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Autore: Lupus    04/04/2008    2 recensioni
A Bando facevano male quelle parole, sentiva come se un’ombra invisibile le stesse stringendo il cuore tra le mani, sempre più forte, sempre di più, senza mai scemare la presa. E lei, colta da un dolore fisicamente inesistente, si sentiva soffocare e, minuto dopo minuto, sprofondare in un baratro malato. Sentiva il bisogno di una ragione, un misero pretesto, che le desse la forza necessaria per continuare a vivere, per perseverare nello sperare che non tutto finisse dopo un dirupo, ma che la strada continuasse, seppure da un’altra parte.
[Line - Bando/Chiko]
Attenzione: La fanfiction tratta di un argomento estremamente delicato qual è, appunto, il suicidio.
Genere: Triste, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#10. I can’t feel the future But I can be there for you now


Bando correva a perdifiato, tranquilla, senza preoccuparsi del fatto di essere un corridore che stava combattendo contro il tempo e che, da questa sua stessa corsa, sarebbe stata decisa la morte di una persona.
A lei non interessavano gli altri, perché quando Chiko le era vicina spazio e tempo si intersecavano tra di loro formando un nesso indissolubile, che la trasportava in un’altra dimensione facendole perdere la ragione e la sua solita compostezza.
Chiko era bella anche quando piangeva come una bambina, era splendida anche quando inciampava maldestramente. Chiko era meravigliosa. Sempre.
E lei, egoisticamente, era gelosa di quel maledetto telefono che continuava a squillare, a squillare e a squillare monopolizzando l’attenzione dell’amica.
Nonostante tutto, però, quel sadico gioco in cui era stata coinvolta le piaceva. Era divertente osservare con quanta debolezza il genere umano lasciava che un suppellettile di scarsa funzionalità decidesse per loro.
Bando sorrideva. Sorrideva felice, perché nessuna di quelle morti, nessuna di quelle vite salvate grazie al loro intervento aveva la benché minima importanza per lei; lei che si beffava del tempo e dello spazio; lei che, per un ironico gioco della natura, era nata così aliena e così apatica al mondo e alle persone che lo popolavano.
Un lampo squarciò il cielo e gli occhi di Bando videro, disinvolti, la morte di un'altra persona.
Chiko, smise di correre e si gettò a terra, piangendo e imprecando contro un Dio che, se veramente fosse esistito, non avrebbe permesso questo scempio di anime.
Lei si avvicinò all’amica e le asciugò con l’indice le lacrime che dirompevano impetuose e diventavano pioggia, mescolandosi con l’umore orinato dal cielo, che evidentemente, nella sua trascendenza, risentiva del disastro che stava accadendo sulla terra.
Con un gesto colmo di indiscussa grazia, si portò il dito alla bocca e succhiò via da esso tutto il liquido che vi si era depositato sopra.
Bando constatò che sapeva di salsedine. Ricordava di aver già sentito quel dolce sapore di salmastro sul corpo della madre, prima che il tumore la divorasse completamente.
Triste, sorrise.
Se quelle rimembranze avessero giovato sulla sua personalità ambigua, non seppe dirlo neanche lei; fu solo consapevole di aver partecipato per un solo secondo all’oscuro dolore della morte che può coglierti impreparato in prima persona o per mezzo altrui.
E questo, solamente questo, le bastò per comprendere la gravità della situazione e l’importanza della vita stessa, che ci viene donata, ci viene regalata con la speranza che, fino alla fine del nostro spazio e del nostro tempo, la tratteremo bene, ma solo in pochi riescono ad essere ligi a questo tacito accordo. E sono quei pochi, però, a fare la differenza.
Bando, inconsapevolmente, era maturata nell’arco di una notte, era cresciuta e finalmente, dopo essersi cibata dell’indifferenza della gente, era pronta a sbocciare e a mostrare a tutti la propria bellezza e la propria importanza.
Istintivamente, abbracciò Chiko, che si lasciò coccolare come per ricordare a se stessa e al mondo che fosse ancora una ragazza e che anche lei aveva il diritto di vivere le proprie esperienze senza essere caricata dell’angoscia degli altri.
Bando era stremata, non riusciva più a sopportare le urla della amica che chiedevano ad una persona senza nome né volto a chi sarebbe toccato morire questa volta.
Le facevano male quelle parole, sentiva come se un’ombra invisibile le stesse stringendo il cuore tra le mani, sempre più forte, sempre di più, senza mai scemare la presa. E lei, colta da un dolore fisicamente inesistente, si sentiva soffocare e, minuto dopo minuto, sprofondare in un baratro malato. Sentiva il bisogno di una ragione, un misero pretesto, che le desse la forza necessaria per continuare a vivere, per perseverare nello sperare che non tutto finisse dopo un dirupo, ma che la strada continuasse, seppure da un’altra parte.
Acquisendo questa consapevolezza, anche lei ora era salita sul sottilissimo filo della tensione.
Si voltò verso Chiko regalandone un ultimo, sincero sorriso prima di iniziare nuovamente a correre a perdifiato, con l’unica differenza che, questa volta, avrebbe fatto di tutto pur di preservare il diritto alla vita.
«Non posso percepire il futuro, ma posso essere là per te ora.»


N/A

Lo so.
Avevo detto che avrei continuato la raccolta su Naruto, ma, subito dopo aver letto questo bellissimo manga, non ho potuto fare a meno di scrivere qualcosa sul tema.
Recentemente, ho subito un lutto grave in famiglia; e mi sembra irrispettoso nei confronti miei e di tutti quelli che vivono o hanno vissuto situazioni analoghe solo l’idea stessa del suicidio.
Non sono qui per fare politica o per offendere un determinato gruppo di persone – lungi da me! Quello che voglio dire è che, semplicemente, vedo il suicidio come un gesto insensato, che non ha né capo né coda, perché tutti soffriamo in questo mondo maledetto, tutti!
Detto ciò, come al solito, ringrazio Alessia Heartly per avermi concesso il permesso di utilizzare le tracce del tema “Melodies of live”, indetto dalla WC True Colors.
Finora questa è la seconda fanfiction di tale genere che pubblico, ma ce ne sono altre due già pronte… devo solo decidermi a pubblicarle. XD

E' importante sottolineare che i personaggi ivi presenti non sono di mia proprietà ma copyright dell'autrice del manga "Line", Yua Kotegawa.

Infine, prima di lasciarvi, dedico questa fanfiction ad Alessia e Michela, per ricordare ad entrambe che io sono vicino a loro, e che non le abbandonerò mai.
Contro i pregiudizi sessuali, questa fanfiction vuole parlare del rapporto Yuri con normalità, senza accenni ad anomalie psicologiche, perché E’ COSI’ che io personalmente lo vedo.
Punto.

Sentitamente,
Lupus aka Luigi.

   
 
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