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Autore: Franci_1    13/10/2013    4 recensioni
Santana è la primaria di cardiochirurgia a Los Angeles.
Un giorno al centro commerciale accade una cosa che potrebbe cambiarle la vita per sempre.
Dal primo capitolo:
“Cosa si sentiva prima di perdere conoscenza?” chiesi.
“Aveva dolore alle gambe, al petto e mi è sembrata blu.” Disse lui.
Quinn si bloccò a guardarmi.
“Cazzo!” esclamai spostandomi al kit di primo soccorso.
“No San! Non puoi!”
“Continua Fabray! E lasciami fare!” le ordinai continuando a rovistare nella borsa.
Friendships: Quintanna, Bram, Mike e Brittany, Puktana, Pezberry (e quasi tutte)
Ship: Quam, Brittana, Tike, e altre accennate.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Sam Evans, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vi chiedo umilmente scusa. Il ritardo con il quale ho aggiornato è imperdonabile, ma spero di riceve un po' di grazia con questo capitolo.




 

















Si tolse la mascherina gettandola nel cestino.

Aveva appena fatto l'operazione della sua vita.

Era andata bene, ma si sentiva così vuota. Così arrabbiata.

Si lavò le mani guardando dentro la sala mentre il signor Crowe veniva riportato in camera.

Qualcuno entrò nella stanza e la guardò.

“Mi hai chiamata?” chiese Quinn.

Santana annuì.


 

“Troviamoci tra 20 minuti in sala tac.” le disse semplicemente.


 

“Perchè?”


 

“Ho un caso per te.”

Quinn la guardò uscire e alzò il sopracciglio guardandosi intorno come a cercare la risposta.


 


 


 

Santana si avviò in sala s'aspetto e vide subito la signora Crowe, che le andò incontro.

“Allora, dottoressa Lopez? Mio marito-”


 

“Sta bene, lo stanno riportando nella sua stanza in questo momento. Non ci sono state complicazioni. E' andato tutto perfettamente.” sorrise la latina.

La donna cominciò a piangere di gioia gettandosi su di lei abbracciandola.


 

“Grazie, grazie dottoressa Lopez, grazie!” disse sciogliendo l'abbraccio e prendendole il volto.

“Tuo padre sarebbe così fiero di te..” Santana sorrise guardando la donna negli occhi.


 

“Grazie...”


 


 


 


 


 


 


 

“Prego.” esclamò Spencer sedendosi accanto a Brittany dopo averle passato la bottiglietta d'acqua.

“Allora.. che vuoi fare?”


 

“Volevo chiamare Santana.. è da stamani mattina presto che non la sento e le avevo promesso che l'avrei chiamata..”

La brunetta annuì e sospirò.


 

“Okay, beh.. io vado a giocare un po' con i bambini... ci vediamo dopo.” Brittany le sorrise per poi alzarsi dalla panchina e dirigersi all'interno della capanna.

Aprì il portatile e chiamò Santana tramite Skype.


 


 


 


 


 

Accarezzò la testa di Elaine stesa sulla macchina per la tac.

“Andrà tutto bene..” disse con un mezzo sorriso.

Elaine abbozzò un sorriso.


 

“Grazie San.. per quello che stai facendo..”

La latina le accarezzò nuovamente la testa e poi spinse il bottone che la portò dentro il tubo della tac.

Uscì poi dalla stanza andando in quella dove c'erano gli schermi.

Si sedette sulla poltrona guardando il radiologo che stava attivando la macchina.

Sentì il telefono vibrare.

Lo tirò fuori e vide che era una chiamata tramite Skype di Brittany.

La guardò per qualche secondo e poi alzò lo sguardo su Elaine.

Sospirò e in quel momento entrò Quinn.


 

“Eccomi.” disse.

Santana rifiutò la chiamata e guardò la bionda mettendo via il telefono.

“Cosa abbiamo?”


 

“Stanno per uscire le immagini.. comunque donna, 28 anni. ”

Quinn si appoggiò al tavolo con le mani mentre le immagini uscivano e lei guardava gli schermi.

Santana accavallò le gambe guardando a sua volta le immagini.

Una volta che furono uscite entrambe rimasero a bocca aperta.

Quinn fu la prima a riscuotersi.


 

“Dio... questa donna ha più metastasi che cellule.” disse passando una mano sulle immagini.

“Ha metastasi a fegato, milza, polmoni.. anche una parte di stomaco è stata colpita..” disse la bionda indicando con l'indice tutto ciò che diceva.

Santana si passò una mano tra i capelli.

“San, non è operabile, questo è uno stadio quattro, ed è anche uno dei peggiori che io abbia mai visto..”

Santana guardò il radiologo.


 

“Jeff, puoi andare a tirare la paziente fuori? Ho bisogno di parlare con la dottoressa Fabray.” disse.

Il ragazzo annuì alzandosi.


 

“San.. .non posso operare.. c'è il 95 percento di possibilità che muoia sul tavolo operatorio.. “


 

“Ci devi provare, questa ragazza è giovane, ha il diritto di provare a combattere.”


 

“San, ciò che ha bisogno questa ragazza è di vivere la sua vita ora perché in meno di tre mesi sarà morta.” le disse Quinn sedendosi sul tavolo guardandola.


 

“Dio santo Quinn. Questa ragazza ha la nostra età..”


 

“San! Ha ancora tre mesi da vivere, perchè le devo portare via questi pochi giorni di vita?”


 

“Perchè potresti darle una vita intera.” rispose secca Santana.

Quinn sbuffò.


 

“Perchè sei così attaccata a questo caso? Chi è la paziente?”

Santana si voltò verso il vetro guardando la stanza dove c'era Elaine, e in quel momento era stata messa a sedere sulla sedia a rotelle.

Quinn si voltò e la guardò rimanendo a bocca spalancata.

Guardò Santana e poi nuovamente Elaine.


 

“Dobbiamo aiutarla, Quinn...”


 

“Avrò bisogno di una mano.” disse Quinn.


 

La latina annuì per poi uscire dalla sala e andarsene guardando il telefono.


 


 


 


 


 


 


 

Brittany guardò lo schermo immobile.

Spostò lo sguardo di lato realizzando cosa fosse successo.

Le aveva riattaccato.

Si passò una mano tra i capelli e mentre stava per chiudere lo schermo questo si illuminò.

Lo guardò vedendo la chiamata da parte della latina.

“San..” disse rispondendo.

La latina sorrise.


 

“Ehi..” disse con poca enfasi. Era davvero provata, anche se vedere la bionda era fantastico.


 

“Scusa se non ti ho chiamata ma ho avuto dei contrattempi..” disse per poi guardare meglio l'immagine.

“Sei in ospedale? Non avevi la giornata libera?”


 

“Ero reperibile e c'è stata un emergenza.” disse la mora mettendosi finalmente a sedere guardando l'immagine della moglie nello schermo del suo iPhone.


 

“Che succede, San?” chiese la bionda.


 

“Niente.” sbuffò distogliendo lo sguardo dallo schermo.


 

“San, ti conosco bene. C'è qualcosa che non va. Qualcosa che ti turba e non ti va di dirmelo. Se è per questa distanza, San, mi dispiace, ma questa è l'opportunità di fare davvero qualcosa di diverso. Qualcosa di utile. E dovresti dirmi s-”


 

“Non centri te!” esclamò troppo arrogante la latina.

La bionda alzò il sopracciglio.

Era scioccata. Santana non si era mai rivolta così a lei, così arrogante e aggressiva. Così arrabbiata.

Aspettò che continuasse a parlare ma la latina teneva la testa girata guardando chissà cosa.


 

“Forse è meglio se ci sentiamo quando ti sei calmata e ti andrà di parlarmi senza urlarmi contro.”


 

“Si forse è meglio..” le fece eco la latina senza guardare lo schermo.

Non poteva farsi vedere.

Dio aveva gli occhi lucidi e, se avesse guardato Brittany sarebbe scoppiata a piangere. Doveva essere forte.


 

“Già... ciao, San...” disse la bionda.


 

“Ciao...” disse la latina chiudendo poi la chiamata.


 

“Ti amo.” disse la bionda allo schermo nero.


 

Santana posò la nuca contro il muro continuando a guardare il punto che aveva fissato tutto il tempo, Elaine sul lettino, addormentata.

Dopo essere uscita dalla sala tac aveva chiamato la Bailey, era andata in sala analisi e poi in camera di Elaine.

Qualcuno bussò alla porta.

“Dottoressa Lopez.” disse un'infermiera.

Santana si voltò a guardarla.

Questa le tese dei fogli.

“Le analisi da lei richieste.”

Santana ringraziò con un sorriso e cominciò a sfogliarle con faccia seria.

Troppo seria forse perché una voce debole la richiamò.


 

“Cos'è quel broncio?” disse Elaine con un piccolo sorriso assonnato.

Santana alzò lo sguardo su di lei e sorrise scuotendo la testa.


 

“Niente, delle analisi..” disse alzandosi posando i fogli sulla sedia dove era seduta.

Si avvicinò a lei e le passò una mano sulla fronte giù sulla testa accarezzandole i capelli.

“Non volevo svegliarti.” disse posandole un bacio sulla fronte.

“Come ti senti?” la brunetta alzò le spalle.


 

“Bene.. assonnata, quella roba che mettiamo per fare le tac ammazza.” disse facendo ridacchiare la latina.

“Cos'era quella faccia imbronciata, San? Non nascondermi niente. Non arrivate a questo punto..”

La latina sospirò.


 

“La tac ha mostrato che le metastasi si stanno moltiplicando velocemente..” Elaine annuì.


 

“Posso vedere le immagini?” chiese.

Santana si allungò a prendere le immagini passandogliele.


 

“Abbiamo rilevato altre metastasi a polmoni e stomaco. Fortunatamente sono zone ancora poco colpite quindi abbiamo prenotato la sala operatoria per domani, io mi occuperò dei polmoni, dovrei riuscire a togliere tutto, e Quinn e la dottoressa Bailey si occuperanno dello stomaco e della milza. Per quanto riguarda il fegato hai bisogno di un trapianto. Ma se lo lasciamo dentro troppo tempo le metastasi dal fegato potrebbero rispandersi a tutti gli altri organi.” spiegò la latina.


 

“In pratica non ho chance.” disse Elaine posando le immagini.


 

“El.. non è questo il modo di vedere le cose. Dovrai avere una donazione di fegato entro due giorni.”


 

“Non troverò mai un donatore in due giorni, San..” esclamò lei.


 

“Lo hai già trovato..” disse lei.

Elaine corrugò la fronte.


 

“Chi è?”


 

“Ha chiesto di rimanere anonimo. Ma ho fatto personalmente i test e sono risultati compatibili. Quindi domani ti opereremo, toglieremo tutte le metastasi e poi faremo il trapianto. Cercheremo di essere il più aggressivi possibile, El.”

La brunetta sorrise mentre gli occhi diventavano lucidi.

“Non piangere okay? Andrà tutto bene.. ci sono io qui. Mi prenderò cura di te,te lo prometto..” le disse.

La brunetta annuì cercando il contatto con la latina che la strinse in un abbraccio.

“Shh.. andrà tutto bene.. va tutto bene..” le sussurrò mentre l'altra singhiozzava.


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Arrivò strisciando i piedi dai bambini che ridevano e giocavano.

Spencer era a sedere con un bambino a giocare con i soldatini.

Alzò lo sguardo su Brittany vedendola arrivare. Si alzò raggiungendola.

“Che succede?” le chiese, la bionda scosse la testa.


 

“Niente..”


 

“Sei sicura?”


 

“Ho detto di si!” esclamò facendo girare un paio di teste.

Prese un grosso respiro.

“Scusami, non ho voglia di parlarne...” disse allontanandosi da lei mettendosi a giocare con una bambina. Aveva circa due anni, e appena la vide i pensieri e tutti i suoi problemi scomparirono.


 


 


 


 


 


 


 

“Sei sicura? Non vuoi dirlo a nessuno?” chiese Miranda mentre camminava al fianco di Santana dentro l'ospedale dirette alla stanza di Elaine.

La latina annuì.


 

“Si, promettimi che non lo dirai nemmeno a Quinn. Mi stopperebbe dal farlo.”


 

“Non credo lo farebbe.. ma avrai bisogno di qualcuno che ti aiuti a casa dopo l'operazione..”


 

“Non ti preoccupare.


 

“No, mi preoccupo. Quello che stai per fare non è una cosa da nulla.”


 

“Pensi non lo sappia? Ho studiato anche io medicina, e ci ho pensato molto.” la nera annuì e sospirò.


 

“Okay.. entriamo..” disse entrando nella stanza di Elaine.

“Salve, sono la dottoressa Bailey, e insieme alla dottoressa Lopez e la dottoressa Fabray la opereremo domani.”


 

“Mi dia del tu, con quello che dovremmo affrontare, e poi siamo colleghe..”


 

“Okay, Elaine.. voglio essere il più sincera possibile. In genere un tumore così non viene operato. Hai il 95 percento di insuccesso.” disse la brunetta annuì.


 

“Si.. si lo so.. ma non voglio vivere gli ultimi giorni come un cadavere con queste cose che mi crescono dentro. Voglio lottare.” disse e guardò Santana e le sorrise.


 

“Okay..” miranda sospirò e guardò Santana e poi le immagini nuovamente.

“Le dottoresse Lopez e Fabray non hanno visto un'altra zona colpita dalle metastasi.” disse.

Santana di scattò si voltò a guardarla.

“Sembra, dalle immagini che ho avuto, che.. anche l'utero abbia delle metastasi.” disse.

Elaine si portò le mani al volto e Santana subito si avvinò accarezzandole la testa e prendendole la mano.

“Ma, come ho detto, sarò il più aggressiva possibile. Ma capisco se vuoi rinunciare all'operazione.”

Miranda guardò le due in silenzio mentre Elaine piangeva e Santana con la fronte posata sulla sua tempia le stringeva la mano e le accarezzava i capelli sussurrandole che sarebbe andato tutto bene.


 

Le spostò una ciocca di capelli sollevandosi dalla sua testa e la guardò negli occhi.

“Elaine, ehi, guardami..” le disse.

La bruna alzò gli occhi lacrimosi su di lei.

“Riusciremo a farcela..” le disse annuendo.

“Io e te. Io sarò qui accanto a te sempre. Te lo prometto.” Elaine annuì e guardò la Bailey.


 

“No, no la farò..” disse. “Ma voglio firmare un DNR.”


 


 


 


 


 


 

“Com'è possibile che sia ad uno stadio così elevato e non si sia accorta di niente?” chiese Noah addentando il suo panino.

Quinn alzò le spalle giocherellando con la sua insalata.


 

“E' chiaro che si sia accorta che qualcosa non andava, comunque è davvero messa male. Non posso avere un ennesimo caso perso sul mio nome. Ne ho già troppi.”


 

“Allora puoi stare a casa, non voglio nessuno di negativo nella mia sala operatoria.” disse Santana sedendosi con Miranda al tavolo.

La nera si sedette guardando la bionda che a sua volta guardava confusa Santana.


 

“San, non era questo che intendevo.”


 

“No.. stavi intendendo che Elaine non ce la farà. Io sto lottando per la sua vita..”


 

“Sono realista, la percentuale parla chiaro!”


 

“Izzie Stevens..” disse la Bailey quando i toni si facevano troppo alti. “Aveva anche lei il 5 percento. Tumore al cervello, pelle e organi.” disse per poi aprire la sua bottiglietta d'acqua.

“Le percentuali non sono corrette.”


 

“Lo sono la maggior parte delle volte..” la latina scosse la testa e semplicemente se ne andò.


 

Puck sbuffò.

“Non potevi stare zitta?” chiese.


 


 


 


 


 


 


 


 

Santana era stata sempre con Elaine, aveva dormito sulla poltrona nella camera della brunetta e aveva scansato tutti.

Quando la mattina era arrivata si svegliò sentendosi battere sulla spalla.


 

“Santana..” disse Miranda.

“Vai a farti una doccia. Ci vediamo in sala tra poco.” le disse.

Santana annuì vedendo Elaine ancora dormire e si alzò.

Si fece una doccia.

La peggiore della sua vita.

Stava male, era agitata.

Aveva bisogno di Brittany, aveva bisogno di stringerla e piangere, ed era arrabbiata con lei perché non era li, non era a sostenerla.

Si vestì velocemente e si fece una coda, e in poco tempo fu pronta in sala.

Elaine veniva stesa sul letto operatorio. Si lavò le mani ed entrò dopo essersi sistemata la mascherina.

Si mise in camice e in guanti e si avvicinò a Elaine sorridendole.


 

“Se vedi la luce bianca..”


 

“Prometto di starle lontano.. ma tu prometti che non me la farai vedere..” Santana sospirò.


 

“A dopo..” la brunetta sorrise mentre gli infermieri le iniettarono il sonnifero.

La latina sospirò e aspettò che gli infermieri sistemassero le parti da operare, e poi iniziò.

“Bisturi..” disse.

Da li iniziò una delle operazioni più dure della sua vita, seconda solo all'operazione sulla madre di Brittany.

Non seppe quante ore dopo Miranda e Quinn entrarono in sala per la loro parte di operazione.

Le guardò un secondo tornando poi al suo lavoro.

Vide le due iniziare a tagliare e divaricare.

Diede una sbirciata, e vide tantissime metastasi. Chiuse gli occhi un secondo e tornò al suo lavoro.

Aveva quasi finito, e si sentiva sfinita. Aveva fame e sete, ma non poteva fare niente. Erano quasi dodici ore che non mangiava e beveva.

Guardò la Bailey che la guardò a sua volta e poi tornò con lo sguardo su polmoni dell'amica.

Un ora dopo annunciò che aveva finito e si avvicinò all'uscita.


 

“Non rimani?” chiese Quinn.


 

La latina sospirò.

“Non posso.. ci vediamo dopo..” sussurrò uscendo.

La Bailey espirò lentamente sperando che sarebbe andato tutto bene.


 

Passarono due ore.

Elaine era andata in fibrillazione e si erano dovute fermare per rianimarla.

“Io qui sarei pronta per il fegato..” disse Quinn mentre la Bailey stava operando sulle ovaie.

“Sarebbe già dovuto arrivare, no? Mi hai detto che veniva fatto in questo ospedale..” Miranda annuì.


 

“Già..” disse preoccupata.

Poi la porta si spalancò. Un infermiera, con una vaschetta sterilizzata portava il fegato circondato di ghiaccio.

Fece un grosso sospirò di sollievo e Quinn la guardò stranita ringraziando poi l'infermiera.


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Aprì lentamente gli occhi sentendo un dolore lancinante alla pancia.

Strinse i denti per poi tossire chiudendo gli occhi.

Aprì nuovamente gli occhi e cerò di trarsi un po' più su con la schiena per poi sospirare rimanendo ferma per il dolore.

“Grazie..” sussurrò poi voltandosi lentamente a guardare la persona sulla poltrona.

Questa abbozzò un sorriso alzandosi per tenderle un bicchiere d'acqua e Santana bevve.

Era disidratata.

Noah le accarezzò i capelli.

“Cos'è quella faccia?” chiese poi guardandolo.

Era silenzioso una faccia corrugata.

“Cosa è successo.. Noah..” lo richiamò.

Lui sospirò e guardò dietro di lei.

Santana si voltò dove vide Quinn e Miranda.

“E'.. è morta?” chiese stringendo la mandibola.


 

“No..” disse la nera.

“Ma.. è collassata sul tavolo e.. il cervello non ha ricevuto ossigeno per quattro minuti e sette secondi.”


 

“Non sappiamo quando si risveglierà..” disse Quinn.

Santana abbassò lo sguardo sentendo le lacrime arrivare.

Si portò una mano tremante al volto.

“Potete lasciarci da sole?” chiese la bionda.

Noah si staccò dalla latina e con la Bailey uscirono.

“San..” sussurrò accarezzandole la testa ma la latina era ormai distrutta.


 

“Ho.. ho bisogno di vederla..” disse.

Quinn sospirò.


“Lo so, ma non puoi, devi stare a letto..”


 

“No.. ho bisogno di vederla..” disse cercando di alzarsi tra le lacrime.

Quinn cercò ancora di fermarla fino a che non vide che Santana si stava quasi buttando di sotto dal letto.


 

“Noah, porta una sedia a rotelle.” urlò allora Quinn.

Sia Noah che Miranda si affacciarono nella stanza e videro Quinn che cercava di aiutare Santana ad alzarsi.

Subito Puck scomparve tornando con una sedia a rotelle.

L'aiutarono a sedersi e il ragazzo cominciò a spingerla verso la stanza di Elaine.

Santana rimase in silenzio tutto il tempo. Immobile. Aspettando di arrivare alla stanza di Elaine, e quando finalmente arrivò.

Noah la spinse fino all'interno.

La latina guardò la ragazza stesa sul letto.


 

“Potete lasciarmi sola?” chiese.

Gli altri uscirono e cercò di avvicinarsi a Elaine.

Allungò la mano sul letto prendendo quella della brunetta.

Alzò lo sguardo guardando i parametri nello schermo e riportò lo sguardo su Elaine.

“El..” sussurrò.

“Ho bisogno di te. Ho bisogno di parlarti..” disse ancora sottovoce.

“Ho bisogno di un tuo consiglio, perché so che tu mi daresti una risposta ponderata. Con pro e contro. Mi manca Brittany. Mi manca mia moglie, da morire. E ho bisogno di parlare con qualcuno. E siamo state già troppo tempo senza parlarci. Non puoi andartene ora. Devi combattere.” disse per poi sentire le lacrime contornarle gli occhi.

Si avvicinò ancora di più fino a posare la testa sul materasso.

“Devi risvegliarti, perché.. Dio.. non te lo perdonerei mai..” disse mentre le lacrime aumentavano.

“Ti ho dato il mio fegato, ti ho fatta operare dai migliori chirurghi e in tempi da record. E' il minimo che tu ti risvegli..” disse quasi con rabbia.

“Ti prego.. ti ho dato il mio fegato..” disse in singhiozzi.


 

“Brutto affare, eh?” chiese una voce stanca, rauca e sforzata.

Santana scattò e aprì gli occhi guardando Elaine.


 

“Oh mio dio!” esclamò.

“Ti sei svegliata!” disse ancora per poi alzarsi e abbracciarla nonostante il dolore fosse lancinante.


 

“San!” esclamò lei con poca voce.

“Hai appena subito un operazione.....” Santana sorrise.


 

“Non mi interessa..” continuò a stringerla sentendo però il peso della donna farsi sempre più sentito.

“El..” disse.

“EL!” esclamò a voce alta.

“ELAINE!” esclamò ancora scuotendola per poi dare un occhiata ai parametri vedendoli in netta discesa.

Si allungò facendo una smorfia di dolore e premette il pulsante blu.


 

Le tolse subito i cuscini da sotto la testa cominciando a fare un massaggio cardiaco.

Quinn, Miranda e Noah entrarono di corsa seguiti da un gruppo di infermieri per il codice blu.

“San..” disse Quinn vedendo la sua amica nel dolore più totale, sia fisico che mentale.


 

“Che fate impalati, è un codice blu, cazzo.” disse la latina.


 

“E' un DNR. Diritto a non rianimare, dottoressa.” disse una infermiera.

Santana si voltò a guardarla.


 

“Pensi che non lo sappia? Non me ne frega un cazzo di un foglio di merda, il suo diritto è di vivere. E' una ragazza giovane, e priva di tumori adesso. Muovete i vostri culi!”


 

“Ci sono delle regole, San.” le disse Noah.


 

“Le so le stupide regole, e non me ne frega un cazzo!” strinse i denti continuando a massaggiare sentendo il dolore impossessarsi ormai di lei.

Miranda rimase in silenzio guardando la scena. Le sembrava un dejavù.

Prese un grosso respiro.


 

“Se la primaria lo scopre siamo tutti licenziati.” disse un'altro infermiere.


 

“Allora se avete paura di questo e non volete rischiare per salvare una vostra collega, uscite da questa stanza immediatamente..” disse la nera impossessandosi del macchinario per le piastre e avvicinandosi al letto.

“Santana, siediti, o ti si riapriranno i punti..” disse.

Puck fu velocemente accanto alla Bailey seguito da Quinn e cominciarono a rianimarla.


 

“Libera!” esclamò Quinn.

Santana si mise a sedere su una poltrona guardando quelle scene a rallentatore.

Sentendo le voci ovatte.

“Libera..”


 

“Toglietele le mani di dosso!” urlò autoritaria una voce.

Santana si risvegliò dal suo momento di isolamento e guardò verso la porta dove vide Kitty.

“E' contro la legge quello che state facendo, e contro le volontà del paziente. Uscite subito da questa stanza.”

Quinn si bloccò un attimo e guardò Santana.

Ma la latina si era alzata.


 

“Non puoi dirmi che morire è la sua volontà.” disse Santana.

“E non mi importa di stupide regole, questa è una mia cara amica, e non la lascerò morire perché te hai subito chissà cosa da qualche paziente e hai paura di legarti con loro. Hai paura di spingerti al massimo, e hai paura di spingere al massimo i tuoi chirurghi. Non è così che funziona. Non devi avere paura. Abbiamo bisogno della vicinanza del paziente, abbiamo bisogno di sentirci in qualche modo legati, e si, a volte fa male quando si perde un paziente al quale ci si era affezionati, ma sai cosa fa più male? Perderlo perché non lo avevamo considerato, perché eravamo troppo impegnati a non entrare in contatto emozionale. Perché tu hai subito un qualche trauma del quale al momento non mi importa, voglio solo salvare la mia amica. Fai quello che devi fare. Non ti preoccupare, la responsabilità è mia. La prendo io. Ma adesso esci da questa stanza e fammi salvare una vita, perché è questo il mio lavoro.” la guardò negli occhi.

Kitty rimase in silenzio per poi uscire.

Santana voltò lo sguardo su Elaine e vide i suoi amici ancora in azione per rianimarla.

Stavano facendo di tutto, ma quel tutto sembrava inutile.


 


 


 

Bussò alla porta e sentendo un “avanti” la aprì.

Erano passati quattro giorni.

La cicatrice sulla pancia faceva ancora male, ma poteva tornare a casa, e Kitty l'aveva convocata nel suo ufficio.

“Siediti Santana, per favore.” la latina annuì e si sedette sulla sedia difronte alla scrivania.


 

“Capo..” iniziò Santana e Kitty rise.


 

“Sentirmi chiamare capo da parte tua mi fa ridere.” disse con una risata amara.


 

“Perchè?” chiese Santana.


 

“Perchè tutti considerano te il capo. Sei tu il loro primario. E.. se io do un ordine, ma tu hai detto qualcosa di completamente diverso.. nessuno segue ciò che ho detto io.”

Santana abbassò la testa.


 

“Mi dispiace..”


 

“Come quattro giorni fa.. un DNR. Un documento firmato di pugno dal paziente. Un documento importante. Ma tu hai dato l'ordine di infrangerlo.”

La latina prese un grosso respiro.

“Sai.. non sono sempre stata così.. una menefreghista che non tiene ai pazienti. Anzi.”


 

“Non.. io..”


 

“Si chiamava Harry, era un mio paziente. Mi ci ero affezionata davvero tanto. E.. per questo mio avvicinamento ho sbagliato la diagnosi e lui è morto. Sono stata licenziata e presi un lungo periodo di pausa. E quando sono tornata, questo è stato il risultato.” disse per poi tirare su col naso e sistemarsi meglio sulla sedia.

Santana si schiarì la voce.


 

“Mi dispiace per le cose che ho detto la dentro. Io... non...non volevo ferirti.. ero.. volevo salvarla.”

La bionda si alzò e si passò una mano tra i capelli.


 

“Lo so.. ma.. non posso farci niente. Ci sono delle regole.”


 

“Si,si ne sono a conoscenza. Mi prendo le mie responsabilità.”


 

“Mi dispiace..” disse.

Santana sorrise e allungò la mano per stringere quella dell'altra.


 

“Non ti preoccupare. Potrebbe essere la svolta della mia vita.”

Kitty annuì e abbozzò un sorriso ricambiando la stretta di meno per poi guardare Santana uscire.


 


 


 


 


 

Aprì l'armadietto e cominciò a mettere le cose nella scatola.

Ripiegò il camicie accarezzandolo e posandolo poi nella scatola.

“Quindi.. finisce tutto qui?” chiese una persona dietro di lei.

Santana prese un grosso respiro.


 

“Penso di si. Andrò dove hanno bisogno di me..”


 

“E non pensi a noi?” chiese un'altra persona.

Sospirò pesantemente chiudendo l'armadietto e si voltò a guardare le tre ragazze, una a sedere sulla sedia a rotelle e le altre in piedi.


 

“Dio, Quinn, ci sentiremo sempre. E...”


 

“Stavo scherzando..” sorrise la bionda avvicinandosi a lei facendo sorridere anche Rachel.


Santana sorrise e guardò Elaine.

“Tu... rimettiti e torna a operare.”


 

“Sarà fatto, capo.” Santana rise per poi avvicinarsi ad abbracciarle tutte e tre.


 

“Mi mancherete..” disse staccandosi dall'abbraccio.

Avevano fatto una piccola festa per Santana la sera prima, dove c'erano Kurt, Blaine, Finn, Rachel, Sam, Noah, Quinn ed Elaine, dato che l'avevano organizzata nella stanza di El.


 

“Salutala..” disse poi Rachel.


 

“Sarà fatto.” disse per poi prendere la scatola e andarsene definitivamente.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Dire che fosse distrutta era poco. Era giorni che non sentiva sua moglie, e le mancava da pazzi.

La lezione era appena finita e sospirò.

“Ehi bionda..” la chiamò Spancer facendola sorridere.


 

“Ehi brunetta..” rispose.


 

“Come stai?”


 

“Stanca.. e distrutta..” disse passandosi una mano dolorante sul collo.

Spencer sorrise e le si avvicinò portando le mani sul collo e cominciando a massaggiare.


 

“Ci penso io..” disse facendo sorridere la bionda e farle fare suoni di apprezzamento.

“Sai.. siamo qui ormai da un po'. Ti conosco molto bene, so ormai gli orari del tuo intestino, so che se socchiudi gli occhi e corrughi la fronti in un certo modo stai pensando a una cosa che non capisci o non ricordi. Mentre in un altro stai pensando e ricordando, probabilmente tua moglie. Ma ancora non so come balli..”


 

“Naah, io non ballo.. era tutto una finta.” Spencer rise.


 

“Ne avevo avuto il sospetto.” Guardò Spencer ridendo.


 

“Okay, ho qualcosa diciamo di pronto, da ballare.” disse avvicinandosi allo stereo.

“Dovrebbe esserci la base..” disse mentre Spancer si andava a sedere sulla panchina laterale di quell'aula di danza arrangiata.

“Eccola..” disse per poi sorridere e portarsi al centro della stanza.


 

“I wanna dance!” disse ridendo guardando Spancer.
“Clocks strikes upon the hour
And the sun begins to fade.
Still enough time to figure out
How to chase my blues away
I've done alright up till now
Its the light of day that shows me how
And when the night falls my lonely heart calls
Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me
Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me
I've been in love and lost my senses
Spinning through the town
Sooner or later the fever ends
And I wind up feeling down
I need a woman who'll take a chance
On a love that burns hot enough to last
So when the night falls
My lonely heart calls
Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me
Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me.”


 


 


 


 


 


 

Sentiva forte la musica provenire da una stanza della struttura nella quale era stata accompagnata. Vide Brittany e sorrise.

“Somebody who somebody who” cantò insieme a lei. Brittany si bloccò a guardarla voltandosi fermandosi dal ballare.

“Somebody who loves me” continuò Santana.

Brittany rimase a bocca aperta, non aveva mai sentito Santana cantare, e aveva una voce fantastica.


 

“Somebody who somebody who” si riunì ancora per poi azzittirsi per ascoltare ancora Santana.


 

“To hold me in her arms oh” disse posando le valigie accanto a se vicino alla porta camminando verso la stanza.


 

“I need a woman who'll take a chance” Cantò allora Brittany con un sorriso enorme al quale Santana fece da specchio.

“So when the night falls
My lonely heart calls.
Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me
Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me” cantarono insieme mentre Brittany la prendeva tra le braccia improvvisando un tango.

Santana sentiva dolore ma fingeva che tutto andasse bene ballando con la persona della sua vita. Con la sua persona.


 

“Ohhhh, ohhhh
Come on baby, hahahaha” disse Santana ridendo alla mossa che aveva fatto la bionda.

“Ooh!
Yeah!” aggiunse la ballerina.


 

“Now get with this, hahaha Woaah” disse Santana lasciandosi andare in un dolce acuto che lasciò quasi Brittany immobile a guardarla.

A guardare quello strano movimento della mano vicino al fianco, che fece Santana.


 


 

“Don't you wanna dance” sorrisero entrambe.


 

“With me baby?” aggiunse Santana.


 

“Don't you wanna dance”


 

“With me girl?” disse ancora Santana prendendole la mano.


 

“Don't you wanna dance”


 

“With me baby?” disse facendole fare una giravolta.


 

“With somebody who loves me.
Don't you wanna dance say you wanna dance
Don't you wanna dance?
Don't you wanna dance say you wanna dance
Don't you wanna dance?
Don't you wanna dance”


 

“Say you wanna dance?
Uh huh”


 

“With somebody who loves me.” dissero entrambe guardandosi negli occhi.

Il fiatone per aver ballato, o forse per l'emozione di rivedersi.

 

Brittany fu la prima a riprendersi.

“San! Che ci fai qu-” ma le sue parole furono bloccate dalle labbra della latina sulle sue.

 

“Shh” disse staccandosi.

“Zitta e baciami!” disse ancora e Brittany non se lo fece ripetere due volte.










Franci's Corner:

Beh, spero sia stato di vostro gradimento. Chiedo ancora scusa per il ritardo e spero di aggiornare velocemente!

Baci Fra.

  
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