11/10/2013
7 recensioni~Pillow~
-mamà, io voglio vederla!-
-Alejandro, non mi sembra il caso... E poi a me non me gusta!-
-Non m'interessa cosa te gusta o no, io pretendo di andarla a trovare!-
-Alejandro Burromuerto! Non comportarti con tua madre in questo modo!-
-Non m'importa il tuo parere, io vado e basta!- sbottò il sedicenne, infilandosi la giacca.
-Lo dico a tuo padre!-
-Diglielo! Che differenza fa, tanto? Lo sa il mondo intero!- urlò il ragazzo, prima di sbattere la porta in faccia sua madre.
Con passo deciso, Alejandro s'incamminò a casa di quella persona tanto odiata
Volevava suonargliele quattro, alla sua chica.
"Tutto questo tempo e nemmeno una telefonata" pensò il sedicenne, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
Giorni, settimane, ad aspettare che le mandasse un segnale, ma niente...
Il nulla.
Gli sarebbe bastato anche un semplice sms con scritto "ciao", o anche un segnale di fumo, se vogliamo dirla tutta.
Ma il display del cellulare ogni giorno era rimasto immobile.
Spento.
Alejandro ribolliva dalla rabbia a quei pensieri.
Si era trasferito il più vicino possibile a casa di Heather, nella speranza che potesse venire direttamente a casa sua
e che le chiedesse un semplice "scusa"...
Ma anche lui sapeva benissimo che non l'avrebbe mai fatto per nulla al mondo.
Dopo una mezz'ora a rimuginare su queste cose, Alejandro arrivò a destinazione.
Premette il campanello d'ottone e ad aprirgli arrivò una donna sulla quarantina,
molto simile alla sua chica.
-Tu... Tu sei Alejandro, giusto?-
-Si senorita, Heather è in casa?-
La domanda aveva lasciato sbigottita la donna.
Nessun ragazzo era mai entrato in casa sua, se non suo marito e suo padre.
Quel pensiero fece sorridere la quarantenne.
- in fondo al corridoio stanza a destra... è probabile che dorma-
-Nessun problema-
Disse sorridendo il latino, varcano la soglia.
Seguendo le istruzioni alla lettera, arrivò in camera di Heather in un batter d'occhio.
Bussò un paio di volte la porta di legno.
Nemmeno un rumore.
Aprì la porta della stanza e si ritrovò la sedicenne sdraiata sul letto, dormiente.
Stringeva a se un cuscino, facendoli uscire persino le piume.
Alejandro si era avvicinato cautamente, non voleva svegliarla.
Accarezzò con il dorso della mano la guancia candida di Heather, provocandole un brivido.
-Alejandro non andartene-
sbottò la ragazza.
Il latino la squadrò stupito, ma comunque compiaciuto.
Si vedeva chiaramente che stava dormendo, sapeva riconoscere la differenza.
-Non andartene più, ti ho chiesto scusa! Te l'ho già detto mille volte!-
sbraitò ancora Heather.
Alejandro capì.
Sognava.
Heather stava stritolando il cuscino come se fosse la cosa più preziosa al mondo, e Alejandro non potè strappare un
sorriso.
Tolse delicatamente il guanciale dalle braccia della sedicenne, e lo lanciò da qualche parte nella camera.
L'asiatica protendeva le braccia in avanti, afferrando l'aria sperando di trovare in essa l'oggetto appena rubato.
Alejandro si distese sul letto con Heather di fianco, abbracciandola teneramente.
Intanto, la ragazza, aveva ricambiato, ancora persa nel mondo dei sogni.
-Non andartene più Ale... Non farlo-
-Certo che no, la prossima volta basta che non mi scambi per un cuscino!-
Heather aveva abbozzato un sorriso.
Che fosse sveglia?
Alejandro non ne era consapevole, lasciò che lo cose andassero...
Perchè se fai andare le cose, le cose andano*
-Ti amo-
-anche io-
*frase di Gugliemmo Scilla! =D
OOC! OCC! OCC!
Ma per fare il fluff su di loro due l'OCC è obbligatorio ragazzi, i'm sorry.
A gnammy e Babytitta, schippatrici universali dell'aleheather
maty
A gnammy e Babytitta, schippatrici universali dell'aleheather
maty