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Autore: Grace82    12/10/2013    3 recensioni
La prima storia che scrivo sui miei adorati Damon ed Elena, umani, ma sempre con le stesse emozioni, la stessa passione e e gli stessi problemi.
Dalla storia:
-Smettila di urlare! Mi sono trovato a dover scegliere tra tradire mio fratello e mentire alla donna che amo e questa è l'unica cosa che mi è venuta in mente-
Quelle parole mi tolsero il respiro.
Una strana e inspiegabile felicità mi riempì il cuore.
Senza pensarci, spinta dalla rabbia e dalla frustrazione che provavo, mi avvicinai a lui e tirai verso di me la sua maglietta facendo combaciare le nostre labbra. Quel leggero contatto bastò per mandarmi letteralmente a fuoco.
Tentai di approfondire il bacio ma Damon, inaspettatamente, posò le mani sulle mie spalle allontanandomi.
-Elena, non posso-
-Scusami, io...io avevo capito...- dissi improvvisamente imbarazzata.
-Non fraintendermi, farei l'amore con te in ogni angolo di questa casa, ma tu non sei pronta, non ancora- ammiccò con un sorriso malizioso e assolutamente perfetto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2- Diavolo tentatore




-Cosa ci fai tu qui?- chiese lui con un misto di sorpresa e insolenza.
-Cosa ci fai TU qui!- risposi enfatizzando la parola.
-Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda-
-Come scusa?- 
-Hai sentito bene..che ci fai qui?-
-Vedo che non sei cambiato affatto-dissi  stizzita dall'arroganza che a quanto pareva il tempo non aveva scalfito. Oltre a quella, peró, dovevo ammettere che anche la bellezza era rimasta intatta. Aveva i capelli un po' più corti, e in quel momento bagnati, i soliti occhi azzurri e ahimè, sempre stupendi e penetranti, e, come se non bastasse, c'era in esposizione gratuita il suo corpo statuario con tanto di tartaruga che rasentava la perfezione. In quel momento una maledetta gocciolina gli attraversò il petto e si infiló presuntuosa sotto l'asciugamano.  Io non potei evitare di seguirla con gli occhi e deglutire al ricordo di ciò che facevamo nei miei sogni.
-Vedo che neanche la tua ammirazione per il mio corpo è cambiata- 
Quelle parole mi risvegliarono dallo stato di trance in cui ero caduta e, incrociando il suo sguardo malizioso, sentii immediatamente le guance tingersi di rosso. Volevo ribattere, oltre che prenderlo a calci, ma venni interrotta da una stangona mora che spuntó alle sue spalle.
-Damon io vado e grazie per....sai...tutto- disse con un'espressione da gatta morta eccitata.
-Quando vuoi Andy- rispose lui. 
Dopo essersi soffermato ad ammirarle le labbra, l'avvicinò a sè e le diede un leggero bacio a stampo che in un altro contesto avrei  definito dolce. Una sensazione di fastidio premette sul mio stomaco. Certo, avevo capito subito che Damon non era il ragazzo romantico che dichiarava il suo amore alla propria fidanzata, ma che diamine, pensavo avesse almeno la decenza di evitare sbaciucchiamenti in presenza di una ragazza con cui era stato. Effettivamente tutto ció che avevamo condiviso era un piccolo bacetto, eppure ero sicura che i brividi, le scintille e la passione che mi avevano sconvolta quella sera le avesse percepite anche lui.
Evidentemente mi sbagliavo.
Ma cosa mi aspettavo? Che appena ci saremmo rincontrati mi avrebbe chiesto di fidanzarci e vivere in un castello magico con il suo cavallo bianco?
Damon non era il principe azzurro.
Con Andy era stata sicuramente l'avventura di una notte, un po' come me qualche mese prima, una delle tante.  Un senso di nostalgia mi pervase nel ricordare che quella sera ero stata io al centro della sua attenzione, non Andy-la finta modella bruna.
Damon la seguì con lo sguardo, o meglio seguì il suo sedere, finché con la macchina non si allontanó dalla casa. Poi si ricordò della mia presenza.
-Cos'è un circolo per le tue ragazze?-
-Sbaglio o qualcuno è un po' geloso?-
-Sbaglio o qualcuno crede di essere al centro del modo?- 
-Rimarrei volentieri a discutere con te, ma ho da fare. Allora, cosa vuoi?-
 -Non conosci proprio la parola gentilezza, vero?-
-Senti, ti offrirei una piacevole esperienza con il sottoscritto, ma è chiaro che per ora fingi di non essere interessata, perciò passiamo avanti.-
-Dovevo inviare dei vecchi articoli a Stefan-
-Quindi conosci mio fratello?-
Nonostante avessi ormai compreso il
legame di sangue che avevano quei due, speravo fino all'ultimo si trattasse di uno stupido e pessimo incubo. Non poteva essere vero.
-Sono la sua ragazza- dissi incrociando le braccia sotto il seno.
Damon non si scompose più di tanto, ma per un attimo mi era sembrato di vedere la sua sicurezza vacillare e i suoi occhi essere colpiti da una strana sorpresa, forse delusione.
Mi diedi della stupida per aver pensato una cosa del genere, perché avrebbe dovuto, aveva migliaia di ragazze che facevano la fila per finire nel suo letto, Elena rappresentava una pedina in più alla sua collezione.
Infatti, poco dopo, un sorrisetto fece capolino sul suo volto.
-Stefan, Stefan, Stefan...alle fine prende tutto lui-
-Come scusa?-
Quella frase da dove era uscita?
-Entra, le cartacce che cerchi saranno in qualche cassetto della sua scrivania- disse deviando l'argomento.
-Non mi fido di te-
-E perché mai non dovresti fidarti di questi due meravigliosi occhi azzurri?- Chiese sarcastico.
-Diciamo che il mio istinto raramente sbaglia-
-Se è lo stesso che ti ha guidata quella sera, non credo funzioni-
Il colorito delle mie guance tornó prepotentemente a farmi visita, ma di fronte alla mia occhiata omicida lo stesso Damon mi interruppe prima che potessi linciarlo.
-Starò buono, ma non sai cosa ti perdi- ammiccò fiero.
Poco convinta avanzai per entrare, e
lui fece per spostarsi in modo da lasciarmi lo spazio per passare ma, SICURAMENTE senza farlo apposta, si mosse nella mia stessa direzione ostacolandomi l'ingresso e facendo lievemente sfiorare i nostri petti.
Deglutii a fatica.
Mi spostai verso destra, ma lui fece lo stesso. In un altro contesto avrei pensato che il tutto fosse casuale, ma la malizia negli occhi di Damon dimostravano il contrario. 
-Hai finito?- dissi esasperata.
-Non lo sto facendo di proposito-
-Sì, e ora dirai anche di avere un cervello?-
-Sei sempre così acida?-
-Non sono acida!-
-Sì, e ora dirai anche di essere simpatica?-
-Dio, che odioso!- sbottai spostandolo con forza e riuscendo finalmente ad entrare.
A passo veloce raggiunsi lo studio di Stefan e sospirai sollevata quando constatai che quell'idiota non mi aveva seguita. Aprii il primo cassetto ma non trovai nulla, controllai tutti gli altri ottenendo però sempre lo stesso risultato, e allora, impaziente di lasciare quella casa il più presto possibile, rovistai tra le cartelle ordinatamente riposte sulla scrivania.
Niente, nessun foglio di carta o roba simile.
-Dai un'occhiata sulla libreria, saranno in qualche scaffale-
Sobbalzai nel sentire la sua voce e quando mi girai lo vidi appoggiato allo stipite della porta, fortunatamente vestito.
-Ma sei deficiente o cosa?- gridai scocciata.
-Ora che ho fatto?-
-Stavo per morire d'infarto!-
-Non sapevo che la mia bellezza ti sconvolgesse tanto!-
-Non riesci ad essere serio per un attimo?-
-E tu non ce la fai a rilassarti? Mi chiedo come faccia Stefan a stare con una come te-
-Se non sbaglio quella sera non ti lamentavi tanto- 
Uno a zero.
-Touche...per questa volta-
-Vedremo.- risposi soddisfatta. 
-Allora, dove devo guardare?-
-Terzo scaffale in alto-
Mi avvicinai alla libreria e allungai il braccio per cercare di afferrare il plico di figli che vi erano poggiati ma, grazie alla mia splendida statura, riuscivo a mala pena a sfiorare qualcosa.
-Che nana-
-Taci-
-Vuoi una mano?-
-No-
-Ti rendi conto che passeresti i prossimi trent'anni nella speranza di prendere quei cosi per il tuo fidanzato?- 
Il mio cuore accelerò i battiti nel momento in cui avvertii il rumore dei suoi passi farsi sempre più vicini, e si fermò del tutto quando sentii la mia schiena entrare in contatto con un petto statuario. 
-C-cosa stai facendo?-
-Tu che dici?- proferì lui. 
Nel momento in cui sollevò le braccia per raggiungere lo scaffale, io abbassai le mie. Un vortice di brividi mi scosse nel percepire le nostre mani sfiorarsi di sfuggita e una sensazione di calore mi invase quando il suo respiro si infranse tra i miei capelli dopo che anche lui, presi i fogli, fece scendere le braccia. 
Lentamente mi voltai, decisa a puntare la sua maglietta piuttosto che quei diamanti azzurri: da troppo tempo non eravamo così vicini, non sapevo se sarei stata in grado di gestire la situazione.
-Ecco- disse porgendomi quello che aveva preso per me. 
-Grazie- risposi continuando a tenere gli occhi bassi.
-Elena?-
-Mh?-  sussurrai alzando involontariamente lo sguardo richiamata dal mio nome, e maledissi me stessa per la mia stupidità, dato che compresi troppo tardi di essere caduta nella sua trappola.
Porca paletta, che avesse capito l'effetto che i suoi stramaledetti occhi avevano su di me?
Damon inclinò leggermente il viso studiandomi malizioso ed io, imbarazzata e improvvisamente eccitata, mi morsi il labbro inferiore.
Cominciai a sentire caldo.
-Smettila- sibilai, ma la mia voce non era per nulla convincente.
-Non sto facendo nulla, sei libera di andare- si fece silenzioso un attimo -se vuoi-
Avanti Elena, vattene, corri, scappa!
Purtroppo queste informazioni non arrivarono al cervello.
Damon si avvicinò al mio orecchio.
-Non sai cosa ti avrei fatto quella sera se non fosse arrivata la tua amica- sussurrò mandandomi completamente a fuoco.
Lentamente, con una sensualità disarmante, tornò a guardarmi negli occhi, per poi soffermarsi sulle mie labbra che istintivamente mordicchiai a causa del nervosismo. Lui dovette prendere questo gesto come un via libera, perché cominciò a farsi sempre più vicino. Quando ormai già  avvertivo il sapore delle sue labbra sulle mie, una nevrotica suoneria interruppe quella elettrizzante atmosfera.
Primo squillo. 
Restammo immobili.
Secondo. 
Damon cominciò ad allontanarsi.
Terzo. 
-Salvata dal telefono- disse con una sensualità che non credevo possibile.
Quarto. 
Continuammo a guardarci, fermi. 
Ero paralizzata, totalmente rapita da quell'azzurro agghiacciante, totalmente assuefatta dalla presenza di Damon.
Quinto.
-Non rispondi?- chiese lui.
-Eh? Ah, si si.- risposi come una perfetta idiota. Infilai la mano libera nella tasca destra, poi nella sinistra, non trovando nulla e continuando a mantenere i miei occhi incollati ai suoi. 
-Credo sia qui- disse lui, muovendo lentamente la mano. Quando raggiunse la tasca anteriore dei miei jeans, sfilò pian piano il cellulare, sfiorando a mala pena il mio sedere.
Quel leggero tocco, tuttavia, fece aumentare la sensazione di calore che avevo nel basso ventre. Non sapevo quanto ancora sarei riuscita a trattenermi dal strappargli la camicia nera che indossava e baciarlo fino a perdere il fiato.
L'Elena normale, quella razionale, quella che il mio cervello aveva momentaneamente deciso di sopprimere, non avrebbe mai abbassato la guardia nè si sarebbe fidata di Damon.
 I film erotici che la mia testa stava proiettando vennero infatti interrotti dall'intelligenza del tizio che avevo di fronte.
-Pronto?- rispose lui, cogliendomi letteralmente alla sprovvista.
-Oh, ciao fratellino!- 
Quando Damon pronunciò quella frase, l'altra Elena scacciò immediatamente quella porno diva.
-Ridammelo razza di idiota!- gridai incavolata nera.
In tutta risposta mi diede le spalle, ignorando totalmente i miei movimenti da scimmia in calore che stavo facendo nella speranza di riprendere quel dannato telefono, ostacolata anche dagli articoli che tenevo in mano.
-Non mi avevi detto di avere una ragazza così acida- 
A quel punto non vidi più niente, tirai un ''leggero'' pugno allo stomaco di Damon il quale, piegandosi dal dolore, lasciò cadere il mio telefono per terra. Senza pensarci afferrai il cellulare e corsi fuori, chiudendomi la porta alle spalle e ignorando un lontano ''stronza'' ricevuto dall'essere.
Una volta uscita, il respiro tornò regolare, e decisi di concentrarmi su Stefan.
-Elena?- disse lui dall'altro capo del telefono.
-Sì, sono io- 
-Perché mio fratello aveva il tuo telefono?-
-Perché è un'idiota, stronzo, egocentrico e arrogante del cavolo- Una risata divertita gli sfuggì, e solo in quel momento mi accorsi di aver appena insultato suo fratello.
-Oddio, scusami. Io, n-non volevo-
-Non scusarti, conosco mio fratello. Hai preso gli articoli?-
-Sì, ce li ho in mano.-
-Perfetto, grazie mille. Posso chiederti un altro favore?-
-Dimmi-
-Ecco, preferirei che i rapporti tra te e Damon si limitassero al saluto-
Quella frase mi spiazzó: ok che era un idiota, ma una richiesta del genere mi sembrava un tantino esagerata.
-Stefan, io non voglio averci nulla a che fare, nè desidero andare più di un semplice '' ciao '' , ma..-
-Elena, so che ti devo delle spiegazioni, e le avrai. Ho anche aspettato troppo, e ti chiedo scusa. Però ti prego, per ora fidati di me.-
-Prometti di raccontarmi tutto non appena ci vediamo?-
-Solo se tu mi prometti di stargli il più possibile alla larga-
-Non c'è bisogno di una promessa, lo farei comunque-
-Elena...prometti-
-Davvero non ti fidi?-
-Come ho già detto, conosco mio fratello-
-Va bene, te lo prometto-
-Affare fatto allora, un bacio-
-Ciao- dissi chiudendo la chiamata. Mentre camminavo mi resi conto che Stefan aveva fatto bene a dubitare di me. 
Ero stata una sciocca, un'emerita idiota! Avevo desiderato con tutta me stessa di baciare ed essere baciata dal fratello del mio ragazzo che avevo quasi accusato di non darmi abbastanza fiducia. 
Il senso di colpa mi stava lentamente divorando.
 Dovevo mettermi in testa che Damon era il passato, per quanto poteva essere considerato tale, e Stefan il presente. Dovevo mettermi in testa che la parentesi di oggi era stata un errore da non ripetere.
Stefan meritava tutto il mio amore, il mio rispetto e la mia fedeltà.
Damon Salvatore non era il principe azzurro.
Damon Salvatore era il diavolo tentatore.
Ed io dovevo stargli alla larga.



----Note----
Ciao ragazze! Mi scuso con voi per l'immenso ritardo, ma purtroppo con l'inizio della scuola mi si è incasinato tutto! Ora con l'inizio di TVD avrò più ispirazione! Spero! A proposito! Avete visto quanto erano belli? **
Comunque, tornando a noi, ecco come hanno reagito i personaggi al loro primo incontro...che ne pensate? A me piaceva il fatto che Damon ci provasse un po', magari vuole vedere la sua reazione, o forse si diverte e basta! Chi lo capisce!
Elena sicuramente non è totalmente indifferente, ma ama Stefan. Riuscirà a stargli lontana? Io non lo farei :P 
Per il resto a voi i commenti! Fatemi sapere, se volete, cosa ne pensate: brutto, bello, schifoso ecc..
Ah! Che ne pensate del banner? 
Tutto merito di ELLEcrz che su efp trovate qui! http://www.efpfanfic.net/.php?uid=203297
P.s la sua storia sul klaroline è stupenda! 
Ah! Vi ricordo la sua meravigliosa pagina dove potete contattarla per avere banner:
https://www.facebook.com/pages/E-L-L-Es-stuff/723648977662054


A presto e grazie per le magnifiche recensioni a cui sto per rispondere :)
  
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