Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |      
Autore: aelfgifu    12/10/2013    3 recensioni
Marie Schneider assiste a una partita della Bundesliga nella quale suo fratello dà una strepitosa prova di sé.
Genere: Introspettivo, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Karl Heinz Schneider, Marie Schneider
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tutti i miei cari'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Noi siamo noi ovvero mio fratello, il Kaiser

 

La partita è appena terminata, l’eco dell’ultimo dei tre fischi non s’è ancora spenta, gli spalti sprofondano improvvisamente nel silenzio più stupefatto che io abbia mai ascoltato.

Poi, dopo pochi secondi, esplode un pandemonio. Un’onda di bandiere, sciarpe, cappelli, striscioni rossi e bianchi, e un urlo solo, scandito, ripetuto ossessivamente:

 

Noi siamo noi! Noi siamo noi! Noi siamo noi!

 

Lui è fermo nella posizione in cui l’ha sorpreso il triplice fischio, palla al piede a poca distanza dall’area avversaria.

I suoi compagni sono rimasti immobili pure loro, come istupiditi.

Anche papà è in piedi, braccia conserte, e non accenna a fare un movimento. Idem dicasi per il suo vice, mentre i ragazzi seduti in panchina non provano nemmeno ad alzarsi.

Il tabellone elettronico lampeggia, pulsa nei miei occhi con la sua verità pazzesca:

 

FC Bayern München-SC Freiburg 8-0

 

K.-H. Schneider 11'

K.-H. Schneider 19'

K.-H. Schneider 33'

K.-H. Schneider 44'

K.-H. Schneider 60'

K.-H. Schneider 65'

K.-H. Schneider 81'

K.-H. Schneider 89'

 

Durante questa partita ha segnato otto gol, otto. Uno ogni dieci minuti, più o meno.

E nonostante io abbia vissuto l’incontro istante per istante, nonostante sia presente a me stessa come difficilmente potrei essere, dubito ancora di aver visto quello che ho visto.

Otto gol. Otto.

Karl non è mai stato così scatenato. Furioso. Infallibile.

Sembrava avesse tanto fiato, tanta velocità, tanta forza nelle gambe da poter giocare dieci partite di seguito.

Sicuro a occhi chiusi di quel che faceva.

Otto gol, uno più bello dell’altro.

Compagni increduli, avversari increduli, allenatori increduli, riserve incredule, sorella minore incredula. Solo i tifosi sembrano avere assimilato rapidamente e senza troppi problemi il fatto che la loro squadra ha vinto 8-0, che il marcatore è uno solo, ed è il loro idolo di sempre; tutto sommato non hanno bisogno di sapere di più.

I suoi compagni gli vanno incontro ma non osano fare un gesto, un movimento, sorridere, urlare, battergli una mano sulla spalla, saltargli al collo. Sembra che abbiano incontrato i marziani. E lui è ancora immobile, il pallone trattenuto sotto al piede, finché l’arbitro non si avvicina; solo allora si riscuote, si fa saltare il pallone in mano e lo consegna all’arbitro senza parlare.

I tifosi esplodono:

 

Noi siamo noi! Noi siamo noi! Schneider, Schneider!

 

Lui saluta il suo pubblico alzando il braccio destro con la mano chiusa a pugno, nel suo gesto consueto. I supporter del Bayern cadono in delirio, l’Allianz Arena diventa una specie di caos, trombette e tamburi rintronano le orecchie, sciarpe e bandiere volano in tutte le direzioni, se continua così tra poco ci sarà un’invasione di campo, farebbero bene a tornare negli spogliatoi il più presto possibile altrimenti finiranno letteralmente sotto assedio.

Karl è troppo lontano, non riesco a vedere bene, si passa una mano sulla faccia, forse ho le traveggole, sta piangendo?...

Mio fratello si sta asciugando le lacrime?...

Alla fine, si avvia lentamente verso la nostra panchina; gli altri gli vanno dietro, quasi avessero ricevuto un segnale.

Arriva di fronte al suo coach, di fronte a nostro padre; si squadrano per qualche secondo, occhi negli occhi; neanche papà osa toccarlo, battergli una mano sulla spalla o abbracciarlo, come sarebbe normale.

Intanto i tifosi, sempre più scatenati, hanno iniziato a cantare:

 

Stella del sud...

 

Meglio andar via di qui, immediatamente; tra poco potrebbe non essere più possibile.

 

***

 

Quando papà torna a casa, nella tarda serata, gli vado incontro e vedo dalla sua espressione che è ancora sotto shock.

“Ciao papà...”

Un rapido scambio di occhiate e lui capisce che anch’io so, anch’io sono stata testimone dell'incredibile, assurdo, fantastico exploit di mio fratello.

“Mariechen"

“Tutto bene?”

“Uh... benissimo”.

“Papà... ero alla partita pure io!”

“...pazzo, pazzo furioso...”

È evidente che sta parlando di suo figlio.

“Ma perché pazzo furioso?” chiedo. Evidentemente qualcosa mi è sfuggito.

“Penseranno che si è drogato, ecco perché! Vorranno fargli subito il test antidoping!” esclama mio padre.

“E secondo te si è drogato?” ribatto immediatamente. “Come fai a pensare una cosa simile, eh? Sei suo padre, lo conosci!”

Papà rotea gli occhi come uno che abbia perso la ragione:

“Ma otto gol, otto!... Non lo hai visto in campo, prima? Sembrava posseduto!”

“E glielo hai detto di cosa avevi paura?” insisto.

Papà annuisce.

“E...?”

“E? E ha risposto che non gliene frega niente, che gli possono fare diecimila test, lui è strapulito! E mi ha anche mandato a quel paese!”

“E ora dov’è?”

“Non lo so! È rientrato negli spogliatoi a passo di carica, sembrava un leone in caccia, aveva gli occhi lucidi e un sorriso sulla faccia che se fossi il suo peggior nemico e lo vedessi avvicinarsi scapperei di corsa, s’è infilato sotto la doccia cantando ad alta voce, sempre cantando ad alta voce ne è uscito, s’è cambiato, ha chiuso il suo borsone, se l’è messo in spalla, ha urlato “arrivederci a tutti, a domani” ed è sparito!”

“...cantando ad alta voce?...”

Karl non canta mai, nemmeno le canzoni che ama.

“... e che cantava?”

“...pazzo furioso...”

“Papà, sei riuscito a capire cosa cantava?”

“Cosa cantava? Cosa cantava? L’ouverture del Tannhäuser cantava!”

Scusa, papà, puoi ripetere? Non ho capito.

L’ouverture del Tannhäuser?

L’ouverture del Tannhäuser.

Otto gol e l’ouverture del Tannhäuser.

Ora sì che tutto si spiega!

“... Ah, beh, se cantava l'ouverture del Tannhäuser si può stare tranquilli, Frank Schneider” dico a papà strizzandogli l’occhio e facendo uno sforzo per non scoppiare a ridere “il nostro Karl non è né pazzo né drogato!”

“No eh? E allora cosa?”

“È un fuoriclasse, papà... Fa parte di lui voler vincere, anzi stravincere: e che proprio tu non te ne renda conto è un controsenso!”

E qui, di slancio, abbraccio il papà per rincuorarlo; ma non gli dico la cosa più importante: papà, oggi Karl ha fatto quel che ha fatto, sai perché? Perché ha voluto dimostrare alla persona che ama di essere degno di lei...

Dopo aver augurato la buona notte ai miei me ne torno placidamente nella mia stanza. Domattina ho lezione alle otto e mezza ed è meglio che vada a dormire.

Karl-Heinz, penso con tenerezza, mentre m’infilo sotto le coperte. Non cambi mai, non cambi... eri così anche a quindici anni! Dietro ogni tuo gol, dietro ogni tua azione spettacolare, c’è sempre un ragazzino che strilla a più non posso: guardatemi! guardatemi! perché ha vergogna di strillare: amatemi! riconoscetemi, prendetevi cura di me, amatemi...

Se conosco mio fratello, ora sarà a casa sua, starà cercando di dormire ma non ci riuscirà perché nel suo sangue circola ancora troppa adrenalina. O forse non avrà nemmeno voglia di dormire, avrà solo voglia che arrivi domani perché la notizia della sua impresa sia sui giornali e sui media, e il suo grido arrivi a chi deve arrivare.

Non posso resistere, devo mandargli un messaggio.

 

Congratulazioni, fratellone! Domani qualcuno che io e te conosciamo avrà un tuffo al cuore quando sentirà il tuo nome al telegiornale ;-)

 

La risposta arriva dopo neanche un minuto:

 

Vai a dormire ché è tardi, piccolina...

 

***

 

Note al testo. 1) Noi siamo noi, o meglio mia san mia in dialetto bavarese, è lo slogan-tormentone dei tifosi del Bayern. 2) Stella del sud (Stern des Südens) è il titolo dell’inno ufficiale della squadra. 3) L’ouverture del Tannhäuser di Richard Wagner è il magnifico brano strumentale che introduce l’opera il cui protagonista è ispirato a un poeta tedesco del XIII secolo. Se volete ascoltarne qualche battuta in un'esecuzione diretta da Herbert von Karajan, ecco il link: www.youtube.com/watch?v=LTyj856BtWY. Il fatto che Schneider sbraiti questa melodia sotto la doccia è rivelatore per Marie... Perché Marie sa qualcosa di suo fratello che nessun altro sa ;-) 4) Il nostro Karl qui è un po' OOC... ma solo un po'... per il resto, otto gol in una sola partita mi pare rientrino nelle sue corde, voi che ne pensate?

Disclaimer. Karl-Heinz, Marie e Frank Schneider appartengono al maestro Takahashi!

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: aelfgifu