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Autore: KidStardust    11/10/2013    0 recensioni
Il cielo era grigio, il piovischio si infrangeva sul finestrino del treno, Mattia stava fuggendo dalla sua vita, si era deciso a fare le valigie e prendere il primo treno per chissà dove, Mattia stava tentando di ricominciare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La vita come sempre lo aveva deluso un'altra volta, un'altra storia impossibile, in cui aveva visto un po' di luce, era rimasta impossibile, anche questa volta non era riuscito a battere la sorte così, stanco e senza più convinzione del suo carattere, prese la sua roba e lasciò la città, senza saluti ne inutili addii, era svanito nel nulla, lasciando solo il ricordo della sua ombra.
<< Chissà dove mi porterà questo treno. >> pensai, mentre fuori il cielo era grigio e la pioggia bagnava la polvere, ero salito al volo sul primo treno senza neanche guardare la destinazione, senza biglietto ne un piano preciso, ero fuggito dalla mia vita. Non feci neanche in tempo ad articolare questi pensieri che quella 'bellissima' voce in filodiffusione disse: << Prossima fermata, capolinea! >>
Il treno si stava fermando, le porte si stavano aprendo, scesi, un passo... un altro passo... urtai una persona e per sbaglio le feci cadere i libri, era una bella ragazza, ma questa è la vita reale, la ragazza raccolse la sua roba e svanì nel nulla, niente colpo di fulmine o cazzate varie, alzai lo sguardo e finalmente capii dov'ero, Firenze!
Città dell'arte, patria di Da Vinci e di molti altri geni, ero arrivato dove avrei potuto essere anch'io qualcuno di grande... Sospirai, mi prendevo in giro da solo, non avevo un posto in cui dormire, le grandi menti non dormono mai, io dovevo trovate un ponte sotto il quale poter riposare le membra. Vagai per le vie della città felice e incuriosito strada dopo strada poi d'un tratto mi sentii afferrare da dietro, una mano sulla bocca e poi più nulla, ero stato narcotizzato, provai a lottare ma il buio arrivò in fretta e lì rimasi un bel po'.

Che strana sensazione, mi sembrava di essere a casa, nel mio letto avvolto dalle coperte, quel calduccio che ti fa stare bene, aspetta... ma sono davvero in un letto, dove sono?
Aprii gli occhi e mi ritrovai in una stanza sconosciuta, sdraiato chissà nel letto di chi, solo più con le mutande.
<< Dove sono? >> dissi senza neanche preoccuparmi prima di guardarmi intorno per vedere se c'era qualcuno.

<< Ti ho portato a casa mia, sei stato derubato, ti ho trovato in strada senza vesti e con nient'altro. >>

Mi voltai di scatto sorpreso da una cosa che non mi aspettavo, un signore abbastanza giovane mi guardava seduto da una sedia. Aveva la barba un po' incolta, gli guardai subito le mani e notai che non portava la fede, questo spiegava apparentemente il suo aspetto trasandato;

<< Tu chi sei? >>

<< Mi chiamo Francesco, come ho già detto ti ho trovato per strada e ti ho portato in casa mia >>

<< Ti ringrazio, ma come mai hai aiutato uno sconosciuto come me? >>

<< Buon senso ragazzo, buon senso >>, e con questa frase si congedò, uscii dalla stanza senza dire nient'altro, mi stesi sul letto guardando il soffitto, avevo in mente il pensiero che la vita mi perseguitasse anche in questa città, mi aveva trovato velocemente la vita e mi aveva 'punito' per aver tentato di sfuggire alle sue grinfie, che vita di merd...

<< Papà sono a cas... >>, dopo quella frase sentii l'urlo più forte della mia vita, mi alzai di scatto ma non mi ero ancora ripreso del tutto e svenni per lo sforzo, 'che bella giornata'....
  
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