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Autore: Huo_LessShui    12/10/2013    8 recensioni
Ed ora lui è lì, su quel patibolo e io mi chiedo chi abbia deciso cosa è giusto o cosa è sbagliato, chi abbia stabilito che, ciò che è contro-natura, debba essere eliminato, chi abbia deciso il nostro destino.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kris, Kris, Tao, Tao
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Homophobia.






 
L’amore è cieco, l’amore è amore, non ha età, non ha religione, non ha sesso.
E’ così che dovrebbe essere, ma purtroppo non lo è, non nel mio mondo.
Noi ci amiamo, ma siamo sbagliati.
Per il mondo, il nostro mondo, noi siamo contro natura.
Ed ora lui è lì, su quel patibolo e io mi chiedo chi abbia deciso cosa è giusto o cosa è sbagliato, chi abbia stabilito che, ciò che è contro-natura, debba essere eliminato, chi  abbia deciso il nostro destino.

 
*****

 
E’ una sera come un’altra quella in cui si vedono per la prima volta.
Zitao è di turno al locale in cui lavora, ha solo 20 anni, frequenta l’università, ma lavora per pagarsi gli studi e non pesare sulle spalle dei propri genitori.
La porta del locale si apre, Zitao è intento ad asciugare una tazzina, alza lo sguardo e a ben pensarci non sa perché lo fa, non è solito distrarsi dai suoi doveri ogni qualvolta qualcuno varchi la soglia del locale, ma stavolta lo ha fatto.
Lo fissa per un secondo, forse due, poi lascia scivolare la tazzina dalle mani e questa si frantuma sul pavimento sotto i suoi piedi.
Lui è alto, altissimo, ha dei bellissimi capelli biondi e Zitao non sa perché abbia sentito una scossa percorrerlo da capo a piedi, sa solo che il suo sorriso l’ha praticamente steso.
In un attimo distoglie il suo sguardo, il suo capo lo sta rimproverando.
Yifan si volta, interrompe per un attimo il discorso che sta portando avanti con il suo migliore amico, Yixing, e sposta lo sguardo verso la fonte di quel rumore causato probabilmente da ceramica frantumata al suolo.
Un ragazzo e una serie di inchini di scuse si parano nel suo campo visivo. Il ragazzo si volta, i suoi occhi sono neri come la pece, contornati da evidenti occhiaie e lo scrutano per qualche secondo, prima che quella figura gli volti le spalle e sparisca dietro una porta.
Yifan deglutisce e riprende a respirare, non si era nemmeno accorto di aver smesso di farlo.

 
*****

Yifan continua ad andare in quel locale, nonostante si sia trasferito da poco in questa cittadina, e abbia così tanti posti da poter conoscere. Non sa perché continua a passare le sue serate sempre nello stesso posto, in realtà forse lo sa, però una parte di sé scaccia quell’ipotesi.
Dopotutto è così assurda, se non pericolosa.
*****
 
Zitao è di turno ai tavoli questa sera.
E’ un po’ agitato, sa che come ogni sera, quel ragazzo si presenterà al locale, solo che questa volta sarà costretto a rivolgergli la parola visto che dovrà prendere le ordinazioni, e la cosa gli mette non poca ansia.
I minuti passano, così come le ore.
E’ orario di chiusura, lui non si è presentato e Zitao potrebbe giurare che una parte di  sé è triste per non avergli potuto rivolgere parola.

 
*****
 
Yifan passeggia tranquillamente per i corridoi dell’università. Ha cominciato a seguire i corsi con ben due settimane di ritardo rispetto all’inizio ufficiale di questi, il trasloco gli ha impegnato più tempo del previsto.
Quando volta l’angolo una faccia familiare gli si para davanti, un attimo dopo il ragazzo del locale gli cade addosso.
- Hey… - Sussurra, con ancora il ragazzo e i suoi libri addosso.
- H-hey… - Risponde Zitao, sbattendo un paio di volte le palpebre.
- Tao sbrigati o faremo tardi! – Urla un ragazzino dal viso delicato e Zitao si rialza in fretta, riprende i suoi libri e fa un inchino di scuse prima di scappare di corsa.
Yifan rimane seduto sul pavimento per alcuni minuti, sin quando la voce di Yixing non lo richiama.
- Yifan, cosa ci fai a terra? – Chiede l’amico, con quel suo tono di voce dolce mentre gli porge una mano per aiutarlo a rialzarsi.
- Tao… - Dice Yifan mentre afferra la mano che lo riporta alla realtà.

 
*****

Yifan è seduto alla fermata dell’autobus, lo sguardo chino sull’asfalto e le dita intente a picchiettare sulla sua gamba, seguendo il ritmo della canzone che il suo mp3 gli trasmette nelle orecchie.
Un paio di scarpe gli si para davanti e Yifan alza lo sguardo, di riflesso.
La figura di Tao completamente bagnato dall’incessante pioggia, e piegato sulle ginocchia, probabilmente dopo un’estenuante corsa per cercare di ripararsi da tutta quell’acqua, torreggia dinanzi a lui.  Yifan deglutisce silenziosamente e si sfila una cuffietta dalle orecchie.
- C-ciao… - Biascica, e davvero lo ha fatto senza nemmeno pensarci. La sua mente quando c’è Tao nelle vicinanze sembra andare in blackout e di questo lui se ne è accorto.
Tao alza lo sguardo, con ancora il respiro affannato per la corsa e gli si siede accanto.
- C-ciao.. – risponde dopo un po’, e a Yifan quel momento di silenzio è parso sin troppo lungo ed estenuante.
Tao sfila un asciugamano dal borsone che ha poggiato sulle ginocchia e si tampona i capelli, scende poi man mano lungo il viso, e il collo.
Yifan è come ipnotizzato, segue la linea che le gocce di pioggia tracciano lungo il collo dell’altro sino a scivolare nella sua felpa.
Poi scosta lo sguardo, velocemente.
- Come mai non vieni più al locale? – Si sente chiedere mentre fissa l’asfalto bagnato, pur di non portare il suo sguardo su Tao.
- Ho avuto da fare.. – Mente, Yifan. In realtà si è auto-imposto di non andarci più, dopo aver ammesso a sé stesso che l’immagine di Tao lo perseguita, forse lo ossessiona.
- Capisco. – Annuisce Tao. – Come ti chiami? – chiede mentre ripone con cura l’asciugamano nel borsone, e fa per alzarsi.
- Yifan – risponde secco.
- Io sono Zitao, per gli amici Tao –  Sporge lo sguardo verso la strada, controllando se vi sia traccia dell’autobus.
Dà li in poi il silenzio regna nell’aria per circa dieci minuti, fin quando la figura dell’autobus non si avvicina sempre di più alla fermata.
- Bhè Yifan – Tao dondola sulle punte, e Yifan fa fatica a trattenere un sorriso. E’ difficile da ammetterlo, ma Tao è bello, davvero tanto e gli mette allegria. – Mi piacerebbe essere tuo amico... – ammette mentre sale sull’autobus, e Yifan sorride.
- Anche a me – risponde senza timore.
*****
La loro amicizia è nata in un modo a dir poco assurdo.
Ma a loro sta bene così.
Si completano in un modo che entrambi faticano persino a comprendere, ma in fondo non gli importa più di tanto farlo.
Tao è un tipo iperattivo, sempre allegro e costantemente intento a porsi domande su qualsiasi cosa lo circondi. Per alcuni aspetti Tao ricorda a Yifan un bambino.
Yifan è molto più calmo di lui, spesso silenzioso, ma molto attento a tutto ciò che riguardi Tao, spesso protettivo.
A volte sembrano fratelli, altre decisamente no.

 
*****

Yifan ama leggere, quasi quanto ama osservare Tao intento ad allenarsi.
Tao pratica il wushu, e Yifan passa interi pomeriggi seduto in palestra a leggere, o almeno questo è quello che fa all’apparenza. In realtà il suo sguardo saetta continuamente dal libro di letteratura inglese che ha tra le mani, ai muscoli di Tao che si tendono e si contraggono ad ogni suo movimento.
Puntualmente, arrivati ad un certo punto dell’allenamento Tao si libera della sua maglia completamente impregnata di sudore e Yifan abbandona la palestra.
Yifan ci mette tutto l’impegno che ha, tutto il suo autocontrollo, per nascondere qualcosa che li metterebbe entrambi nei guai.
Ma Tao è diverso, Tao è imprudente, a lui non importa, fa di tutto per mostrare a Yifan quello che l’altro rifiuta per il bene di entrambi.

 
*****
 
Piove, o forse sarebbe meglio dire che diluvia.
Tao aspetta impaziente che la pioggia cessi, almeno un po’, giusto quel minimo che gli conceda di correre sino a casa, visto che ha dimenticato l’ombrello.
E’ accuratamente attaccato alle pareti esterne dell’università, in modo che i bordi dell’enorme edificio lo proteggano in parte dall’acquazzone, quando si sente chiamare da una voce familiare.
Alza lo sguardo e vi trova un Yifan, bagnato fradicio.
- C-che ci fai ancora qui? – chiede Yifan, con un tono di voce preoccupato, Tao alza leggermente un sopracciglio, non ne capisce il motivo.
- Ho appena finito di studiare, mi ero rintanato in biblioteca. – risponde pacato.
- Ma è tardi, e sta diluviando, potresti ammalarti…idiota. – sibila, quasi arrabbiato, e Tao cerca davvero di trattenersi dal ridere, perché lì l’unico che rischia di ammalarsi è Yifan, visto che continua a stare sotto quell’incessante pioggia.
Quando si rende conto che effettivamente quello stupido è ancora lì a prendere acqua, gli afferra un polso e lo trascina accanto a sé.
- Stupido, ti preoccupi inutilmente per me, quando sei tu quello bagnato da capo a piedi. – ribatte con un tono saccente.
Yifan sbuffa, poggia la testa sulle mattonelle dietro di sé e chiude gli occhi.
Tao si volta e lo osserva, sembra stanco, stremato da chissà cosa. Ma più lo guarda più non può fare a meno di notare che nonostante la stanchezza, nonostante al momento sia forse ciò che esista, di più simile ad un pulcino bagnato, sia sempre così bello e Tao lo desidera, con tutto sé stesso.
Il suo sguardo slitta velocemente sulle labbra socchiuse di Yifan, sono così piene e rosee. Tao stringe i pugni.
- Al diavolo… - Sibila, dopo un po’.
Si piazza dinanzi a Yifan, ora la pioggia lo raggiunge, ma a Tao non interessa. Si alza di poco sulle punte e poggia entrambe le mani sul petto di Yifan.
Il biondo non ha nemmeno il tempo di aprire gli occhi, ne tanto meno di capire cosa stia succedendo, quando sente le labbra di Tao posarsi sulle sue.
Vorrebbe davvero spingerlo via, o urlargli contro.
Vorrebbe chiedergli che diamine sta facendo.
Vorrebbe dirgli che tutto questo li metterà nei guai, ma non lo fa.
Perché sarebbe ipocrita da parte sua, come sarebbe ipocrita dire che questo non è ciò che ha desiderato dalla prima volta che il suo sguardo si è posato su Tao.

 
*****

Tao cammina con la testa china sul suo cellulare, cercando di inviare un sms a quello stupido di Yifan che sembra essersi volatilizzato negli ultimi due giorni.
A dir la verità, gliene ha inviati già tre di sms e si sente pure un po’ stupido perché pur non ricevendo alcuna risposta si ostina ad inviargliene un altro.
All’improvviso si sente afferrare il polso e trascinare all’interno di una delle aule.
Spalanca gli occhi, prima si sentirsi sovrastare da quel gigante che è il suo ragazzo.
I suoi occhi si illuminano, e sorride nonostante abbia la mano di Yifan sulle labbra, che gli impedisce di emettere qualsiasi suono.
- Non essere rumoroso, Tao… - sussurra, sfilando la mano dalle sue labbra.
Tao schiude le labbra, vorrebbe partire con una serie di domande, come “dove diavolo sei stato?” e “Perché non rispondi ai messaggi?”, ma le labbra di Yifan si fiondano sulle sue, e Tao dimentica automaticamente tutte le mancanze del suo ragazzo.
Si aggrappa alle enormi spalle di Yifan e lascia che la sua lingua si intrecci con quella dell’altro, fin quando la necessità di ossigeno non li spinge entrambi a staccarsi.
- Mi sei mancato… - mormora Yifan, poggiando la fronte alla sua e Tao ringrazia il buio in cui è immersa l’aula, perché è evidentemente arrossito.

 
*****
 
Tao dorme, quando sente un leggero rumore alla sua finestra, si gira verso il lato opposto del letto, infastidito da quel rumore ma è completamente inutile perché nonostante lui non accenni a smuoversi dal tepore del suo letto, quel rumore continua, imperterrito.
Apre gli occhi a fatica e cerca di fissare la sveglia sul suo comodino.
Quando la vista glielo permette, si accorge che sono le due di notte.
Si alza lentamente dal letto, e si avvia verso la porta-finestra, cercando di non sbattere contro i vari ostacoli che la sua camera presenta.
Quando la apre e si sporge verso il balcone non vede nessuno.
Sbuffa a dir poco irritato, ma poi sente due braccia cingergli il corpo e un enorme sorriso si fa spazio sul suo volto.
- Yifan.. – sussurra, voltandosi verso di lui.
Lentamente indietreggiano senza staccarsi l’uno dall’altro e facendo ben attenzione a non far rumore.
Tao spinge delicatamente Yifan sopra il suo letto.
Si cala su di lui e inizia a baciarlo,  lentamente i baci sembrano non bastare, le loro mani si cercano sempre di più. I loro ansimi aumentano.
- V-voglio…voglio fare l’amore con te, Yifan.. – mugola Tao, poggiando la fronte nell’incavo del suo collo, completamente imbarazzato.
Yifan trema leggermente, gli solleva il viso nascosto, e gli guarda il volto illuminato solo dalla fioca luce della luna.
Sorride, Tao non potrebbe essere più bello di come è in quel momento, con gli occhi lucidi, il sorriso timido e le guance gonfie per l’imbarazzo.
Yifan capisce che lo ama, e a dir la verità l’ha sempre saputo.
Quella notte non fanno l’amore, restano abbracciati sino all’alba, poi Yifan scivola via dal letto di Tao, prima che qualcuno possa scoprirlo, lo compre per bene con le coperte e gli posa un bacio sulla fronte.
- Ti amo, Zitao… - Sussurra, prima di lasciare la sua camera e scendere dal balcone da cui è salito la notte prima.
Quella è la prima di una lunga serie di notti che passeranno allo stesso modo.

 
*****
 
Tao guarda fuori dalla finestra, mentre Yifan è con la testa china sui libri, cercando di comprendere quel libro di testo un po’ più complicato del solito.
- Yifan… - Lo chiama Tao, senza distogliere lo sguardo dal cielo pieno di nuvole.
- Mh?.. – Risponde Yifan, senza smettere di cercare chissà quale termine sul suo dizionario di inglese.
- Ti sta mai stretto, tutto questo? – poggia la fronte contro la finestra, mentre con le dita disegna un cuore sulla superficie offuscata dal freddo.
-  Tutto questo, cosa? – mormora strofinandosi nervosamente una mano tra i capelli.
- Il nasconderci, il non poterci amare liberamente per colpa di stupide regole, e di punizioni. Chi decide cosa è giusto e cosa è sbagliato?… – Ammette tutto d’un fiato, mentre passa una mano sulla finestra per cancellare quel cuore contenenti due iniziali decisamente scomode.
Yifan si volta, lasciando perdere per un attimo quella serie parole in inglese, che riempiono la sua testa.
- Questo non ci impedisce di amarci, però… - sibila sorridendo, così, tanto per smorzare l’atmosfera, e placare l’amarezza che sente trapelare dalla voce di Tao.
Si alza dalla poltrona scomoda su cui ha passato le ultime due ore e si avvicina alla finestra, afferra un’estremità della tenda e la lascia scivolare lentamente, coprendo la visuale sul mondo esterno.
- Ti voglio… - Ansima Yifan al suo orecchio, e Tao potrebbe giurare di sentire le farfalle percuotergli lo stomaco da cima a fondo mentre vede Yifan liberarsi dei suoi vestiti.
Tao deglutisce, e cerca di nascondere l’evidente erezione che la visione di Yifan nudo, davanti ai suoi occhi, gli procura.
Yifan sorride, vedere Tao imbarazzato lo diverte. Gli si avvicina, gli sfiora lentamente una guancia e Tao chiude gli occhi, li stringe.
Sente il cuore impazzire, pensa di poter morire da un momento all’altro, il cuore minaccia di uscirgli dal petto, tanto è la velocità a cui batte. Poi Yifan gli mormora un “non aver paura” e Tao sente ogni volontà abbandonarlo, perché effettivamente non può avere paura di Yifan, perché lui lo ama e sa che lo stesso vale per Yifan. Tao lo sa che Yifan per lui, darebbe la sua stessa vita.
In un attimo le mani di Yifan gli sfilano la maglia, sino a privarlo di ogni indumento.
Lì avvinghiati sul quell’enorme letto le loro mani si cercano, e si sfiorano. I loro occhi si scrutano liberamente senza temere il giudizio altrui.
I baci all’inizio delicati, diventano man mano famelici.
E Yifan si impossessa del corpo di Tao.
Il dolore che ne scaturisce è niente, a Tao non importa che faccia male.
Lui vuole sentire Yifan, così come Yifan vuole sentire Tao.
La loro voglia di amarsi è immensa, entrambi lo sanno, come sanno che non potranno mai farlo liberamente.
Yifan spinge in Tao, sempre più forte, vuole imprimere il calore di Tao sulla sua pelle.
Tao ansima, geme, e Yifan cerca di nascondere il tutto con baci spezzati dai suoi movimenti.
- Yi-Yifan! – Urla Tao, mentre il suo respiro si fa più affannato. – Ti amo…ti amo anch’io… - sussurra mentre l’orgasmo lo pervade.

 
*****
 
Portare avanti la loro relazione diventa ogni giorno più difficile, nascondere i loro sentimenti così forti diventa ben presto un’impresa.
Yifan sgattaiola spesso di notte, verso casa di Tao.
Le aule vuote diventano gli unici luoghi in cui scambiarsi qualche effusione.
E le uscite con gli amici diventano i loro appuntamenti.
L’iperprotettività e la gelosia di Yifan, risultano spesso fuori luogo.
L’attaccamento di Tao nei confronti di Yifan, inizia ad essere visto di malocchio da occhi indiscreti.

 
*****
 
E’ l’ora di cena. Tao si accomoda a tavola, è intento a consumare la sua porzione di riso, mentre i genitori sono completamente intenti a guardare la tv.
E’ perso nei suoi pensieri fino a quando una notizia cattura la sua attenzione.
Sente il sangue gelarsi nelle vene, mentre la notizia di un’esecuzione pubblica copre lo schermo della televisione.
Ne aveva già sentito parlare in passato, ma la notizia lo coglie ugualmente impreparato.
Tao lo sa che è proibito, sa che amare qualcuno dello stesso sesso è considerato contro-natura, sa che la pena è la morte.
Ma quando l’immagine dei due giovani viene trasmessa sull’enorme schermo della sua tivù, sente un conato di vomito attraversargli la gola e lascia scivolare la ciotola di riso dalle mani.
I genitori si voltano di scatto, lo guardano straniti.
Tao si scusa, dice di non sentirsi bene, abbandona in fretta la tavola e sale in camera sua.
Quando entra in camera, ricade lungo la porta chiusa alle sue spalle. Con la mano stretta all’altezza dello stomaco, cerca di calmarsi, perché sente il panico impossessarsi di lui.
 Scivola lungo il pavimento, tremando, e raggiunge il letto.
Afferra il cellulare e compone il numero di Yifan,  lui non risponde.
Apre velocemente la cartella dei messaggi.
Ci scopriranno, ho paura.  - Sono le parole che invia.

 
*****

Yifan ha tentato invano di calmare Tao, ma lui è spaventato a morte.
Nell’ultimo periodo le notizie di esecuzioni pubbliche sono leggermente aumentate, e Tao è irrequieto più del solito.
Dice di sentirsi osservato, Yifan continua a dirgli che non è così, che si sta solo impressionando, che va tutto bene.
A dir la verità, Yifan mente, sa che il ragazzo non è soltanto spaventato, sa che non si sta impressionando. Lui stesso si è accorto di essere seguito, a volte, ma dirgli tutto ciò non farebbe altro che peggiorare una situazione già di per sé tragica.

 
*****

Yifan esce dalla doccia, ha ancora l’accappatoio addosso mentre sente il telefono squillare, il nome di Tao ad illuminare il display.
- Pro- … - La risposta viene interrotta dai singhiozzi all’altro capo del telefono.
- Yi-Yifan… - Singhiozza Tao – E’ sparito… - continua, non accennando a smettere di piangere. – Io non lo trovo, l’ho cercato ovunque… - E Yifan veramente non capisce cosa stia succedendo.
- Tao…amore, calmati…di cosa stai parlando? – dice cercando di far calmare l’altro.
- Il diario, il mio diario, non c’è più… -  Yifan spalanca gli occhi, il terrore inizia a farsi largo in lui.

 
*****

Yifan è accorso da Tao in poco più di mezz’ora.
E’ in camera sua e riempie il borsone che è sul suo letto.
- Ce ne andremo da qui, per un po’… - dice continuando a riempire il borsone, gli occhi di Tao si sgranano leggermente. – Non ci hanno scoperto, è giusto per sicurezza…ci prendiamo una piccola vacanza, tutto qui. – non ammette obiezioni. – Dirai ai tuoi che passi il weekend in montagna, facciamo calmare le acque e poi torniamo.
Tao annuisce, nessuna voglia o forza di ribattere a quello che dice il suo ragazzo.
In fondo stare con lui è l’unica cosa che lo calma, e non permette al panico di pervaderlo totalmente.
Yifan è l’unico che lo fa stare bene.
Il piano sembra andare perfettamente, i telegiornali non sembrano dare notizie sconvenienti,  così come le telefonate con i propri genitori non sembrano mostrare alcun segno di stranezze.
Due giorni sono passati velocemente, il loro umore sembra essere migliorato, lo stare insieme li ha calmati entrambi.
Tao scivola nel tepore delle lenzuola e si stringe a Yifan dopo aver fatto l’amore.
 Il sonno lo colpisce in fretta, e per un attimo desidera che il tempo si fermi lì, in quell’istante.
Sarebbe perfetto.

 
*****

Il campanello suona, Tao resta lì sulle scale, uno strano sentore a pervadergli i sensi.
Quando la figura di Yixing compare sulla porta, resta un po’ perplesso. Quando nota le due guardie che lo seguono, sgrana gli occhi. Prima che possa fare un passo indietro nota l’oggetto che Yixing stringe tra le mani, e un giramento di testa gli offusca i sensi, quando capisce chi abbia rubato il suo diario.
Mentre sua madre è lì intenta a chiedere cosa vogliano quei due uomini e perché cerchino il suo Tao, il ragazzo indietreggia sulle scale, si premura di non fare rumore sin quando non arriva nella sua camera e preso dalla rabbia scaraventa sul pavimento tutto ciò che copre la sua scrivania.
La foto sua e di Yifan si riversa sul pavimento, la cornice è completamente frantumata.
Tao sente un brivido percorrerlo da capo a piedi.
Il pensiero che Yifan sia in pericolo gli attanaglia il cuore, apre la porta-finestra da cui tante volte il suo ragazzo si è intrufolato nella sua stanza, e sgattaiola via.
Mentre corre per le strade buie, un solo pensiero gli attraversa la mente.
- Yifan… -

 
*****

Quando arriva a casa di Yifan, capisce che è troppo tardi.
Si arresta di colpo, non appena nota le tre guardie che circondano casa sua, due delle quali tengono Yifan fermo mentre si dimena urlando di lasciarlo stare.
Tao si avvicina, lentamente, cercando di mostrarsi il meno possibile a quei poliziotti.
La sua mente elabora velocemente una serie infinita di idee, qualsiasi cosa pur di salvare Yifan. Ma tutte vengono velocemente accantonate, non appena Yifan alza lo sguardo.
Tao fa un’ulteriore passo in avanti, gli occhi di Yifan si sgranano oltre ogni limite.
Tao può vedere il terrore dipinto sul suo volto.
Avanza ancora di un passo, mentre vede Yifan stringere i pugni e digrignare i denti.
Tao non comprende, o almeno non lo fa sin quando Yifan non gli mima qualcosa con le labbra.
“Scappa, ti prego…” 
Nonostante il buio, e i metri di distanza Tao riesce a comprenderlo. Scuote la testa, le lacrime si impossessano del suo viso e si avvicina ancora di qualche passo, le guardie ancora totalmente impegnate a dare spiegazioni ai suoi genitori, non si accorgono della sua presenza.
- TI PREGO! – urla Yifan, con una rabbia che Tao non gli ha mai visto in viso.
Le guardie si voltano, Yifan sorride, un sorriso amaro.
Di Tao non c’è più ombra.
La strada è deserta. La sola presenza di Yifan che viene scortato nell’auto della polizia.
E i singhiozzi sommessi di un Tao, nascosto dietro ad un cespuglio.

 
*****

Tao si guarda intorno, la moltitudine di gente presente non lo nota più di tanto, forse perché è completamente coperto e nessuno l’ha ancora riconosciuto.
Si è presentato all’esecuzione con l’idea di salvare Yifan e scappare via.
Sa che tutto ciò porterebbe ad una vita di fughe ma a lui non importa, può farlo, se con lui c’è Yifan.
Quando Yifan viene scortato su quell’enorme patibolo allestito lì, solo ed esclusivamente per lui, si rende però conto che scappare sarebbe inutile, la sorveglianza stavolta è tanta e lui non può niente contro tutti quegli uomini, per di più armati.
Con lo sguardo basso, Yifan cammina attraverso quella moltitudine di persone accorse lì solo per assistere alla sua morte.
Non tenta nemmeno di scappare, si è arreso, ha capito di non poter nulla contro la stupidità dell’essere umano. Ma gli va bene così, Yifan non obietta, non si dimena, non combatte contro il suo destino.
Il motivo è solo ed esclusivamente uno: Tao è salvo.
Sono passati ben sette giorni da quando lui è stato catturato, di Tao nessuna notizia, e la cosa lo rasserena non poco, potrebbe addirittura dire di poter morire sereno, per questo.
Quando sale quei pochi gradini che lo separano dalla sua fine, Yifan alza lo sguardo verso la platea.
E’ sorpreso, le persone sono veramente tante.
Una parte di lui, decisamente masochista gli permette di lasciare che i suoi occhi scrutino il pubblico, con la speranza di intravedere i suoi genitori che dopo aver scoperto la sua omosessualità, l’hanno abbandonato al proprio destino, senza la minima esitazione.
Gli occhi vagano veloci, di persona in persona, dei suoi genitori nemmeno l’ombra.
Ma in fondo Yifan lo sapeva.
Quello che vede però è un ragazzo, con un berretto da cui escono alcune ciocche di capelli rossi, una sciarpa a coprirgli il viso, e nonostante questo, nonostante il colore di capelli diverso dal solito, Yifan lo riconosce.
D’altronde, come potrebbe non riconoscere quegli occhi scuri, circondati da profonde occhiaie, che l’hanno fatto innamorare?
Tao gli sorride da sotto la sciarpa, non può vederlo, ma ne è sicuro.
Man mano lo vede avanzare tra la folla, e Yifan assottiglia gli occhi come a chiedergli cosa diamine stia facendo.
Tao  si libera del berretto, mentre si fa spazio tra la folla, e lascia scivolare per terra la sciarpa mentre una serie di uomini gli punta contro un’arma.
- Lasciatemi morire…con lui. – Mormora senza arrestare la propria avanzata verso il suo ragazzo.
I brusii della folla riempiono l’aria circostante in pochi minuti, le guardie sono costretti a zittirla più volte per ottenere quel clima di tensione che vi era precedentemente.
Tao viene raggiunto da due guardie, gli prendono le mani, iniziano a legargli i polsi con delle manette.
Yifan strattona le due guardie che lo tengono fermo.
- VI PREGO…NO, NO TAO,NO!  – Urla in preda alla disperazione.
- Shh…è tutto ok, amore… - Gli sussurra Tao, si volta verso le due guardie che gli stanno per ammanettare i polsi, li guarda e li prega poi di lasciargli le mani libere.
Le guardie obiettano ma Tao non si arrende, con le lacrime sul viso le strattona un po’ e si avvicina a Yifan. Posa la fronte contro la sua, gli accarezza il viso scosso da tremiti.
- Loro possono ucciderci – Gli sussurra, e Yifan non resiste oltre, si lancia con le labbra su quelle dell’altro e le fa sue, un’ultima volta. Tao sorride. – Ma questo non mi impedirà di amarti, per sempre… - mormora allontanandosi di poco.- I mostri sono loro, Yifan…non noi.
Le guardie li guardano inorriditi, lo stesso tipo di sguardo gli giunge dalla folla.
Tao viene ammanettato, ed entrambi vengono fatti salire su una piccola pedana in legno.
Le funi vengono poste intorno il loro collo. Tao ha lo sguardo abbassato, Yifan non riesce a smettere di guardarlo, completamente inorridito da quello che a breve i suoi occhi dovranno vedere.
Tao ha preso a tremare, non se ne era nemmeno accorto fino a quando un brivido un po’ più forte lo ha scosso completamente.
Yifan si dimena senza sosta.
Quando sentono la superficie sotto i loro piedi sparire, la corda si stringe intorno il loro collo. Yifan si dimena incessantemente, Tao dischiude più volte le labbra, cercando di arrancare aria.
I movimenti di Yifan fanno si che la corda si stringa più forte intorno al suo collo, con un rumore sommesso esala un ultimo respiro e rapidamente la vita lo abbandona. E forse lo ha fatto di proposito, non avrebbe sopportato di vedere la morte di Tao.
Tao boccheggia inevitabilmente, mentre a causa dei movimenti involontari della corda si ritrova a posare lo sguardo sulla figura immobile e priva di vita di Yifan.
Chiude le labbra, serra gli occhi, orripilato dalla scena che gli si para davanti.
Sente il sapore di sangue impossessarsi della sua bocca e il dolore al collo alleviarsi man mano, quasi svanire del tutto, e sa che molto probabilmente è solo l’adrenalina in circolo nel suo corpo.
Le immagini di Yifan gli attraversano la mente, il loro primo bacio, la prima volta che hanno fatto l’amore, una dopo l’atra gli pervadono la mente, mentre il brusio della gente va ad affievolirsi.
Sente i sensi ottenebrarsi quasi totalmente.
- Siete dei mostri, sono dei ragazzi! Si amavano, non hanno fatto niente di male! – Sente gridare da qualcuno nella folla, e Tao sorride, mentre sente la vita abbandonarlo definitivamente e una speranza pervaderlo.

 

Magari un giorno saremo liberi di amarci.
 
 











· Michan is back!!! ~ ( a nessuno importa, ma okkè X’D) 
E’ quasi passato un mese dall’ultima one shot, un mese fa ho detto che stavo scrivendo una taoris e che l’avrei pubblicata a breve…bene! Non è questa la one shot ‘___’
Cioè io davvero, non so che problemi ho, ma prima o poi riuscirò a pubblicare quella, che penso sia decente, rispetto a questa…ma tutto sarebbe decente rispetto a questa. (?)
Passiamo alla storia.
Alloooooora, probabilmente sembrerò pazza come al solito, però c’è una spiegazione per questa one shot.
L’idea di un mondo in cui l’omosessualità è illegale e porta alla pena di morte, mi è venuta dopo l’ennesimo commentino poco carino che mi sono sentita dire per strada, mentre camminavo mano a mano con la mia migliore amica e quindi mi sono detta, menomale che ci si ferma ai commentini e non si va oltre….e poi la mia testa ha creato questa. 
Non volevo pubblicarla, come quasi tutte le one shot che  scrivo, ma la mia migliore amica mi ha costretta(?) come sempre.
Stavolta mi scuso personalmente per quest’obrobio.
A mai più, gente. ç_ç/
Bye ~
  
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