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Autore: All we do is run    09/10/2013    1 recensioni
Fiction a quattro mani scritta insieme ad akima.
Grazie akima! ^_^
"La vendetta corrode l'anima.
È come una cicatrice che rimarrà impressa sulla carne per l'eternità, e che ad ogni respiro espelle piccole gocce di sangue vermiglio."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kurapika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vendetta corrode l'anima.
È come una cicatrice che rimarrà impressa sulla carne per l'eternità, e che ad ogni respiro espelle piccole gocce di sangue vermiglio.
È come un fiore appassito.
È come le fiamme dell'Inferno, dove i dannati sconteranno la loro pena per l'eternità, senza la minima possibilità di salvezza o redenzione.
È come l'odore di morte rimasto impresso nelle narici di un superstite.
È come un oceano, un immenso oceano scarlatto, in cui annegare giorno dopo giorno, senza possibilità che qualcuno o qualcosa venga a salvarti.
È un dolore accecante e persistente, atroce e crudele, profondo e senza fine.
È la conseguenza di un qualcosa di malvagio, che fa scattare in me la rabbia e l'ira.
Ancora prima che me ne rendessi conto le mie mani si erano già tinte del sangue del peccato, più rosso che mai, e adesso sono certo di una cosa: se l'Inferno esistesse veramente io brucerei per l'eternità nelle fiamme dell'odio e dello sdegno, dell'ira e della colpa, senza possibilità di uscita.
Se Dio esistesse veramente di sicuro non salverebbe uno come me.
Perché sono peccatore, perché ho ucciso, anche se a me è sembrata la cosa giusta, porre fine ad un'esistenza non è mai la soluzione migliore, ma se questa avesse commesso un peccato allora lo sarebbe.
E io sarei il giustiziere, colui che porta morte e sventura agli sciagurati peccatori, che malati e avidi di potere hanno posto fine a vite che ancora stavano crescendo.

La voce di Pyro rimbomba ancora nella mia testa, le sue parole incise a ferro e sangue nella mia memoria, e l'immagine che mi si parò davanti quando tornai dal mio amatissimo clan, dopo essere andato nel mondo esterno, è ancora vivida nella mia mente, come un foto fresca di stampa.
La vendetta è compito che spetta solo a me, solo all'ultimo sopravvissuto, solo all'unico in grado di portare sulle spalle questo macigno.
E svegliarsi tutte le notti con il fiatone, con il cuore che palpita all'impazzata, con il sudore freddo sulla pelle e con gli occhi scarlatti, tremando, con il corpo scosso da brividi e spasmi incontrollabili.
E alzarsi dal letto tutte le notti e correre in bagno a vomitare l'anima, per poi mettere la testa sotto l'acqua gelida e sperare di congelare quelle sensazioni di impotenza, sentire che le gambe non mi reggono più e cadere in ginocchio e sperare che l'oblio mi avvolga una volta per tutte.
E squarciare le tenerbe tutte le notti urlando, creando delle crepe nel cuore che fanno penetrare ancora di più il dolore, riempiendo il silenzio oppressivo dell'oscurità con rabbia e dolore muti.
E calmarsi tutte le notti nel sentire le mani di Leorio sulle spalle a cercare di placare il mio tremore, le parole dolci e rassicuranti di Gon, che nonostante la paura, cercano di calmarmi, sentire le fredde mani di Killua a contatto con la mia fronte bollente e il suo immediato scatto verso la cucina per prendere un panno freddo da poggiarmi sulla faccia.
Leorio, Gon, Killua... grazie.
Grazie di tutto.
Da quando vi ho conosciuto la ferita che ho nel cuore si è un po' richiusa.
Ma purtroppo so, che alcune ferite non si rimarginano mai completamente.
Restano sempre li, ferme ed immobili a ricordarti che, si, loro esistono e ci sono ancora.
E per sempre ci saranno a macchiarti la pelle e la mente con tutto il dolore che si tengono inconsciamente appresso.

 

  
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