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Autore: Katniss_Lovegood    08/10/2013    0 recensioni
Emily, un'adolescente amante della natura e della libertà, chiusa in una gabbia creata dal mondo che la circonda, trova un ragazzo che la libererà, e le farà capire che per essere liberi non bisogna per forza essere soli. La loro storia complicata sarà devastata da un omicidio, e un inganno proverà a separarli.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi volto: il lontananza, vicino alla casa, vedo Eleanor che ride di gusto. Non riesco a capire, è contenta della morte di suo padre? È davvero così crudele da ridere?
Arriva Ed di corsa non appena sente l'esplosione, e si ferma accanto a sua sorella, e guarda preoccupato nella mia direzione, poi guarda Eleanor, che ha smesso di ridere ed ora le scendono le lacrime.
«Quella troietta, io lo sapevo!» urla Eleanor puntandomi il dito contro.
Brava attrice, penso.
Ed la abbraccia e la porta dentro, io non riesco a muovermi, sono scioccata, le lacrime scendono sul mio volto e mi bruciano le guance.
Dopo qualche minuto Ed è davanti a me, mi urla contro da un metro di distanza, io non capisco niente, sono ancora sotto shock.
«Sei una strega! Perché lo hai fatto?!»
«Tu credi veramente a tua sorella? Stava ridendo! È stata lei! Voleva incastrarmi! Mi odia!»
«E fa bene! Vattene!»
Ora sto singhiozzando, Ed ha gli occhi gonfi di lacrime e punta il dito verso l'uscita, non posso far altro che andarmene.

Mentre torno a casa vedo già due macchine dei carabinieri salire verso casa di Ed.
Quando entro in casa mia nonna mi abbraccia forte, evidentemente sa quello che è successo.
«Non credo che sia stata tu, davvero»
«Sembra che tu sia l'unica» dico mentre mi scende una lacrima.

Mi faccio una doccia perché sono sporca di cenere, poi vado sotto al mio ciliegio con un libro, come quando ero sola, come d'altronde sono adesso.

Mia nonna mi scuote, apro gli occhi lentamente e mi metto seduta. Mi sono addormentata sotto all'albero.
«Ci sono degli agenti che vogliono parlare con te» dice con voce ferma. Mi alzo in piedi e mi strofino gli occhi, e due agenti vengono condotti in giardino.
«Salve signorina, vorremmo farle qualche domanda riguardo all'accaduto»
«Sono accusata di qualcosa?»
«Per adesso lei è solo una testimone, stiamo cercando di capire se l'esplosione è stata organizzata o è stato solo un malfunzionamento del macchinario. Lei era vicina alla vittima al momento dell'esplosione, giusto? Racconti nel dettaglio cosa è successo»
«Sono andata a trovare Ed, il figlio della vittima. Sua sorella Eleanor, a cui sto abbastanza antipatica, mi ha detto di andare a salutare suo padre, che stava aggiustando un macchinario in mezzo al campo. Mentre mi avvicinavo c'è stata l'esplosione. Sono stata sbalzata all'indietro, ho avuto paura. Quando mi sono rialzata ho visto Eleanor che rideva di gusto, poi appena è arrivato suo fratello si è fatta seria e ha iniziato a piangere e ad accusarmi. Lui ha creduto a lei, poi me ne sono andata».
Abbasso il capo, non voglio che nessuno veda i miei occhi lucidi.
«Lei e il ragazzo che tipo di rapporto avevate?»
«Stavamo insieme»
«Capisco. Perciò la ragazza avrebbe secondo te manomesso il macchinario per incastrarti?»
«Non vorrei fare accuse, ma penso che sia andata così»
«Interessante. Per adesso è tutto, si tenga a disposizione per un eventuale interrogatorio, ora andremo a sentire la versione dei due fratelli. Arrivederci signorina»
Mi tende la mano destra e la stringo, poi vedo i due agenti allontanarsi e andare verso la casa di Ed.

Passa un'oretta scarsa, e sento bussare alla porta.
Vado ad aprire e trovo gli agenti con una faccia addolorata, seguiti da Ed, che tiene lo sguardo basso.
Faccio segno di accomodarsi sul divano e si siedono senza esitare, saranno esausti.
«Abbiamo motivo di credere che l'esplosione sia stata causata da una manomissione del macchinario causata dalla signorina Eleanor» comincia l'agente con cui ho parlato prima.
«Siamo entrati in casa, abbiamo ascoltato la versione di Ed, che include lei come colpevole, e quando è stato il turno di Eleanor... Beh, non era nella sua stanza. Non era in casa».
Lo guardo sbalordita.
«Quindi... È scappata?».
Ed è stato tutto il tempo a testa bassa, non sembra più lo stesso.
L'agente mi guarda.
«Si».
  
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