Kate
esamina in modo frenetico tutto l’appartamento,
cercando qualsiasi traccia dell’uomo. Lanie sarà
qui a minuti e non vuole che
bigliettini d’amore, abbandonati distrattamente (lui ne
scrive continuamente!) o capi
d’abbigliamento gettati
da qualche parte li tradiscano. Semplicemente, non è ancora
pronta a rendere
pubblica la loro storia. Nemmeno a parlarne con Lanie, pensa.
Soddisfatta
della mancanza di tracce di Castle
nell’appartamento, Kate controlla anche sé stessa.
Si è buttata addosso un paio
di jeans e una felpa della Polizia di New York, ha raccolto i capelli
in una
coda disordinata e si è ritoccata il trucco prima di aprire
una bottiglia di
Pinot Nero e disporre due bicchieri sul bancone della cucina.
Kate
non si aspettava di vedere Lanie stasera, ma
l’anatomopatologa l’ha chiamata cinque minuti fa
per dirle che era per strada e
che voleva parlarle, senza accennarle minimamente a cosa, e in quella
breve
conversazione a senso unico Kate non ha avuto modo di protestare. Lanie
stava
arrivando, fine della storia.
Sta
per ritornare nella camera da letto, per controllare
anche quella stanza, quando un rapido bussare alla porta la coglie di
sorpresa.
“Questa
è l’ultima volta che vengo a casa tua in macchina. Hai idea di quante buche ci siano fra il mio ufficio e casa
tua?”
“Ciao
Lanie” la saluta Kate, mentre chiude a chiave la
porta dietro un’esausta dottoressa Parish che la oltrepassa
per entrare
nell’appartamento. Si libera del cappotto con una scrollata
di spalle e prende
posto al bancone, afferra un bicchiere e si versa del vino prima ancora
che
Kate abbia l’opportunità di offrirglielo.
“Stavo
proprio per tirare fuori qualcosa da mangiare, hai
fame?” le chiede Kate, osservando l’amica con
curiosità.
“Mmm
mmm” replica Lanie, sollevando il bicchiere alle
proprie labbra e prendendo un sorso generoso di quel liquido cremisi.
“Ahhhh”
mormora. “….. va giù che è
una meraviglia!”
Kate
sorride mentre prende con un mestolo un po’ di
hummus, mettendolo in una ciotola, e taglia del pane in pezzetti
triangolari.
Pesca dell’uva nera dal sacchetto in frigorifero, la lava e
la mette in
un’altra ciotola. In tutto questo, Lanie non le ha tolto gli
occhi di dosso. Percepisce
il suo sguardo sospettoso, astuto, su di sé e
improvvisamente Kate si sente a
disagio.
“Allora,
ehm” inizia Kate, infilandosi un po’
d’uva in
bocca mentre si siede sullo sgabello davanti a Lanie,
“…. Che succede? Cosa c’è
di così eccitante da spingerti a venire a casa mia di
giovedì sera e per giunta
durante l’ora di punta del traffico?”
Lanie
spalma un po’ di hummus su un pezzetto di pane e lo
mette in bocca, prima di fregarsi le mani per liberarle dalle briciole,
poi
sorseggia il vino e infine si rivolge all’amica. Solleva le
sopracciglia in
modo malizioso e domanda a sua volta: “E lo chiedi
pure?”
Tocca
a Kate ora sollevare le sopracciglia. “Scusa?”
“Kate
Beckett, da quanto tempo ci conosciamo?”
“Cos…
Perché me lo chiedi?”
“Perché
mi ferisci, Detective.”
“Cosa?
Cosa ho fatto?” chiede Kate, improvvisamente
allarmata.
“Mi
stai tenendo fuori” replica Lanie. “Ascolta,
capisco
perché mantieni un profilo basso con Javi e Ryan, ma
io?” Le afferra le mani e
le rivolge una delle sue occhiate.
“Io? Io dovrei essere tua amica.”
“Tu
sei mia
amica!”
“Allora
perché non mi racconti la verità?”
“Lanie,
io…”
“Oh,
per favore Kate, non ci provare nemmeno a mentirmi.
Pensi davvero che io non sappia cosa stia succedendo?” Lanie
sembra arrabbiata
adesso e prende un altro sorso di vino in un apparente tentativo di
calmarsi.
Ma
Kate ha capito che Lanie sa davvero
cosa sta succedendo e si sente sorprendentemente sollevata.
Un timido sorriso compare lentamente sul suo volto mentre solleva lo
sguardo verso
Lanie attraverso il ventaglio delle lunghe ciglia che incorniciano i
suoi occhi
verdi-nocciola.
“Mmmh
hmmm” commenta Lanie. “Lo sapevo. Vuota il
sacco.” Poi
indica la bottiglia di vino e Kate ne versa un po’ nel suo
bicchiere.
Prende
un respiro profondo. I palmi delle sue mani sono
improvvisamente sudati, li asciuga distrattamente sui jeans, poi beve
un generoso
sorso di vino, per farsi coraggio, e raddrizza la schiena.
“Castle e io…” Non
lo ha ancora detto a nessuno, nemmeno a suo padre, e si meraviglia di
quanto
sia eccitante pronunciare quelle parole. Il cuore le batte nervosamente
nel
petto “… stiamo insieme!”
Il
sorriso sul volto di Lanie si allarga a dismisura,
mentre l’amica si appoggia allo schienale dello sgabello e
batte le mani. La
dottoressa si porta le dita intrecciate alle labbra, spalanca gli occhi
e si
mette a ballare. “Sì!” esclama.
“Sì, sì, sì! Lo
sapevo!” Salta giù dallo sgabello e gira
intorno al bancone per
afferrare Kate e stringerla in un abbraccio celebrativo.
“Oooh! Sono così
felice per voi, ragazza!” Tornando al suo posto, riprende:
“…e ora dammi tutti
i dettagli e non ti azzardare a saltarne nemmeno uno a partire
da…” punta il
dito contro la sua amica, “… quando avete
cominciato!”
Kate
ridacchia, sentendosi più leggera ora che Lanie lo
sa. E’ un sollievo dirglielo, dirlo a qualcuno.
Questo rende la loro storia ancora più reale. Questo la
rende ancora più meravigliosa.
“Beh,
la prima volta che siamo stati insieme è stata la
notte in cui Javi e io siamo stati sospesi…”
Lanie
posa il suo bicchiere di vino con un rumore
sordo. “Cosa? Me lo hai tenuto
nascosto per tutto questo tempo?”
Kate
fa una smorfia. “Devo ricordarti che quando tu e Espo vi siete messi insieme lo hai
tenuto segreto a me?”
Lanie
sembra imbarazzata e solleva il palmo. “OK, hai
ragione, touché” ammette, poi aggrotta la fronte,
come se un pensiero
improvviso le avesse attraversato il cervello.
“Aspetta!” assottiglia gli occhi.
“Allora quando Castle è uscito con quella
sgualdrinella della televisione voi
due stavate già insieme?”
Kate
alza gli occhi al cielo prima di bere un sorso dal
suo bicchiere. “Sì. Pensava che fosse una buona
mossa per sviare l’attenzione,
per far credere a tutti che fossimo ancora single.”
“Cosa?”
squittisce. “Stupido, tontolone, immaturo…”
cerca altri epiteti
altrettanto coloriti per descriverlo ma non ne trova. “Lo
dovrei prendere a schiaffi!”
Kate
ride. “Non ti preoccupare, l’ho punito in modo
appropriato.”
Lanie
tamburella con le dita sul bancone. “Bene” ride.
“Allora, come è? Il sesso
con lui,
intendo”
“Lanie…!”
“Oh,
andiamo. Sai bene che me lo vuoi dire.
E’…?” solleva
le mani, tenendole a una quindicina di centimetri una
dall’altra. “… allora?”
“Lanie…!”
Ridacchia,
solleva le sopracciglia e continua a tenere le
mani per aria, aspettando una risposta. Kate le fa un sorriso sbilenco,
poi le
si avvicina, le afferra i polsi e allontana le mani di Lanie di altri
tre o
quattro centimetri.
“Oooooh,
Kate! Congratulazioni!” urla Lanie.
Kate
si morde il labbro inferiore, guardando il soffitto,
mentre un sorriso da ragazzina si fa strada sul suo volto.
“Devo
dirtelo, ragazza, sono contenta di vederti così.”
Solleva il bicchiere per fare un brindisi. “Sembri
felice.”
Kate
sorride e annuisce. “Sono
felice.”
“Beh,
era ora,
santo cielo!” esclama Lanie, svuotando il suo bicchiere e
afferrando altra uva
per mangiarsi anche quella.
Le
due continuano a chiacchierare per un’altra mezzora
finché Lanie controlla l’orologio e salta
giù dallo sgabello. “Oh, sono in
ritardo. Devo vedere…” si interrompe.
“Javi.
Non mentire.” La ammonisce Kate, mettendole una
mano sulle labbra.
Lanie
alza gli occhi al cielo. “Bene. Devo vedere Javi
fra dieci minuti.” Si infila il cappotto al volo e afferra la
borsa. “Sono contenta
per te, Kate. Spero che tu e Castle sarete felici insieme. E non ti
preoccupare, le mie labbra sono sigillate. Non lo dirò a
nessuno”. Fa una
pausa. “Nemmeno a Javier.”
Kate
le fa un cenno di assenso, sollevata. “Grazie.”
“E
dì a Castle che sono felice anche per lui, ma devi anche
dirgli che se ti fa soffrire io lo taglio.”
Kate
ride. “Lo metterò in guardia.”
“Non
pensare che non lo farei, Detective, perché, credimi,
ne sono capace!”
Kate
ride, sollevando entrambi i palmi. “Lo so! Mi
assicurerò che anche lui lo capisca.”
“Bene!”
Si abbottona il cappotto e sorride a Kate. Un
sorriso astuto, un sorriso da sono-felice-che-tu-sia-felice che solo
una vera
amica ti può rivolgere.
Si
abbracciano e Lanie vola fuori dalla porta, rapida
come quando è entrata.
Kate
tappa il vino, mette via il cibo e spenge le luci
prima di dirigersi verso la sua camera. Si sfila la maglietta, scivola
fuori
dai jeans e si libera velocemente da slip e reggiseno prima di saltare
sul
letto.
E
su Castle.
E’
nudo, disteso sul letto con braccia e gambe divaricate,
coperto solo da un leggero lenzuolo bianco, esattamente nella stessa
posizione
in cui lo aveva lasciato quando Lanie le aveva telefonato.
Kate
si mette a cavalcioni su di lui, si abbassa e lo
bacia, mormorandogli sulle labbra: “Allora, dove eravamo
rimasti?”
Lui
le mordicchia il labbro inferiore e solleva il bacino
per incontrare quello di lei. “Sai, avresti almeno potuto
togliermi le manette
prima che arrivasse Lanie”. Strattona quei vincoli di
acciaio, simulando
sofferenza, mentre quelle producono un rumore metallico contro la
testiera del
letto di ferro spazzolato.
Kate
fa un sorrisetto, percorrendo con le mani il torace
nudo di Castle avanti e indietro e ondeggiando i fianchi sulla sua
crescente
erezione. “Beh, e allora dove sarebbe stato il
divertimento?” Chiede. “Sai
quanto era sexy sapere che eri qui? Così? Ad
aspettarmi?”
Rick
geme, combattendo contro le manette, morendo dalla
voglia di toccarla con le mani ma riuscendo solo ad accarezzarla con le
sue
labbra, cosa che fa, abilmente, mentre la sua lingua vaga nella bocca
di lei e
l’eccitazione che aveva provato prima, prima che Lanie li
interrompesse in modo
tanto maleducato, ritorna alla carica.
“Me
lo posso immaginare” dice con voce roca.
“Mmmhh”
geme Kate, mentre il suo corpo vibra contro
quello dell’uomo. Avvicina le labbra al suo orecchio e gli
sussurra: “Allora
riprendiamo da dove siamo stati interrotti.”
“A
me va bene” le replica. “Ma se il telefono squilla,
non rispondere!”
Nota
della traduttrice
Nel
mio girovagare per fanfiction.net mi sono messa a cercare un racconto
che
avesse come protagoniste Lanie e Kate, visto che la dottoressa Parish
manca da
un po’ e, sinceramente, mi sarebbe piaciuto vedere la sua
reazione davanti allo
stravolgimento della vita di Beckett. In realtà, qui siamo
tornati ancora più
indietro, ma la storia era troppo divertente e per me è
stato amore a prima
vista. L’autrice è stata tanto carina da
autorizzare la traduzione e quindi
eccola qui.
Grazie
a Monica per il suo supporto e i suoi deliziosissimi commenti in verde
(a volte
penso che dovremmo pubblicare quelli invece della FF!!!)
E,
come sempre, grazie a chi di voi mi ha dedicato un po’ del
suo tempo ed è
arrivato fino qui.
Baci,
Germangirl