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Autore: Miyo_Chan    13/10/2013    0 recensioni
- Miki, vieni qui! E' arrivata una lettera per te. -
- Arrivo! -
- E' arrivata una lettera da parte di Kaien, è indirizzata a te. -
- L'aprirò dopo, ora devo andare da Sayori. Torno presto. - corse via, come faceva sempre. Miki aveva una resistenza fisica superiore alla norma: non stava mai ferma, neanche durante la notte.
Sopratutto la notte.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabusa Aido, Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Yuki Cross
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1





 


 

 

<< Miki. Miki... >> mi voltai di scatto. Qualcuno con una voce acuta quanto insopportabile continuava a chiamarmi. La voce mi sembrava familiare ma non riuscivo ad associarla ad alcun volto. << Sono qui! Voltati. >> continuò la voce. Feci come mi diceva, più per farla smettere di urlare che altro. Ero nel viale d'ingresso della Cross Academy insieme ad una cinquantina di ragazzi più o meno della mia stessa età, aspettavamo tutti che ci chiamassero a gruppi di quindici per fare l'esame d'ammissione. Vidi una ragazza di bassa statura, occhi e capelli castani: Yuuki Cross, la figlia del preside, si sbracciava per attirare la mia attenzione. Strinsi il cartellino col mio nome e un numero a tre cifre stampato sopra e mi incamminai verso di lei. Superai il prato e almeno una ventina di ragazzi e ragazze, che mi lanciarono occhiatacce. Feci appena in tempo a salire quei pochi gradini che mi avrebbero portata dentro l'edificio che venni travolta da una valanga in forma umana. Non potei fare a meno di sorridere. Yuuki si aggrappò al mio collo, ricambiai la stretta: dopotutto mi era mancata. Dopo un anno dal nostro ultimo incontro potevo notare molte differenze nella mia cara amica d'infanzia. << Cosa ci facevi lì in mezzo? Non devi fare nessun test d'ingresso tu, dallo pure a me. >> le consegnai il cartellino che tenevo ancora in mano ringraziandola. << Come sta il preside Cross? >> domandai educatamente. Anche se avrei scommesso che stesse molto meglio di me. << Sta bene, grazie. Vieni ti porto in camera tua così puoi sistemarti e indossare la tua divisa! >> disse prendendomi per mano e trascinandomi verso un lungo corridoio. << Odio le divise... >> mi lagnai. Yuuki mi sorrise complice. Neanche lei le amava: pensavamo entrambe che ognuno avesse una proprio personalità e che non fosse giusto costringerci a sembrare tutti uguali.

<< Allora... >> aspettai che aprisse la porta della mia camera. Mi consegno le chiavi che, puntualmente, gettai sulla scrivania spoglia. Di fronte la scrivania c'era il letto singolo dove mi sedetti a gambe incrociate. Yuuki era rimasta sulla porta, le feci cenno di sedersi vicino a me. << Allora – ripetei – cosa mi sono persa? Racconta, voglio sapere tutto! >> Yuuki sembrava imbarazzata: aveva capito a cosa mi riferivo. << E' tutto come sempre! Niente di nuovo... >> la sua voce uscì debole e sconsolata mentre si guardava le mani strette l'una all'altra. << Come niente? >> ero sinceramente sbalordita.

<< Niente! >> confermò. << Sembra che ogni anno che passa ci allontani sempre di più, forse è meglio così. Dopotutto lui e un vampiro e io una semplice umana, come potrebbe mai provare qualcosa per me?! >>

<< Sciocchezze! >> la rimproverai. La verità era che non mi stupiva affatto che Kaname cercasse di allontanarla, io meglio di altri potevo capire quanto potesse far soffrire essere innamorate di un vampiro. Mia madre aveva amato un vampiro e ancora oggi potevo vedere l'ombra scura che le appannava gli occhi: tristezza.

<< Che ne dici di farmi fare un giro dell'istituto. >> cambiai discorso. << Ma certo! >> rispose ritrovando tutta la sua vitalità.

L'istituto non era diverso dell'ultima volta che c'ero stata. Yuuki mi mostrò le aule che avrei frequentato e la mensa per poi dirigersi verso la stalla.

<< Non posso credere che saremo nella stessa classe, sai? >> mi rivelò ad un certo punto. Mi voltai, stupita da quell'affermazione. Sembrava quasi che si fosse aspettata di non rivedermi mai più.

<< Perché mai? >> sembrò pensare bene alle parole da dire, abbassò lo sguardo come se fosse colpevole di qualcosa.

<< Quando Zero ha saputo che il Preside ti aveva ammessa a questa scuola non ne era per niente contento... >>

<< La cosa non mi stupisce: io e Zero non siamo mai stati grandi amici! >>

<< Lo so! Però quando ho detto che mi avrebbe fatto piacere stare con te lui si è comportato in modo strano; ha detto che non dovrei esserne contenta e che tu mi avresti fatto del male. Non che io ci creda ma.. lui non direbbe mai cose del genere se non ne fosse convinto. Pensandoci bene non avrei dovuto parlartene... >> aggiunse l'ultima frase dopo aver visto l'espressione di stupore che era comparsa sul mio viso. Non sapevo cosa replicare: non avrei mai fatto del male a Yuuki, eppure qualcosa mi diceva che non era questo che lei voleva sentirsi dire. Mi fermai e lei con me. I suoi occhi non riuscivano ad incrociare i miei per più di qualche secondo. Potevo percepire il suo senso di colpa e me ne rattristavo. Vederla in quello stato mi fece infuriare; non ero certo io che stavo per trasformarmi in un livello E!

<< Non hai preso quest'argomento a caso, vero? Zero è nella stalla? >>

<< Di solito passa il tempo lì... >> << Allora non voglio andarci! >>

 

<< Sei arrabbiata con me? >>

<< No. >>

<< Sei arrabbiata con Zero? >>

<< Si. >>

 

Sbuffai. Non sopportavo tutta quella tensione. Yuuki era diventata silenziosa mentre passeggiavamo per il cortile, cosa alquanto strana per lei.

<< Ti va di accompagnarmi dal Direttore? >> non ero mai stata nell'ufficio di Cross, ero un po' nervosa. Si sarebbe comportato in modo più serio ora che non era più nei panni del “padre di un'amica d'infanzia”? Non dovetti aspettare molto per scoprirlo. Yuuki entrò nell'ufficio senza bussare; Cross si era girato verso la porta con un cipiglio interrogativo.

Non appena entrai anche io balzò in piedi e scavalcò la scrivania con un salto alquanto assurdo. Non feci in tempo ad aprire bocca che mi ritrovai a dieci centimetri dal pavimento a girare come una trottola, il Direttore farneticava cose come “mi sei mancata” “come sei diventata grande” e “sei sempre la solita nana”. Ormai non mi infastidivano più i suoi modi assurdi di esprimere il proprio affetto. Neanche essere considerata una “nana” aveva peso se detto da lui. Dopotutto era un dato di fatto: persino Yuuki era alta un paio di centimetri in più di me.

<< Anche per me è bello rivederla Direttore. Mia madre mi ha chiesto di salutarla da parte sua. >>

<< Grazie mille cara, chiamerò tua madre il prima possibile. Yuuki puoi lasciarci soli, per favore? >> l'interessata sembrò presa alla sprovvista da quella richiesta, si limitò a sorridere e a dirmi che ci saremmo riviste in mensa per il pranzo. Poi uscì e io restai sola con il direttore che tornò a sedersi dietro la scrivania.

<< Sicura di non voler far parte della Night Class? Nella classe del giorno le tue capacità verrebbero sprecate! >> mi guardava sinceramente dispiaciuto che io potessi sprecare un occasione del genere. << Sono sicura. Ho sempre frequentato scuole “normali” non sono poi così avanti rispetto agli altri: imparo solo più in fretta; tutto qui! >> non capivo perché il direttore insistesse così tanto. Non ero un vampiro e non volevo stare con i vampiri, non mi sembrava difficile da capire!

<< Va bene, se questa è la tua decisione non interferirò! A questo punto ho un'altra domanda da farti. So già come mi risponderai ma, per il bene dei miei alunni, devo chiedertelo: saresti disposta ad aiutare Yuuki e Zero nel loro lavoro di guardiani? >>

<< Mi sta chiedendo di essere una guardiana? >> chiesi stupita. Un compito del genere mi avrebbe messa a contatto con i vampiri più di quanto mi sarebbe piaciuto: non avrei mai accettato.

<< Ti sto chiedendo di aiutare i miei figliocci. >> << Beh, se vedessi un vampiro aggredire un umano non starei certo a guardare. Posso prometterle che se mi capiterà di vedere un alunno della Night class infrangere le regole lo riferirò immediatamente ad uno dei guardiani e, se necessario, interverrò. >> il preside mi guardava con aria soddisfatta, si era aspettato proprio questa risposta da parte mia e di certo sapeva che avrei fatto molto di più che riferire ai guardiani gli eventuali pericoli. Dopo che il direttore mi abbia proposto un compito così importante per la sicurezza degli umani la mia moralità mi impediva di rifiutare senza ripensamenti: mi sarei comportata da guardiana senza esserlo realmente. Ma questo non lo dissi al preside.

Solo dopo essere tornata nella mia stanza mi resi conto di quanto il direttore Cross fosse furbo: sapeva che non volevo fare la guardiana eppure me l'aveva chiesto ugualmente, consapevole che dopo aver ricevuto la proposta avei sentito la sicurezza degli umani come una mia responsabilità.

Passai le successive due ore a svuotare le valige che Zero, dopo avermi uccisa con lo sguardo, mi aveva gentilmente (come no!) portato in camera. Una volta finito feci una doccia veloce e mi misi, con un notevole sforzo, la mia odiosa divisa. Stavo cercando di annodare il fiocco senza impiccarmi quando bussarono alla porta. Sbuffai infastidita e mi strappai quell'odioso nastro da collo. Aprii la porta senza neanche sapere chi ci fosse dietro e mi ritrovai due grandi occhi tra il rosso e il castano scuro a pochi centimetri, il colore della sua divisa era l'opposto della mia. Alzai gli occhi al cielo ma riuscii a trattenere a stento un sorriso.

<< Kaname! >> mi guardai intorno, quasi certa che lui non sarebbe dovuto stare nel dormitorio femminile, in pieno giorno poi! Alcune ragazze lo stavano fissando senza neanche provare a nascondersi mentre altre, quelle nuove probabilmente, confabulavano tra loro rosse in viso. << Entra.. >> dissi fingendomi scocciata. In realtà era quasi felice di vederlo, almeno finché non si fosse messo a parlare. Mi richiusi la porta alle spalle, girandomi lentamente. Kaname, L'unico purosangue della famiglia Kuran ancora in vita, stava girando per la mia camera. Mi chiesi perché, visto che aveva di certo del tempo libero, non stesse con Yuuki: voleva davvero allontanarla? Mi sembrava una cosa assurda, sapevo bene quanto lui le volesse bene.

<< E' passato più di un anno dall'ultima volta che ci siamo visti. Non sei cambiata

affatto. >> era un complimento? Non sapevo come interpretare la sua frase. << Già, l'ultima volta che sono venuta è stata l'estate scorsa subito dopo la fine della scuola. Comunque neanche tu sei cambiato! >> affermai stupidamente: ovvio che non fosse cambiato, era un vampiro! Le sue labbra si incurvarono leggermente senza però trasformarsi in un vero e proprio sorriso. << Perché sei qui? >> la mia domanda fu scortese ma se c'era una cosa che odiavo erano i giri di parole! << Solo per far visita ad una vecchia amica. Sono di disturbo? >>

<< Certo che no! >> mi affrettai a rispondere << puoi venire a farmi visita quando vuoi, ma se ti conosco almeno un po', e credo di si, c'è sempre un motivo in tutto quello che fai. >> lo fissai intensamente, sperando che si decidesse a dirmi cosa voleva.

<< Credo che dovresti far parte della Night Class. Sarebbe più sicuro... >>

<< Io non sono pericolosa! >>

<< … per te! >> lo guardai allibita, corrugando la fronte in cerca di spiegazioni. I suoi occhi sembravano perforarmi. Se la mia volontà non fosse stata forte in quel momento avrebbe potuto convincermi a fare qualsiasi cosa, e non si stava neanche sforzando! << Nel paesino dove abitavi eri al sicuro, lontana dai vampiri, qui no! Vorrei poter dire che gli alunni della Night Class siano totalmente innocui, ma non posso. Sarebbe più semplice per me proteggerti se tu frequentassi le lezioni notturne. >> voleva proteggermi, perché?

<< Se avesi voluto essere protetta sarei rimasta a casa. Non sono venuta qua per stare con voi vampiri, voglio comportarmi da umana e stare con gli umani. Ti ringrazio, ma per favore lasciami risolvere i miei problemi da sola. >>

Kaname socchiuse leggermente gli occhi, sembrava stanco (dopotutto era l'ora di pranzo).

<< Va bene, come preferisci. Tolgo il disturbo, va pure a mangiare Yuuki ti starà aspettando. >> disse prima di uscire dalla mia stanza.

<< Kaname...? >> lo richiamai un attimo prima che si chiudesse la porta alle spalle. Si fermò ma continuò a darmi le spalle.

<< Anche io sono felice di rivederti. >> dissi sincera. Si girò quel tanto che bastava per guardarmi con la coda dell'occhio. << Devo ringraziarti: qualcosa mi dice che d'ora in poi non ci si annoierà più alla Cross Academy. >> risi e lui uscì definitivamente dalla mia stanza. La mia abilità a cacciarmi nei guai era risaputa, molte volte ero io stessa a crearli i guai. L'aver nominato Yuuki però mi ricordò che, non appena ne avessi avuto la possibilità, avrei dovuto chiedere a Kaname se aveva davvero intenzione di allontanarla da sé.

Rinunciai definitivamente a mettere il fiocco della divisa e sbottonai il primo bottone della camicia per non avere la sensazione si soffocare. Probabilmente c'era qualche regola che lo vietava ma finché non mi avessero esplicitamente richiamato non avrei mai più provato a mettere il fiocco.

Fu quando sentii il mio stomaco brontolare che mi decisi ad andare in mensa. Proprio come aveva detto Kaname, Yuuki mi stava aspettando seduta ad un tavolo. Il cibo nel vassoio intoccato. Incrociai il suo sguardo e capii che lei sapeva della visita di Kaname e non era per niente felice.






 

 

 

 

 

Eccomi, finalmente! :D

E' passato più di un mese dal prologo ma purtroppo non sono riuscita a pubblicare prima. :(

Il primo capitolo non dice molto, solo dal prossimo la storia diventerà leggermente più interessante.

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e sopratutto chi ha recensito e messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate.
A presto con il secondo capitolo,
Miyo.

   
 
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