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Autore: Ellies    13/10/2013    3 recensioni
Sebastian, Blaine, una fiera e Jack Frost in un contesto un po' strano.
Demenzialità allo stato puro.
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa FanFiction è in risposta alla sfida lanciata da Alice sul gruppo Seblaine Events a tema "Pesci".



Hanno ucciso Jack (e) Frost.


“S-Sebastian, Sebastian! Vieni subito qui!” la voce allarmata del tuo ragazzo ti giunge all'improvviso alle orecchie, e tu abbandoni il libro che stai leggendo per correre da lui, preoccupato.

“Blaine, stai bene?” chiedi, entrando velocemente nella camera da letto, e lo trovi rannicchiato in un angolo del letto, il corpo scosso dai singhiozzi e le guance rigate di lacrime. “Blaine, amore, che succede?”

E di solito succede che a quel nomignolo si riscuote, ti guarda con un sorriso e ti stampa un bacio sulle labbra, ripetendoti che sei davvero carino quanto tenti di essere dolce. Questa volta, però, non succede così e tu sei costretto a sederti sul bordo del letto e ad accarezzargli dolcemente i ricci, cercando di farlo parlare.

“Ehi, mi vuoi dire che cosa è successo?” sussurri, con la tua migliore voce da dolce-fidanzato-premuroso, ma nemmeno questa sembra funzionare, perché Blaine scuote la testa e tira su con il naso, restando chiuso nel suo ostinato silenzio.

Fai qualche altro tentativo, e poi decidi che è il momento di usare le maniere forti. Sali sul letto e lo stringi tra le braccia, baciandogli dolcemente il viso e il collo fino a quando non lo senti che si sta rilassando, il corpo non più scosso dai tremiti ma riposato e inerme tra le tue braccia. Stai per posargli un bacio sulle labbra quando il tuo gatto entra nella stanza con un sonoro meow e Blaine scoppia di nuovo a piangere senza nessun apparente motivo.

C'è decisamente qualcosa che non va. 

Prendi il suo viso tra le mani e lo costringi a guardarti dritto negli occhi, parlandogli in maniera decisa.

“Blaine, devi dirmi che cosa succede.”

Dopo qualche momento di esitazione, si asciuga le lacrime accumulate agli angoli degli occhi e tira su con il naso, accoccolandosi tra le sue braccia. 

“È- è che... Jack! J-Jack è m-morto.”

 

 

• 

 

 

Le bancarelle erano piene di dolci a non finire, dalle caramelle multicolori, alle frittelle appena tirate fuori dall'olio caldo e le crepes ripiene di Nutella sciolta e invitante.

Sebastian era seduto proprio accanto ad una di queste mentre si chiedeva per l'ennesima volta che cosa avesse fatto Blaine per convincerlo ad accompagnarlo a quella stupida fiera. Per di più di domenica pomeriggio, quando i bambini sembravano essersi moltiplicati e correvano da ogni parte facendo quel chiasso che Sebastian detestava.

Una di quelle piccole bestiole aveva appena attentato ai suoi pantaloni nuovi di zecca quando vide Blaine sbracciarsi verso di lui con un sorriso enorme sulle labbra, facendogli cenno di raggiungerlo davanti all'ennesimo stand in cui i clienti potevano giocare e sprecare i propri soldi. Ma ovviamente Blaine era alla stregua di un ragazzino, e quindi non poteva certo meravigliarsi se era tutto il pomeriggio che sborsava dollari per non fargli perdere il sorriso. Quando arrivò accanto a lui gli mise le braccia attorno alla vita, baciandolo dolcemente alla base del collo dove sapeva che Blaine non poteva resistere. Ma quel pomeriggio, a quanto pareva, il suo ragazzo non era affatto intenzionato a lasciarsi distrarre.

“Sebastian, guarda!” esclamò, puntando il dito verso uno stand poco distante da loro, sul quale erano posizionate una decina di bocce piene d'acqua.

Il ragazzo capì subito dove Blaine volesse arrivare, e scosse prontamente la testa.

“Oh, no, Blaine, non pensarci nemme-” 

“Oh, dai, ti prego!” lo supplicò il ragazzo, aggrappandosi al suo collo e sbattendo gli occhi nella sua migliore espressione da cucciolo. “Ti prego, Bascian, solo uno...”

E Sebastian come poteva resistere a quello sguardo e al suo nome pronunciato in quel modo? Semplicemente non poteva, per cui intrecciò le dita con le sue e sospirò, annuendo, facendosi trascinare verso il bancone.

“Ma poi non lamentarti se non riesci a prendere quello stupido pesce, con la mira che ti ritrovi. Io non ho intenzione di farmi trascinare più del dovuto in questa storia.”

“Smettila di brontolare! Riuscirò benissimo a prenderlo. Alla fine devo solo lanciare una pallina...”

 

 

 

Blaine non riuscì a prendere il pesce. Dopo aver pregato Sebastian di prestargli un'altra banconota, lo aveva letteralmente trascinato via da lì, promettendogli un pacchetto ultragigante di caramelle per farlo stare buono.

Il ragazzo, però, una volta in macchina e infine a casa, era rimasto in un religioso silenzio con il broncio sulle labbra.

“Blaine, per l'amor del cielo, non te la sarai presa per quella stupidata, vero?”

“Non era una stupidata!” ribatté, stringendo i pugni e sporgendosi verso di lui con gli occhi spalancati.

“Certo che lo era. Era un dannato pesce, come ne trovi milioni in America. Pesci che, se va bene, vivono solo qualche anno.”

“Sarebbe stato carino! Per una volta avresti semplicemente potuto evitare di essere così antipatico e partecipare a questa cosa, e divertirti!” sbottò, alzandosi dalla divano sul quale erano seduti. “E per la cronaca, c'era quel pesce argento che mi piaceva davvero!” 

Detto questo, Blaine se ne andò, premurandosi di far sentire a Sebastian che aveva sbattuto la porta della loro stanza.

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, e dopo alcuni minuti lo seguì, entrando nella stanza in penombra. “Blaine?”

Mhhhngh.

“Dai, scusami. Lo sai che... Beh, che tu a volte ti impunti su queste cose che a me sembrano sciocche e... Lo sai come sono.” sussurrò, andando a sedersi sul letto e accarezzandogli i ricci morbidi, sperando che lo perdonasse per quel piccolo litigio che a Sebastian sembrava comunque una stupidata.

“Io volevo davvero quel pesce.”

“Lo so, amore.”

Blaine fece un sorriso e si girò verso di lui. “Sei davvero adorabile quando sei dolce e ti preoccupi per me.”

“Oh, io sono molto dolce.” Sebastian ricambiò il sorriso e si fece spazio sul letto, mettendosi sopra di lui e cominciando a baciargli dolcemente le labbra, facendolo gemere appena sotto di sé.

Poi, però, il ragazzo si mosse appena e arricciò le labbra. “No,” sbuffò. “Sono ancora arrabbiato.” 

“Oh, Blaine, ti prego.” sussurrò esasperato. Insomma, uno stupido pesce non poteva togliergli il suo sesso serale! Era assolutamente insensato. Assolutamente.

“Niente da fare. Buonanotte, Sebastian.”

E spense la luce dell'abat-jour. 

 

Sebastian rimase un momento interdetto, prima di aprire la bocca e richiuderla e dirigersi nel bagno a passi lenti.

Guardando il suo riflesso nello specchio, capì una cosa. O avrebbe rinunciato a Blaine fino a quando non gli fosse passata, o gli avrebbe dovuto regalare quel dannatissimo pesce.

In quel momento l'idea di avere un animaletto in casa non gli sembrava più così terribile.

 

 

 

Il giorno dopo, appena riuscì a trovare un momento libero, tornò in quella stramaledetta fiera e si diresse verso lo stand dei pesci, avvicinando l'uomo al di là del bancone e spiegandogli brevemente la situazione.

“No.” rispose quello, scuotendo la testa e tornando ad accogliere i bambini che stavano accorrendo, probabilmente appena usciti da scuola.

Mi scusi?

“Ho detto di no. Questi pesciolini sono per i bambini...”

Ma Sebastian non aveva intenzione di demordere. E anche Blaine è un bambino, se vogliamo metterla così. 

“Lei non ha capito. Deve darmi questo pesce. Sono disposto a pagarla il doppio!”

“Niente da fare.”

“Ascolti, le do quindici dollari.”

“Mi dispiace, le ho detto...-”

Venti.

“Non saprei...”

Schifoso approfittatore, si disse mentalmente Sebastian, roteando gli occhi e pensando che era per Blaine, lo stava facendo solo per Blaine.

Venti-cinque.” ribatté a denti stretti, tirando fuori un'altra banconota con la mano tremante.

“Benissimo!”

“Oh, grazie al cielo. Ora, se non le dispiace, il mio pesce.”

Quando l'uomo gli consegnò il sacchettino di plastica, all'interno vide un felicissimo pesce rosso che lo fissava, boccheggiando.

“In realtà, io vorrei quello argento.”

L'uomo lo guardò, con un sorriso, e Sebastian dovette trattenersi per non strozzarlo.

 

Alla fine fu costretto a sborsare ben trentacinque dollari, per il pesce argento di Blaine, guardandolo male per tutto il tragitto verso casa e sussurrandogli di tanto in tanto, a denti stretti, quanto lo odiasse, e quanto lo odiassero le proprie finanze. 

 

“Blaine, amore mio, sono a casa!” disse, con una vocina smielata, ma non ricevette risposta. Facendo ben attenzione a tenere il sacchetto in mostra, entrò in cucina dove vide Blaine chinato su qualcosa.

“Oh, Sebastian, sei qui! Guarda che cosa c'è.”

E si alzò. E Sebastian guardò, eccome se guardò.

Guardò prima la boccia di vetro in cui era contenuto unpesce argento. Poi guardò Blaine, che guardò lui, che guardò il sacchetto che aveva in mano e che infine guardò la boccia al centro del tavolo.

“Blaine.”

“Sebastian.”

“Perché c'è un pesce, lì dentro?”

“Ho pensato che mi fossi comportato davvero da immaturo, ieri, e così... Sono andato alla fiera e... L'ho vinto.”

Sebastian non poteva crederci. Doveva essere tutto uno scherzo.

“Blaine.” sussurrò ancora, facendo un passo verso di lui e allungando il braccio fino a mettergli il sqcchetto davanti al viso.

“S-Sebastian.”

“Sai quanto ho speso per questo pesce, Blaine? Lo sai?”

“N-No.”

“Trentacinque dollari.”

Gli occhi di Blaine si spalancarono fino a diventare grandi come due piattini da tè.

Trenta dollari?! Sei... Impazzito?”

“Trentacinque, Blaine. E lo sai perché? Perché tu volevi il tuo dannato pesce argento, e io non volevo che rimanessi arrabbiato con me.”

Blaine si sciolse come neve al sole, a quelle parole, e gli prese il sacchettino dalla mano, prima di abbracciarlo e baciarlo dolcemente.

“Sei stato davvero adorabile, a fare questo per me.”

Poi si staccò da lui, e saltellando aprì il sacchetto e rovesciò il pesce all'interno della boccia, insieme al suo nuovo compagno. “Guardali, Sebastian! Sono carinissimi, insieme! Sembrano quasi come me e te.”

Il ragazzo dovette trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo. “Per l'amor del cielo. Non paragonarmi ad un essere viscido, Blaine.”

“Ma amore! Ho già i nomi... Uno so chiamerà Jack, e l'altro F-”

Sebastian non riuscì a capire il nome del secondo pesce, perché provvide a tappargli la bocca con la propria e a far sdebitare Blaine dei trentacinque dollari che gli aveva fatto spendere.

 

Nessuno dei due vide il ghigno maligno sul muso del gatto di Sebastian, sempre che i gatti potessero ghignare. 

 

 

 

Dopo essere riuscito a spiegare al tuo ragazzo che il tuo gatto non aveva fatto assolutamente apposta a mangiare il suo adorato pesciolino Jack, che ormai era diventato quasi bianco tanto era vecchio, sei tornato sul divano, deciso a finire quel libro che rimandavi da fin troppo tempo. 

Sei quasi giunto alle ultime pagine, quando senti il rumore di qualcosa che si rompe, le urla di Blaine e il miagolio disperato del tuo gatto. 

Con un sospiro ti alzi, chiudendo gli occhi e riaprendoli nel momento stesso in cui senti la voce del tuo ragazzo chiamarti.

Sebastian! Il tuo gattaccio si è mangiato anche Frost!”

 

Angolo dell'autrice.

Questa cosa è talmente stupida che quasi mi vergogno.
Insomma... Due pesci argento che si chiamano Jack e Frost, trentacinque dollari spesi per Frost e tanta tanta stupidità.

Non so come mi sia uscita, non lo so davvero.
   
 
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