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Autore: Vuoiessereilmiopeluche    09/10/2013    1 recensioni
Cara me, è da 15 anni e mezzo che ci conosciamo, quante ne abbiamo passate? Ti ricordi tutte le volte che siamo state sole nel letto a piangere? All'inizio per una figurina rubata o cose stupide però che quando si è piccoli fa male, poi piano piano è peggiorato tutto. Abbiamo conosciuto tante persone e se ne sono andati tutti tranne Lulu. Lei anche se siamo stati distanti per la scuola è stata sempre presente, è l'unica che ci ha accettato come siamo. Ce l'abbiamo fatta a superare tutto quello schifo piano piano. Ce l'abbiamo sempre fatta insieme e ce la dobbiamo fare ora. Quante fasi abbiamo superato? Non voglio iniziare col dire quanti idoli abbiamo avuto e magari adesso neppure cantano. Non cambiare mai ne per un'amica ne per un ragazzo tanto ci sarò solo io veramente nella tua vita. Devi capire che primo o poi tutti se ne vanno, non ci sarà mai veramente nessuno al tuo fianco. Quando penserai ‘’lei/lui resterà veramente’’ ti sbagli. Ama il tuo corpo, ama come sei veramente e non diventare come vogliono i tuoi compagni. Non farti del male, non pensare che sei grossa perché dovresti capire che sei perfetta così.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Era 1994, quando Jo aveva quindici anni, era una ragazza molto bella non solo dal punto di vista fisico ma anche caratteriale. I suoi occhi erano di un azzurro splendente, trasmettevano un senso di pace, di tranquillità e di amore puro. Molti s’innamoravano di lei, ma voleva trovare il ragazzo giusto prima di innamorarsene. A diciotto anni lui era lì con il suo bel motorino, i capelli laccati e la sigaretta in mano, era un ribelle con il suo fascino irresistibile. Lei s’innamorò della sua bellezza, della sua dolcezza, del suo animo ribelle; lui s’innamorò di lei per il suo sorriso, le sue guancie rosse per la vergogna, il suo modo di mordersi le labbra. I mesi passavano e i giovani erano sempre più innamorati e decisero di dirlo ai loro genitori, i genitori di lui erano felicissimi ma i genitori di lei le dissero che si dovevano lasciare.
Il giorno dopo scapparono,nessuno ha mai saputo dove siano andati, solamente dopo una settimana ritornarono.
C’era una novità ma nessuno dei due sapeva come diglielo ai genitori, avevano fatto la più grossa cavolata del secolo. Il giorno arrivò e annunciarono del loro più grande sbaglio, lei era rimasta incinta, la cosa più grave di questa situazione che mandarono in delirio i genitori è che voleva abortire. Diceva che volevano entrare in medicina e non potevano permettersi un bambino.
 
Ecco qua è inziata la mia vita schifosa nel 1998 quando mia mamma ha saputo di essere incinta. Che bello, vero? Già dalla nascita odiata, con dei genitori che ogni volta che ti guardano ti vedono come il più gran fallimento della loro vita.
Mi sono dimenticata di presentarmi, mi chiamo Veronica ma chiamatemi Nica.  Lo so che non v’interessa più di tanto ma ho quindici anni e vado al primo liceo Scientifico. L’unica cosa che amo del mio corpo sono i miei occhi, consumati dalle lacrime, azzurri e verdi un misto.  Gli occhi di mia mamma se ne innamoravano tutti, era bellissima, invece i miei non vengono neanche notati viene guardato solo il corpo.
Il mio corpo fa schifo, ho ereditato la cellulite da mia zia, ho due fianchi giganti e una pancia che fa vomitare. Ovviamente qua ad Acireale, la città in cui ho sempre vissuto, notano solo il corpo,è un eccezione per loro il carattere. La cosa più importante in questa nuova generazione è avere due gambe perfette, la pancia inesistente, fumare ecc… Ci vorrebbe un elenco lungo quanto un romanzo di 600 pagine per dirvi tutto ciò che c’è bisogno per essere accettati.
Lo sapete quanto è brutto svegliarsi la mattina e aver voglia di morire? Sapere che appena arrivi a scuola tutti ti prendono in giro, ti senti la persona più sbagliata del mondo e poi vedi le foto di tua mamma  e pensi ‘’da chi ho preso?’’.
‘’Alzati Nica, è tardi!’’ Puntuale come sempre la mamma mi ha chiamato.
Alzarmi? Chi ce la fa! Non voglio andare in quello schifo di classe, vorrei tanto invece di quel  ''ALZATI RONNIE è TARDI’’ urlato a squarciagola in un ‘’Nica alzati, oggi partiamo per Londra’’.
Prendo le prime cose che mi capitano nelle mani come al solito jeans e una maglietta e vado verso il bagno.
Come ogni mattina mi ritrovo mia sorella in bagno e comincio ad urlare che se non esce entro due minuti le butto la porta giù.
Arriva il momento più critico della mattina cioè truccarmi, non capisco come riescono a mettersi le mie compagne l’eyeliner preciso in tutto i due occhi. Come sempre mi risulta schifoso, mi metto la matita nera e un tantissimo mascara.
''Mamma andiamo? Fra 5 minuti suona la campana''
Ogni giorno sempre le stesse frasi, le stesse azioni e tutto monotono e non si riesce a cambiare questa monotonia.
Sembra una lotta contro il tempo, devo arrivare prima che arriva il prof ma vince sempre il tempo ed eccolo li che mi guarda incavolato.
''Leotta perché in ritardo?''
Non so ormai neanche che cosa inventarmi, è da 4 mesi che mi invento le solite scusa e questa volta avrei voglia di digli la verità ma prenderei una nota.
''Prof mi sono sentita male.''
Eccolo li che mi guarda intensamente per vedere se è vero o gli ho detto un ennesima bugia ma come ogni giorno ci casca.
''Vai a posto e non arrivare più in ritardo, la prossima volta chiamo ai tuoi genitori''
Ogni giorno dice così, ma non l’ha mai fatto.  Senza salutare nessuno vado in silenzio nel banco e faccio finta di ascoltare la lezione. Il latino è la materia più noiosa del mondo, non capisco perché dobbiamo studiarla! Mia mamma dice che sono io che non amo studiare, ma secondo me a scuola dovrebbero insegnare cose che ci possono servire. Non penso che quando avrò 40 anni avrò bisogno di tradurre un testo in latino.
''Mi fai un esempio Leotta?''
Guardo ogni singolo compagno cercando qualcuno che mi da’ un suggerimento, ma non mi aiuta nessuno.
Devo prendere tutto il coraggio che ho e gli devo dire che ero distratta, ma già mi ha messo due.
Ecco questo è un tipo di prof che non capisce noi ragazzi, che non ci aiuta, ma la cosa che mi preoccupa è che fra pochi giorni c’è la chiusura del primo quadrimestre.
Immagino la faccia dei miei genitori quando vedono la mia pagella e solo per un 4 mi rinchiuderanno a casa a vita.
Suona la campanella e già mi sono rotta a stare nella classe e come ogni santissimo giorno da settembre a oggi chiedo di andare in bagno e come sempre il prof mi dice di si. Prendo le sigarette, l’accendino e il prof non mi vedrà più per un po’ di tempo. Me ne vado nelle scale antincendio ed incontro sempre le solite facce, gente che ha iniziato per farsi accettare dai compagni, gente che lo fa per stare bene. Io faccio parte dell’ultima categoria, ho iniziato per stare meglio, per dimenticare tutto. Ho bisogno di dimenticare dei miei genitori, dei miei compagni, del mio corpo, di tutto. Mi metto le cuffie e chiudo gli occhi, senza accorgermene comincio a canticchiare sotto voce. 
 
‘’Just give me a reason
Just a little bit’s enough
Just a second we’re not broken just bent
And we can learn to love again
It’s in the stars
It’s been written in the scars on our hearts
We’re not broken just bent
And we can learn to love again’’

 
Mi fanno pensare molto quelle parole, mi chiedo come è essere innamorati, pensare sempre una persona fino a starci male. Vedo tutte le mie compagne che piangono e cercano di farsi notare da un ragazzo in tutti i modi, ma non concepisco il loro ragionamento. Non dovrebbero farsi amare per come sono? Allora perché cambiano per un ragazzo?
Non capisco che centro io in questo mondo, sono così diversa da loro, forse sono un aliena che per sfortuna l’hanno portata nella Terra per qualche missione Top Secret. Mi sa che mi  sono vista troppi film di fantascienza, o sto semplicemente impazzendo. Suona di nuovo la campanello, che l’inferno abbia inizio. Entro di nuovo in classe,ma adesso noto chi c’è e chi manca.
‘’Ben tornata cicciona.’’
Ancora la stessa monotonia, non potevano mancare gli insulti di Francesco e un ragazzo insensibile che sembra che non ha cuore. Come sempre non gli rispondo, lui continua ad insultarmi per un po’ e come sempre si stufa e va’ da qualche ochetta ad abbracciarla.
Noto una nuova ragazza è bassina, robusta e dei capelli lunghissima, ma poco curata. Porta un paio di occhiali che le danno un aria da secchiona e tutti ovviamente non si avvicinano a lei. Non so perché e cosa mi ha portato vicino a lei, ma mi sembra diversa dagli altri.
''Ciao, piacere Veronica ma chiamami Nica.''
Si è girata con gli occhi spalancati, cercando la figura che le ha appena parlato e quando nota che sono stata io cerca di farfugliare qualcosa.
''Ciao, piacere Giulia.''
Si è girata di nuovo e presa dal guardare il suo nuovo libro di fisica ed io ritorno nel mio banco fregandomene della poca gentilezza della ragazza.
Arriva la prof di fisica ed io annoiata gli invento che mi sento male ed esco di nuovo. La fisica, ma chi la capisce?Non è una materie inutile, ma è la prof che non sa spigare niente.
Accendo di nuovo gli auricolari e penso quello che ha detto Francesco e comincio a piangere.
Che cosa ho di sbagliato? Che ho diverso dagli altri? Perché non vengo accettata? Ci penso ogni secondo e le domande si affollano nella mia testa .
Metto Fedez a tutto volume e ho la sensazione che si spaccano i timpani in un momento all’altro. Le lacrime sono sempre di più e non riesco più a smettere. Mi ritrovo Giulia davanti e mi guarda sbalordita e mi dice che devo ritornare in classe se no prendo una nota senza chiedermi se sto bene. Mi lavo la faccia e ritorno in classe con gli occhi gonfi e quella strana ragazza fa finta che non ha visto niente.
''Come ti senti Veronica?''
Le dovrei dire che sto male, che ho voglia di scappare  e di chiudermi nella stanza a piangere per ore.
''Bene.''
Ma le dico solamente  un bugia, come tutte le altre tanto non potrebbe mai capirmi e non potrebbe mai aiutarmi.
''Allora vieni interrogata''
Fregata, magari se le avessi detto che stavo ancora male non prendevo quel due. La giornata va sempre peggio, ma come sempre suona la campanella che immagino che dice ‘’fanculo è finita pure quest’ora’’.
Sono già le 11 e la ricreazione è il momento più caotico della giornata dove tutti i ragazzi fanno casino senza prendere una nota.
''Stai in classe?''
Mi giro e vedo quella ragazza tanto strana, ma guardandola  bene era molto carina. Non so che rispondere perché è troppo ovvia la risposta, ma sapendo che vuole cominciare un discorso le rispondo.
''Si.''
Mi guarda sperando che dico qualcos’altro,ma notando che non dico più niente se ne va.
Mi sto sentendo in colpa, perché l’ho trattata così? Forse ci devo andare a parlare? Ma la vedo ritornare e mi sorride.
''Scusa se ti sto disturbando, ma ti volevo chiedere se mi fai vedere la scuola''
Non so che rispondere, non voglio andare in giro fra gli altri, so che mi prenderanno in giro, ma c’è qualcosa mi fa dire di si. Le faccio vedere il bar, il cortile e la palestra e lei sembra che l’unica cosa che le interessa è fare amicizia. Ho scoperto tante cose su di lei, ma lei, delusa,non le ho detto tante cose. L’unica cosa in comune che abbiamo è l’amore per i libri e poi siamo completamente diverse.
Suona la ricreazione e le dico di salire, ora c’è la mia lezione preferita cioè narrativa. Forse è l’unica materia che mi interessa veramente e così dall’ultimo banco mi sposto in quello di Giulia per poter discutere con il prof senza che l’intera classe sentisse.
Anche questa ora è andata e ora finalmente vado via da questa scuola, ma oggi non voglio ritornare subito a casa. Mi metto le cuffie e vado in giro e cammino, vedo un chiosco e dietro vedo il parco che non avevo mai visto. Mi metto seduta appoggiata ad un albero e prendo il mio quaderno. Comincio a scrivere quello che sento e canto a voce alta, tanto nessuno mi sente.
Le lacrime escono di nuovo e non si fermano più, è come quando si rompe un rubinetto ed esce tanta acqua da non poterla fermare e si allaga tutto.
Guardo il cellulare ed erano le due, sono molto in ritardo e scappo a casa. 


 

   
 
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