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Autore: Reeta    08/10/2013    0 recensioni
-Ragazzi, facciamo qualcosa oggi?- domandò Nagisa supplichevole mentre si toglieva il costume. -Potremo vedere un film horror! Che ne dite?- chiese ancora con gli occhi spalancati.
-Non mi interessa.- affermò Haru in tono atono.
-Io devo badare ai miei fratelli oggi, scusa Nagisa.- rispose Makoto con il suo solito tono gentile.
-Mmh... Ma non sarà divertente guardarlo da solo...- mormorò il biondo sospirando.
-Io sarei libero oggi...- bisbigliò Rei mettendosi la borsa in spalla.
-Davvero Rei-chan?!- esclamò Nagisa con gli occhi luccicanti mentre si aggrappava alle spalle di Rei che rischiava di cadere.
Salve spero che la fic vi piaccia, se è così lasciate una recensione:)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardando un film horror




Era una giornata fredda e i quattro ragazzi stavano svolgendo l'ultimo allenamento, di preparazione alla staffetta, della settimana.
-Vai Nagisa!- gridò il castano, al biondo del gruppo che era già entrato in acqua.
-Nagisa-kun, hai di nuovo sbagliato il tempo!- una Gou infuriata si avvicinò alla piscina agitando le braccia e urlando.
-Scusa Gou-chan, ma fa troppo freddo non si riesce a stare neanche in acqua! Solo Haru-chan riesce a stare dentro la piscina.- disse Nagisa giustificandosi, sfoderando i suoi occhi da cucciolo.
-Mi chiamo Kou!! Aah lasciamo perdere, non hai tutti i torti, io direi di interrompere qui l'allenamento di oggi.- disse la ragazza stringendosi nell'uniforme estiva.
Tutti annuirono, compreso Haru anche se un po' riluttante, e si diressero verso gli spogliatoi.
-Ragazzi, facciamo qualcosa oggi?- domandò Nagisa supplichevole mentre si toglieva il costume. -Potremo vedere un film horror! Che ne dite?- chiese ancora con gli occhi spalancati.
-Non mi interessa.- affermò Haru in tono atono.
-Io devo badare ai miei fratelli oggi, scusa Nagisa.- rispose Makoto con il suo solito tono gentile.
-Mmh... Ma non sarà divertente guardarlo da solo...- mormorò il biondo sospirando.
-Io sarei libero oggi...- bisbigliò Rei mettendosi la borsa in spalla.
-Davvero Rei-chan?!- esclamò Nagisa con gli occhi luccicanti mentre si aggrappava alle spalle di Rei che rischiava di cadere.
-Staccati altrimenti ritiro tutto!- gridò Rei. Il biondo si spostò ubbidiente.
-Dove lo guardiamo?- domandò il più basso.
-Oggi i miei genitori non saranno in casa se vuoi possiamo guardarlo da me.- rispose Rei sistemandosi gli occhiali.
-Okay andiamo! A domani Mako-chan, Haru-chan!- annui esuberante Nagisa mentre prendeva la mano del più alto trascinandolo fuori dalla scuola.

Il tragitto verso la casa di Rei fu molto breve e durò solo pochi minuti. 
Appena entrati vennero accolti da un venticello che li fece rabbrividire.
-Poggia pure la borse vicino al divano.- Affermo il padrone di casa facendo lo stesso.
-Okay! Rei-chan la tua casa è così bella!- Esclamò il biondo mettendosi a toccare tutto ciò che li passava tra le mani senza alcuna educazione.
Il più alto sospirò, ormai conosceva bene l'amico e sapeva che arrabbiarsi era inutile. Prese il computer e lo attaccò alla tv facendone apparire la schermata sul grande schermo che illuminò la stanza. Nagisa si sedette sul divano fissando silenzioso l'amico che poggiava il portatile sul tavolino davanti al divano, mentre col mouse apriva un motore di ricerca, poi si voltò e chiesa al compagno:
-Cosa guardiamo?-
-Non ne ho idea non ho mai visto un film horror.- rispose il biondo sorridendo, grattandosi la testa imbarazzato. Rei lo guardò stranito.
-Allora perché hai fatto tutte quelle storie per poterlo vedere?- 
-Perché volevo fare qualcosa di diverso e poi sarebbe stato divertente vederlo insieme a qualcuno.-
-Allora potremmo vederne uno che non faccia troppa paura così non ti spaventerai.- 
Rei mentì facilmente, il film che avrebbero guardato lo aveva già visto in passato all'età di circa undici anni, dopo che i genitori gli avevano proibito di guardarlo. Non ascoltò il loro ordine e guardò lo stesso "The ring" anche se riuscì a vederlo solo per metà perché spense la tv e corse in camera sua lasciando accese tutte le luci della stanza. Inutile dire che non dormì per giorni.
Quindi pensò che avendo già visto il film non si sarebbe spaventato apparendo più forte agli occhi del biondo che si sarebbe spaventato senza ombra di dubbio.
Finalmente era tutto pronto, le luci spente, il film ormai iniziato, un Nagisa eccitato seduto sulla parte destra del divano e al suo fianco un Rei sicuro di se.

•••

Il film continuava ad andare avanti mentre in sottofondo le urla di Nagisa che durante le scene più cruente si avvicinava sempre di più a Rei sino ad aggrapparsi al suo braccio. Tutto procedeva secondo il piano del moro che faceva l'impassibile rimproverando il biondo per il suo essere così infantile.
Verso la fine del film, durante le scene più spaventose, Rei si accorse che il suo piano aveva un piccolo problema. Dato che da bambino si era talmente spaventato da aver smesso di vedere il film, la fine non l'aveva mai vista. Come fece prima Nagisa, si avvicinò sempre di più al biondo che sempre più spaventato si teneva al bracciolo del divano nascondendosi dietro un mare di cuscini.
-Rei-chan... N-non dirmi che hai p-paura...- bisbiglio lentamente il più basso.
-N-no, ma che d-dici pensavo solo che ti stessi s-spaventando e mi sono avvicinato.-
Proprio in quell'istante quando la bambina si mise ad uccidere la maggior parte dei personaggi (o almeno quelli ancora rimasti in vita) e si sentivano solo le urla dei malcapitati, il sole era ormai tramontato e la flebile luce del televisore era l'unica che illuminava i loro volti mentre, quasi senza accorgersene i due ragazzi si erano abbracciati e nessuno dei due saprebbe dire chi fosse stato il primo ad avvinghiarsi all'altro.
BZZZZ
Un black-out. Tutta la casa ora era effettivamente buia.
-R-Rei-chan! Che succede?- gracchiò il più basso stringendosi di più all'amico. 
-Credo sia s-stato un black-out...- bisbigliò il moro non sciogliendo l'abbraccio del biondo.
-Dovrei controllare l-la centralina.- continuò cercando di alzarsi senza cadere, Nagisa che era diventata un peso morto da quanto si era stretto a lui.
-Non lasciarmi Rei-chan!- esclamò con un singhiozzo nella voce. 
-Allora andiamoci insieme okay?- tentò di convincerlo mentre si sistemò gli occhiali nell'oscurità.
-Okay...- rispose solamente.
Si alzarono, sempre abbracciati, cercando di camminare senza inciampare. Sarà stata la loro impressione ma il vento, qualunque rumore gli ricordavano le scene del film. Si avvicinarono alla porta dello scantinato quando una porta nella casa sbattè facendoli urlare.
-AAAH!! Rei-chan!! Cos'è stato?!- singhiozzo Nagisa.
-S-sarà stato il vento, s-si certo il vento avrà fatto sbattere la porta, non c'è soluzione più logica!- disse cercando un appiglio a cui aggrapparsi.
-Non mentire, non ci credi nemmeno tu!- sbottò il più basso. -Lo so che come me pensi che sia stata la bambina che ci vuole uccidere!!- Affermò ormai in lacrime.
Rei non ribatté, cosa alquanto strana che confermò l'affermazione di Nagisa, deglutì soltanto.
Si sentivano dei passi. Un rumore di passi, tanti passi che percorrevano la casa, porte che sbattevano e gridolini che entrambi sapevano non essere i loro. Erano pietrificati non avevano il coraggio di girarsi e aprire la porta.
-AAAH!!-
Un grido, più grande di tutti gli altri risuonò in tutta la casa.
-Cos'è stato?!- Nagisa si avvinghiò ancora di più a Rei che spaventato quanto l'altro non lo fece scostare.
-Non lo so, m-ma qualcosa si sta avvicinando.- balbetto Rei con la voce spaventata.
Il rumore dei passi si fece più forte e un flebile luce gialla gli avvolse...
-AAAAAAAAAHH!!!- gridarono all'unisono, Nagisa ormai in braccio al più alto chiuse gli occhi e nascose la testa nell'incavo tra il collo e la spalla, la stessa cosa fece l'altro.
-Hey ragazzi.- una voce atona gli fece aprire gli occhi e guardare attraverso la luce.
Un Haru impassibile con in mano una torcia e un Makoto, dietro le spalle del corvino, visibilmente spaventato con gli occhi lucidi che tremava.
-Haru-chan, Mako-chan!- gli occhi di Nagisa che tornavano a riempirsi di lacrime.
-Makoto senpai! Haruka senpai!- disse Rei sollevato.
Sciolsero l'abbraccio e corsero verso di loro aggrappandosi alle loro braccia.
Haru, dopo qualche secondo gli scostò, si fece dire dove si trovava la centralina e fece tornare la luce in quella casa, solo qualche momento prima circondata da un'atmosfera spaventosa ora invece normale.
Tutto sollevati tornarono in salotto e spiegarono tutto l'accaduto.
-Stavamo guardando il film dell'orrore, poi il black-out, la porta, le urla...- Nagisa non riusciva a formare una frase compiuta.
Rei lo scostò e prese la parola raccontando tutto ad Haruka e Makoto.
-...e poi abbiamo sentitole porte che sbattevano, delle urla e ci siamo spaventati più di quanto non lo eravamo già.- finì la spiegazione sistemandosi gli occhiali più per coprire l'imbarazzo che il ricordo di Nagisa in braccio a lui aveva provocato.
-Posso spiegarvi.- Makoto parlò per la prima volta. -I miei genitori sono tornati prima e dato che non dovevo più badare ai miei fratelli sono andato a casa di Haru, (omettendo il fatto di averlo trovato, ovviamente, ammollo nella vasca) e poi siamo venuti da voi. Abbiamo suonato un paio di volte ma nessuno rispondeva, sentendo gridolini siamo entrati, abbiamo visto che le luci non si accendevano, così abbiamo preso una torcia trovata sopra un mobile e siamo entrati in salotto, sentendo dei rumori mi, mi sono spaventato e ho... Emh, urlato. Abbiamo attraversato la stanza e vi abbiamo trovati.-
Dopo aver ascoltato la spiegazione, tutta l'ansia spari dai ragazzi che si sentirono subito meglio. Stettero in silenzio per qualche secondo, come per poter percepire tutte le informazioni.
-Promettetemi che non mi farete guardare più un film del genere!!- Disse Nagisa rompendo il silenzio, gli occhi ancora lucidi per le lacrime e le gote rosse per l'imbarazzo e l'emozione.
La giornata terminò con una risata generale e anche Haru si fece scappare un sorriso di fronte all'infantilità che l'amico si portava dietro sin dalle elementari.
 
  
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