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Autore: Lulyblu_    13/10/2013    1 recensioni
Isabelle chiuse gli occhi e per un attimo soltanto s’immaginò stretta fra quelle braccia, assaggiata da quelle labbra, circondata dal suo calore. Quando li riaprì notò che il suo sguardo stava ancora vagando per la mensa, finché non si posò su di lei. Lucas spalancò impercettibilmente la bocca e Isabelle si sentì arrossire quando lo vide ruotare leggermente la testa di lato, con espressione curiosa. Non seppe quanti secondi o addirittura minuti passarono a guardarsi ma fatto sta che nessuno dei due fu disposto a girarsi dall’altra parte e ad interrompere quel filo conduttore. E, Dio, avrebbero potuto continuare per chissà quanto se la campanella non fosse suonata. Isabelle imprecò mentalmente e, risvegliatasi dal suo stato di trans, fu immediatamente trascinata via da Emma ma, con i libri stretti al petto e il corpo a fuoco, non poté evitare di lanciare un’ultima occhiata a Lucas. Gli sorrise timidamente, senza sapere neanche il perché, e le girò quasi la testa quando constatò che lui la stava seguendo con lo sguardo.
Isabelle e Lucas sono diversi e incompleti. Hanno aspettato tanto e una volta insieme potranno ricongiungere le loro metà mancanti.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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1 Settembre 2013, Newport, Rhode Island.

Confusione.

Questo era ciò che provava Isabelle Logan quella normalissima mattina di inizio settembre, una mattina che fino ad un mese fa avrebbe considerato uguale a tutte le altre, niente di più, niente di meno.  Ma in quel momento  di normale non c’era un bel niente, non c’era niente che lei considerasse familiare o anche solo lontanamente riconoscibile, tutto era estraneo e la sensazione di disagio che l’aveva colpita non appena scesa dall’aereo non sembrava scemarsi. L’auto stava attraversando un vialetto alberato ai cui lati si estendevano file di piccole villette di colori diversi: ognuna era differente dall’altra ma vi era comunque una sorta di noiosa somiglianza fra esse. Monotonia, pensò Isabelle e probabilmente quell’idea non l’avrebbe abbandonata nel corso del tempo. Le mancavano già i grattacieli di Cleveland, così alti da sembrare addirittura soffocanti ma anche terribilmente accoglienti e protettivi. Uno scudo. Aveva viaggiato tanto in giro per il mondo e mai era rimasta ferma in un luogo per più di tre anni ma Cleveland era diventata la sua casa, la sua certezza, il suo rifugio e credeva che lì vi avrebbe trovato finalmente un po’ di pace… questo fino a trenta giorni fa.

Sua madre, Rebecca Logan, era una donna sempre affaccendata, succube del lavoro e innamorata di sua figlia. Era incredibilmente bella con il suo caschetto bruno e gli occhi ambra, le mani piccole e in ordine: mani che in quel momento stringevano il volante mentre guidava alla volta del Newport High School.

“Vedrai, ti piacerà stare qui. Potrai finalmente ambientarti come si deve e farti degli amici.”

La verità era che Isabelle amici non ne voleva, non ne voleva perché di carattere era sempre stata troppo debole per dire addio a qualcuno ed i suoi continui trasferimenti di certo non le sarebbero stati d’aiuto. “Lo hai detto anche degli ultimi tre posti in cui siamo state.”

“Ne abbiamo già parlato. Il mio lavoro qui è definitivo e- non guardarmi così- continuerà ad esserlo. E inoltre te l’ho promesso: niente più trasferimenti.” Dichiarò accostando davanti ad un alto edificio di mattoni rossi, circondato da un prato verde molto curato e abbellito da un enorme orologio che segnava le 9.

Merda

“Mamma sono in ritardo, devo scappare” le lasciò un bacio sulla guancia e si sporse oltre la portiera aperta.

“Aspetta! A che ora devo venirti a prendere?”

“Camminerò un po’. La strada la ricordo.”

E Rebecca non ebbe modo di ribattere, Isabelle era già corsa via.
 
**
 
L’aula numero 13, ovvero l’aula di matematica, era l’inferno sulla terra. Decine di banchi erano stati accostati al muro, così come la lavagna, e gli studenti erano sparsi e divisi in gruppi. Tuttavia il casino allucinante scomparve quando Isabelle fece il suo ingresso e trenta paia di occhi si immobilizzarono su di lei. Deglutì e porse il foglietto del ritardo al professore mollemente abbandonato sulla sedia, i piedi sulla cattedra. Anche egli la notò ma non si scomodò più di tanto nel presentarla.

“Benvenuta signorina Logan. Spero che possa trovarsi bene con noi.” E la congedò con un gesto della mano. In contemporanea il trambusto riprese e tutti parvero dimenticarsi di lei. O quasi tutti…

“Ciao!” Belle sobbalzò leggermente alla voce squillante che la richiamò “mi chiamo Emma, Emma Right. Tu sei?”

Emma era una ragazza bassina e filiforme, dai capelli color carota e le lentiggini spruzzate sotto gli occhi verdi. Era davvero carina e le stava porgendo una mano.

Belle la strinse. “Isabelle Logan.”

“Sei nuova?”

Annuì. “M sono appena trasferita da Cleveland.”

“Cleveland? Figo! Ci sono stata l’anno scorso. E come mai adesso ti ritrovi a vivere in questa palla di Newport?”

“Per il lavoro di mia madre.”

“Uh, certo è un bel cambiamento. Insomma i grattacieli di Cleveland non sono facili da dimenticare.”

Belle sorrise e anche Emma lo fece, di riflesso.

Quelle due andavano già d’accordo.  
**
 
Alla pausa pranzo Isabelle entrò in mensa accompagnata da Emma, che non l’aveva lasciata un attimo sola in tutte le ore precedenti. E in quel momento, accomodate in un tavolino laterale, la rossa descriveva minuziosamente le persone da cui Belle avrebbe dovuto stare lontana.

“Quella è Jacquiline” disse, indicando una stangona dalle gambe lunghe, i capelli biondi e il sorriso malizioso che sedeva sopra un ragazzo con un cappellino da baseball. “E’ una troia, stalle lontana e vivrai in pace. Mentre quello è Tom” indicò il ragazzo col cappello “è il capitano della squadra di basket. Tutto muscoli, niente cervello e pisello sempre sull’attenti. In poche parole? Uno schifo.”

Belle rise per l’audacia e la lingua biforcuta della sua nuova ed unica amica.

“Quello è il gruppo dei secchioni, quelli lì fanno parte della redazione del giornale scolastico, mentre quelli dell’annuario.” Indicò tre diverse postazioni. “Lì c’è il club degli scacchi e da quella parte…” ma le parole persero consistenza alle orecchie della mora quando dall’altro capo della sala fece il suo ingresso un ragazzo- e che ragazzo!- che attirò subito la sua attenzione: alto, almeno sul metro e ottantacinque, capelli bruni e dal fisico tonico e muscoloso o, almeno, questo fu ciò che lei carpì guardando la sua maglia attillata. Non riuscì a capire di che colore fossero gli occhi, poiché troppo lontana, ma dedusse che fossero chiari; l’abbronzatura risaltava sotto i vestiti blu e la sua bocca stava rosicchiando distrattamente una delle stanghette degli occhiali da sole. Camminava lentamente, affiancato da un altro ragazzo della sua stessa stazza che, probabilmente, gli stava raccontando qualcosa e, dai movimenti che faceva con la testa, Isa capì che non era poi così interessato alla conversazione.

“Quello è Lucas Williams e mi sa che attirato la tua attenzione” la canzonò, dandole una spallata leggera per ridestarla.

Funzionò. “Di chi parli?”

“Oh, ti ho beccata cara! Te lo sei mangiato con gli occhi, forse hai pure sbavato.”

“Io non…”

“Ma tranquilla, è una reazione abituale. A tutte le ragazze viene quasi un infarto quando lo guardano.”

Lucas si sedette a pochi metri di distanza da lei e girò la testa per dare un’occhiata alla sala. Sembrava non importargli minimamente della presenza delle tre ragazze che tentavano, invano, di attaccare bottone con lui.

“E’ il ragazzo più popolare della scuola ma è un tipo strano.”

“Perché dici così?”

“Perché contrariamente a quelli della sua “specie”, lui ha un cervello. Vedi, lui non se la tira e non cammina per i corridoi ammiccando e guardando i culi delle ragazze. Lui sta sempre in silenzio e si guarda intorno, scannerizza ogni cosa. Molte persone dicono che è così che capisce com’è fatta la gente, lui studia e guarda da lontano. E’ molto chiuso e solo la cerchia ristretta dei suoi amici può vantarsi di conoscerlo bene.”

Isabelle chiuse gli occhi e per un attimo soltanto s’immaginò stretta fra quelle braccia, assaggiata da quelle labbra, circondata dal suo calore. Quando lì riaprì notò che il suo sguardo stava ancora vagando per la mensa, finché non si posò su di lei. Lucas spalancò impercettibilmente la bocca e Isabelle si sentì arrossire quando lo vide ruotare leggermente la testa di lato, con espressione curiosa. Voleva disperatamente distogliere lo sguardo dal suo ma si sentiva attratta da lui e avvertiva un legame impossibile da scindere. Non seppe quanti secondi o addirittura minuti passarono a guardarsi ma fatto sta che nessuno dei due fu disposto a girarsi dall’altra parte e ad interrompere quel filo conduttore.  E, Dio, avrebbero potuto continuare per chissà quanto se la campanella non fosse suonata. Isabelle imprecò mentalmente e, risvegliatasi dal suo stato di trans, fu immediatamente trascinata via da Emma ma, con i libri stretti al petto e il corpo a fuoco, non poté evitare di lanciare un’ultima occhiata a Lucas. Gli sorrise timidamente, senza sapere neanche il perché, e le girò quasi la testa quando constatò che lui la stava seguendo con lo sguardo.  
**
Lucas aveva le mani sudate mentre aspettava quell’idiota del suo amico Josh che si stava intrattenendo a parlare con una ragazzina, probabilmente del primo anno.

Pedofilo

Aveva un gran mal di testa ed una fame da lupi e si maledisse per non aver messo sotto i denti qualcosa all’ora di pranzo. Ma aveva avuto delle buone ragioni per distrarsi, anzi…più che buone. Immaginava ancora quegli occhi azzurri puntati su di lui e aveva una voglia implacabile di rivedere quel sorriso che gli aveva tolto il fiato per cinque secondi. Non la conosceva, ad essere sinceri non l’aveva mai vista e non riusciva a capacitarsi di come una sconosciuta avesse potuto colpirlo cosi tanto. Aveva trascorso le tre ore successive a pensare a lei e, man mano che i minuti passavano, dentro di lui cresceva la voglia di andarla a cercare. Stupido, si disse. Le era sembrata così delicata e sottile, un ramoscello facilmente spezzabile e aveva sentito l’irrefrenabile impulso di stringerla e di proteggerla da tutti i pericoli esterni.
Josh sembrò avere clemenza di lui e chiuse la conversazione con la sua nuova preda, sorridendo compiaciuto e infilando il biglietto col numero di telefono dentro la tasca della giacca. Almeno adesso poteva tornare a casa.

“Scusa amico” chiuse lo sportello “avevo da fare.”

Per tutta risposta Lucas mise la cintura di sicurezza e lanciò un’ultima occhiata all’ingresso scolastico, con la speranza di vederla. Niente. Sospirò e diede gas… magari domani sarebbe stato più fortunato. Josh non si accanì davanti al mutismo del suo migliore amico, poiché abituato a quel genere di silenzio da parte sua, ma capì che in lui c’era qualcosa che non andava dalle sopracciglia aggrottate.

“Che succede?”

Lucas esitò un attimo prima di rispondere. “Oggi ho visto una ragazza a scuola, stava insieme alla sorella di Right.”
“E perché sei così pensieroso?” domandò Josh, con tono malizioso.

“Non lo so. Mi ha colpito, tutto qui.”

Josh si grattò il mento fingendo un’aria pensosa. “Mmm, si chiama Isabelle Logan. E’ appena arrivata da Cleveland.”

Isabelle. Lucas pensò che non potesse esistere nome più appropriato per quella ragazza. “E tu come fai a sapere tutte queste cose?”

“Ho i miei informatori, lo sai.”

Pettegolo

Isabelle. Bene, sapeva il suo nome e questo era già un passo in avanti. Voleva conoscerla… a tutti i costi. Senza rendersene conto un sorrisino si formò sulle sue labbra e questa cosa non sfuggì all’occhio attento di Josh.
 


**
Ciao a tutti, sono tornata ma questa volta con una storia romantica. Mi dispiace non aver aggiornato più la fan fiction ma il tempo e l'aspirazione si sono eclissati. Tuttavia spero di riuscire a pubblicare presto. 
Questa è la mia nuova storia ed è un esperimento. Oggi pomeriggio ho immaginato queste scene e adesso... eccole qui!
Spero che questo breve capitolo vi abbia fatto incuriosire almeno un po', so che la trama magari è uguale a tutte le altre dove c'è la nuova arrivata e il figo della scuola che se la tira ma Lucas sembra diverso, no? Non so, datele una possibilità e fatemi sapere che ne pensate. Credo che aggiornerò ogni domenica perchè durante la settimana il tempo mi manca. 
Ci vediamo al prossimo aggiornamento e per qualsiasi cosa o chiarimento io sono qui!

Kisses 

 
  
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