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Autore: Maiwe    09/10/2013    4 recensioni
Bilbo e la Compagnia di Thorin posano gli occhi sul profilo della Montagna, finalmente così vicina...
Flashfiction nata da una sessione di "Drabble Night" delle Muse, e ispirata al prompt "Drago" e alla canzone di Madonna "High Flying, Adored" dal musical "Evita".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo, Bofur, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Drago

Canzone: High flying, Adored – Evita

Citazione: “Come il vento nell'erba della prateria, noi eravamo parte di questo posto, e saremmo tornati ad esserlo.”

Immagine: “Washed away”


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Alzò gli occhi, ed eccola là.

In un istante, tutto il dolore, tutta la fatica, tutta la pesantezza dei bagagli e dei crampi della fame, della prigionia e del vento che screpolava la pelle delle mani e del volto, scomparvero.

Alzò gli occhi, ed eccola là.

Cosa sarebbe successo, adesso?

Si sentiva in cima al mondo, finalmente arrivato, eppure così piccolo, così microscopico.

Il drago ancora non si vedeva, ma Bilbo lo sentiva, poteva avvertire il suo respiro attraverso le crepature profonde nella roccia, là dentro, negli abissi della montagna, un respiro caldo e vibrante come una ventata di aria arida e secca, come la terra bruciata che aveva sotto ai piedi. Terra che tremava, scossa da sussulti che provenivano dalle viscere della Montagna.

Si voltò verso Bofur. Osservò la lacrima che, dagli occhi lucidi del Nano, andava a bagnargli la punta dei baffi, un sorriso caldo, sincero, a solcargli le labbra.

“Vedi, Bilbo”, sussurrò il Nano. “Questa è casa nostra.”

Attorno a loro, tutti gli altri parevano congelati, persi in un'estasi, in un colloquio silenzioso con la montagna. Lo Hobbit si avvicinò a Thorin.

Il mancato re la scrutava, accigliato; eppure, Bilbo vi lesse della luce, nel suo sguardo, un bagliore: orgoglio.

“Pare che finalmente ce l'abbiamo fatta, eh?”

Thorin lo guardò, le labbra serrate, profonde rughe e solcargli la fronte.

“Come il vento nell'erba della prateria”, disse, con voce bassa ma dolce, confortante, “Noi eravamo parte di questo posto, e torneremo ad esserlo.”

Il re dei Nani scese lungo la china, lungo la scarpata brulla, sollevando dietro di sé una nube di polvere e cenere.

  
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