino.
Capì di aver sbagliato tutto, e di non aver compreso nulla di quello che passava per la sua mente contorta.
Capì cosa doveva fare.
E capì anche perché Ed aveva quello sguardo così duro mentre gli parlava.

- Devi tornare, chiaro? E se non avevi un buon motivo per farlo prima, ora ne hai due ottimi: devi dirmi quello che volevi dirmi oggi, facendolo al tuo ritorno. E non si discute.

Roy annuì lentamente, stringendo un po’ di più le spalle di Ed.
Che strana idea di senso del dovere aveva, quel nanerottolo…

- Va bene. E il secondo motivo?

Ed si irrigidì un istante, e la sua mano scivolò via dal volto del Colonnello.

- Fammi alzare. - ordinò, e Mustang si spostò prontamente.

Il giovane si sollevò da terra, seguito dal suo superiore. E tacque, lo sguardo fisso su un punto indefinito del pavimento.

- E il secondo motivo? - ripeté sommessamente Roy.

Ed levò gli occhi su di lui, deciso.

- Io voglio che tu torni. Per cui non provare a morire per una stupida guerra in cui non credi, capito?!

E l’Alchimista di Fuoco sorrise, sentendosi stupidamente felice.
Alla luce chiarificatrice delle parole di Edward, ora sembrava tutto cristallino, persino quello sguardo così duro.
Perché, dopotutto, era ovvio che quello non fosse altro che il suo modo di difendersi, e di proteggersi dagli altri e da sé stesso, no?
...Il modo migliore che quel marmocchio idiota potesse conoscere per mascherare agli altri le sue debolezze. Come aveva potuto non capirlo?

- In tal caso, direi che ho degli ottimi motivi per tornare, suppongo.

Ed lo guardò avviarsi verso la porta, un po’ imbarazzato. L’aveva detto davvero?
Sospettava da tempo dei sentimenti del suo superiore nei suoi confronti, ma non aveva mai pensato di potergli rivelare seriamente i suoi. Per qualche strano motivo a lui ignoto.

- Allora farò in modo di tornare. Presto. Per non tenerti troppo sulle spine. - scherzò Mustang, facendo una pausa, una mano sulla maniglia e lo sguardo fisso su di essa, e Ed osservò le sue spalle forti e la schiena sollevarsi ed abbassarsi in un sospiro profondo. - Ma tu… aspettami, Edward. - aggiunse, aprendo la porta.

- Può contarci, Colonnello.

E la porta si richiuse dietro di lui.

*

Tornerà. Lo farà.
Me l’ha promesso.
E tornerà.


Fine


Due note per finire
Questa fic è molto importante per me. Giaceva nel mio pc da tempi immemori, è una delle prime che abbia mai scritto, e sicuramente è l'unica che abbia scritto interamente a mano, sul mio fido bloc-notes, durante ore buche a scuola.
È nata da un'immagine che definire RoyEd o EdRoy è impossibile, ma che mi ha ispirata istantaneamente. Alla fine, da storia dura e vagamente angst che era in origine, si è trasformata fino a questo punto. Non so se sono riuscita a mantenere la vena iniziale, anche se ci spero (intanto, ho messo "dark" tra gli avvertimenti, anche se non ne sono molto convinta; quindi, se secondo voi è sbagliato, ditemelo, provvederò a sistemare). Fatemi sapere, ci tengo davvero molto, perché c'è una parte di me, in questa fic.
Infine, non meno importante, l'eventuale epilogo. Questa storia è nata per terminare qui, con quelle tre righe di chiusura, e mi piaceva. Poi, però, dal nulla, un bel giorno è saltato fuori l'epilogo della storia. Per me, l'inserirlo o meno resta un dilemma: ho timore di rovinarla un po'. Se voleste dirmi come la pensate - se è il caso che lo metta o meno - ve ne sarei davvero grata.

Non riesco a rispondere bene come vorrei alle recensioni che avete lasciato per Women, mi spiace. Il tempo è tiranno, ed inoltre, per vari motivi, in questo momento non sarei in grado di scrivere coerentemente neanche una lista della spesa - e infatti ho appunto riciclato una storia che aspettava da tempo nel mio pc -, figuriamo rispondere per bene!
Però, sono davvero grata a quanti hanno commentato, e vorrei chiarire un paio di cose che sono venute fuori nelle recensioni.
In primo luogo, sono lieta che la soluzione delle "l" in corsivo fosse funzionale, grazie^^!
Poi, un'altra cosa che mi ha abbastanza stupita, detta da più persone, e quindi risolvo seduta stante ogni dubbio: la fic non era una Royai. Ma neanche non lo era. Mi spiego: è sì vero che parte dell'attenzione era incentrata anche su legame che lega rispettivamente Lan Fan a Ling e Riza a Roy, ma di che natura siano questi legami, non è una cosa che volessi far trasparire dalla fic: è a libera interpretazione, diciamo, ovvero ci si può tranquillamente vedere il Royai o il Ling/Lan Fan... ma si può anche non farlo, e non ci sono perdite di significato, dato che era originariamente pensata come priva di legami sentimentali di qualsiasi genere tra i personaggi.

Grazie a:
Senboo_ (sono contenta di aver reso bene la somiglianza, dato che sono due personaggi che mi affascinano molto, ci tenevo particolarmente!)
Betta90 (le "l" da mettere in corsivo sono state un incubo: continuava a sfuggirmene qualcuna, ed ad ogni lettura, trovavo una "r" di troppo nelle frasi di Lan Fan o di Ling ç_ç)
Lely1441 (*_* sono contentissima che ti piaccia la caratterizzazione di Lan Fan: è un personaggio del quale non ero molto convinta, perché, per quanto io la adori, non è molto trattata nelle fic, né in realtà nel manga, a ben vedere, motivo per cui è facile andare OOC)
Shatzy (wow, hai fatto una splendida analisi della storia! L'aspetto "materno" di Riza era uno degli aspetti di questo personaggio di cui volevo assolutamente rendere l'idea, e tu mi realizzi, dicendomi che l'ho fatto *_*. Sono contenta che siano IC, e che ti piacciano i personaggi che ho trattato. Torneranno, specie Lan Fan, avevo già buttato giù qualcosa^^)
beat (sono contenta di aver presentato un parallelo tra i personaggi a cui qualcuno non aveva pensato: sono anche queste cose, che mi fanno amare FMA!)
elyxyz (mai visto nessun forum simile. Però, se me ne dai l'indirizzo, ci faccio volentieri un salto, mi piacerebbe leggere una discussione su quest'argomento^^)
Be Mine (vero, si rischia di dimenticare i personaggi femminili, non sia mai! XD Non saprei dirlo con certezza, ma secondo me, come dici tu... "per amore, per lui"... credo che Riza e Lan Fan pensino che valga la pena di fare tanti sforzi. Ma è un parere^^)

Scusate ancora le risposte scarnissime.
Ma, nonostante questo, se vorrete lasciare un commento per questa fic, mi fareste davvero felice: è veramente importante, per me, questa storia. Ci tengo, ne ho bisogno.
Non voglio rubarvi troppo tempo, ma non chiedo un papiro, nient'affatto.
...Però esprimere un breve parere, dai, si può fare, no? *___*
Grazie comunque anche a chi semplicemente leggerà, ed apprezzerà lo stesso.
E, se volete contattarmi, sapete come farlo^^.

Alla prossima^^!

  
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