Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: DarknessIBecame    08/10/2013    3 recensioni
"Non sapeva neanche più perché fosse lì, ma ricordava di non esserci andato di sua spontanea volontà. Più di una persona intorno a lui l’aveva spinto dentro quell’ufficietto pensando che con una semplice chiacchierata potesse lavarsi dagli occhi e dalle membra ciò che aveva visto da quando il suo amico era stato trasformato in un lupo mannaro.
Aveva comunque un limite anche lui e non gli andava più di essere guardato con occhi pietosi e spinto verso un aiuto che non sarebbe mai arrivato. Tanto valeva togliersi il dente e non pensarci più."
Missing thoughts della 2x11
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Sapeva che quando si sta annegando, non si inspira fino ad un momento prima di perdere i sensi? E’ chiamato “apnea volontaria”. Non importa quanto tu sia spaventato, l’istinto di non ingerire acqua è così forte che non ti fa aprire la bocca fin quando non senti che ti sta per esplodere la testa. Quando poi la lasci entrare, in quel momento non fa più male. Non fa più paura, è…alla fine ti senti sollevato.-

Nella sua testa, frammenti di parole ed immagini si mischiavano alla velocità della luce.
Era un problema che aveva riscontrato fin da piccolo, per questo non era capace di concentrarsi troppo su un solo argomento. Il suo corpo era in costante movimento, sempre spinto in avanti, sempre occupato in qualcosa che lui ormai neanche calcolava più.
Qualcuno lo avrebbe definito nervoso, ma non lo era.
Semplicemente non riusciva a star fermo.
C’era così tanto da capire, esplorare e scoprire, perché doveva starsene seduto lì, a ripescare memorie di giorni che sperava fossero dietro di sé?
Anche la speranza aveva vita corta, se ti chiamavi “Stiles” Stilinski.
Impossibile sperare quando già il momento in cui stavi sperando era passato, per la tua mente.
Non gli piaceva mettere alla gogna nessuno, aveva sempre una buona parola per tutti e sperava anche nonostante le nozioni che gli erano state impartite e quelle che si era impartito durante gli anni, perché gli sembrava giusto che una persona buona lo facesse: sperava che tutto andasse bene per gli altri, che tutto si sistemasse e che alla fine chi era nel giusto potesse vincere.
Lo sperava anche se una vocina nella sua testa gli ricordava costantemente che era giù finita, che tutto sarebbe andato solo per il peggio, che non c’era più speranza perché lui non era abbastanza forte da aiutare, da risolvere, da evitare che il peggio accadesse.
Si addossava tante colpe che non erano sue e sì, aveva pensato più volte che se quell’apnea volontaria fosse finita, lui si sarebbe sentito sollevato.
Che se avesse smesso di aggrapparsi così forte alla realtà che lo circondava, la testa non gli sarebbe scoppiata e dopo ci sarebbe stata solo la pace.

-Perché non torniamo a parlare di te? Stiles?-

Una parola, parlare di sé.
Non gli era mai venuto bene, non veramente.
Non fino infondo.
’era vergogna, quando parlava di sé con serietà. C’era di nuovo senso di colpa e desiderio di nascondere i suoi tormenti più intimi, proprio per evitare di venire indicato come guastafeste, come quello che rovinava tutto anche quando dava il massimo.
Per questo non era bravo a parlare di sé.
Quando lo faceva, era sempre con estrema ironia o con una sincerità disarmante su argomenti che sul serio, non sarebbero dovuti essere toccati. Lo faceva apposta ed aveva cominciato anche a trarne un po’ di gusto, perché risolveva due problemi così: allontanava chi ficcanasava troppo e distoglieva l’attenzione di chi non si sarebbe mai allontanato.
Poi c’erano quelli come Scott, anzi, c’era solo Scott che lo capiva e lo rispettava nel silenzio, perché il loro legame andava molto al di là del convenzionale. Non c’era stato segreto tenuto, quando ancora un piccolo Stiles riusciva a parlare senza filtri e senza vergognarsi di avere emozioni più profonde di quanto un ragazzo della sua età potesse dimostrare.
Ma ora non si sentiva più così.
Si sentiva un emarginato in se stesso, quindi come poteva parlare di sé?

-Sto bene. A parte l’insonnia, l’ansia, la continua, opprimente sensazione che stia per accadere qualcosa di orribile.-

Ecco che di nuovo tirava fuori qualcosa di estremamente sincero, avvolgendolo ben stretto in ironia e veleno, senza preoccuparsi di quello che la donna di fronte a lui avrebbe potuto pensare, se solo si fosse fermata a guardare dietro la scorza che tentava di respingerla, di respingere ogni singola domanda o consiglio proveniente proprio dalla consulente.
Non sapeva neanche più perché fosse lì, ma ricordava di non esserci andato di sua spontanea volontà. Più di una persona intorno a lui l’aveva spinto dentro quell’ufficietto pensando che con una semplice chiacchierata potesse lavarsi dagli occhi e dalle membra ciò che aveva visto da quando il suo amico era stato trasformato in un lupo mannaro.
Aveva comunque un limite anche lui e non gli andava più di essere guardato con occhi pietosi e spinto verso un aiuto che non sarebbe mai arrivato. Tanto valeva togliersi il dente e non pensarci più.

-Si chiama “ipervigilanza”. La costante sensazione di sentirsi sempre minacciati.-

-Ma non è solo la sensazione, è…è come un attacco di panico. Come se non riuscissi a respirare.-

-Come se stessi affogando?-

-Sì…-

Lui non si sentiva semplicemente minacciato. Lo era.
Tornando indietro a quella seduta, nell’ufficio minuscolo, prima della magnifica esibizione sul campo da gioco e prima ancora che venisse rapito e picchiato per aver tentato di aiutare qualcuno – tutti i lupi avevano la tendenza a finire col chiedere aiuto a lui, volente o nolente. Che distorto senso dell’umorismo era questo? -, ripensò al fatto che se lo era sentito nelle ossa, che sarebbe accaduto qualcosa di irreparabile. Sapeva che si stava per rompere qualcosa al suo interno, ma la sua mente velocissima non sapeva dirgli se sarebbe stato in grado di ripararsi. E quindi si sentiva sempre affogare, soffocato dai pensieri e dalle paure, dalle congetture di scenari apocalittici e dal suo stesso isterismo. Dal suo carattere forte quanto inutile nella situazione in cui si era cacciato.
Eppure come non tentare di resistere?
Eppure, come non tentare di lasciarsi andare?
La dualità del suo essere cominciava a dargli sui nervi, non sapeva quanto e se avrebbe retto ancora, ma per un po’ poteva provarci, il tempo di rimanere solo.

-E allora se stai affogando, cercando di tenere la bocca chiusa fino a quell’ultimo secondo…se tu scegliessi di non aprire la bocca? Di non far entrare l’acqua?-

-Lo farei comunque. E’ un riflesso istintivo.-

-Ah. Se trattenessi il respiro fino all’arrivo di quel riflesso? Avresti più tempo.-

-Non molto.-

-Abbastanza per tornare in superficie.-

-Immagino sia così.-

-Abbastanza da essere tratto in salvo.-

Doveva dargliene atto, la consulente vedeva più in là del suo naso carino. Che l’avesse visto nei suoi occhi o che l’avesse dedotto dal tono della voce, insieme all’incuranza con cui aveva piazzato le parole una dietro l’altra, senza vera convinzione, non gli era dato di sapere.
Ma dopotutto continuava a chiedergli di lottare, di rimanere aggrappato a qualcosa che fosse più di un riflesso istintivo. Gli stava chiedendo di lasciarsi andare ad un movimento volontario. Gli chiedeva di sopravvivere e gli chiedeva di aspettare che qualcuno lo portasse in salvo.
Ma se non c’era speranza per lui, come aveva già appurato tempo prima, a che serviva rimanere in apnea, con gli occhi aperti? Magari aprendo la bocca, ingoiando più acqua possibile, poteva anche permettersi di prosciugare quella che altrimenti avrebbe affogato qualcuno che stava trattenendo il respiro proprio accanto a lui.
Doveva solo crederci.
Se ci credeva, poteva fare tutto, così gli avevano detto.

-O più tempo per provare un dolore inimmaginabile. Ha dimenticato la parte in cui ti sembra che la testa stia per esplodere?-

-Se si tratta di sopravvivere, non vale la pena di soffrire un po’?-

-E se invece peggiorasse? Se fosse un dolore inimmaginabile ora e puro inferno, dopo?-

-Pensa a quel che disse una volta Winston Churchill. “Se stai passando per l’Inferno…non ti fermare.”-

Stava cercando di combatterla. Di combattere quella flebile speranza che la donna cercava di instillare nel suo essere, quando le lacrime si facevano sentire e minacciavano di mandare all’aria il castello di carte che si era costruito davanti.
Voleva controbattere, battuta per battuta; voleva farle vedere che non credeva, non davvero. Non sperava, non fino in fondo. Non quando c’era di mezzo se stesso.
Non respirava, sì, ma probabilmente prima o poi avrebbe fatto qualcosa di stupido, come prendere una bella boccata d’aria e mandarla giù fino ai polmoni, fino alla testa, fino ai pensieri che si accavallavano ancora e ancora, rendendogli già l’agonia più simile ad un inferno.
Fuoco e altro fuoco se avesse continuato a camminare nell’Inferno da lei descritto, gli avrebbe fatto solo desiderare più ardentemente l’acqua per placare il suo dolore.

Nella sua testa, frammenti di parole ed immagini si mischiavano alla velocità della luce.
“Stiles” Stilinski voleva solo smettere di pensare, che fosse alla velocità della luce o meno.
Aspettava solo di poter fare la cosa stupida che ci si aspettava da lui e smetterla di trattenere il respiro, camminando in punta di piedi per non farsi sentire.


Bene….uhm, ecco. Novellina di questo fandom. Quindi non mi linciate, pretty please?
Non so cosa sia venuto fuori qui, ma visto che mi sono avvicinata da poco a Teen Wolf e sono arrivata oggi al finale della seconda stagione, non potevo che soffermarmi sulla splendida scena con cui inizia la 2x11.
Un mio tentativo di sezionare al momento la testa di Stiles, perché non riuscivo a farne a meno.
Spero di non attirarmi l’odio di nessuno, non so se sono IC ma ci ho sperato.
Let me know.

Dark/Vevve

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: DarknessIBecame