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Autore: L_Fy    04/04/2008    23 recensioni
Una ragazza nuova e i due fratelli più contesi della scuola: Verena, Teo e Dieci. Cos’altro se non il classico triangolo? Ma non dimentichiamo Oleana, la nuova, frizzante amica di Verena: quindi, un insolito rettangolo. E il cattivo di turno, Scaturro il Terribile, non lo consideriamo come vertice? Vediamo, così dovrebbe essere un pentagono: ma se ci aggiungiamo anche una pseudo-fidanzata pseudo-aristocratica, una madre finlandese, un cane formato roditore, un diario segreto e un bel po’ di fantasia, che figura geometrica salta fuori? Forse una così articolata che può calzarle un solo nome: adolescenza!!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Recensione di Dance, fatta il 04/04/2008 - 04:36AM sul capitolo 25: Capitolo 24 : Grazie lo stesso - Firmata

Capitolo 24 : Christmas tale (parte 1)

 

“Ecco, questo è l’ultimo.” sentenziò Enrico Ferri posando a terra uno scatolone e tirando un energico sospiro di sollievo; le sue guance erano più rosse e rotonde che mai e con addosso la sciarpa colorata e la giacca a vento rossa sullo sfondo innevato del giardino sembrava in tutto e per tutto uno gnomo natalizio.

“Grazie, amorre” tubò Tellu con un sorriso grato “Lukka, prendillo tu. Ci sonno le ultime kosse per l’albero di Natalle.”

“Non posso” rispose Dieci con aria avvocatizia senza schiodare il naso da dentro il frigo “L’albero è appannaggio di Teo.”

“Allorra, mettiti a inkartarre i regalli per zio Timo, zio Aarto e zia Virpi.”

“I regali sono appannaggio di Marco.” rispose Dieci imperterrito.

Tellu si decise a spazientirsi.

“E appannaggio tuo koss’è? Svuotarre il friggo primma di cenna?”

“Sarebbe davvero un ottimo appannaggio.” approvò garbatamente il figlio lanciandole uno dei suoi famosi sorrisi storti.

“Non provarre ad abbindollarmi” lo rimproverò Tellu, ma era già notevolmente ammansita “Se te ne devvi starre lì senza farre niente komme una savusilakka, almenno porta Ottello a farre un girro.”

“Lo farei, ma il vialetto è appena stato occupato dalla macchina di Marco.”

“E hai paurra di non passarci kon il kanne? Ti rikkordo ke Ottello non è esattamente un Pastorre Maremmanno.”

“No, è che Marco è di ritorno dalla spesa. Altre borse da scarrozzare, mi sa…”

Come evocato dal fratello, Marco entrò dalla cucina battendo i piedi per liberarli dalla neve, carico di borse della Coop come un moderno Babbo Natale.

“Ciao gente.” disse laconico mentre un cappello multicolor sbucava alle sue spalle.

“Hyvaa joulua*  a tutti!” trillò una piacevole voce da sotto il cappello, entrando in casa sulla scia di Marco.

Il viso corrucciato di Tellu si stese in un sorriso.

“Moikka**, Oleanna, entra purre!”

*          *          *

Oleana Odescalchi ramo Riccobono era diventata la ragazza fissa di Marco Ferri dopo un bizzarro episodio conclusosi con una precipitosa fuga al pronto soccorso. A quanto pareva, una sera la ragazza per qualche oscuro motivo era sgattaiolata in casa Ferri e si era chiusa dentro il ripostiglio delle scope, nuda come il sedere di un babbuino e con solo una boccetta di profumo a farle compagnia; sfortunatamente ignorava il fatto che la porta dello sgabuzzino non si aprisse dall’interno e che la stanza fosse fuori dalla portata di orecchio della zona notte. Così la ragazza era stata ritrovata la mattina dopo semiassiderata ed era stata portata di corsa al pronto soccorso, avvolta in un plaid e col naso che colava muco come le cascate del Niagara. Il risultato di quell’eccentrico avvenimento era stato un tremendo raffreddore e la nascita di una tenera amicizia tra Marco e Oleana. Beh, forse però tenera amicizia non era il temine che Tellu avrebbe usato per descrivere la relazione tra quei due.

In realtà, Marco e Oleana scopavano come ricci, a qualsiasi ora del giorno e della notte, con una lena instancabile degna dei migliori atleti olimpici. Tellu, nonostante la tanto esibita apertura mentale nordica, era rimasta anche lei doverosamente impressionata dalla tempra fisica dimostrata dal figlio e da quella ragazzetta dalla faccia da volpe (almeno a giudicare dai rumori notturni, diurni e serali che accompagnavano le sue visite). Dopo velate sollecitazioni da parte di Enrico (“Se non vi decidete a fare meno casino vi sbatto fuori di casa, chiaro?!?!”)  Marco aveva insonorizzato la sua camera da letto e da quel giorno la pace aveva regnato sovrana in casa Ferri. A Tellu Oleana piaceva molto, ma con le dovute riserve: era una ragazza graziosa, sempre allegra, intelligente, a modo suo. E poi era così evidentemente innamorata di Marco che, da madre, non poteva sperare in niente di meglio. Certo, c’era il trascurabile particolare che la ragazza fosse completamente pazza e priva di qualsiasi senso morale, ma insomma… nessuno è perfetto, no?

*          *          *

“Allora, ki porta Ottello a farre un girro?”

“Io no” rispose immediatamente Dieci saltando a sedere sul bancone della cucina “L’ultima volta mi guardavano tutti male e solo alla fine del giro ho capito che avevo usato come guinzaglio il set di torture sadomaso di Marco.”

“Me l’hai anche rovinato.” specificò il fratello maggiore infilando anche lui la testa nel frigo senza fare una piega.

“E che ne sapevo io? Era una cosuccia carina, con i lacci di seta… poi era di colore rosso, molto natalizio. Stava bene, no?”

“Certo. Comunque se mi dovesse servire un set sadomaso mentre il mio è in riparazione mi darai il tuo in prestito.”

“Perché, ho anche io un set sadomaso?” chiese Dieci, genuinamente sorpreso.

“Dovresti chiederlo alla tua ragazza” rispose Marco con un sogghigno perverso “Magari lei lo usa.”

“Mariacarla!” tuonò Dieci con voce rombante “Abbiamo un set sadomaso e io non ne so niente?”

Oleana, Marco e Tellu risero, più per l’idea di Mariacarla alle prese con un set sadomaso che per la battuta in sé. Nel mentre Mariacarla arrivò in cucina dal salotto, leggiadra, elegantissima e con l’espressione leggermente attonita che la caratterizzava.

“Cosa succede?” chiese con la sua bella voce afona guardandosi intorno vagamente ansiosa: da quando Oleana era diventata la ragazza di Marco, il livello di volgarità dei discorsi in famiglia aveva subito un brusco tracollo verticale e spesso Mariacarla doveva mascherare il suo imbarazzo per non sembrare una puritana snob.

“Niente.” disse infatti Dieci: spiegare certe battute a Mariacarla avrebbe comportato un inutile spreco di tempo, tanto lei non avrebbe comunque apprezzato.

In compenso, allungò una mano e attirò a sé la ragazza, baciandola con leggerezza sulla bocca davanti a tutti. Mariacarla arrossì, metà di gioia e metà di imbarazzo: ancora non si era abituata alle effusioni pubbliche di Dieci. Non che fossero plateali come quelle di Marco e Oleana (nessuno era più plateale di loro, nemmeno John Holmes e Cicciolina), anzi erano fin caste. Naturali. Sincere.

*          *          *

flashback

“Credo di doverti spiegare…” disse Mariacarla arrovellandosi le mani: il suo bel viso era color ricotta, nonostante lo spesso strato di trucco firmato Chanel.

Non aveva capito molto di quello che era successo: Teo le aveva fatto una telefonata delirante in cui si prostrava in scuse e diceva che non aveva fatto apposta (a fare che?, aveva continuato a domandare lei, ma Teo proprio non l’aveva ascoltata); aveva macinato un gran casino di parole tra le quali Mariacarla aveva captato i nomi di Scaturro e Verena, e quando Dieci le aveva mandato il perentorio messaggio “devo vederti” a Mariacarla era crollato il mondo addosso. In fondo non aveva fatto niente di male, lo sapeva bene, ma lo stesso era conscia di aver agito di nascosto da Dieci e se qualcuno avesse messo in giro certe voci… “Qualcuno tipo quella serpe vestita di gomma di Verena” aveva malignato, ma subito aveva scacciato quel pensiero stupido, perché Verena le aveva detto che non avrebbe parlato, e lei doveva fidarsi di Verena. In fondo, faceva volontariato e poi era la ragazza di Teo…

Lo stesso quando Luca era arrivato e aveva alzato su di lei i suoi seri occhi celesti, Mariacarla si era sentita morire.

“Credo di doverti spiegare…”

Ma Dieci, lasciandola di stucco dalla sorpresa, l’aveva abbracciata con una dolcezza e una tenerezza assolutamente insolite per un tipo refrattario come lui che le avevano sciolto il cuore di struggimento.

“No” aveva detto lui con voce ferma e stranamente felice “Non c’è bisogno. Quello che c’è da sapere è che io mi fido di te, Mariacarla.”

“Cosa…?”

“Per un attimo ho avuto paura di perderti” aveva continuato lui con la bocca contro i suoi capelli, cullandola dolcemente “Per un attimo mi sono visto senza te… è una cosa che non voglio che succeda. Mariacarla, io ti amo.”

Era la prima volta che glielo diceva. Lei si era sentita così felice e così sollevata che non aveva potuto fare a meno di piangere. Si erano baciati e abbracciati ed era stato come ritrovarsi dopo un viaggio infinito. Da quel giorno Dieci aveva assunto un atteggiamento diverso nei suoi confronti: non solo più affettuoso, ma come dire… più rispettoso. Dopo un bel po’ di tempo, Mariacarla aveva azzardato una domanda, timidamente.

“Perché…? Che è successo quel giorno?”

Dieci si era limitato ad accarezzarle i capelli e a sorriderle enigmaticamente.

“Ho solo parlato con un’amica.”

*          *          *

“Insomma, kui kualkunno devve portarre fuorri il kanne, altrimenti vomiterrà ankorra sul parké, e nessunno di noi vuolle ke kuesto succedda, verro?”

“Uffa mamma” brontolò Marco chiudendo il frigo e andando a sedersi sul bancone di fianco a Luca “Perché non fai arrosto quel dannato topocane così ce lo leviamo di torno?”

“Non ci sfamerebbe nemmeno una sardina anoressica.” fece presente Oleana accoccolandosi tra le gambe di Marco.

“Ragazzi ci sonno un sakko di seddie in kuesta kassa, mi spiegatte perkè voi siette sempre sedutti sui tavvoli?”

“Siamo troppo alti per abbassarci fino alle tue sedie modello capanna dei sette nani.” spiegò Dieci riflessivo.

“Dai mammina non ti arrabbiare” disse una voce proveniente dal salotto “Se serve per evitarti il Valium ce lo porto io il cane a passeggio, va bene?”

Teo Ferri arrivò in cucina e ovviamente, la prima cosa che fece fu ficcare la testa nel frigo in cerca di cibo: poi, masticando alacremente qualcosa di grigiastro dall’aria inevitabilmente scandinava, si andò a sedere sull’ultimo angolino vuoto del bancone della cucina.

“Mi spieghi dove diavolo la metti tutta la roba che mangi?” si lamentò Oleana fissandolo invidiosa “Sei sempre dietro ruminare come un bovino e non metti su un solo maledetto etto!”

Teo rispose facendo spallucce mentre Tellu lo scrutava accigliata con quel misto di orgoglio e preoccupazione che caratterizza tutte le mamme. Negli ultimi mesi il figlio minore era un po’ cambiato: portava sempre camicie assurde e spumeggianti, ma chissà perché sembravano meno vistose del solito. Era sempre biondo, bellissimo e magro come un chiodo ma in qualche modo non sembrava più un canarino sgambettante; i suoi movimenti si erano fatti leggermente più lenti, affannosi, come se gli pesasse fare tutto. Il suo sorriso, solare e intramontabile, ora era più raro e stranamente fragile, come il sole che sbuca a tratti da un cielo nuvoloso. Era sempre Teo, capelli al Napalm e pantaloni epidermici, ma sembrava anche qualcosa di diverso, come se fosse… triste.

Inutile negarlo, pensò Tellu con una stretta al petto, Teo aveva evidentemente il cuore spezzato.

Era terribile non potere fare niente: da mamma, l’avrebbe consolato, se Teo si fosse confidato con lei, ma lui non aveva scucito una sola parola, mai; non poteva nemmeno dirgli di mangiare di più perché effettivamente Teo mangiava già come un reggimento di bersaglieri. Ma anche se mangiava e rideva e si metteva le sue assurde camicie, lo stesso non sembrava più Teo ed era sempre triste.

“Teo, maledizione!” tuonò Enrico, il quale a sua volta aveva notato che la magrezza del figlio aveva ormai raggiunto quella di un biafrano autoctono “Ti devi trovare una ragazza che ti rimpolpi le ossa, chiaro?”

Ci fu un attimo di imbarazzato silenzio prima che Teo ricominciasse a masticare, Oleana a canticchiare e Otello a waffeggiare, ignaro: non era un bene in quella casa parlare di Teo e le ragazze. Parlare di ragazze portava inevitabilmente a pensare a Verena Bassi dalla Clava e Teo non parlava mai di lei. Anzi, l’argomento era stato silenziosamente bollato come tabù all’unanimità visto che Teo, come si faceva il nome di Verena, prendeva su e se ne usciva dalla stanza. Dovunque fosse, qualsiasi cosa stesse facendo, alla erre di Verena era già uscito.

“A Teo le ragazze non interessano” buttò lì Dieci scambiando un rapido e complice sguardo col gemello “Preferisce un bel panino.”

“E’ vero” rincarò la dose Marco, insolitamente protettivo “Con la fame cronica che si ritrova, se avesse davanti Angelina Jolie probabilmente le ficcherebbe una mela in bocca e la sbatterebbe in forno.”

Teo rise e tutti risero con lui: era una bella cosa vedere Teo ridere. Per quanto tutti fossero concordi nel dare a lui la colpa del Grande Casino che era successo, sentivano nostalgia per il Teo originale, lo sgambettante ficcanaso, il malizioso canarino dallo sguardo curioso. Questo Teo nuovo era sicuramente meno rumoroso e più riflessivo, ma anche decisamente meno divertente. 

“Beh, magari per Angelina Jolie potrei fare un’eccezione” buttò lì Teo timidamente salottiero “Giusto il tempo di farle lasciare l’impronta delle chiappe su una Sacher Torte prima di metterla in forno.”

“Anche per Jessica Alba faresti un’eccezione” commentò Dieci con sicurezza “Ti ho visto smettere di masticare per tre secondi quando nel film di ieri sera è uscita dall’acqua in costume.”

“E tu come fai a saperlo?” ribatté Teo con calma “Non stavi inondando di bava il pavimento?”

Risero di nuovo tutti, allegramente.

“E’ il momento”, pensò Dieci e, sempre ridendo, guardò sua madre.

Il sorriso di Tellu si smorzò.

“Sikurro?”

“Prima o poi dobbiamo farlo… è quasi Natale!”

Tellu, incerta, guardò ansiosamente Enrico. Enrico guardò Marco. Marco guardò Oleana. Oleana guardò Mariacarla. Mariacarla guardò Dieci. Otello waffeggiò.

“Ok. Si parte.”

*          *          *

“Che bella tutta questa neve” iniziò Oleana con aria sognante “E’ così natalizia!”

“Dillo al mio gommista” borbottò Enrico rabbuiandosi “Dopo aver gommato a nuovo la Teo-mobile, la jeep di Marco e la mia Punto è andato a svernare alle Bahamas, quel ladro puzzoloso.”

“Ci vorrebbe un bel camino scoppiettante dove arrostire le castagne.” propose Marco ispirato.

“Akkontentatti del termosifonne, kon voi e il kaminno kui saremmo già andatti a fuokko da anni. Io invecce pensavvo a unna di kuelle belle storrie natallizie ke vanno a finirre sempre benne e ti tiranno su il moralle!”

“Tellu, a te il morale si alza perché mentre ascolti la storia sei solita trangugiare una bottiglia intera di Vov.” le ricordò il marito con aria paziente.

“Ho io una bella storia!” saltò su Oleana ispirata “Chi vuole ascoltarla?”

“IO!” fecero in coro tutti quanti: Teo compreso che ancora sorrideva.

“Questa storia, come si suol dire, è tratta da una vicenda vera” iniziò Oleana con estrema solennità: in realtà le batteva il cuore come un tamburo “Parla di cavalieri, d’arme e d’amori…”

“Che palle, sembri il Boiardo.” gorgogliò Teo irriverente.

“Nopea, heti!” sibilarono Dieci, Enrico e Tellu in coro.

“Sto parlando di roba seria” lo rimproverò Oleana offesa “Gossip.”

“Oh, scusa.” sogghignò Teo e Oleana lo scusò con un regale cenno della mano.

“C’era una volta, in un regno lontano lontano, un giovane e bel principe… lo chiameremo X.”

“Che sforzo erculeo di fantasia” commentò Dieci “Per una volta potremmo evitare i riferimenti alle costanti matematiche e dare all’essere umano un nome da essere umano?”

“Calogero?” propose educatamente Enrico.

“Perchè, veniva da Siracusa?” si offese Dieci.

“OrsoMarria?” si ispirò Tellu.

“Accidenti Tellu” si schifò Enrico “E’ da tre figli fa che tenti di rifilare quell’orrore a qualcuno!”

“Chiamiamolo Pierre!” cinguettò Mariacarla “E’ così fashion…”

“X era un principe, mica un parrucchiere francese!” protestò Oleana “E poi la storia è mia e se io lo voglio chiamare X o Caio Sempronio o Trottolino Amoroso sono cazzi miei, d’accordo?”

“Chiamalo X e vai avanti, o qui facciamo notte.” decise Dieci e Teo alzò gli occhi al cielo sorridendo indulgente, spiato di sottecchi da Tellu.

“Dunque, avevamo il nostro buon principe X…”

“Scommetto che questo X era uno sfigato” gorgogliò Marco “Era moro? Basso? Pustoloso?”

“Gente, deve essere una favola, non la trilogia del Signore degli Anelli” rispose Oleana con impazienza “E poi io mica posso sapere tutto di tutti…”

“Andiamo, Oleana” sbuffò Marco saputello “Tu sai tutto di tutti. Se qualcuno molla una scoreggia in periferia le tue antenne sanno dirti quanto è stata rumorosa e quanta puzza ha fatto!”

“Lo prenderò come un complimento” rispose Oleana altera “Ok, dove eravamo? Ah, dicevamo che X era un principe bellissimo ma un po’ eccentrico.”

“Eccentrikko?”

“Sì. X era molto trendy, anche se un filino egocentrico. Portava camicie pazzesche.”

Un attimo di silenzio invase la cucina: tutti si accertarono accuratamente di non guardare verso Teo, comportandosi come se nemmeno fosse in mezzo a loro, pregando che rimanesse inchiodato al suo posto, che non si alzasse e sparisse come al solito, che permettesse loro di arrivare in fondo una buona volta…

“Era anche tendenzialmente invadente, manipolatore per hobby…”

“Ficcanaso per vocazione.” buttò lì Dieci con leggerezza.

“Frou frou per difetto di fabbricazione.” aggiunse Marco.

“Perrò erra molto karinno.” tentò coraggiosamente Tellu.

“E dolce, nonostante tutto.” aggiunse a sorpresa Mariacarla.

Teo si alzò per andarsene, ma Enrico lo fermò mettendogli una mano sulla spalla.

“Aspetta.” disse piano e nella sua voce c’era quasi della supplica.

“Conosco questa storia” rispose Teo di rimando, senza acrimonia “So già come va a finire.”

“Forse no” ribatté Enrico molto serio “Forse questa storia non la conosci. E come va a finire… lo decidi tu.”

Teo scambiò un lungo sguardo col padre: poi guardò la madre che sorrise incoraggiante. Tornò a sedersi sul bancone, rigido come un manico di scopa, e fissò lo sguardo sul frigo, imbronciato e remoto come se fosse a una conferenza politica. Sempre meglio di una fuga, pensò Tellu e fece cenno a Oleana di proseguire.

“In conclusione” continuò prontamente la ragazza “X pullulava di difetti come un cane di pulci, ma alla fine era molto amato dagli abitanti del regno…”

“Pubblico di nicchia.” spiegò Dieci esilarato e lanciò uno sguardo profondamente allusivo a Teo.

“Perché tutti sapevano che le sue cazzate non le faceva con cattiveria” mormorò Enrico con affetto “Dico bene?”

“Dici bene. Nonostante tutto, X era un vero autentico principino delle favole!”

Nessuno guardò verso Teo, ma fu come se qualcuno gli avesse puntato un faro addosso tanto era sottinteso il gesto.

“Ribadisco che doveva essere uno sfigato per forza” aggiunse Dieci perfidamente “Me lo sento nelle ossa.”

“Non lo stai confondendo con lo stimolo alla defecazio?” si informò educatamente Enrico ma Oleana li zittì entrambi con un gesto secco della mano.

“Un bel giorno arrivò nel regno una nuova principessa, Y…”

Le spalle di Teo si irrigidirono appena e il suo sguardo, fisso sul frigo, divenne leggermente vitreo.

“Possiamo chiamarla Pi Greco?” domandò Marco precipitosamente “Almeno diamo un colpo di vita a questa messa da morto…”

“Zitto tu. Y era anche lei una ragazza, come dire, eccentrica.”

“Completamente sciroccata sarebbe più calzante.” commentò Dieci sottovoce.

“Premetto che conoscendo il principe X e la principessa Y non si poteva fare a meno di notare che quei due sembravano nati per incontrarsi e innamorarsi.”

Teo si alzò in piedi e tornò a sedersi: gli sguardi affettuosi che si posarono su di lui erano quasi palpabili.

“Allora questa è una storia d’amore!” cinguettò Mariacarla estasiata.

“Beh, parlare di amore con X e Y potrebbe sembrare fantascientifico, ma sì... credo proprio che alla fine questa sia una storia d’amore” rispose Oleana “Oh, forse non vi ho detto che il nostro buon principe X abitava in un castello meraviglioso…”

“Con il buon re XY e la buona regina XX” sogghignò Enrico “Così chiamati per ovvi motivi cromosomici.”

“C’era anche il buon principe reggente X2.” aggiunse Marco.

“E il piccolo drago domestico W” mormorò Oleana dubbiosa “Che in verità era un po’ meno buono.”

“Già” commentò Dieci “Se non ricordo male W e Y non andavano molto d’accordo. Strano. Lui era un drago, lei una serpe, essendo entrambi rettilofoni avrebbero dovuto capirsi…”

Teo lanciò un rapido sguardo storto al gemello che finse bellamente di ignorarlo.

“Proseguendo la storia, c’era anche nel regno un grosso orco cattivo… oddio, a che lettera siamo arrivati?”

“Ti conviene partire da capo e chiamarlo A.” suggerì Marco.

“A, giustissimo. Che posso dirvi di A? Grande massa corporea associata a minima massa cerebrale: un povero e triste figuro, un violento cresciuto tra i violenti, praticamente sposato a una causa degna del suo portentoso livello intellettivo: era a capo della banda degli… ehm, Orchi Rossoneri del Regno.”

“Gli Orchi Rossoneri del Regno dell’Onorevole Re Eleuterio” declamò eccitato Enrico “In gergo, i famosi ORRORE.”

Risero tutti a parte Teo, che simulava con convinzione l’immobilità di un blocco di granito, e Dieci.

“Gesù.” gorgogliò quest’ultimo schifato.

“Se sai fare di meglio, perché non la continui tu la favola?” sibilò di rimando Oleana e Dieci alzò verso di lei i palmi alzati in segno di resa “Comunque una cosa che non ho detto è nel regno abitava una strafiga spaziale, tale damigella di corte, la donzelletta B…”

“Gran gnocca, la donzelletta B.” commentò Marco sornione.

“Grazie, amore. Ehm. Dicevamo! La donzelletta B divenne subito amica della principessa Y. Oh, il principe X aveva anche un fratello gemello… si chiamava Vercingetorige.”

“Ma come” si arrabbiò Dieci “Tutti avevano nomi di costanti e al gemello fico gli rifili una schifezza così?”

“La storia è mia e io chiamo i personaggi come mi pare” sghignazzò Oleana “E poi chi te lo dice che Vercingetorige fosse il gemello fico?”

“Se lo sente nelle ossa, lui.” spiegò Enrico sogghignando.

“Il principe Vercingetorige era fidanzato con una bella popolana che chiameremo C.”

“Popolana?” trasecolò Mariacarla oltraggiata.

“Beh, se applichiamo la teoria fisica che X è un principe e B è una donzelletta, che C sia un popolana ci sta.” commentò Enrico con logica inoppugnabile.

Oleana tossicchiò e ottenne silenzio: era arrivato il momento delicato della storia, dove era necessario agire con molta cautela.

“Dovete sapere che i principi X e Vercingetorige erano sempre stati molto uniti, ma anche, come dire… competitivi e rivali in amore; X di conseguenza si era convinto di essere… ehm, un po’ cotto di C.”

Mariacarla si agitò un po’ e le orecchie di Teo si colorarono di rosa: per il resto, nessuno mosse un muscolo, in trepidante attesa.

“Secondo me X non era proprio innamorato” decise infine la voce di Dieci “Era solo un po’ stronzo.”

“Invidiosetto.” rincarò la dose Enrico, comprensivo.

“Complessato” aggiunse perfidamente Marco “E cerebroleso, naturalmente.”

“Marko!”

“Non sgridarli mamma” mormorò inaspettatamente la voce di Teo “Hanno ragione. X era davvero stronzo, invidiosetto, complessato e anche cerebroleso. Non ha scuse per quello che ha fatto.”

“Ma sì che le ha” rispose Dieci a sorpresa “Tutti possono sbagliare. E poi diciamocelo, era molto facile invidiare un superfigo come Vercingetorige.”

“Peccato che la sala delle torture del castello fosse in ristrutturazione” commentò invece Enrico ridanciano “Sarebbe stato carino appendere X per i pollici, che ne dite?”

Ammiccò e ottenne in risposta un pallido sorriso da parte di Teo.

“Gente, la vostra fantasia non ha confini” lodò Marco ammirato “Ma possiamo proseguire con la storia di X e Y? Se si innamorano, verrà anche il momento in cui faranno sesso e non mi voglio perdere la telecronaca!”

“Tu sei malato.” lo avvisò Dieci corrucciato.

“Scusate, devo spendere ancora qualche parola sull’orco A; nonostante si esprimesse a malapena col linguaggio dei segni, possedeva un libro magico per lui molto prezioso. Su questo libro magico il poveretto aveva scritto un segreto, inconfessabile quanto assurdamente stupido… stupido per noi che abbiamo neuroni attivi nella materia grigia. Per lui era un segreto di vitale importanza, una cosa per cui poteva valere la pena vivere o morire. Molti pensavano si trattasse del nome della ragazza di cui era innamorato. Sbagliavano!! In quel libro magico A aveva scritto che in realtà non voleva più essere il capo dei… come li abbiamo chiamati?”

“Gli ORRORE” le ricordò Dieci annoiato “Patetico!”

“Giusto! Non voleva più essere il capo degli ORRORE, perché in realtà lui voleva fare parte dei… dei…”

“Saltellanti Cuccioli Hobbit in Ioventute della Foresta dell’Ovest” propose Enrico (che mangiava settimane enigmistiche come fossero caramelle) “In breve, i famosi SCHIFO!”

Risero di nuovo tutti: Marco addirittura per poco non caracollò giù dal bancone in un accesso di risa mentre Teo, rimasto miracolosamente serio, alzava appena i suoi laghetti celesti e sconcertati sui familiari.

“Co… cosa state dicendo?” mormorò pianissimo.

“Che nel libro magico l’orco A aveva scritto il suo segreto e che quando il principe X rubò il libro magico, l’orco si incazzò non poco.”

“E ne aveva ben donde” rimproverò Enrico tornando serio “I principi non dovrebbero rubare; di sicuro il re XY non sarebbe stato affatto contento.”

“Il libro comunque andò perduto durante una furiosa battaglia tra l’orco e il principe. In quel momento, sopraggiunse dunque la principessa Y che salvò il principe X dall’orco A.”

“Questa storia sembra sempre di più un’equazione matematica.” fece notare Dieci di malumore, bellamente ignorato dall’ispirata narratrice.

“A questo punto accaddero un sacco di cose strane: la prima cosa che successe fu che la principessa Y si prese una stratosferica e micidiale cotta per il principe X.”

Teo alzò bruscamente la testa muto e all’erta, gli occhi blu spalancati divenuti di un intenso color pervinca.

“Si innamorò di lui e… lo prese a sberle. Che non è proprio il classico modo delle principesse per dimostrare il proprio interesse, lo so, ma dovete capire che la povera Y aveva vagato a lungo per regni lontani e non si era mai innamorata seriamente: infatti non si rese conto di quello che le era successo, cosa che invece la donzelletta B intuì immediatamente.”

“Pensi che possiamo tornare all’orco A prima di notte?” si spazientì Dieci e Oleana gli lanciò uno sguardo storto.

“Chissà come, l’orco A si convinse che la principessa Y avesse il suo libro magico e minacciò di ucciderla tra mille sofferenze, o lei o il principe X: per tenerlo buono, la principessa Y accettò l’invito a un ballo di corte. Questo ballo era stato combinato dal principe X che, in un assurdo attacco di ficcanasite, aveva deciso di far fidanzare il principe Vercingetorige e la principessa Y. I motivi di un tale insano gesto, tolto il suo interesse personale per C, non li conosceva forse nemmeno lui…”

Tentennò un secondo durante il quale le orecchie di Teo divennero ancora più rosa.

“Io creddo ke in fondo le sue intenzionni fossero buonne” lo difese Tellu “X trovavva la principessa Y molto interessante, ma non kapivva ke gli interessavva per se stesso.”

“Torniamo alla famosa sera del ballo di corte, dove tutti erano presenti…”

“Tranne il principe X2 “ commentò Marco irritato “Che se avesse saputo cosa si perdeva, avrebbe sicuramente saltato gli allenamenti di calcetto!”

“Al ballo l’orco A incontrò la popolana C e seppe che lei era la figlia dello Hobbit a capo degli SCHIFO.”

“Merda” mormorò Teo folgorato, mentre evidentemente faceva uno più uno “Scaturro, gli ultrà del Milan… e la Juve!”

“Ovviamente, A vide la cosa come una manna dal cielo! Chiese alla popolana C…”

“Non possiamo chiamarla solo C senza l’aggettivo popolana?” chiese Mariacarla con una smorfia addolorata.

“Ok. L’orco A chiese a C un incontro con gli SCHIFO pregandola di mantenere la massima segretezza. Se quelli dell’ORRORE avessero saputo del suo tradimento, l’avrebbero scotennato vivo! La pop… C accettò di mantenere il segreto e combinò un incontro. Durante il ballo, però…”

“Io sorvolerei su quello che successe la notte del ballo” decretò Dieci notando quanto la schiena di Teo si fosse irrigidita “Diciamo che una nube tossica sconvolse stomaci, intestini e cervelli dei partecipanti e tutti fecero un sacco di cazzate, compreso il drago W. Ok?”

“Spendiamo solo una dolente nota di commiato per il cruento sacrificio dei fiori imperiali.” borbottò Enrico con una smorfia.

“Amen. Il giorno dopo il ballo, il principe X venne a sapere dalla principessa Y che l’orco A e la p… e C si sarebbero incontrati, e subito immaginò un incontro romantico.”

“E questo dà un’idea di quanto la sua materia grigia puzzasse di morto.” sottolineò Dieci col sopracciglio inarcato.

“Ebbro di gelosia…”

“Ha detto ebbro?” mormorò Enrico stupefatto e Tellu gli batté maternamente la mano sulla spalla.

“… il principe X trascinò la principessa Y nel, ehm… Bosco dei Barboni Burbanzosi?”

“No, Abetina delle Anime Allegre!”

“Non è più bello Selva degli Stupidi Senzatetto?”

“No, Faggeto dei Furbi Felloni!”

“Uè gente, è una puntata di Paroliamo o stiamo giocando a Scarabeo e non me ne sono accorto?” si spazientì Dieci.

“Lukka ha ragionne, andiammo avvanti!”

“Nel Bosco dei Barboni Burbanzosi X e Y colsero quasi A e C sul fatto e si convinsero che ci fosse sotto qualcosa di losco: ma questo passò in secondo piano quando, bevuta una pozione magica…”

“Ke pozionne?” domandò Tellu spaesata “Una delle mie tisanne?”

“Rilassati, donna, è solo una frangia.” borbottò Enrico tagliando corto.

“… i due si innamorarono!”

“Alleluia!” tuonò Marco felice “Si tromba finalmente?”

“Marko!!”

“Waff!” si risvegliò fin Otello, accucciato sotto il tavolo.

“No, non si tromba. Purtroppo, qui la storia diventa melodrammatica e triste: X si rese conto di amare Y, ma non fece in tempo a dirglielo…”

“…e a confessare a Vercingetorige la stronzata che aveva fatto con la popolana C.” si intromise acido Dieci.

“… che successe un putiferio. Y scoprì che X amava la popolana C.”

“Basta con questa popolana!” saltò su Mariacarla “E’ offensivo!”

“E komunkue X non amavva davverro la popolanna…”

“Ho detto niente popolana!”

“Y piantò in asso il principe X, Vercingetorige sospettò di C, dopodichè X si accorse di aver fatto una gran cazzata e il drago W, da parte sua, si limitò a sputare fuoco.”

“Ke kasinno.” commentò piatta Tellu fissandosi ben bene le mani.

“Puoi ben dirlo. Fortunatamente però una fata buona fece trovare alla principessa Y il famoso libro magico dell’orco A. Quando la principessa lesse e capì che non c’era niente di amoroso tra l’orco e C, presa dai rimorsi, andò dall’orco A e gli propose uno scambio.”

“Scambio?” scattò Teo drizzandosi come un fuso di colpo interessato: da lì in poi la storia giungeva nuova anche a lui “Che scambio?”

“La principessa Y propose all’orco di fidanzarsi con lui: così, fingendo di uscire con lei, poteva invece incontrarsi con gli hobbit dello SCHIFO e pian piano staccarsi dai temibili orchi dell’ORRORE senza che nessuno ci rimettesse le penne.”

“Ingegnoso.” mormorò Dieci ammirato mentre la faccia di Teo diventava di un acceso color tamarindo.

“Volete dire che lei… che loro… cioè, che non sono mai andati… che non si sono mai… che in realtà lei non lo ama?”

“Non è che ci volesse un ingegnere nucleare per capirlo” sospirò Dieci con ovvietà “Solo un cerebroleso come X poteva credere che Y si fosse davvero presa una cotta per A.”

“Ma lei aveva detto che per una poesia di Scaturro…”

“Scaturro?” domandò candidamente Oleana “Non stavamo raccontando una favola di Esopo?”

“L’orco A aveva scritto una poesia?” chiese Dieci inarcando un sopracciglio “Era strafatto di mascarpone, per caso?”

“Non era una poesia sua” rispose Teo riottoso “Ma Ver… ehm, Y era convinta che lo fosse e mi sembrava che desse molta importanza alla cosa.”

“Ma tu come fai a sapere che la poesia non era di Sc… dell’orco A?”

Teo rimase zitto a lungo, guardandosi le mani: sembrava stanchissimo e nello stesso tempo sveglio come un grillo.

“Mi sa che la poesia l’aveva scritta quel deficiente del principe X” rispose alla fine con autentico dispiacere nella voce “Lui… l’aveva scritta per C. Non infierite, per favore, era in un momento un po’ mistico. Quel coglione non l’ha voluto dire a Y perché al momento pensava… Ah, potessi beccarlo in tempo lo piglierei a calci in culo dal regno di XY alla terra di Mezzo!”

“Non mi dire.” gorgogliò Dieci con gli occhi scintillanti.

“Ma perké la poverra Y rinnunciò volontarriamente all’amorre del princippe X?” andò avanti Tellu, come se non sapesse già a menadito tutta la storia.

“Y aveva i suoi motivi per farlo” sospirò Oleana “Primo, era incazzata a morte col principe X; secondo, si sentiva in colpa nei confronti di C; terzo, voleva davvero aiutare A, proprio a causa di quella famosa poesia… lasciamo perdere. Quarto e ultimo, ma non meno importante, era davvero ora che qualcuno desse una bella lezione a X per fargli capire che non si scherza con i sentimenti degli altri. Comunque, per tutti questi motivi Y decise di fidanzarsi ufficialmente con A…”

“… spezzando il kuorre di X.”

“… e anche il suo.” aggiunse Enrico.

Scese un silenzio profondo nella cucina dei Ferri, interrotto solo dal ticchettio di un orologio a muro e dal respiro leggermente asmatico di Otello che fissava interrogativo i padroni improvvisamente ammutoliti.

Teo rimase ostinatamente muto, con lo sguardo fisso al pavimento e le labbra pressate in una linea sottile: stava pensando un sacco di cose contemporaneamente e ogni pensiero gli si rifletteva sulla faccia come in uno specchio.

“Komme kontinnua la storria?” domandò dolcemente Tellu dopo un bel po’ di tempo.

“Il tempo passò” rispose Oleana “L’orco A riuscì a staccarsi dagli ORRORE, entrò negli SCHIFO e visse felice e contento nella sua caverna in mezzo a saltellanti cuccioli hobbit come lui. La bella donzelletta B si fidanzò con il principe X2 dando vita così alla coppia più bella del reame…”

“Nonché la più rumorosa.” specificò Enrico burbero.

“La pop… ehm, C e Vercingetorige non so bene cosa fecero, forse andarono a comprarsi un Barbour…”

Ammiccò e Dieci le restituì una smorfia affettuosa.

“E Y?” domandò sottovoce Teo guardandosi fisso le mani “Cos’è successo alla principessa Y?”

Oleana prese un drammatico respiro.

“La principessa, prostrata dal dolore, salì sulla torre più alta del regno e si buttò giù.”

“Cazzate.” borbottò Dieci mentre Teo impallidiva vistosamente e Oleana sghignazzò perversamente.

“Ok, non è vero! Ma sarebbe stata la fine ideale, adoro le tragedie Shakespeariane. No, Y e X si persero di vista. In fondo il regno era grande e per Y vedere X tutti i giorni e fingere di non provare niente per lui era una vera tortura …”

“Lei non era la sola a soffrire” disse Teo con voce rauca “Anche il principe X stava veramente da culo.”

Alzò gli occhi su di lei e Oleana non li abbassò: quelli del giovane erano così pieni di supplica e di speranza che la ragazza suo malgrado si commosse.

“Non saprei. Il principe X non andò mai più a cercare Y. Non le parlò più, se la incontrava nel regno le girava le spalle e se ne andava via. Y soffriva come un cane.”

“Che vi dicevo? Uno stronzo!” commentò Dieci trionfante.

Teo sembrò non ascoltarlo nemmeno: le sue guance erano rosa, i suoi occhi vagavano incerti, come se cercassero qualcosa a cui aggrapparsi.

“Ma lei…” balbettò alla fine con enorme sforzo “Lei… sembrava… e poi aveva detto che stava con quel bovino da rodeo…”

“Ha detto che stava con lui” approvò Dieci esplicativo “Ma li hai mai visti insieme? Io mai. Gli unici a essersi bevuti la panzana del fidanzamento sono stati il principe X e gli ORRORE.”

“Stesso livello neurale delle cimici.” spiegò Marco saccente.

“Per la cronaca, Y non ha mai toccato A nemmeno con un bastone.” concluse Oleana trionfante.

“Ma…” continuò a balbettare Teo “Ma…”

“E fai sta domanda, diamine.” lo rimproverò Marco severamente.

Teo alzò gli occhi, come colto in fallo: si schiarì la voce e sembrò timido come un bocciolo di primula sbucato dalla neve.

“Che tu sappia, la principessa Y ama ancora il principe X?”

“Uff, pensavo che non l’avresti mai chiesto.” lo rimproverò Enrico burbero, subito sgomitato da Tellu.

Tutti si girarono verso Oleana; pendevano dalle sue labbra e la faccia di Teo… oh, era davvero impagabile! Avrebbe pagato oro per avere una macchina fotografica, in quel momento. Per la prima volta notò quanto uguali fossero gli occhi di Teo, Dieci, Tellu e Marco. “Ceppo finlandese dominante” pensò remotamente soddisfatta.

“Certo che è ancora cotta” sentenziò infine con solennità “Che favola sarebbe sennò?”

*          *          *

Con sincronismo perfetto, Dieci, Mariacarla, Tellu, Enrico e Marco si girarono a guardare Teo.

Il giovane, bocca leggermente aperta e occhio a palla, era rimasto immobile come una statua di gesso e aveva l’aria attonita di chi si è appena beccato una mazzata micidiale sulla nuca.

“Gesù, che faccia da sarago” commentò Dieci deluso “E’ quella l’espressione degli innamorati?”

“Tessorro, dagli tempo.” chiocciò Tellu radiosa.

“No no, secondo me è rimasto leso” gorgogliò Marco garrulo “Mamma, fagli una tisana, presto!”

Teo si decise a sbrinarsi e girò lentamente la testa a destra e a sinistra, come se avesse il collo montato su perni arrugginiti.

“Lei…” balbettò incerto.

“La principessa Y” lo aiutò Oleana di ottimo umore “Già. E’ innamorata, cotta, stracotta e ribollita. E’ diventata di una pesantezza incredibile: ogni camicia che vede in vetrina con un minimo di pieghetta comincia a frignare ricordando i volant del principe X; ogni panino che vede apre le cateratte ricordando al fame da squalo del principe X; per strada, ad ogni maledetta bancarella dove fanno le crepe con la Nutella si ferma a versar lacrime neanche facesse la via crucis; insomma, sembra sempre sul punto di avere un ictus cerebrale in corso. Sinceramente nel regno non la sopporta più nessuno!”

Teo si alzò di scatto in piedi e cominciò a saltellare in tondo arrovellandosi le mani.

“Ma lei…” balbettava impaziente “Lei… cosa direbbe se… se…”

“Teo, la favola è finita” lo informò pazientemente Enrico “Non è ora che muovi quella prugna secca che hai per culo e vai a parlare a Verena?”

“Sì.” decise Teo e partì di corsa come se fosse caricato a molla “Non posso credere che… Dio, se fosse vero… giuro mai più…”

Poi si fermò e tornò indietro, sul viso ancora quell’espressione incredula che lo faceva sembrare un bambino davanti a un enorme albero di Natale.

“Ma, ehm… lei dov’è adesso?”

“Patetico.” ripeté per l’ennesima volta Dieci alzando gli occhi al cielo.

“Che tu ci creda o no, c’è solo un posto dove quella poveraccia trova qualcuno disposta a sopportarla” gorgogliò Oleana “Indovina dove?”

Teo, occhi celesti spalancati, meditò intensamente per alcuni secondi. Alla fine un lento, enorme sorriso gli stirò i lineamenti, facendolo finalmente somigliare di nuovo a un malizioso, pestifero folletto.

“Vediamo” gorgheggiò ed era come se cantasse “Il Bosco dei Barboni Burbanzosi?”

“L’ho sempre detto io che il principe X non era così imbecille come sembrava.” approvò Marco, ma Teo era già schizzato via alla velocità della luce, capelli sparati e ruches al vento, inseguito dai waffeggiamenti oltraggiati di Otello.

“Il mio kucciollo” gorgogliò Tellu con gli occhi improvvisamente lucidi: lei e Enrico sembravano di colpo visibilmente commossi “Pensatte ke andrà tutto benne?”

“Ma sì” la tranquillizzò Dieci “O lo perdona o lo ammazza. In ogni caso, ce lo siamo finalmente tolto dai piedi, quella savusilakka piagnucolante!”

“Lukka!”

“Non si preoccupi, Tellu, Luca scherza” mormorò Mariacarla accomodante “In realtà è molto felice per Teo.”

Sorrise radiosa al fidanzato che, dopo essersi stiracchiato con indolenza, scese dal bancone e la abbracciò ruvidamente.

“Andiamo, bambola” disse con una convincente voce da John Wayne “Andiamo nelle segrete del castello a vedere se riusciamo a fare più casino del principe X2 e della donzelletta B…”

“Luca!” si scandalizzò Mariacarla, precedendo d’un pelo Tellu.

“Figliolo!” rincarò la dose Enrico severamente “Cosa dici! Lo sai che nessuno può fare più casino di quei due…”

“Enrikko!”

“Waff!”

Oleana e Marco risero a più non posso mentre Dieci trascinava via una imbarazzatissima Mariacarla.

“Prima o poi si sbrinerà anche lei” pronosticò Oleana quando smise di ridere “ E comunque, mio bellissimo e infaticabile principe X2, se Vercingetorige e la popolana C sono nelle segrete a fare gli sporcaccioni, a me e te toccherà andare a comprare un Barbour, no?”

Marco saltò giù anche lui dal bancone e la fissò con aria solenne.

“Guarda che il reddito del principe non ha niente a che fare con quello della popolana” gorgogliò infine con un sorriso serafico “Al massimo si può permettere un bourbon. E comunque il principe preferirebbe una birra.”

“Ho capito, offre la donzelletta” sospirò Oleana mentre Marco la abbracciava e la portava fuori dalla porta “Ci vediamo dopo, gente!”

Enrico e Tellu rimasero soli nell’improvviso silenzio interrotto dal ticchettio dell’orologio a muro.

“E così” sospirò Enrico prendendo una mano di Tellu “Incredibile ma vero, sembra che siamo riusciti a piazzare tutti i nostri figlioli con ottime ragazze, eh?”

“Io l’ho sempre saputto ke sarebbero statti felicci.” rispose Tellu ma aveva una voce liquida e ansiosa che fece sorridere Enrico di tenerezza.

“Scommetto che adesso ti senti una vecchia e inutile ciabatta, vero?” domandò piacevolmente.

Tellu arricciò il mento come una bimba che sta per piangere e annuì controvoglia.

“Anke tu sei vekkio e inutille. E sei anke basso e grasso komme uno gnommo.”

“Ehi, non si parla così al re XY! Solo perché tu sei finlandese e bellissima…”

“Amorre! Davverro pensi ankorra ke sono bellissima?”

Enrico la guardò con uno sguardo così pieno di amore che Tellu non poté fare a meno di sospirare.

“Certo che ti trovo bellissima. E sei la mamma migliore del mondo, anche. Magari come cuoca difetti un po’, ma nessuno è perfetto, no?”

Tellu gli tirò una fiacca sberla ridendo, poi tornò subito seria.

“Pensi ke Teo e Verenna faranno pacce davverro?”

“Ma sì” rispose lui ottimista “Non preoccuparti di questo, adesso. Piuttosto, volevo chiederti…”

“Sì?” domandò Tellu carezzandogli la guancia.

Il marito sorrise con insolita malizia, e per un attimo somigliò in maniera sorprendente ai figli.

“L’hai comprata la Nutella?” domandò sornione.

“Enrikko!!”

 

 

 

 

 

* = Buon Natale

** = Ciao


 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Allora: comincio adesso e finirò il prossimo capitolo col ringraziare la mia intramontabile, insostituibile, meravigliosa beta reader, ROMINA!!!!

Senza di te, niente di tutto questo avrebbe senso, mia cara…

 

Penultimo capitolo e ultima buttata di rispose singole. E’ mia abitudine ormai pubblicare l’ultimo capitolo (e cioè il prossimo) con un ringraziamento generico a chiunque sia passato o passerà a leggere questa storia. Quindi, con insolita commozione, scrivo a ognuno di voi un pensiero personale… con il cuore, perchè ognuno di voi è davvero fantastico ed è un privilegio per me avervi conosciuto.

 

 

Kokky: Mia diletta!! Sono felice di poterti annoverare in queste ultime recensioni ad personam… ne approfitto per mandarti un bacione e un abbraccione galattici, e un sentito GRAZIE!! Per i complimenti e le recensioni che hai lasciato.  Ti sono debitrice, speroi di poterti presto ripagare!! Baci baci

Dance: Davvero, non potevo non scriverti una nota di merito, piccola Dance!! La tua recensione è stata una divertentissima (e molto raffinata) sequela di risate! Peccato non avertelo potuto dire prima… beh, sono davvero lusingatissima e onorata di aver scritto qualcosa che ti sia piaciuto!! In realtà, mi sono talmente divertita a scrivere di Teo e Verena che non dovrebbe essere legale ricevere anche tanto entusiasmo in risposta… ma meglio così!! Tutti i complimenti e i ringraziamento sono ricambiati, dolcezza!! E speriamo di poterci scambiare qualche altra piacevolezza, prossimamente!! Ciao, a presto! P.S.. No, Moccia non piace nemmeno a me, ma lo invidio lo stesso, quanti soldi si è fatto…

Chocolate fairy girl: Amore, cosa vuoi che ne sappia io come si arpiona un figone biondo e finlandese? Manco so come si cucina una savusilakka… Però accetto volentieri consigli, se impari qualcosa fammelo sapere! Ed ora, alla mia cioccolatosa, piccola ispiratrice di nutellose diatribe… sì, proprio a te, un saluto e un abbraccio fortissimo, nonché i miei più sinceri ringraziamenti per il calore e la partecipazione durante questa storia savusilakkosa!! Baci baci, a presto!!

Kyaelys: Ti prego, respira!! Non vorrei mai avere sulla coscienza il collasso dei tuoi polmoni… e poi stai tranquilla, non ho nessuna intenzione di far finire male la storia!! Ho io per prima bisogno di ottimismo e allegria… sarà anche una fine banale e trita, ma che devo farci? Dopo Ab Aeterno e quel finale schifino che la mia mente aveva partorito, dovevo rifarmi… bilanciare il livello di zuccheri… insomma, mi hai capito!! Spero davvero che ti sia divertita a leggere questa storia, almeno quanto io mi sono divertita a scrivere! E grazie per avere commentato, grazie grazie grazie!! Baci appassionati!

Aurora: Mia piccolina dal nome pieno di erre, mio virgulto… non piangere!! Vedi che tutto va a posto? Almeno, dai, la strada è quella… sono davvero dispiaciuta e rammaricata di averti fatto spendere tanti soldi in Internet Point… se mi mandi l’indirizzo, ti spedisco un vaglia di rimborso!! Insieme a tutti i miei sentiti ringraziamenti perché sei stata davvero cara e preziosa lungo questi deliranti capitoli! Sono davvero onorata e felice di aver potuto divertirti, almeno un po’, e spero di poter ripetere presto l’esperienza. Ti mando un abbraccio affettuoso e sincero, mia carrissima!! A presto!!

Roby: Mio carissimo, grazie per la partecipazione alla mia fastidiosa tonsillite... dici che devo preoccuparmi della bambolina vodoo con una ciocca dei miei capelli che ho visto in mano a Teo? Ma no, dai: figurati se sono in grado di creare dei personaggi così perfidi! (penso un attimo alla Decana… uhm, meglio che vado a consultare un esorcista…). Effettivamente, ne è passata di acqua sotto i ponti dal primo Runners: direi che ormai possiamo considerarci vecchie spugne!! E’ anche grazie a te, mio caro, che posso dire di aver creato tante storie piene di fantasia e divertenti. Buone non lo so, ma gratificanti di sicuro!! Quindi un grazie più che doveroso è davvero sentito: dai Runners in avanti, fino a Otello, da tutti noi che affolliamo questo povero cervello bacato e atrofico, grazie!! Tanti baci e un abbraccio affettuoso, mio caro, a presto!!

Natalie_S: Ciao, amorre…. Devo dirti che mi ha davvero commosso questa cosa dei complimenti semi-finlandesi alle receptionist che parlano come Tellu! Potresti mandarmi il suo numero? La faccio parlare un po’, verso due lacrimucce malinconiche e poi metto giù. Forse riesco anche a beccarmi della savusilakka, così! Anche con te è arrivato il momento dei saluti: ti ringrazio per avermi lusingato, commosso e divertito con le tue recensioni. Sei stata un tesoro e spero davvero di poterti “riacchiappare” uno di questi giorni! Magari con una nuova storia, sperando sempre di poter scrivere qualcosa che incontri il tuo favore. Mille baci e mille ringraziamenti ancora, dolcezza. A presto!

Evan88: Tesoro mio, fortuna che la tua asenza non si è protratta troppo da farti perdere questi miei saluti finali!! Ci tenevo a ringraziarti personalmente, io e te sole (e il resto dei lettori che sbircia con molto poco tatto… fatevi gli affari vostri, dico!!). Non ricordavo la tua propensione per la ship Scaturro/Dieci: effettivamente, non ho sviluppato nessun amore omo, direi che per la par condicio come minimo avrei dovuto ventilare l’ipotesi… Spero che il finale che ho scritto ti aggradi! Comunque fosse, anche se dovessi coprirmi di insulti (giustificati a prescindere) sappi che sono stata davvero onorata e felice di leggere le tue recensioni e che spero davvero di poterti risentire presto… sigh! Che tristessa i saluti!!

Balck_Moody: Mia cara!! All’immagine del tuo schizzo di sangue dal naso tra poco cadevo dalla sedia dal ridere. Sei troppo forte, posso dirtelo con sincerità? Ho preso nota del nome del tuo profumo, ma col senno di poi non credo che sia quello che farà la differenza. Trovo molto più plausibile la cosa del flauto magico (mi rifiuto di pensare che sei figa solo perché hai ai capelli biondi… io che sono nera corvina che speranze avrei?!?!?). Il fab frou, oltre a ringraziarti imperituramente per il nomignolo affettuoso, ti manda a dire che ha imparato a suonare bene il clarinetto (pure lui!) e che farebbe volentieri con te una jam session… Vabbè, io vi lascio ai vostri intrallazzi musicali con leggero rammarico. Perché questa è l’ultima volta che posso risponderti dicendoti che sei una savusilakka, e questo un po’ mi dispiace. Grazie infinite per avermi deliziato con le tue recensioni, mi sono fatta un sacco di sane risate grazie a te!! E mandandoti tanti baci e tanti sinceri auguri, spero anche di poterti risentire… magari per sapere se hai qualche akkompagnatorre in sovrannumero da mandare qui a svernare… Un abbraccio, sincero, Black, a presto!!

Dicembre: Hai capito tutto, eh? Mia cara, mi dispiace se le tue intenzioni erano diverse… ho provato, fiaccamente, a vedere cosa sarebbe successo tra Dieci e Verena: a letto avrebbero fatto faville, lo ammetto… ma devo dirtelo sinceramente, quei due sono troppo uguali per andare d’accordo. Con questa perla (di Guttalax) ti lascio ai saluti finali: nonostante tu mi abbia lasciata sola con l’annoso rompicapo della coda di rospo, ti ringrazio per aver sempre seguito e commentato questa storia. Sono davvero onorata e felice di aver potuto leggere le tue recensioni!! Grazie di cuore, speriamo di risentirci presto…

Kate91: Amore mio!! Io… malefica! Ma cosa dici mai? Io sono ponderata e giudiziosa, nonché raffinata e magra come una silfide (BWAHAHAHAH!!! Ok, mentivo.). Spero che, alla fin fine, tu abbia perdonato la mia doverosa perfidia e che il finale che ho scelto ti piaccia. E spero anche di poterti presto incontrare di nuovo su questi schermi, perché già mi mancano le recensioni che lasciavi!! Sei sempre stata carinissima e di una simpatia unica, grazie per lo stimolo e la partecipazione! Un bacione fortissimo, a presto!

NENACHAN: Teo verrebbe anche subito a farsi coccolare e consolare da te… posso venire anche io che mentre voi vi spupazzate a vicenda mi butto sulla tua torta al cioccolato? Ormai, arrivati alla mia età, è quasi meglio una sana fetta di torta che un tete à tete con un biondino bello e sgambettante… uhm… no, effettivamente mi ricredo, ancora no! Ora, mia carissima, i saluti: mi raccomando, studia e impegnati, ormai manca poco all’estate e se lavori bene la passerai sicuramente più serena e allegramente! Ti ringrazio per aver partecipato attivamente a questa storia, io e tutti i personaggi te ne siamo grati! Speriamo anche di risentirti presto e ti inviamo un commosso vagone di baci! A presto, ciao!!

Rik Bisini: Ops… le iniziali sbagliate!! Questa sì che è stata una svista!! Rimedio subito correggendo le iniziali e ringraziandoti con ammirazione per il solito e infallibile “occhio di falco”. Chissà da dove mi è venuto fiori quel PC: forse la mia inguaribile vena informatica ha preso il sopravvento, chissà… comunque!! Non so se il finale di questa storia ti piacerà. Avrà forse del banale e dello scontato, e so che a te piace essere sorpreso. Ma questa storia “terapeutica” per me aveva bisogno di un lieto fine che è saltato fuori così. Spero che tu non me ne voglia e che continuerai a leggere le mie schifezze… Ti ringrazio di cuore per tutto l’aiuto, l’appoggio e la partecipazione che hai dimostrato. Un abbraccio affettuoso e un saluto a presto!!  

Piccola dea: Effettivamente, non avevo valutato che la povera Verrena carra si era spupazzata due Ferri in due capitoli… la cosa si traduce in poche parole, mi sovvien di dire: che culo! D’altronde, un triangolo amoroso con due biondazzi da infarto è il mio sogno segreto dall’adolescenza. Eh, non credo che la gente possa capire quanto sia terapeutico poter scrivere nero su bianco le proprie perversioni mentali e trovare pure qualcuno che ti dice che sono forti da leggere!! Il povero Teuccio, come vedi, ha avuto la sua ricompensa. A anche io, dopotutto: grazie a voi recensori (?) ho passato lunghi momenti di vero spasso!! Sono davvero contenta e orgogliosa di aver ricevuto tante belle parole. E tu, piccola dea, rendi davvero onore al tuo nick! Grazie, suloinen, per l’appoggio e le recensioni schizoidi. Speri di risentirti e di poter di nuovo scambiare piacevolezze da pazze scatenate con te!! Baci baci

Tartis: Oh, bellissima!! Mi ero appena abituata a farmi chiamare in un modo così piacevole e già mi tocca rinunciarci… me povera, me tapina! E che dire della tua fine e azzeccatissima analisi? Tutto vero, my God, tutto vero… vedi che non sono poi così originale nei miei scritti se alla fine capite tutto di tutti! Anche a te, con triste rassegnazione, devo dire arrivederci: proprio non mi viene niente di melodrammatico tipo “addio” o “un dì nell’aldilà, forse…”. Uè, scherziamo?!?! Ti voglio fresca come una rosa alla prossima storia, non mancare! Perché sei troppo forte perché possa rinunciare alle tue recensioni da pazza scatenata. Ricambio con affetto e dedizione i baci e gli abbracci, sono stata davvero felice  onorata di annoverarti tra i lettori di questa storiella che niente voleva se non divertire e dare un po’ di buonumore. A presto, tesoro, ciao!

Bea_chan: Amore mio: hai capito tutto e hai così meravigliosamente seguito la tortuosità del mio proprio pensiero che mi hai quasi commossa. Il bacio tra Verena e Dieci era davvero quasi obbligato: perché nessuno lo capisce? Solo io e te, contro tutti… o siamo completamente prive di senso morale o siamo entrambe da ricovero. Comunque sia: mi dispiace che il periodo che stai passando non sia dei più felici! Tieni duro, passerà. Volevo ringraziarti, a questo punto, per avermi messo allegria e avermi divertito con le tue recensioni scoppiate e fuori di testa! Sei simpaticissima e adorabile, quasi come il mio canarino finlandese. Mi mancheranno le tue parole e i nostri appuntamenti settimanali! Spero solo di poter replicare presto, perché le cose belle danno sempre assuefazione e poi diventa difficile rinunciarci. Quindi, mi auguro di risentirti presto, molto presto!! Baci e abbracci sinceri, ma belle, ciao!

Londonlilyt: Mia carissima!! Devo dirtelo, sapendo che presto avrò il privilegio di vederti e spupazzarti di persona, rende le cose parecchio più facili. Non so come renderà i nostri commiati a Londra, immagino tragicamente lacrimosi… ma non voglio pensarci adesso! Visto che sei di ritorno da un periodo di bagordi sardi, ne approfitterò per farmi trascinare a Londra in un qualche pub equivoco… legheremo DiDi fuori col guinzaglio e tu mi presenterai quel benedetto barista irlandese che ormai non ne può più di essere tanto bistrattato dal nostro immaginifico. Comunque sia, in questa sede o dal vivo o sul forum, beccati dovunque i miei sbaciuzzi appassionati, perchè sei fantastica, scoppiettante, rivitalizzante e positiva peggio di una crema al botulino! Una strizzata galattica, mio tesoro, a presto!!

Lely1441: Non vorrei mai dover avere sulla coscienza il blocco della tua crescita… a meno che tu non sia già un metro e novanta, nel qual caso magari me ne saresti anche grata! Sai che non mi hai ancora spiegato il significato di quel 1441 del tuo nick? Difficilmente può essere una data, a meno che il tuo non sia davvero un bizzarro calendario… questo, ovviamente, ci pone nella situazione di dover di nuovo conferire insieme!! Il che mi dà la speranza di poter di nuovo usufruire della tua splendida compagnia, prossimamente. Lo spero con tutto il cuore, perché le vostre recensioni mi mancheranno come l’aria!! Stai nei paraggi, dolcezza, e fatti sentire presto, mi raccomando!!

Kabubi: Amore!! Il bacio tra Verena e Dieci era lì che covava dalla prima volta che si sono visti. Almeno, così era nella mia psiche malata! Ma era solo un bacio, niente di più: per esperienza, anche se sei innamorato cotto come lo sono sia Dieci che Verena, lo stesso ti accorgi se c’è attrazione fisica per qualcun altro. Che nasca e finisca lì, ovviamente, è quello che fa la differenza col vero amore! Quindi, tra una puffbacca e l’altra, ti mando tutti i miei saluti, i miei ringraziamenti, la mia commozione e la mia speranza di risentirti presto! Sei stata davvero una simpatica “compagna di viaggio”, speriamo di poter ripetere presto l’esperienza!! Un bacione, tesoro!

Killer: Mia carissima!! Sapessi quanto sto penando nello scrivere queste ultime risposte alle vostre recensioni… mi parte un pezzetto di cuore a ogni parola. Perché tutti siete stati così carini, così simpatici e così “vicini” che mi sembra quasi di partire per un lungo viaggio. Spero che questo finale di storia incontri il tuo favore, ma penso di sì ;-) E spero anche che prima o poi ci possiamo risentire, per una nuova sotria, magari!! Nel frattempo, ti ringrazio per tutto e ti auguro tante belle cose (soprattutto una pioggia di canarini finlandesi, visto che sembri aver apprezzato il mio Teo…). A presto!!!

S chan: Mia cara, con vivo rammarico ti posso garantire che sono guarita… rammarico, ovviamente, perché sono dovuta tornare al lavoro, pur sentendomi arrugginita e dolorante come una vecchietta ottantenne! Eh, quanto hai ragione per quanto riguarda Teo: aveva bisogno di una lezione… però poverino!! L’ho creato così carino che io stessa fatico a trattarlo con imparzialità. A chi voglio darla a bere: se esistesse davvero, me lo mangerei anche io in un sol boccone!! Tenero canarino… Che deve dire addio, stavolta. Giunti a fine storia, non rimangono che i saluti e i ringraziamenti per tutto l’appoggio e l’entusiasmo dimostrati. Quindi, grazie, dolcezza! Spero di poterti di nuovo “incontrare” qui o altrove. Baci baci e auguri!!

Krisma: Amore mio, luce dei miei occhi… lungi da me l’intento di farti soffrire volontariamente!! Spero vivamente di fare ammenda con questi ultimi due capitoli che mi hanno divertito tantissimo e che quindi spero divertano anche te. Credimi, ogni volta che finisce una storia chi ci sta più male è l’autore, e cioè io: mi mancheranno da morire i commenti, le esilaranti constatazioni di chi legge, i piacevolissimi complimenti… a ogni storia che si pubblica si viene a creare una sorta di piccola comunità e sapere che con la parole “fine” è l’autore stesso a far finire tutto, si diventa davvero molto tristi. Anche a te, come agli altri, voglio inviare i miei più sentiti e sinceri ringraziamenti, per l’appoggio dimostrato, per l’affetto, per le parole che mi hanno sempre divertito e che ho sempre apprezzato. Ti mando col cuore tanti baci sinceri, con la speranza di risentirti!! Anche perchè c’è da organizzare quel famoso pullman per la Finlandia… ti conto come partecipante, vero?!?! A presto, ciao!!

_Marika_: Mia carissima!! Sappi innanzi tutto che i complimenti più sono logorroici più fanno piacere, quindi qualsiasi variate sul tema è ben accetta, se non agognata con tutto il cuore!! Comunque, siamo arrivati agli sgoccioli e ormai non c’è più molto da dire… solo, sappi che le tue recensioni sono state davvero incredibili, nonché apprezzatissime e quasi “corroboranti”. Biondi, grazie, tesoro mio: spero di averti fatto divertire con questa storia, almeno quanto mi sono divertita io a “conoscere” una manica di debosciati divertenti come voi recensori. Spero davvero di risentirti presto, nel frattempo beccati il solito impegnativo vagone di baci e abbracci e sinceri auguri per tutto quanto.  A presto!!

__Miriel__: Mia carissima!! Azz, non avevo pensato di farmi fare una tisana da Tellu! Grazie per il consiglio, ora sì che sto meglio… mi è uscito uno sfogo pruriginoso sulla schiena, ma la febbre è calata! Non rispondo alla domanda perché, a quanto pare, ti sei risposta da sola… Dieci mi ha detto di dirti che è pronto per distribuire baci simili a quello dato a Verena a chi lo richiede, quindi se vuoi te lo mando lì un pomeriggio e poi concludete voi. Per quanto riguarda la tua richiesta di “macchinazione” di un nuovo lavoro, devo dire che sto già macchinando alcune storie, ne ho un paio iniziate che però non hanno niente a che fare con Geometrie… mi piace spaziare molti generi, sai! E a scrivere un’altra storia di adolescenti, finisce che mi ripeto… Ok, siamo ai saluti: io e tutti i finlandesi della storia, nonché Verena, Oleana e MC ti salutiamo con affetto e ti ringraziamo di cuore per le tue recensioni, sempre allegre, divertenti e mai banali! Speriamo tutti di risentirti presto… nel frattempo, ti mandiamo un vagone di baci cumulativi!! CIAO!!

Lauraroberta87: Te ne eri accorta, eh?, che la tua risposta era più lunga delle altre? A dire il vero, non è stata la tua maschia voce a farmi capitolare, ma il tuo ottimo MATERIALE PER CANNE, che in questa recensione subisce la sua morte del cigno: prometto di non nominarlo più, se non direttamente sollecitata dalla Corte. Certo, ammetto che vista dal vivo sei anche particolarmente gnocca e se fossi omo ti avrei già invitato fuori a bere un analcolico (visto l’effetto devastante che ha il Lambrusco sulle tue sinapsi…). Ma non sono omo e non ti invito a uscire con me perché 1) sei troppo giovane e 2) non beccherei un ca..o, visto che confronto a te sembro la moglie di Nosferatu in convalescenza post diarroica… Arriviamo così ai saluti: che dirti, bellezza, sono stata davvero contenta di averti conosciuta. So che non finisce qui, quindi non scoppierò in lacrime…  però magari passa del tempo prima che riesca a risentirti, e questo mi fa commuovere. Quindi la tengo corta: a presto, mio valoroso cavaliere dalla voce suadente, ci rivedremo presto e sarà grande amore!! Un bacione, splendorre, tante belle cose!!

ReaderNotViewer: Ah, la mia sceneggiatrice ufficiale!! Premetto che sono devastata dal dispiacere al pensiero di averti messo in difficoltà con la nuova location… che tanto nuova non era, visto che se non ricordo male una certa contadina ucraina è stata trasformata in Esmeralda proprio in quella location!! E poi, dove avrei potuto sviluppare il bacio tra Dieci e Verena? In Piazza Maggiore? Confido nella tua fantasia e se proprio devi, magari dirotta la scena in un anfratto della scuola… dietro l’armadio di lamiera che nascondeva il diario, per esempio! Tornando a noi: donna, di malattie della vecchiaia c’è chi comincia a soffrirne a dodici anni, quindi non preoccupiamoci! E poi, e conoscendoti, sarà anche vero che strutturalmente hai qualche cedimento e che ti manca poco per essere una vecchia ciabatta come me, ma basta che fai uno di quei tuoi sorrisi allegri e torni in piena fase liceale! Sei una forza della natura, donna: e io come sai ti ammiro e ti amo moltissimo. Quindi, ti mando i miei saluti, i miei abbracci, la mia ammirazione e uno stampo di lasagne virtuali, che so che ti piacciono… baci sinceri anche da Didi, a presto!!

Erda: Dopo aver seguito il tuo savio consiglio sul brodo di pollo (ma mi era venuta fame, quindi del pollo ho mangiato anche la coscia e un pezzo di petto…) mischiato al latte caldo col miele (lasciatelo dire, tutto insieme fa schifo!! Ho dovuto condirlo col cognac…) eccomi qui, a rispondere per l’ultima volta alle recensioni. Che dirti senza sbrodolarti addosso calde lacrime di riconoscenza? Grazie. I commenti fanno sempre piacere, ma con voi tutti è diverso, mi lasciate sempre dei piccoli pezzetti della vostra vita, e questo è bellissimo! Mi sembra quasi di conoscervi davvero: e davvero, quindi, ti mando tanti baci, tanti auguri di una vita prospera e serena e tanti “a presto”, perché è logico che ci sentiremo di nuovo… vero? Baci baci!!

MarzyPappy: Tesoro mio!! Brava bravissima per l’esame (in ritardo, ma lo sai, ormai sono cronica…). Eh, il quartetto teutonico ci ha fatto penare non poco: io avevo la febbre a 40° e deliravo peggio che in overdose di puffbacche, DiDi piangeva calde lacrime perché il fenicottero e soci hanno dato buca, qualcun altro riprendeva a fare l’asino… non dico chi, ma sapendo i miei trascorsi, dovresti intuire. Insomma, per dirla alla Scaturro, una settimana di mmmerda. Meno male che ci siete voi: che ci sei tu, bellezza riccioluta dal sorriso contagioso!! So che io e te ci sentiremo anche una volta che è finito Geometrie, però lo stesso un po’ mi viene il magone: i saluti non sono il mio forte… quindi, ti mando il solito vagone di baci, accompagnato da un sincero augurio di fortuna, amore… e tutto quello che puoi meritarti! Ciao, tesoro, a presto!

Maharet: Mia cara, se non ci fossi tua dirmi che non è vero che sono una vecchia ciabatta… che cara che sei!! Allora, mia novella disoccupata, come si sta ad avere finalmente tra le mani quel foglio di carta per cui hai sudato tanti anni? Bella soddisfazione, eh? Per me è stata la stessa cosa la prima volta che sono riuscita a togliere dal forno uno stampo di lasagne commestibile…Ma torniamo a noi. Essendo questa l’ultima risposta “ufficiale” alle recensioni di “Geometrie”, ci tenevo a dirti quanto ti sia grata e lusingata per il fatto di averti come lettrice. E poi, abbiamo condiviso il momento della tua laurea… cioè, queste son cose che segnano!! Ti mando quindi tanti baci e abbracci sinceri, augurandoti di raccogliere presto i frutti di quanto hai seminato in tanti anni di studi! Arrivederci, piccola, un bacione!!

  
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