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Autore: jaseywantsthiseasy    09/10/2013    11 recensioni
"And you'll always be my thunder."
[Percabeth] [Quattro Oneshot per Quattro stagioni]
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1Oneshot
Titolo: sad;beautiful; tragic
Personaggi:  Percy Jackson, Annabeth Chase, Sally Jackson
Pairing: Percabeth
Rating: Verde
Genere: Triste, Drammatico
Avvertimenti: One-shot, What-if?
Note: Iniziamo subito con una one-shot deprimente! Woh-oh! Prima ff sulla Percabeth e già si piange, bell'inizio :')!
Comunque, questa raccolta di one-shot NON saranno collegate tra di loro, salvo eccezioni. Questa oneshot sarà ovviamente scollegata con le altre, quindi! Cercherò di aggiornare ogni sabato, ma perdonatemi se non dovessi riuscirci. Il quinto anno di liceo classico è una brutta bestia T__T
Spero che vi piaccia la mia tristezza suprema! (Ho finito House of Hades e ho la febbre, LASCIATEMI PERDERE)
Disclaimer:
Percy e Annabeth non sono miei...per ora.
E nemmeno 'sad beautiful tragic' di Taylor Swift.







sad; beautiful; tragic





Sally Blofis, neè Jackson, stava cucinando la cena, cercando di distrarsi dal fatto che non vedeva suo figlio da almeno un anno e non aveva la più pallida idea di cosa gli fosse successo.

O se fosse ancora vivo.
Non voleva nemmeno pensare a quella opzione, non poteva permetterselo: sapeva benissimo che la vita da mezzo-sangue era costellata di pericoli, ma perché proprio suo figlio, il suo Percy, doveva affrontare così tante prove?
La più provata, però, era Annabeth. L'ultima volta che l'aveva vista le aveva fatto sentire il messaggio nella segreteria e, per la prima volta in otto mesi, la figlia di Atena aveva pianto di gioia. Gli occhi grigi erano più vivi che mai, pieni di determinazione nel ritrovare il suo fidanzato. Sally rise fra sè e sè, ripensando al periodo in cui Annabeth e Percy ancora negavano di piacersi a vicenda. Suo figlio era un po' ottuso, pensò.
Sarebbe stato bello riavere tutti e due, come ai vecchi tempi, davanti alla sua teglia di biscotti blu: Annabeth avrebbe sgridato Percy di mangiare troppo voracemente e suo figlio avrebbe semplicemente riso e le avrebbe stampato un bacio su una guancia, facendo ridere Sally e arrossire la figlia di Atena.
Anche suo marito, ormai, si era abituato alla presenza della bionda: era come se fossero diventati una grande famiglia e solo il pensiero la rendeva felice.
Si spostò una ciocca di capelli castani dagli occhi, mentre pensò al matrimonio (perché era ovvio a tutti che un giorno si sarebbero sposati) che avrebbero celebrato, tutti insieme. E per una volta, tutto sarebbe andato bene.
Forse qualche mostro sarebbe apparso, ma i semidei sapevano cavarsela alla grande con essi.
All'improvviso, sentì il campanello suonare. Strano, pensò, Paul aveva detto che avrebbe fatto tardi.
Ma il suo instinto le diceva che non era suo marito, quello dietro la porta; mentre camminava verso essa le sembrava di stare sognando.
Tutto era confuso, come se stesse dormendo, e le girava la testa per il presentimento di ciò che stava per accadere.
Aprì la porta e trovò suo figlio, che le stava sorridendo stanco. Ci vollero dieci secondi prima che lei lo abbracciò, altri venti perché lei iniziasse a piangere sulla spalla di Percy.
Lui la strinse forte, come se fosse spaventato di essere portato via da lei ancora.  Sally gli prese il viso tra le mani tremanti.
«Perseus, mi hai fatto- ci hai fatto morire per la preoccupazione! Dove sei stato?! » gli disse, guardandolo nei suoi grandi occhi verde-mare. Notò che erano più spenti di quando lo aveva visto l'ultima volta.
I vestiti del ragazzo erano sporchi e strappati all'estremità, da dove partivano cicatrici e ferite che ancora non si erano rimarginate. Quelle la preoccuparono ulteriormente.
«È una lunga storia. Forse...un giorno riuscirò a raccontartela, mamma.» rispose Percy, con così tanta tristezza e stanchezza che le fecero morire le altre domande nella gola.
Cercò di vedere al di là della spalla del figlio, aspettandosi di vedere Annabeth.
Ma non c'era nessuno lì dietro.
«Annabeth è rimasta al campo? Perché non è venuta con te? Avrei voluto salutarla!» gli chiese con un'espressione perplessa. Si rese conto troppo tardi che non avrebbe mai dovuto chiederlo.
L'espressione di Percy diceva abbastanza.
Il ragazzo strinse i pugni, sforzandosi di non far uscire le lacrime, strizzando gli occhi in un modo così pieno di dolore che la uccise un po' di più.
«Percy...?» provò di nuovo Sally. «Dov'è Annabeth?» chiese fiebilmente, stringendogli le braccia per avere una risposta.
Percy aprì gli occhi e se il mare avesse potuto piangere, Sally pensò, avrebbe avuto lo stesso colore degli occhi di suo figlio. 
«Dov'è Annabeth....Percy, dov'è lei?» domandò un'ultima volta, prima che le sue ginocchia cedettero, scoppiando a piangere sul pavimento freddo.
Non era giusto.
Pochi secondi dopo, anche Percy era per terra e la tenne tra le braccia, piangendo anche lui. Fu allora che notò le due collane al suo collo.
Pianse ancora più forte per suo figlio che non si sarebbe mai ripreso dalla perdita di quello che era il suo più grande amore, pianse per se stessa perché Annabeth era stata l'unica ad informarla dello stato di Percy quando nessun altro l'avrebbe fatto.
Che giustizia c'era nel mondo e sull'Olimpo? Perché gli dei non avevano salvato Annabeth come lei aveva salvato loro?
«Si è sacrificata per me, mamma- si è sacrificata per tutti noi.» singhiozzò il ragazzo.
Percy tremava, scosso dai singhiozzi. Il grande salvatore dell'Olimpo, Percy Jackson, stava tremando sul pavimento congelato, abbracciato alla madre.
Entrambi sapevano che non sarebbe più stato lo stesso, era naturale che fosse così. Il grigio non sarebbe più stato un colore felice, acceso, ma solo spento e pieno di tristezza.
Sally pregò gli dei, pregò Poseidone e Atena, di aiutare suo figlio a continuare a vivere; niente sarebbe stato più come prima, ma loro dovevano almeno provarci.
Fuori la pioggia scendeva senza essere disturbata. Il mondo andava avanti, nonostante il suo unico salvatore vivente non volesse più farlo.
   
 
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