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Autore: Mala Mela    05/04/2008    9 recensioni
[RoyEd]
Raggiungiamo il pianerottolo in silenzio, comportandoci come due perfetti sconosciuti. Tolgo le chiavi di tasca e apro lentamente la porta, invitandolo ad entrare.
Lui rimane ostinatamente muto, ma nel frattempo si guarda attorno con circospezione.
Sempre in silenzio ci dirigiamo verso la camera da letto. Mi concederà mai l’onore di sentire anche solo una parola uscire dalle sua labbra?
E dire che solitamente questo moccioso non fa altro che parlare e strepitare contro i limiti della decenza, aggredendo brutalmente i miei timpani e i miei nervi.
- Cosa c’è, il gatto ti ha mangiato la lingua? - chiedo tagliente, sperando in una sua minima reazione.
- Non sono cose che la riguardano - mi fredda Full Metal in modo apatico. Il suo tono non fa che aumentare la distanza tra di noi. È quasi paradossale: quanto più ci avviciniamo sul piano fisico, più le nostre menti si allontanano, cercano di pensare ad altro per non fermarsi ad analizzare questa assurda e controversa situazione.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Tutto Più Semplice-

B-Reader: Dionea

Potremmo chiamarla “dedica di pre-compleanno per Susi”. Tranquilla, il vero regalo arriverà a tempo debito <3

 

-Tutto Più Semplice-

[RoyEd]

 

 

 

 

 

 

Vorrei che tutto fosse più semplice.

Ora mi trovo in questa assurda situazione, ma le cose non sono cambiate da un momento all’altro.

È passato un significativo lasso di tempo tra uno stadio e l’altro della mia follia, un’evoluzione lenta e sofferta.

Non mi è capitato di alzarmi una mattina e pensare “Guarda, oggi mi sento inspiegabilmente attratto da Full Metal!” e continuare la mia vita come se nulla fosse.

Troppo facile, troppo comodo, troppo ridicolo.

Troppo bello, magari.

 

Raggiungiamo il pianerottolo in silenzio, comportandoci come due perfetti sconosciuti. Tolgo le chiavi di tasca e apro lentamente la porta, invitandolo ad entrare. Lui rimane ostinatamente muto, ma nel frattempo si guarda attorno con circospezione.

Sempre in silenzio ci dirigiamo verso la camera da letto. Mi concederà mai l’onore di sentire anche solo una parola uscire dalle sua labbra?

E dire che solitamente questo moccioso non fa altro che parlare e strepitare contro i limiti  della decenza, aggredendo brutalmente i miei timpani e i miei nervi.

- Cosa c’è, il gatto ti ha mangiato la lingua? - chiedo tagliente, sperando in una sua minima reazione.

- Non sono cose che la riguardano - mi fredda Full Metal in modo apatico. Il suo tono non fa che aumentare la distanza tra di noi. È quasi paradossale: quanto più ci avviciniamo sul piano fisico, più le nostre menti si allontanano, cercano di pensare ad altro per non fermarsi ad analizzare questa assurda e controversa situazione.

I nostri occhi sono altrove, ma i corpi si cercano e le mani percorrono li percorrono febbrilmente. Sempre  in religioso silenzio.

I vestiti finiscono rapidamente sul pavimento, dove vengono abbandonati, e le mie labbra si posano leggermente sul suo collo, quando invece vorrei affondare i canini nella sua giugulare e vederlo morire lentamente.

Ciò che voglio è una continua contraddizione.

 

Ho perso il sonno e ancora non l’ho ritrovato. Sono in continua apprensione, non riesco a fare a meno di chiedermi se ciò che faccio è giusto o sbagliato.

Ora non venitemi a raccontare tutte quelle perle di saggezza, tutte quelle cazzate per cui se ami una persona allora sarai sempre nel giusto, e ciò che pensano gli altri non ha importanza, il resto non ha importanza. Ma queste sono solo parole, e l’amore -quale amore, poi?-  non giustifica ogni cosa. Questa è una visione troppo rosea e infantile della vita.

La verità è che resto ha importanza, eccome se ne ha.

Forse il “resto” è molto più importante di ciò che noi crediamo sia il fatto principale, forse per il “resto” del mondo il “resto” è la cosa più evidente e decisiva nell’etichettazione di un detto fatto.

Al contrario di quanto possiate pensare, la mia non è superficialità, ma solo di realismo.

Ho trascorso un’intera vita a cucire minuziosamente una divisa quanto più perfetta, ho sofferto nel mettere in gioco ciò che di più importante avevo al mondo: il mio orgoglio.    

Anch’io ho dei sogni, certo, ma non sono un ragazzino ingenuo e so che l’apparenza è tutto. 

 

Io e quel fastidioso ragazzino ci stiamo rotolando sulle lenzuola da un bel pezzo, cercando di dimostrare all’altro chi è il migliore e chi si arrenderà prima.

La verità è che abbiamo perso entrambi  la prima volta che abbiamo varcato assieme quella porta.

Io sapevo cosa avrei fatto, una volta raggiunta la soglia.  Lui avrebbe dovuto immaginarlo.

La colpa (o il merito?) non è mai di una persona sola.          

Con il passare del tempo diventa sempre più fastidiosamente intraprendente. Devo ancora decidere se la cosa mi irrita o no. Probabilmente ha avuto un ottimo (pessimo)  maestro, anche se è fastidioso vedermi sotto quest’ottica.

Alla fine ci ritroviamo esausti, sudati e aggrovigliati nelle lenzuola che sembrano non volerci lasciare.

In silenzio, come due estranei, ma è tutto nella norma.

 

Come si comporterebbe la gente se, da un momento all’altro, il grande Roy Mustang, eroe di Ishibal, si dichiarasse follemente innamorato -cosa che non sono di certo- di un ragazzino con la sindrome premestruale perenne, alto quanto un’arachide e con, non dimentichiamolo, quasi la metà dei suoi anni? Come reagirebbe nel sapere che, ogni volta che ne aveva l’occasione, il più grande playboy dello stato correva a sbattersi un insopportabile moccioso, essendone perfino contento?

Non bene, questo è certo.

Forse mi considererebbero un malato, un povero pervertito mentalmente labile, incapace di ricoprire gli importanti incarichi che mi ero faticosamente guadagnato. Forse si riterrebbe in dovere di distruggere tutti i miei sogni per una cosa così inutile e stupida come l’amore.

O perlomeno per qualcosa che gli somigliava parecchio.

No, non sono del tutto certo che ne valga la pena..            

 

Si alza lentamente, sempre immerso nel suo ostinato mutismo, e vaga per la stanza in cerca dei suoi abiti con lo sguardo perso, che cerca infantilmente di far passare per apatico. Non è fiero di ciò che ha fatto, ma è consapevole che non  sarebbe riuscito ad evitarlo in alcun modo.

Nessuno l’aveva obbligato a seguirmi, ma lui l’aveva fatto lo stesso.

Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese.

Chi è causa del suo mal pianga se stesso, giusto?

Lui era l’unico colpevole, mi dico più per convincere me che per fare una semplice constatazione.

- Vorrei…- esordisce poco prima di chiudere la porta, con la voce spezzata e un po’ arrochita di chi è pieno d’imbarazzo - Vorrei che tutto fosse più semplice-

Io alzo lo sguardo, leggermente stupito. Non mi aspettavo proprio di sentire la sua voce, oggi. Gli concedo solo uno sguardo, rapido e vagamente malinconico.

- Lo vorrei anche io - rispondo alla fine, fissandolo dritto negli occhi.

Full Metal si volta e chiude la porta dietro di sé con fermezza.

 

E' quasi inspiegabile come questo seppur insignificante scambio di frasi mi pare valga più di qualunque altra parola.

 

Rimasto solo mi riabbandono sul letto, e non posso fare a meno di pensare come sarebbero andate le cose se tutto fosse stato più semplice…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_____________________________

Edit: Era già online ieri, ma per poche ore… mi ero dimenticata di farla betare, quindi l’ho tolta e l’ho risistemata @___@

 

A me capita di voler scrivere una RoyEd significativa per messi, e quando ci riesco *puff* ecco che non mi convince.

C’est la vie!

Io la pubblico, spero solo che vi piaccia ^^

 

 

Mala Mela

Aka Clodda (…ma cosa ho fatto di male?)

Aka Kuro

Aka Dio

   
 
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