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Autore: black_eyes    13/10/2013    3 recensioni
Per la Seblaine!Sunday.
angst. dal testo:
-“Ti prego, stringimi forte.” Singhiozzò Sebastian raccogliendosi le gambe al petto.
"Sono qui" furono le uniche parole che gli disse nell'orecchio prima di sentirlo crollare.
Non lo aveva mai visto piangere in quel modo. Anzi a ripensarci non lo aveva mai visto piangere.-
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Ho provato a scrivere qualcosa di angst per la Seblaine!Sunday (e quando mai non lo faccio?) ma non so perchè in questi ultimi tempi non mi esce mai nulla di bello :(

Comunque ci leggiamo alla fine!
 

Blaine entrò in quella stanza, era troppo buia e fredda per essere quella che ricordava nelle settimane precedenti, eppure era la stessa camera in cui si era coccolato, aveva fatto l'amore e si era divertito con il suo ragazzo, Sebastian Smythe.

Si avvicinò al letto e si sedette sul margine, senza accendere nessuna luce, lo sentiva accanto a sè.

"Bas ..." lo chiamò dolcemente.

"No.” Ringhiò. “Sta zitto. Ti prego. Lasciami ... solo ..." le ultime parole le sentì roche, quasi mentre stesse singhiozzando cercando di essere silenzioso.

"No, Bas, amore ... io non voglio lasciarti solo. Non adesso." Cercò a tentoni la sua spalla, ma lo sentì allontanarsi dal proprio tocco "Sebascian." Lo chiamò flebile, lasciando così, la frase sospesa a metà.

Sebastian rimase fermo e si schiarì la gola "Perchè?” Chiese, “perchè ti interessi a me? Chi sono io e ..." lo sentì singhiozzare un pò più forte.

"Perchè ti amo, ecco perchè. Non voglio lasciarti solo perchè tu sei importante per me." Sorrise nel buio e si sdraiò accanto al proprio ragazzo e lo strinse a sè.

Inalò il suo profumo un insieme di sigarette, immaginò tutte quelle che si era fumato in quei tre giorni e delle ultime tracce di colonia, gli mise una mano sulla guancia sentendola ruvida per l'accenno di barba che stava crescendo, e che in quegli ultimi giorni non si era curato.

“Ti prego, stringimi forte.” Singhiozzò Sebastian raccogliendosi le gambe al petto.

"Sono qui" furono le uniche parole che gli disse nell'orecchio prima di sentirlo crollare.

Non lo aveva mai visto piangere in quel modo. Anzi a ripensarci non lo aveva mai visto piangere.

Il suo Sebastian era sempre stato una roccia, una persona allegra e con un ghigno letale in volto, era il genere di persona che tutti volevano nella propria compagnia, uno dei pochi ragazzi che venivano sempre ricercati per le storie dei luoghi che avevano visitato e che appunto raccontavano per pavoneggiarsi. Ma mai lo aveva visto nè sentito piangere di dolore come in quel modo.

Si era stretto al suo petto, abbassando il capo fino a soffocare i singhiozzi nel cotone della sua maglietta.

Il moretto deglutì cercando di non piangere; vederlo così spezzato, così scoperto e finalmente senza nessuna maschera era strano per lui. Cercò di essere forte almeno un pochino per entrambi.

Blaine, non senza fatica, allungò il braccio indietro e riuscì ad accendere la piccola abat-jour sul comodino, e nel momento esatto in cui Smythe alzò il capo, lo vide.

Gli occhi rossi, i capelli scompigliati, indossava un pigiama, forse troppo piccolo per lui e si trovava in posizione fetale.

Sembrava che dovesse cadere su sè stesso da un momento all'altro.

"Ehy, amore. Sono qui" ripetè stringendolo al proprio petto e sentendo le sue lacrime bagnargli poco a poco la maglietta "le volevi bene. Vero?"

Sentì Sebastian annuire debolmente “era … mi ha cresciuto … i miei non erano mai presenti, ma lei …” tirò su dal naso e strinse la maglietta di Blaine tra le proprie dita “mia nonna mi è sempre stata accanto. È stata la prima a sapere che io fossi gay, non …” si fermò a metà frase quanto un piccolo verso strozzato gli uscì dalla gola “non mi ha mai abbandonato.”

“Lo sai che lei non ti abbandonerà mai, vero?” Blaine gli prese il mento far le dita e lo fece alzare verso di sè. Occhi verdi e occhi ambrati si fusero solo in quel momento. “lei sarà sempre qui” e gli toccò il petto con la mano libera “per sempre. Non importa che tu sia credente o meno. Le persone che amiamo e che ci hanno amato non ci lasciano mai veramente.” gli sfiorò uno zigomo asciugandoglielo dalle lacrime salate che scorrevano ancora sulla sua pelle.

“Quindi …” Sebastian si schiarì la gola “verrai con me al funerale di mia nonna?” Domandò poggiando la guancia contro la spalla del moretto.

“Sì” sospirò Blaine annuendo e facendo passare le dita tra i capelli corti del suo ragazzo “Bas, mi parli di tua nonna? Almeno posso conoscerla almeno un po'. No?”

Sebastian alzò il volto e si inumidì il labbro inferiore “nonna Amelia era una gran donna. Francese per giunta, quindi già di suo era perfetta.” Sulla sua bocca nacque un sorriso melanconico “mi ha cresciuto da sola, mio nonno Antoine è morto quando i miei si sono sposati, quindi, tipo, io non l'ho mai conosciuto.” Si morsicò l'interno della guancia “i miei genitori come ben sai non sono stati molto presenti.”

Blaine a quel punto lo strinse a sé ancor di più allacciandogli le gambe alla vita. Sapeva perfettamente di cosa stava parlando. I signori Smythe non erano mai in casa, non avevano mai voluto fare una cena assieme per conoscere meglio il minore degli Anderson, o peggio, non si erano mai interessati a Sebastian in generale.

“Ecco …” Blaine tornò con la mente a quel momento, con le braccia a tenere a galla il suo ragazzo, uno scoglio, ma sempre in mezzo alle onde del mare “mia nonna mi ha cresciuto. Quando ero adolescente e abitavo in Francia, c'era sempre lei con me.” Un piccolo sorriso gli apparì sulle labbra, era uno di quelli che ti comparivano quando avevi bei ricordi.

“Quindi vivevi a casa sua?” Gli chiese Blaine grattando il retro del collo al ragazzo con gli occhi verdi, che aveva smesso di singhiozzare.

“Già. Era tremenda come persona. Mi portava a tutte le partite di Lacrosse, quando gli insegnanti le dissero che non ero un bravo alunno li mandava a quel paese, fu lei a farmi assaggiare il caffè corretto con il Courvoisier, ricordo ancora cosa mi disse 'ogni francese che si rispetti beve questa delizia come se fosse il latte materno' …” un sorriso triste gli nacque in volto “già” ricordarono entrambi la battuta di Smythe al loro primo incontro quando furono al Lima Bean. Ma subito dopo di schiarì la voce “e, sopratutto, quando un pomeriggio entrò in casa e mi vide con un ragazzo in posizioni molto equivoche in cucina, uscì dalla porta e rientrò con una confezione intera di profilattici.”

Blaine a quel punto si lasciò sfuggire una mezza risata “avrei voluto conoscerla” sussurrò non smettendo di coccolare Sebastian.

“Ti sarebbe piaciuta.” Il ragazzo più alto iniziò a fare dei giri concentrici sulla schiena del moretto. Sospirò pesantemente e appoggiò la testa sul lato sinistro del petto dell'altro ragazzo “era una forza della natura, ed era una bella donna nonostante avesse una certa età.” Smythe strinse le labbra in una smorfia “e appunto per quello i miei mi portarono via da lei. Insomma, loro potevano trasferirsi per lavoro e lasciarmi là con lei, ma no! Dissero che non era più capace di badare a me. Avevo 17 anni, ero grande, potevo badare a me stesso tranquillamente, lei era non solo una nonna per me, era un'amica, una super nonna.” Le labbra di Bas si incurvarono in un aspro sorriso.

“La tua personale Wonder Woman.” Blaine gli lasciò un bacio sui capelli “però se tu non fossi venuto qui in America io non ti avrei mai incontrato.” Strinse la presa sui suoi fianchi “non ci saremmo mai messi assieme e avrei finito per vivere una vita monotona.”

“Questo è vero. Ma chi lo sa. Magari tu avresti conosciuto di meglio.”

“No.” Il moretto lo fermò “tu sei il mio meglio. Ok? Tua nonna è stata formidabile a crescerti così perfetto, gentile sotto tutta questa tua corazza di cattiveria. Sei francese. E non avrei mai voluto niente di più dalla mia vita.” Gli prese il volto con entrambe le mani e gli lasciò un veloce bacio sulle labbra screpolate “adesso però spiegami da dove viene questo pigiama.”

Sebastian si pizzicò un braccio coperto dalla manica del pigiama “è stato uno dei suoi regali. Negli ultimi anni mi passava sempre e solo soldi. Sai come sono i nonni, non sanno cosa farti e tendono a volerti accontentare, ma questo è stato uno dei suoi migliori regali.”

Blaine sorrise dolcemente “sono felice che tu abbia avuto questo rapporto con tua nonna.” Gli lasciò un baciò sul collo e inspirò il suo profumo “sai che dobbiamo andare, adesso.”

Sebastian annuì arpionando la maglietta di Blaine tra le proprie dita “lo so, ma tu promettimi di non lasciarmi. Ti prego.” Nascose il proprio viso nell'incavo tra il capo e il collo del suo fidanzato. “Ti prego” ripetè con un tono di voce spezzato a metà.

“Va bene Seb. Non lo farò. Mai.” Gli promise Blaine baciandolo dolcemente. “Ti amo.” Gli sussurrò a pochi centimetri dalle labbra.

Sebastian lo strinse a sé, in una muta affermazione di quella frase. “Lo so B. ti amo anche io.” Si lasciò coccolare per quei pochi minuti e infine sciolse l'abbraccio. “Grazie Blaine, per tutto.”

Dopotutto Nonna Amelia sarebbe stata felice per lui, si era innamorato, e aveva trovato qualcuno per cui valeva la pena di cambiare.

 

Ssssssì, non so che dire. Forse … fine?

Ok, sì, fine!

* si prepara a ricevere frutta marcia *

  
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