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Autore: Physics    11/10/2013    2 recensioni
Sappiamo che prima di Haymitch vi fu un vincitore nel Distretto 12. Della sua storia, però, non sappiamo niente. Non sappiamo il suo nome, né come è morto, e nemmeno come ha vinto nell'Arena.
Questa fan-fiction rappresenta come è la storia di questo tributo nella mia testa.
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Dal prologo:
Ma in quel momento di ridicolo non c'era proprio niente. C'era solo puro terrore
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Ventesima edizione degli Hunger Games.
Genere: Angst, Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri tributi, Tributi edizioni passate
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fight or die
→Capitolo primo
Tributo
Corri, si disse Nate, mentre il fiato incominciava a mancargli e la milza si faceva dolorante. Corri, Nate, corri!  Continuava a chiedersi perché lo stava facendo, perché stava andando verso la fitta e buia foresta che forse non avrebbe fatto altro che riservargli orrori anche peggiori dei Tributi Favoriti? Con nient'altro che un piccolo zaino preso in tutta fretta, il ragazzo correva soltanto per istinto. Era proprio l'istinto che gli intimava di correre anche se respirava a fatica, di continuare a mettere un piede dietro l'altro.
Evidentemente non era abbastanza veloce. Sentiva dei passi alle sue spalle, più veloci di lui, qualcuno non si curava nemmeno di essere poco rumorosi, ma ripensandoci nemmeno Rinth ci aveva pensato.
In quel momento tutti pensavano soltanto a salvarsi, o a uccidere.
Si girò per vedere chi era il famoso inseguitore, per poi vedere un Tributo che non aveva mai notato: una ragazza dai capelli corti e biondi, la pelle abbronzata. Mentalmente, Nate, si disse che doveva essere una del 4.
Ma in quel momento il marchio "Distretto" non esisteva più, esisteva "'preda" ed esisteva "assassino". Esisteva Tributo ed esisteva Cadavere.
Toc-toc. Chissà cos'era quel rumore. Era proprio un rumore improbabile. Sicuramente veniva dalla testa di Nate, forse la morte faceva quel effetto.
Il pugnale appena lanciato dalla ragazza si stava avvicinando. Era stato più facile del previsto morire.
Toc-toc-toc-toc! Il rumore si faceva più forte, più veloce, più insistente.
Nate si risvegliò in una stanza che non gli apparteneva.
Incominciò a mettere a fuoco quei mobili lussuosi, prima di ricordarsi dove si trovava.
Era solo un incubo, si disse, mente il cuore batteva a mille. Solo un incubo.
Ripensandoci quell'Arena era molto simile a una che vi era stata solo pochi anni prima, ma mentre una "ti sta uccidendo" non è certo il primo dei tuoi pensieri quello di un'Arena simile a quella dei Diciasettesimi Hunger Games.
Toc-toc. Allora quel rumore veniva da qualla che Nate avrebbe comunemente chiamato realtà. Ma cosa c'era di reale? Niente era più reale di quel che aveva sognato, la realtà era esattamente quella.
La morte era reale, magari anche quel Tributo. E quel coltello era decisamente realistico.
« Ezra? » Chiese attontito, guardando la ragazzina che lo guardava con aria preoccupata. Non riusciva a capire perché il Tributo femmina del Distretto 12 fosse lì. Non ci riusciva proprio.
« Stavi urlando. » Osservò lei, guardandolo dritto negli occhi. Quella ragazzina pareva decisamente forte, forse anche decisa a provare a vincere. Nate quasi si vergognò di aver meditato così tante volte di saltare in aria.
« Grazie per esserti preoccupata. » Replicò, abbastanza maleducatamente, essendo ancora spaventato.  La cosa, però, non parve colpire particolarmente la ragazza, che si limitò a squadrarlo freddamente. Pareva così diversa da quando la aveva conosciuta anni prima.
Gli Hunger Games mettevano tensione anche a lei.
« Era solo un incubo, tranquilla. » Aggiunse, provando a essere più gentile. Dopo tutto anche lei non era che una delle tante ragazze pronte a finire in pasto al Minotauro, a essere vittima di Capitol City. Anche lei era ormai al patibolo, e non poteva farci niente.
« Mi dispiace. » Disse debolmente lei, allontanandosi. Quel "mi dispiace" sembrò costarle un grande sforzo, ma il fatto che lo avesse sentito urlare faceva pensare decisamente che lei non riuscisse a dormire. Forse aveva avuto un incubo.

« Sarà meglio fare qualcosa che non sia molto alla moda... » Squittì a malinquore Lanosh, uno dello Staff dei Preparatori di Nate. Senz'altro quello non poteva che renderlo felice.  Insomma, doveva fare la sfilata, e senz'altro non c'era modo di farla bene (che fosse vestito da carbone o da minatore non aveva importanza) ma almeno non avrebbe avuto i capelli color arcobaleno. Non aveva mai visto i Tributi sfilare con roba di Capitol all'ultima moda, ma c'era sempre una prima volta.
« Già.... purtroppo direi che sono pochi i Minatori con delle belle capigliature. Diciamo pure che non esistono. » Sospirò Druella, spostandosi una lunga ciocca di capelli viola.
Fantastico, pensò Nate, anche se lo sapeva già Sarò l'ennesimo idiota vestito da Minatore... addio, sponsor.

 
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Note di quello che si fa chiamare autore.
Iinnanzitutto ringrazio  River_01 che mi ha beta-testato il capitolo. Per eventuali errori prendetevela con lei, santo Haymitch
Riprendendo il contegno, e tralasciando che mi sono venuti in mente Haymitch ed Effie, scrivendo questo capitolo. Maleducazione e sponsor si collegano immediatamente a loro, mi sembra logico.
Coooooooomunque.
Innanzitutto grazie a  River_01 ed a ESP (fenomeni paranormali) per la recensione.
Grazie a chi forse a letto in silenzio.
Grazie a chi non ha nemmeno aperto la storia Mannò! Cosa li ringrazio a fare quelli?
Okay, sto sclerando di nuovo.
Questo capitolo è stato difficilissimo da scrivere.
Spero vi piaccia.

 

 
 
  
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