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Autore: Mrs LeeHae    09/10/2013    2 recensioni
" Lo rifaresti ? "
" Come ? "
" Se potessi rivivere gli ultimi momenti con Eunhyuk, sapendo adesso quello che hai passato qui, lo aiuteresti ancora.. ? "
Rimasi a guardarlo in silenzio.
" Da quello che ho letto dovevo amarlo davvero molto, e si sa.. l'amore induce a fare cose che in momenti lucidi ci sembrerebbero null'altro che pazzie.. ma.. credo che sì, lo rifarei.
Qualsiasi cosa pur di saperlo al sicuro.. non faresti forse lo stesso se fossi al mio posto ?
Non daresti anche tu la tua vita per qualcuno che ami.. ? "
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Choi Siwon, Donghae, Eunhyuk
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mrs. LeeHae :  Bonsoir ! ^ ^ 
Vi comprenderò se sosterrete che non ha né capo né coda e se è completamente nooo sense ! ( ? )
Ma con mia grande sorpresa per la prima volta in una mia FF nessuno viola i pantaloni di nessuno. Mi merito un applauso #WhatTheFuck.
Non ero molto sicura nel volerla postare, anche perché ieri sera - DI SERA VENGONO SEMPRE LE IDEE MIGLIORI -, ho partorito l'idea e stamattina gli ho dato vita.
Oltretutto è molto che non scrivo su Donghae & Eunhyuk - ancor di più con Shisus per mezzo ! - .
* Lancia sacchetti per il vomito pronti all'uso e gratuiti * .. almeno mi faccio perdonare hahaha ! 
Bando alle ciance, la canzone che da anche il titolo alla fanfiction è : Justin Timberlake - Blue Ocean Floor. 
VI OBBLIGO AD ASCOLTARLA. IO BOH. ME NE SONO INNAMORATA. HO DOVUTO SCRIVERE CON LEI IN SOTTOFONDO. COMPRENDETEMI.
L'EunHae è stata la vittima.. muhauhauhauhauha ( Y ) 
Spero di non aver errato qualcosa nella sezione note.. il genere OOC sembrava quello più adatto.. nel caso.. mi scuso ; w ; !
Che dire, spero che almeno un pizzico vi piaccia.. - scusate lo sclero lol - ... Buona lettura ! 





- Blue Ocean Floor -









Aprii lentamente gli occhi.
Percepivo le palpebre così pensanti.. 
Quasi sprecassi più energia a sforzarmi di tenere gli occhi aperti, che se invece li avessi tenuti chiusi. 
Sigillati.
Privandoli della visione del mondo.
Privando me stesso di prendere coscienza di ogni cosa. 
C'era un qualcosa che mi attirava a sé, nel frattempo.
Un qualcosa in cui, solitamente scivolavo con facilità.
Una mano tesa che afferravo senza esitazioni.
Un buco nero che mi risucchiava al suo interno, senza lasciarmi scampo, abbracciandomi e cullandomi in quel freddo luogo.
Dandomi l'illusione di essere, almeno lì, al sicuro.
Un mondo senza un vero aspetto.
Privo dello scorrere del tempo.
Senza alcuno spiraglio di luce.
Un qualcosa in cui io passavo molte ore, senza neppure rendermene conto veramente.
Questo qualcosa era divenuto la mia nuova realtà.
Un posto che avrebbe dovuto farmi sentire riposato, ma che invece di volta in volta sembrava spossarmi sempre più.
Le forze venivano a mancarmi e l'irrequietezza persisteva anche lì.
Non era più il mio candido luogo sicuro.
Stava mutando. Distorcendosi in qualcosa che non rispecchiava più me.

" Tenetelo ancora fermo, non fatelo muovere. "

Le voci giungevano ovattate, come se avessi le orecchie otturate da qualcosa. 
Ma chi stava parlando.. ?
Sussultai improvvisamente quando qualcosa di freddo e bagnato, sfiorò il mio corpo.
Sollevai la mano e vidi i polpastrelli bagnati.
Abbassai lo sguardo e riconobbi il luccichio dell'acqua.
Era un'impressione o continuava a salire ?
Cosa stava succedendo ?
Improvvisamente una sensazione di impotenza mi pervase.
Un brivido percorse la mia schiena, facendomi accapponare la pelle.
Non sapevo se facesse più freddo attorno o dentro me.
Ma una cosa era certa: Era un freddo che mi penetrava fin dentro le vene.
Cercai di far forza su mani e gambe, per issarmi almeno quel poco in piedi.
Mi sentivo così debole...
L'acqua nel frattempo aveva raggiunto già metà dei miei polpacci.
Cominciai a camminare.
Dovevo almeno provarci. 
Ogni passo compiuto sembrava spostarmi solo di qualche centimetro.
Lanciai uno sguardo ansioso all'acqua, che ora aveva raggiunto le cosce.
Perché lei saliva così velocemente e io ero così lento ?
Possibile che nemmeno in una situazione del genere ero in grado di mettermi in salvo ?
Ovvio che no.
Non quando devi combattere contro la tua più grande fobia.
Mi morsi con una certa insistenza le labbra tremanti; era già arrivata ai fianchi.. ?
Il battito del mio cuore stava cominciando ad essere irregolare per due motivi: la paura e, il dover pompare più sangue per non farmi sentire freddo.
Il fatto era che più l'acqua saliva, più mi sentivo mancare l'aria.
Più saliva, più rabbrividivo per il freddo.
Non avevo tempo per fermarmi e convincere il mio cervello che restar lucido era la miglior cosa da fare.
L'acqua raggiunse la pancia e, io ero ormai davvero tentato di abbandonarmi a quella situazione.
Combattere contro la forza dell'acqua per camminare, mi sottraeva energia.
I brividi erano più frequenti e mi scuotevano nel profondo con una certa violenza.
Le labbra, che inumidii con la lingua, non avevano quasi più sensibilità e, continuavano a tremare.
Il respiro era diventato pesante e disconnesso.
Era inutile andare avanti, tanto valeva restare lì e lasciarmi andare a quello che il destino aveva in serbo per me.
Lottare non aveva più senso.
Tanto non avrei avuto scampo comunque.
Presi un respiro profondo e chiusi gli occhi, sollevando il viso verso l'alto, ora che l'acqua era giunta alle clavicole.
Le guance cominciarono a bagnarsi di qualcosa di umido.
Un qualcosa di freddo.
Ci si metteva anche la pioggia adesso ?
Ah... no, erano soltanto le mie lacrime.
Chiusi gli occhi e cercai di non pensare a niente.
Anche perché non avrei saputo cosa pensare in un momento del genere..
Si può davvero pensare a qualcosa quando sai che la morte sta salendo come un serpente attorno al tuo corpo ?
Avvolgendolo e non aspettando altro che la tua vita si spenga, stritolandoti e facendoti mancare l'aria.
Abbandonatomi a quel pensiero aprii di scatto gli occhi e non vidi altro che acqua e buio, tutto intorno a me.
Completamente terrorizzato all'idea di assistere consciamente a quell'avvenimento, senza neppure accorgermene, le mie corde vocali provarono a lanciare un messaggio di sfogo.
Un grido contro tutta quella massa d'acqua.
L'aria contenuta nei miei polmoni andava disperdendosi davanti ai miei occhi, formando tante bolle d'aria piccole o grandi che fossero.
Un momento. Una presa salda tra i miei capelli e fui tirato fuori da quel luogo buio e bagnato.
La vista era offuscata.
C'era solo del gran bianco. Luminoso e decisamente fastidioso.
Mi portai una mano alla gola che sembrava essersi chiusa, rifiutandosi di farmi inalare aria.
Cominciai a tossire senza sosta.
Dell'acqua scivolò fuori dalla mia bocca, graffiando la mia gola e finendo sul pavimento grigio.
Provai ad inalare aria e ora non riuscivo ad esalare.
No.
No.
Non andava bene.
Non potevo tirar dentro sol dell'aria senza buttar fuori l'anidride carbonica. Non era uno scambio equo. 
Cosa mi stava succedendo ?
Perché non riuscivo a respirare correttamente ?
Perché il mio corpo si stava schierando contro di me.. ?
Improvvisamente qualcuno mi piazzò una mascherina sul naso, facendomi così introdurre dell'altro ossigeno nel corpo.
NO !
Questo non va bene ! 

" Shh, calmati adesso.. va tutto bene.. " 

Chiunque stesse in piedi al mio fianco e mi stesse dando una mano, avrei voluto tirargli un pugno in faccia.
Come potevo calmarmi se non riuscivo a respirare ?!

" Butta fuori.. non tenere tutto dentro.. "

Aggrottai per un istante la fronte, prima di provargli a dar retta.
Mi aggrappai alle sue parole e cercai di calmarmi.
Non avevo ancora la minima idea di cosa fosse successo, ma ero vivo.
Dovevo solo resistere.
Mi sfuggii un sospiro tremante e mi abbandonai contro il corpo di chi stava al mio fianco, che carezzandomi con movimenti circolari la schiena voleva infondermi tranquillità.
Cominciai a prendere dei piccoli respiri, finché non mi calmai e tutto attorno a me divenne pressoché stabile.
Allontanai la mascherina dell'ossigeno dal mio viso e chiusi gli occhi, esalando un respiro profondo e buttando fuori altra aria in seguito.
Era così bello poter nuovamente respirare.
Con mano tremante consegnai la mascherina a chi stava al mio fianco.

" Grazie.. ", biascicai fuori con voce debole.

Provai a schiarirmi la gola, ignorando il fastidio che provai nel compiere quell'azione. 
Mi portai poi le mani al viso e asciugai gli occhi lucidi e dolenti.

" Tieni.. ", disse la voce del ragazzo catturando la mia attenzione.

Mi stava porgendo un fazzoletto.
Oh. Proprio quello di cui avevo bisogno.
Asciugai nuovamente gli occhi e il viso umido, prima di soffiarmi il naso.
Gli rivolsi un piccolo e timido sorriso di gratitudine.
Spostai lo sguardo su ciò che c'era attorno.
Era una stanza dai colori tetri, con due piccole finestrelle adiacenti.
Vi era un letto del tutto disfatto;
Uno specchio posto su di un lavandino; in piedi dov'ero, riuscivo a scorgere la mia figura, seppur non completamente. Parevo avere un'aria sciupata e stanca.
Rispetto all'ultima volta che mi ero visto, provai quasi stupore nell'ammettere che in quel rifletto c'ero io.
Distolsi lo sguardo e lo posai su un tavolino che catturò la mia attenzione. Sopra vi erano posti degli oggetti.
Mi avvicinai a passo lento per osservarli meglio da vicino.
Raccolsi quella che doveva essere una carta d'identità e la aprìi.
Sobbalzai quando nell'immagine riconobbi la persona.
Lessi con vorace curiosità tutte le informazioni di base.
Vi era anche un orologio.
Lo osservai da vicino e sul retro vi lessi un'incisione: ' Perché tu sei lo scorrere del mio tempo '.
Ri-poggiai l'orologio un tantino sconcertato e allungai la mano verso quello che sembrava un quaderno.

" Puoi.. non toccare ? "

Sussultai per lo spavento. Avevo completamente dimenticato di non essere solo.
Non so per quale motivo chinai il capo, un po' come fanno i bambini quando vengono colti in flagrante. 
Tutti quegli oggetti sembravano essere miei effetti personali.
Vi era perfino il cellulare e il portafoglio.
L'unica domanda che mi sorgeva era: Che ci facevano qui ?
O meglio: Cosa ci facevo io qui ?
Non avevo la più pallida idea di dove potessi essere finito.
Non era un luogo a me familiare.
Tornai a guardare l'orologio.
Chi mi regalava poi un orologio con una dedica simile ?
Fuori da questa stanza, c'era forse qualcuno che amavo ?
Qualcuno con cui condividevo i miei giorni e i miei momenti ?
Sapeva che ero qui ?
E se non lo sapeva.. si stava chiedendo dove fossi finito ?
E perché non mi ricordavo niente di niente ?
Troppe domande che cominciarono a vorticare nella mia testa.
Senza dire una parola mi avvicinai al letto e mi misi a sedere.
Non era comodo come poteva apparire, anzi.
Anche il ragazzo che mi aveva aiutato, senza dire una sola parola o degnarmi di uno sguardo, si recò fuori dalla stanza. Lasciandomi solo.
Non doveva essere un tipo molto socievole.
Come me del resto.
Sospirai e quando la porta si aprì nuovamente, vidi varcare la soglia aa un uomo abbastanza giovane, alto e vestito elegante.
Aveva una sedia con sé, la portò vicino al mio letto e si sedette di fronte a me.
Un cipiglio prese forma sulla mia fronte.
Chi era e cosa sta facendo, questo qui.. ?
Lo guardai in silenzio finché non si mise a sedere e unì i suoi occhi scuri ai miei.
Dio. 
Mi metteva a disagio.

" 'Giorno signor Lee, dormito bene ? "

" Cosa ci faccio io qui ? Chi è lei ? ", domandai, ignorando completamente la sua educazione.

Lui sollevò un angolo delle labbra in quello che doveva sembrare un sorriso accennato.

" Io sono Siwon Choi, laureato in psicologia.. sa, studio i comportamenti uman--... "

" Sìsì, va bene, piacere di conoscerla. Ora mi spieghi io qui cosa ci faccio... ", dissi, sperando di aver assunto uno sguardo abbastanza determinato.

" Lei è qui da.. esattamente trentadue giorni, Donghae. E' sotto accuse per aver favorito la fuga di un noto criminale a cui l'F.B.I sta addosso da ancora più tempo. "

Donghae.
Allora era davvero questo il mio nome.
La carta d'identità non era una farsa.
Quegli oggetti erano davvero miei.

" Non capisco.. perché dovrei mettere a repentaglio la mia vita per questo criminale.. ? Mi ha minacciato o ricattato ? Avete bisogno del mio aiuto per scovarlo ? No perché, io comunque non ricordo nulla.. per quanto mi sforzi.. io davvero non.. non riesco.. "

Siwon, lo psicologo, mi fissava in silenzio.
Stava forse soppesando l'idea di se credermi o meno ?

" E' anche colpa dei sedativi.. "

" E cosa centrano loro con me ? "

" La società li adopera quando diventi un po' troppo.. irascibile.. "

Lo guardai con occhi increduli.

" Donghae.. per caso, ti sembra familiare.. ? "

Siwon estrasse una foto dal fascicolo che portava in grembo.
La foto mostrava un ragazzo, anch'egli giovane. I tratti del viso spigolosi, degli occhi grandi e delle labbra alquanto carnose. I capelli in foto erano alquanto rossicci.
Aveva un che di affascinante ma, non mi sembrava di conoscerlo.

" E' la prima volta che vedo la sua faccia.. ", ammisi.

Siwon sorrise.
Questa volta intravidi anche i denti bianchi.

" Queste foto sono di due mesi fa.. "

Presi le foto che mi stava porgendo e sgranai gli occhi.
Il ragazzo che in foto aveva i capelli rossicci, ora li aveva castano chiaro e stava sorridendo genuinamente a qualcuno al suo fianco.
Quel qualcuno, in foto, ero io.
Sfiorai con il polpastrello dell'indice la figura castana, soffermandomi un po' di più sul sorriso.
Forse potevo concepire perché lo avevo lasciato scappare via, mettendo me nei guai.
Nella seconda foto i nostri visi erano nascosti, perché l'uno stretto fra le braccia dell'altro.

" Come si chiama ? ", volli sapere.

" Eunhyuk Lee. "

Sorrisi in un misto di rammarico.
Mi dispiaceva non ricordare nessun momento di quella persona che nelle foto sembrava particolarmente unita a me.
Era frustrante.
Sbirciai l'ultima foto e la fissai confuso.

" Cos'è ? " 

" Un ingrandimento dell'anello che porta al dito, ne hai uno identico anche tu.. dev'essere un vostro simbolo, non lo so.. ma una volta, abbiamo provato a sottrartelo e sei diventato particolarmente violento.. il tuo inconscio forse sa ancora di te e lui.. "

Abbassai lo sguardo sulla mia mano sinistra.
Aveva ragione.
Gli anelli erano identici ed entrambi lo portavamo al pollice.
Sorrisi comunque intenerito da quella cosa.

" Quindi, è per causa sua se sono fermo qui ? "

Siwon si limitò ad annuire.

" Non pensate che sarei stato più utile all'esterno ? Magari si sarebbe potuto mettere in contatto con me.. "

" L'ultimo avvistamento è stato a Las Vegas... non credo saresti stato granché utile.. " 

Annuii.
Probabilmente aveva ragione.
Se in un mese non aveva mai provato a mettersi in contatto con me, perché mai avrebbe dovuto farlo ora.
Ciò.. ciò significava che per lui non significavo più nulla ? Che tra noi era finita ? 
Mi morsi il labbro inferiore.
Mi sentivo stupido.
Perché mi ero messo in una situazione tanto pericolosa ?
Perché avevo messo in gioco la mia memoria per proteggerlo ?

" Questo è tuo.. è un quaderno che lasciamo in stanza all'inizio, in base a se poi il ' detenuto ' lo utilizza o meno, decidiamo cosa farne.. ", disse Siwon afferrando quello stesso quaderno che mezz'ora prima avrei voluto prendere io.

" Io, l'ho utilizzato.. ? ", chiesi un po' titubante, improvvisamente non più così voglioso di conoscere la verità o comunque il contenuto di quelle pagine.

" Sì.. hai scritto molto spesso come ti sentivi.. finché, ad un tratto hai strappato delle pagine.. non sappiamo cosa ci hai scritto.. e quando abbiamo provato a chiedertelo, non hai saputo risponderci.. "

Afferrai il quaderno dalla copertina nera, senza chissà quale disegno o simbolo significativo.
Aprii la prima pagina e vi lessi: ' Nessuno potrà trovarci qui '.

Siwon si mosse. 
Si alzò in piedi e sistemandosi il vestito elegante, si avviò fuori dalla stanza.

" Ti lascio un po' solo.. passo più tardi, tu leggi pure.. "

Annuii in risposta e cominciai a leggere a caso alcuni righi.
Dovevano essere i momenti in cui non avevo ancora perso gran parte delle memoria.


10 Settembre.
Sono certo che questo quaderno non è un diario poi tanto personale.
Ma siccome non ho valvole di sfogo, lo utilizzerò come tale.
Il fatto che io sia qui vivo, significa che anche lui è ancora vivo.
Perché qualora lui morisse, non importerebbe più nemmeno a me di vivere.
Ma voi cosa potete capirne.
Voi vedete solo il male che fa.
Sapete bene anche voi che ha ammazzato persone che non sono così innocenti, eppure vi ostinate a volerlo morto per mano vostra.
Beh.. potrete torturami quanto vi pare.
Nessuna tortura farà uscire una parola a suo discapito.
Mi farete il lavaggio del cervello, ne sono conscio.
Forse al risveglio non saprò nemmeno chi lui sia.
Ma non importa, preferisco saperlo al sicuro che condannarlo a morte e tradirlo.
 


22 Settembre.
Ve l'ha mai detto nessuno che qui dentro la cucina fa davvero schifo?
Gli spaghetti non sapevano di nulla.
Perfino un cane preferirebbe fare la fame che mangiare quella roba.
Oggi mi avete fatto due dosi di sedativi per tenermi buono.
Accipicchia.
La prossima volta non mi limiterò a calciare e strillare come un pazzoide.
Lasciatemi in pace. Non saprete nulla.
 
25 Settembre.
Sbaglio o vi avevo avvisato ?
Non scherzate con me.
Non prendetevi gioco di me e di lui.
Voi non sapete niente.
Crede che io ceda a questi trucchetti ? Sul serio ? Ma per favore.
Mi dispiace per l'indice del signor Wong, ma al mondo d'oggi la tecnologia ha fatto progressi.. sono certo che una protesi esisterà.
 
30 Settembre. 
Mi hanno detto che dormo da 72 ore.. 
Il fatto è che non ricordo il motivo per cui ero così stanco.. 
Mi hanno mostrato la foto di un ragazzo.. qualcosa mi dice che è familiare, ma non ricordo proprio chi sia.. mi sfugge.. aish, la stanchezza mi sta prendendo nuovamente.
Credo che dormirò un altro poco.
Magari scomparirà anche questo essere smemorato.



Smisi di leggere.
Passare dalla consapevolezza all'ingenuità in un un solo rigo era troppo breve.
Continuai però a sfogliare, leggendo frasi a caso.
Notando che Siwon era stato presente fin dal principio.
Almeno, da dopo i primi sintomi di amnesia.
Doveva far parte del recupero forse... 
Presi la penna che era tenuta ferma da un elastico a lato del quaderno e cominciai a voler scrivere di oggi. 
Proprio dopo i segni delle pagine strappate.
La calligrafia non era molto ordinata a dir la verità, forse anche perché non scrivevo da una settimana.. almeno da quello che diceva il quaderno.
Ogni due ero costretto a fare un cancellone con la penna e proseguire cercando di scrivere in maniera comprensibile.
Mi fermai però, quando sotto un cancellone prese forma qualcosa.
Che ci fosse scritto qualcosa che non era visibile a occhio nudo ?
Mi morsi il labbro incerto sul da farsi, poi afferrai la penna e cominciai a seguire questi segni.
Rimasi pietrificato quando terminai di ' colorare ' gran parte della pagina.


 10 Ottobre, 00.00 !
F u o r i 

Fissai la scritta senza comprenderne il significato.
Non sapevo nemmeno che giorno o mese fosse oggi.
E se per aspettare Siwon, avessi così dato una mano a loro per rintracciare Eunhyuk.. ? 
Non potevo permetterlo.
Non dopo quello che avevano fatto a me.
Balzai in piedi e mi avvicinai velocemente al tavolino.
Quando adocchiai il cellulare non potei non sorridere.
Lo afferrai e pigiai quello che mi parve il tasto per sbloccare lo schermo.
' 13/10/09 19.48 '

Mancavano cinque ore alla mezzanotte e allo scoccare del dieci Ottobre.
Cosa intendevo però scrivere con quel ' fuori  ' ?
Corrugai la fronte con fare pensieroso e dopo aver rimesso a posto il cellulare, pensai a dove nascondere il quaderno.
Non potevo permettere che lo trovassero, non oggi, non domani.
Se c'era una possibilità che io scappassi, non l'avrei buttata via.

*

" Ti si sono chiarite un po' le idee ? "

" In verità non mi sento molto diverso da gli ultimi giorni in cui ho scritto... ", confessai stringendomi nelle spalle.

" E' comprensibile.. non hai molti stimoli qui.. "

" Verrò mai lasciato libero.. ? "

".. Non lo so, sinceramente.. "

" Capisco.. "

" Lo rifaresti ? "

" Come ? "

" Se potessi rivivere gli ultimi momenti con Eunhyuk, sapendo adesso quello che hai passato qui, lo aiuteresti ancora.. ? "

Rimasi a guardarlo in silenzio.

" Da quello che ho letto dovevo amarlo davvero molto, e si sa.. l'amore induce a fare cose che in momenti lucidi ci sembrerebbero null'altro che pazzie.. ma.. credo che sì, lo rifarei. Qualsiasi cosa pur di saperlo al sicuro.. non faresti forse lo stesso se fossi al mio posto ? Non daresti la tua vita per qualcuno che ami.. ? "

Siwon non rispose, si limitò a scrutarmi con attenzione. 
In più la stanchezza iniziava a farsi sentire, avevano già portato la cena, ma io non avevo toccato nulla.
Se prima il cibo doveva far schifo, non di certo adesso era diverso.
Mi distesi in posizione fetale sul letto e guardai Siwon.

" Qualcuno ha mai denunciato la mia scomparsa.. ? " 

" No. Tuo padre è morto quando eri piccolo e tua madre e tuo fratello vivono dall'altra parte della città.
Vi sentite solo quando ci sono eventi importanti, non vi frequentate molto... "

" Accipicchia, certo che l'F.B.I. può arrivare a sapere davvero tutto.. ", mormorai affascinato. 

Siwon rispose qualcosa, ma non lo capii.
Qualcosa di forte e rumoroso aveva preso a sovrastare la sua voce.
Era un allarme.
Velocemente mi misi a sedere. Che stava succedendo ?
Siwon mi afferrò per un braccio e mi trascinò fuori dalla stanza.
Il panico si stava impossessando di me.
Che diamine era quel trambusto improvviso ?
Mi riversai tra la folla di persone dirette verso l'uscita di sicurezza più vicina.
La gente spingeva, ovviamente dovevano essere i primi a salvarsi.
Persi la mano di Siwon e per un momento mi sentii perso in mezzo a tutta quella gente.
D'improvviso un braccio mi circondò la vita e una mano si strinse attorno alle mie labbra, abbattendo fin da subito il mio istinto di voler urlare.

" Sta fermo maledizione ! ", sbottò con fare irritato chi mi aveva catturato e mi stava portando chissà dove.
Cercai di liberarmi da quella stretta, ma era troppo forte e ferma.
Da quello che potei vedere, stavamo prendendo un'uscita secondaria.

" Sali. "

Feci come mi venne ordinato e mi sedetti in un angolino del retro di quello che doveva essere un furgone.
Con me salì proprio chi fino a un momento prima mi aveva tenuto la bocca chiusa.
Si avvicinò alla parete e batté due colpi, un momento dopo il motore si avviò e il mezzo cominciò a muoversi.

" Che volete adesso da me, eh ? Non ho bisogno di altre torture. Non so niente ! Non mi ricordo nulla ! ", gridai, rivolto al tipo che era con me e che non accennava a volersi togliere il passamontagna.
Rimase per un momento di troppo a guardarmi prima di rispondermi: " Non ci saranno torture, era te che volevo, nient'altro. "

Lo guardai con silenzioso stupore, mentre si avvicinava a me.
Deglutii a fatica e di riflesso mi spostai un po' più indietro.

" Donghae... non scappare da me... non ti farò nulla.. "

Donghae ?
Sapeva il mio nome ? 
Mi morsi il labbro incerto e rimasi fermo, mentre lui continuava ad avvicinarsi lentamente.

" Sfilami il passamontagna.. ", sussurrò guardandomi negli occhi.

Sollevai ambe le mani leggermente tremanti e afferrai i lembi della stoffa nera.
Con lentezza e delicatezza, cominciai a sollevarlo, scoprendo a poco a poco, ogni centimetro di pelle di quel viso che cominciava a prendere una forma familiare nella mia mente.

" Eunhyuk.. ", sussurrai senza fiato quando in mano mi rimase il passamontagna e davanti mi ritrovai il suo viso. 

Quei tratti che avevo visto solo per foto e che dal vivo erano mille volte meglio.
Lasciai cadere il passamontagna e gli cinsi il viso con le mani.
Lui strinse a sua volta le mie mani e non potei non notare i nostri anelli.

" Lo porti ancora.. ", sussurrai non potendo non sorridere un po' sollevato.

" Non mi ci separo mai.. ", confessò lui, abbozzando un sorriso dolce che mi fece tremare le pareti del cuore.

" Donghae.. ? "

" Hm ? "

" Mi sei mancato.. ", mormorò il rossiccio, poggiando la fronte contro la mia.

" Mi dispiace.. ", sussurrai in risposta.

" E di cosa.. ? "

" Di averti quasi totalmente dimenticato.. ", sussurrai con voce debole, sentendo le lacrime pronte a scivolare via dai miei occhi.

Eunhyuk mi attirò a sé e mi strinse forte tra le sue braccia.
Un abbraccio che non esitai a ricambiare.
Volevo riappropriarmi del mio posto nel mondo.
Del mio piccolo posto all'interno del suo mondo.
Non mi sarei più separato dal suo calore, l'unico in grado di scaldarmi nel profondo.

" Sono stato uno sciocco io a lasciarti andare, avrei dovuto fermare le pattuglie.. ma non importa, l'importante è che tu ora sia qui.. con me."

" Credo proprio che non vorrei essere altrove. ", mormorai separandomi da quell'abbraccio per asciugarmi le guance e godermi appieno la vista del suo sorriso.

" E' più bello dal vivo che in foto.. "

" E' solo per te.. ", rispose lui, avvicinando nuovamente il suo viso al mio.

" Credo che potrei viverne. ", risposi con sincerità, chiudendo gli occhi e lasciando che le sue labbra si poggiassero sulle mie.
Calde. Morbide. Delicate.
Un calore che non provavo da troppo tempo prese a circolare nel mio corpo.
Un calore piacevole e rilassate.
Qualunque cosa, sarebbe stata sempre migliore se avessi avuto lui al mio fianco.

 


End. 

 
  
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