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Autore: Bay24    14/10/2013    7 recensioni
"Se ti dà così fastidio allora ci tieni ancora un po' a me" sussurrò Sebastian, e a quel punto Thad lo avrebbe volentieri strozzato con le sue mani.
"Tenerci un po' a te? Io ti amo, idiota" urlò Thad, e tutto all'improvviso si fermò.
Non era la prima volta che Thad diceva ti amo a Sebastian. Ma di solito lo faceva a bassa voce, quando solo lui poteva udire, nel dormiveglia prima di abbandonarsi ai sogni, quando sapeva che l'altro già dormiva dopo averlo amato.
Era la prima volta però che trovava il coraggio di far uscire quelle parole libere nell'aria.
E non si era spezzato come aveva sempre creduto che avrebbe fatto. Ma si era sentito libero e forte. E l'altro non era scappato come Thad era praticamente certo che sarebbe stato. Ma anzi se ne stava lì a guardarlo fisso, un sorriso bellissimo sul volto e lacrime che bagnavano i suoi occhi.
Un attimo: Sebastian Smythe stava davvero piangendo?
Impossibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Sebastian/Thad
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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PICCOLA PREMESSA: Questa os nasce perché avevo voglia di scrivere roba thadastian. Non c'è chissà che storia particolare dietro, ed è anche più corta del mio solito. Ci sono in realtà solo due ragazzi che passano un momento romantico della loro relazione. E cercano di trovare le parole giuste per dire ti amo.
Prendete tutto questo come un breve spaccato post 5x1 che riguarda solo Sebastian e Thad.
E buona lettura!!!




                                                                                                          -IL POTERE DI UN SÌ-





   "Prima o poi, piaccia o no,
    le parole riescono in qualche modo ad arrivare alla luce,
     a svelare i loro segreti."
                                                                                    
                         Kate Morton.





La lettera di Thad era arrivata una domenica mattina, consegnata a mano da un ragazzo vestito da folletto verde.

Thad non  aveva onestamente capito il senso di usare un "cantogramma ", il modo in cui lui chiamava gli inviti cantati che venivano consegnati a mano da fattorini spesso vestiti in modo osceno, ma quando aveva aperto la porta della sua camera alla Dalton e se lo era visto davanti, la prima cosa che aveva pensato era stata: "Oh mio Dio! Chi è il sadico che lo ha fatto vestire così?"

Quello che aveva detto ad alta voce invece, e con un tono forse troppo burbero, era stato: "Non ti azzardare a cantarmi quello che devi cantare. Dammi l'invito e basta."
La sua mente ancora assonnata - del resto erano solo le 8 di una domenica mattina e lui era ancora in pigiama- aveva già registrato che una sola persona in tutta la Dalton avrebbe potuto pensare una cosa simile.

Sebastian Smythe.
Il cui senso dell'umorismo restava ancora un mistero per Thad.

Onestamente non voleva proprio sapere che canzone avesse detto di cantare insieme alla consegna dell'invito.
Soprattutto perché sapeva che ognuno dei suoi compagni del Glee aveva avuto una canzone diversa, scelta in base al suo rapporto con Sebastian e no... non voleva sapere cosa avesse detto di cantare per lui. Non dopo aver saputo che a Jeff era stata cantata "Fuck you" di Lilly Allen.
Gli bastò la faccia sollevata del ragazzo nell'essersi evitato quell'incombenza per sapere che, in ogni caso, aveva fatto la scelta giusta.

La lettera era in realtà un invito al compleanno di Sebastian, il suo 18esimo compleanno per l'esattezza, e Thad era anche uno degli ultimi a riceverlo.
Anche se in teoria era il suo ragazzo, la cosa non lo stupiva visto che era in pratica lui quello che aveva scelto lo chalet da affittare e il posto dove farlo.
Era un dettaglio, e Sebastian a quelli non badava mai. Probabilmente erano stati o Nick o Hunter a fargli notare che stava facendo un errore madornale a non spedire un invito anche a Thad in ogni caso.

Per lo stesso motivo nemmeno l'aggiunta fatta a penna dall'elegante calligrafia di Smythe lo aveva stupito più di tanto.
Quel "sentiti pure libero di non portare troppi vestiti, Harwood" che veniva subito dopo la frase “Sebastian Smythe è lieto di invitarvi a… “.
Nemmeno quel finale e frettoloso, quasi fosse stato aggiunto dopo un ripensamento: "ma se vuoi portare i jeans neri, quelli con le cuciture laterali che ti stanno come una seconda pelle, fai pure" lo stupì comunque.
Tipico. Non si sentivano o vedevano da due giorni, e da Sebastian nemmeno una frase dolce o carina.

Erano due settimane in realtà che  si vedevano poco fuori dalle mura delle classi e della sala consiglio a causa degli ultimi esami e della scelta delle università. Ma gli ultimi due giorni erano stati davvero tremendi. Niente telefonate, niente appuntamenti. Tra la proposta di Blaine a Kurt e il suo andare in Messico per trovare la nonna malata, lui e Sebastian non avevano avuto tempo per fare altro che non fosse mandarsi dei messaggini sbrigativi. E francamente pensava che lui quell'invito non lo avrebbe ricevuto proprio e che avrebbe dovuto solo limitarsi a farsi trovare allo chalet il giorno stabilito.
Sebastian sapeva essere romantico  se voleva. Il casino era trovare un momento in cui  ne avesse voglia.

Certo, era cambiato molto in quei mesi passati alla Dalton. A cominciare dal suo impegno per Dave Karofsky dopo il suo tentativo di suicidio per arrivare alla mano data a Blaine per chiedere a Kurt di sposarlo, Sebastian aveva saputo stupirlo più di una volta. Con qualche scivolone forse (come quando era stato d'accordo con Clarington di doparsi per passare le regionali), ma comunque ben determinato ad essere migliore.
E sì, c'erano state delle volte in cui Thad aveva avuto dubbi sull'effettiva buona fede del ragazzo.
Come ad esempio quando lo aveva  beccato  chiuso in un’aula vuota, abbarbicato  a Blaine,  che in teoria era lì per preparare con Sebastian tutto per la sua proposta a Kurt.
Un amico che abbraccia un altro amico per cui è felice, era il modo in cui Sebastian aveva definito quella cosa. Come no, era stato il primo pensiero di  Thad.
Sebastian poteva essere tante cose, ma felice perché due ventenni volevano sposarsi, specie se uno di questi rientrava nella categoria "ragazzi che vorrei farmi", no quello non poteva esserlo.

C'erano state un po' di  ostilità allora tra i due.  Silenzio, alternato a stupide ripicche e continui battibecchi.  Poi Sebastian aveva chiesto a Jeff, compagno di stanza di Thad, un piacere e la notte prima che Thad partisse per il Messico si era infilato nel suo letto e si era fatto perdonare in quel modo tutto speciale che conosceva solo lui.
Anche allora però Sebastian non aveva pensato di dover invitare ufficialmente anche Thad al suo compleanno. Quindi ecco perché  non si aspettava quell'invito.

Invece lo aveva ricevuto e adesso eccolo lì, in quel cottage lussuoso, con i suoi amici dei Warblers e qualche altro ragazzo o ragazza (nettamente in numero inferiore ovviamente) che non conosceva, a rilassarsi seduto al tavolo da pranzo, giocando a carte con Jeff e Nick in attesa dei bagordi della sera successiva, quella dell'effettivo compleanno.

Erano arrivati quel pomeriggio tardi ed erano ancora tutti relativamente tranquilli. Chiacchieravano con gli amici o le ragazze sparsi per l'ampio salone del cottage bevendo birra o cioccolate calde.
La tv al plasma  rimandava immagini a cui nessuno prestava davvero attenzione.
Sembravano tanti leoni che si riposavano prima di attaccare in branco.

E Thad non sapeva ancora cosa fosse più fastidioso. Il fatto che Jeff e Nick continuassero a sbagliarsi e facessero entrambi piedino a lui invece che l’uno all'altro, o il fatto che Sebastian ancora insistesse che tenessero per sé la loro relazione - di cui in effetti solo i loro compagni di stanza ( Hunter e Jeff, e Nick in quanto ragazzo di Jeff ) erano al corrente - e adesso se ne stesse da più di due ore seduto in terra davanti al caminetto a parlottare fitto con un ragazzo di nome Angel che secondo quel poco che aveva capito di lui Thad, era uno dei tantissimi cugini di Trent in visita da chissà che luogo della Francia.

Angel… che cavolo di nome poi!
Quando Sebastian lo aveva fatto notare, divertito, a Trent che gli aveva chiesto il permesso di portarselo dietro, e aveva avanzato l'ipotesi che fossero  rimasugli neanche tanto velati da fan di Buffy l'Ammazzavampiri, Nixon aveva risposto serio e annoiato che: "No, sono rimasugli da fan di Tess Dei D'Uberville di Thomas Hardy. E di una donna che tra il bene e il male ha scelto il fascino del bene."

"Noioso, Nixon. E scommetto che lo sarà anche lui. Ma portalo se vuoi. Basta che mi faccia un regalo" lo aveva liquidato Sebastian con un gesto secco della mano, questo Thad lo ricordava bene. E adesso eccolo lì a pendere da ogni stupida parola del noioso Angel.

Un noioso Angel che era anche un gran bel ragazzo. Ovviamente. Un gran bel ragazzo bisex da quello che aveva detto Trent a Thad quando quest'ultimo lo aveva tirato a bordo della sua macchina. Non sapeva ancora se lo aveva fatto con l'intento di strozzarlo per essersi portato dietro un tale esemplare maschile o se per avere davvero compagnia in macchina durante il viaggio come aveva detto a tutti. Comunque lo aveva fatto.

Sebastian e gli altri erano andati con il camioncino di Nick, un camioncino piuttosto spazioso in cui però, per chissà poi per quale assurdo motivo, sembrava che solo per Thad non ci fosse posto. Certo, secondo ciò che diceva Sebastian, ovviamente. Sebastian che però aveva trovato posto per  Angel, a cui non aveva più tolto gli occhi di dosso da quando era arrivato nella piazzola della Dalton dove si stavano riunendo tutti i partecipanti alla festa, e si era presentato facendo così scoprire a Sebastian che viveva in Francia.

Stupido mangiarane dai capelli perfettamente ingellati e in piega.
Dio, se detestava i ragazzi che usavano il gel!

Che poi nemmeno era colpa di Angel a ben vedere. Ma di quella stupida voglia di Sebastian di farsi chiunque risultasse un minimo interessante e dall' idiozia di Thad nell'accettare una relazione di solo sesso. Anche se non era più solo sesso da tanto tempo ormai.

Come il fatto di relegarlo nella stanza più lontana dalle altre, quella piccola che di solito veniva usata dalla giovani cameriere prese a lavorare per l'inverno, quelle che venivano definite chalet girl. Quelle che non avevano nemmeno un bagno loro e dalla cui unica finestra si godeva solo la vista del cortile posteriore in cui venivano lasciati i rifiuti.
Contando che molti degli ospiti erano accoppiati e quindi avrebbero dormito nella stessa stanza, Thad era più che certo che quell'enorme chalet avesse a disposizione stanze vuote ben migliori di quella per lui, ma ovviamente Sebastian voleva mandargli un messaggio in quel modo.
Possiamo fare quello che vogliamo se nessuno sospetta o rischia di sentirci.

E questo era troppo. Thad poteva sopportare l'odore della spazzatura, il doversi alzare di notte e percorrere ben due corridoi prima di arrivare in un bagno e anche il dormire in un letto singolo davvero minuscolo. Ma non sopportava più che Sebastian volesse continuare a tenere nascosta una cosa come quella che condividevano loro.
Era un gioco che non gli piaceva più. Non stavolta. Stavolta aveva ragione lui e avrebbe mantenuto il punto.
Perché se lui era un testardo Sebastian era uno stronzo, quindi il punto restava. Non avrebbe ceduto.

Solo che... ecco, Thad poteva sopportare di essere spedito a dormire anche in cortile sotto la neve, che in effetti ancora non cadeva anche se le previsioni ne davano in arrivo parecchia, ma il vedere flirtare Sebastian con altri, quello era un suo punto debole.
Aveva già dovuto mandare giù che Sebastian decidesse all'ultimo  di non partire più con Thad per il weekend in Messico - weekend che avevano programmato da mesi e durante il quale il ragazzo sperava non solo di vedere la nonna malata ma anche di presentare il ragazzo alla sua famiglia -  per poter aiutare Blaine ad organizzare quella cosa, e per Thad era stato un colpo durissimo.

Sebastian gli aveva detto che lo faceva perché lo doveva a Blaine e a Kurt dopo quello che aveva fatto loro, ma Thad continuava a non capire.
Era stata dura convincere Sebastian a definire ciò che c'era tra loro non solo semplici scopate e ancora di più lo era stato convincerlo a uscire alla scoperto e dire almeno ai loro amici più stretti che sì, erano una coppia. Ed era stata ancora più dura per Thad vedere che i cambiamenti di Sebastian avvenivano per un ragazzo che tentava il suicidio con cui lui non aveva che spartito  poche parole e una birra, e per un ragazzo che in pratica odiava e uno che per lui era solo un bel culo da farsi. Ma mai per lui. Mai per Thad.

E vedere che ancora una volta lui veniva messo da parte era stato doloroso. Trovare Sebastian abbracciato a Blaine in quell’aula vuota poi era stato un vero colpo mortale. E vedersi messo da parte per lui... beh... non voleva dare peso a una cosa che forse non lo aveva ma facile non era stato di sicuro.
Thad era partito senza nemmeno cercare di rimandare di un paio di ore per poter partecipare alla proposta di Blaine come il suo amico gli aveva chiesto di fare. Era troppo teso e avrebbe finito con il fare delle stupidaggini. E del resto stare lontano da Sebastian per due giorni gli era stato utile. Lo aveva aiutato se non altro a rimettere tutto in proporzione.

Non è che stessero facendo chissà cosa lui e Blaine. Era un semplice abbraccio che era più o meno quello che Sebastian gli aveva urlato dietro mentre lo inseguiva. Ma in quei 5 mesi di frequentazione c'era una cosa che Thad aveva scoperto di  se stesso.

Era geloso. Geloso come Otello.
Il che rendeva interessante lo stare con uno come Sebastian Smythe.

Lo stesso Sebastian che in quel momento si alzò per dirigersi verso il terrazzo che dava sul retro dello chalet, con quel cavolo di mangia rane dal nome stupido sempre attaccato al culo.

"Ehi, voi due! Non vi imboscate. Più tardi alcuni di noi scendono in discoteca. Non puoi mancare, Smythe." E questo era  Clarington che con la sua proverbiale delicatezza urlò attraverso il salone queste cose mettendo un tarlo terribile nella testa di Thad.
Dove cavolo stavano andando adesso quei due?

Sebastian non gli aveva rivolto parola da quando erano lì. Durante il viaggio gli aveva mandato solo un messaggio per dirgli che la strada era chiusa e che se lui perdeva di vista il camioncino di Nick doveva prendere una certa biforcazione invece che un’altra, poi più nulla.
E da quando erano in salone lui non aveva mollato un attimo il cugino di Trent.
Ma perché?

La risposta fu lo stesso Sebastian a darla quando si voltò verso il suo amico e con tono divertito disse: "Usciamo solo per fumare. Siamo uomini liberi. Datti una calmata, Clarington."

Fumare, sì. E chi ci credeva? Thad no di sicuro.
Non certo dopo quella inutile precisazione sulla sua libertà. Che in effetti aveva fatto male a Thad. In un posticino lì, all'altezza del cuore.
E nemmeno Jeff ci credeva, a giudicare dalla strizzata di mano che l'amico gli diede e dallo sguardo dispiaciuto che gli rivolse.

In un attimo nella mente di Thad passarono molte cose che avrebbe potuto e dovuto fare a quel punto un uomo con un minimo di orgoglio.
1. Alzarsi e stendere con un pugno il francese, per caricarsi poi Sebastian sulle spalle e portarlo via.
2. Mettersi a urlare la sua frustrazione attraverso il salone.
3. Aprire lo stereo che aveva dovuto portare con la sua auto, metterlo in modalità karaoke e cantare una versione strappalacrime di una qualche hit di Adele per esprimere tutto il suo dolore.
4. Uscire, andare in qualche locale e trovarsi un ragazzo con cui dimenticare il testone dagli occhi verdi.
5. Uscire, montare in macchina e tornare il più velocemente possibile alla Dalton dove poteva passare il resto del weekend a mangiare gelato e scrivere poesie truculente sul suo file Word.
6. Scivolare sotto il tavolo e piangere fino a quando non avesse avuto più lacrime da versare.
7. Restare dove era adesso e fingersi del tutto indifferente per non dare soddisfazione a Sebastian.
8. Prendere da una parte Sebastian, scuoterlo un po' e farsi dire perché era così stronzo. Anche a rischio di passare per una ragazzina petulante.
Nessuna di quelle opzioni era particolarmente invitante al momento però.

Quando alzò lo sguardo e lo piantò di nuovo sul viso di Sebastian notò che l'altro  lo stava guardando di rimando.
Aveva quel solito sorrisetto divertito sulla faccia, e quando si rese conto che Thad lo stava fissando mimò con le labbra le parole: "Non preoccuparti. Io voglio te."
E quello che cavolo voleva dire adesso?

Non era una vera e propria dichiarazione, e Thad non lo pensò nemmeno per un attimo. Anche se il suo cuore bastardo comunque pensò bene di andare a fare una capatina alla sua gola in ogni caso. Ma fu un secondo. Conosceva molto bene Sebastian e sapeva che quello era  solo il suo modo di ricordargli che stavano giocando, e che non sarebbe stato lui il primo a cedere. Non questa volta.

Ti voglio ma sto andando via con un altro. Farai nulla per fermarmi? Era questo quello che Sebastian gli stava dicendo.

Thad distolse lo sguardo in fretta odiandosi per il calore che si sentì salire sulle guance. Di sicuro era arrossito. Gli succedeva sempre quando si alterava.
La risata di Sebastian gli arrivò chiara ma non alzò la testa per vedere cosa faceva se non quando sentì il clink della porta che dava sull'esterno che si chiudeva. Solo allora si concesse di alzare lo  guardo per fissare il punto da cui Sebastian era sparito insieme a Nome stupido mangiarane.
Bastardo!

"Passiamo alle armi pesanti?" gli chiese Jeff intuendo il corso dei suoi pensieri.

"NO. E' quello che vuole. E non gli darò soddisfazione. Sono piuttosto stanco di essere la barzelletta di Sebastian Smythe" smorzò il suo entusiasmo Thad riprendendo in mano le carte e cercando di non far correre lo sguardo alla porta finestra ogni due secondi.

"Quindi per non dargli soddisfazione lascerai che si faccia il cugino di Trent?" gli chiese ancora Jeff, onestamente stupito da quella opzione del piano.

"Se è quello che vuole..." lo liquidò Thad ma non finì la frase perché Nick gettò le carte sul tavolo e sbottò.

"Oddio, siete come due bambini dell'asilo. Tu ci stai male. Lui non vede che ci stai male per comodo. E nessuno dei due vuole cedere. Parlarne potrebbe essere un buon  punto di partenza. Ma no. E' troppo complicato per questi due" disse Nick scuotendo la testa per nulla divertito dalla situazione.

"Nick, mi ha lasciato andare in Messico da solo per aiutare Blaine. Ricordi Blaine? Quello che voleva farsi con tutto se stesso?" cominciò a dire Thad esasperato. Sapeva che Nick non riteneva Sebastian l'unico colpevole  in quella cosa stupida che stavano portando avanti, ma  gli dava fastidio vedere uno dei suoi migliori amici che non gli dava man forte per una volta. Specie visto che al momento quello che si comportava da stupido era solo Sebastian.

"Capito? In Messico da solo. E' la città dell'amore e lui ce lo ha fatto andare da solo" intervenne Jeff rimarcando il punto appena espresso da Thad.

"E' Parigi la città dell'amore Jeff. Il Messico, al massimo, è la città del narcotraffico e in realtà  è una nazione, non è nemmeno solo una città."

"E' uguale, Nick" lo liquidò il suo ragazzo con un gesto secco della mano.

"Poi" continuò Thad "mi ha detto che lo faceva perché preferiva aiutare Blaine e Kurt, due ragazzi di cui se ne è sempre fregato."

"Sempre fregato" ribattè Jeff agitando le mani dandogli ragione.
Nick sbuffò.

"E va bene, ho pensato che potesse anche essere un motivo valido tutto sommato e ho ingoiato il rospo. Ma poi veniamo qui e eccolo che fa il cretino per tutto il tempo con il cugino di Trent. Mi obbliga a venire con la mia macchina, mi schiaffa a dormire in un buco... che altro mi serve per dire che forse non mi voleva qui? Non per davvero. Questo è molto peggio di quando sono andato a cercarlo per  fargli cambiare idea e convincerlo a  venire con me a casa dei miei nonni e l'ho trovato avvinghiato a Blaine in una stanza vuota."

"Stanza vuota, Nick. Capisci? Stanza vuota" esclamò Jeff puntandogli un dito contro.

"Esatto. Ed erano abbracciati. Abbracciati in una stanza vuota. E dovrei credere che stessero parlando e che Blaine lo stesse solo ringraziando dell'aiuto che gli stava dando? Non avrebbe dovuto abbracciare tutti i Warblers allora? Ma per favore. Adesso vedo tutto chiaramente. Io sono il coglione di turno qui. Li ho interrotti prima che scopassero su qualche banco di quella classe. E' sicuro. "

"Capito? Prima che... wow!! Aspetta, qui dissento io" cominciò a dire Jeff per poi bloccarsi e voltarsi deciso verso Thad, un po' contrariato."Blaine non avrebbe copulato con Smythe su nessun banco. Ha fatto una dichiarazione a Kurt che definire stupenda è dire poco. Mi ha strappato il cuore dal petto e me lo ha frullato, Thad. Vede solo quel ragazzo . Non lo avrebbe mai dato a Smythe. Ciò non impedisce a Sebastian di provarci con lui ovviamente, e per me lo ha fatto. Come sono certo che lo sta facendo ora con quell'altro tipo. Ma Blaine di sicuro non si è fatto proprio nessuno, a parte il tipo di internet, una volta, mesi fa. Ma di sicuro non Smythe. "

"E tutto questo in che modo dovrebbe essere migliore per me?" lo assalì Thad colpito proprio sul vivo. Lo sapeva da sé, ovviamente. Era quello che temeva.

"Oh, andiamo siete ingiusti adesso!" li bloccò però Nick. "Sebastian si è comportato bene con te da quando vi siete messi insieme e sì, ha fatto qualche scivolone ma per uno con il suo carattere è anche normale. Tu sei il primo, Thad. Deve imparare ma ci sono volte in cui tu non sei esattamente l'insegnante migliore. Il fatto è che per me siete nervosi per altre cose. Tu sei partito e quando sei tornato invece di parlarne vi siete chiusi in un silenzio cocciuto. E' una cosa banale ma voi, cazzoni come siete, la state ingigantendo."

"Perché dici questo, Nicky?" chiese Jeff a un tratto attento e vigile a ogni parola del suo uomo. Lo stava guardando con gli occhietti semi chiusi come se stesse cercando di entrargli nella testa.

"Per pura logica?" controbatté il ragazzo riprendendo le carte e tornando a mescolarle.

"Hmm forse... ma c'è un fatto. Sebastian parla con te di tutto. In effetti non so come possiate essere amici, ma lo siete. Non è che tu sai qualcosa che invece io e Thad non sappiamo?"

Nick si bloccò al suono di quelle parole. Alzando la testa vide che sia Thad che Jeff lo stavano fissando e mancava troppo poco perché lui mandasse tutto all'aria per un banale errore. Non dopo tutto il lavoro che Smythe aveva fatto per rendere quel suo compleanno indimenticabile per se stesso e Thad.
Nick glielo doveva visto l'aiuto che gli aveva dato con le ripetizioni di francese.

E sicuramente Sebastian non rendeva tutto più facile facendo il cretino in modo aperto con il cugino di Trent, ma ciò che c'era in ballo era troppo importante e Nick non avrebbe rovinato la sorpresa. Anche se questo voleva dire vedere soffrire ancora un po' il suo amico Thad.

"No, non mi ha detto nulla. E ora giochiamo oppure no?"

"Sei sicuro, Nick?" e questo era Thad che con voce implorante chiedeva delucidazioni che Nick non poteva dargli. Anche se questo significava far credere al suo amico che il suo ragazzo lo tradisse.

Coraggio Nick manca poco, ricordò a se stesso e poi scuotendo la testa in segno affermativo tornò a distribuire le carte cercando di ignorare le occhiate per nulla convinte degli altri due.

Sebastian gli doveva una grande favore.
Avrebbe fatto bene a non fallire.




                                                                                                                           ******




Angel non baciava male.
Sebastian doveva proprio ammetterlo.
E sapeva dove mettere le mani per attirare l'attenzione di un uomo.

Sarebbe stato facile adesso, staccarsi da quel bacio umido e trascinarlo in una delle tante stanze dello chalet e prenderlo fino a che lo stordimento dell'orgasmo non avesse cancellato ogni altro pensiero dalla sua mente stanca.
Solo che era passato quel tempo. Era passato il tempo in cui Sebastian trovava coinvolgimento o divertimento in cose come quelle ed era passato anche il tempo in cui mentirsi e credere il contrario avrebbe potuto davvero funzionare fino a che non ci avesse battuto effettivamente la testa.

Lui lo sapeva. Sapeva cosa gli impediva di essere nuovamente il vecchio Sebastian. E sapeva chi voleva davvero. L'unico che voleva per davvero.
Thad.

Perché contro ogni logica, la sua almeno, lui si era davvero innamorato di quel piccolo, testardo, arrogante, diabolico, messicano sexy.
E cominciava a trovare piuttosto fastidioso il fatto che l'altro non si fidasse di lui.

Ok, non era stato propriamente un esempio di virtù i primi mesi in cui si frequentavano ed era capitato più volte che Thad andasse a prenderlo allo Scandals ad esempio, perché lui era troppo ubriaco per guidare e troppo stronzo per accontentarsi di un taxi, e Thad lo trovasse con le mani nei pantaloni di un altro.
Ma quei giochetti erano finiti da tempo ormai.

Come la sua fissazione di voler entrare nelle mutande di Anderson, se per questo.
Non era mai stato davvero interessato ad andare oltre una sana scopata con lui.  Per cui dimenticarselo quando aveva capito che non sarebbe mai successo, che a Anderson piaceva flirtare con lui ma che non avrebbe mai superato la linea, se non per usarlo per fare un torto a Kurt in caso di litigio –cosa che era più o meno successa per davvero poi anche se con un altro -  non era stato nemmeno tanto complicato come tutti gli altri sembravano pensare. E sì, lui era bravo a far sentire la sua preda qualcuno di importante anche quando non lo era. Forse troppo bravo, se questo sembrava aver fregato tutti tranne Blaine. E che cavolo!!

Eppure Thad non aveva voluto sentire storie quando lo aveva beccato abbracciato a Blaine in quell’aula di chimica.
Era corso via urlandogli che era uno stronzo e che lui lo sapeva che sarebbe finita in quel modo, con Sebastian che aiutava Blaine solo per cercare di farselo.
E questo era davvero offensivo perché  quello era stato davvero un innocente abbraccio.

Era vero che aveva trascinato Anderson in quell'aula vuota per provarci con lui. Voleva capire se gli era davvero passata la fissazione o se ciò che temeva più di tutto era davvero successo, e  lui era il ragazzo perfetto per farlo.
Forse aveva anche sperato, in una parte remota della sua mente, che avrebbero finito con lo scopare appoggiati a uno dei banchi o la cattedra.
Rimasugli del vecchio Sebastian che ancora uscivano di quando in quando. Ma era stato tutto lì. Un pensiero, un desiderio fugace durato niente di più che qualche minuto. Il tempo di ricordarsi del sorriso di Thad. Della piccola piega che assumevano le sue labbra quando era pensieroso. Del modo che aveva di guardare un film che gli piaceva tanto.
E c'era differenza tra il sognare qualcosa e il fare qualcosa.

E in realtà quello che era successo, il motivo per cui Blaine lo aveva abbracciato, era stato ben diverso. Dopo che Anderson aveva finito di snocciolare le qualità di Hummel, Sebastian si era messo a ideare piani con lui su come far funzionare al meglio la cosa.
E  a un tratto si era anche lasciato sfuggire una cosa pericolosamente simile a : "Dovrei ideare qualcosa di altrettanto elaborato  per Thad quando si sarà diplomato e mi lascerà qui per un altro anno. Perché non si dimentichi di me."

Era stato più un discorso che aveva inteso fare tra sé e sé, ma Blaine era vicino a lui ad osservare la cartina della scuola per capire come disporre i vari gruppi e lo aveva sentito perfettamente.
Da lì erano iniziate le domande su lui e Thad e quando Sebastian  aveva ammesso che sì, stavano insieme e sì ci teneva tanto a Thad, Blaine lo aveva semplicemente abbracciato, felice.
E ovviamente, per la legge di Murphy, a quel punto era entrato Thad nell’aula travisando tutto.

Anche se sembrava il contrario, Sebastian sapeva che rincorrerlo per cercare di spiegarsi non era servito e non era servito nemmeno che Blaine assicurasse a Thad che non era stato nulla. La sua testolina bastarda ci stava di sicuro ancora pensando.
Così Sebastian dopo un po' aveva smesso di chiedere scusa per qualcosa che non aveva fatto. E si era messo ad organizzare qualcosa per fare capire a Thad ciò che davvero sentiva.
Perché il momento di giocare tra loro era finito. Adesso Sebastian voleva essere certo che Thad lo portasse con sé nel suo cuore quando si sarebbe diplomato e sarebbe partito per New York. Lasciandolo lì a Lima per un altro anno. Da solo.

Ebbene sì. Sebastian odiava letteralmente l'idea di New York. Anche se aveva accettato a suo tempo di andare con Thad una volta finito con la Dalton anche lui, era pieno di paure e dubbi sulle tante cose che in un anno lontani potevano capitare.
Sarebbero stati divisi per molti mesi e Sebastian aveva paura. Per la prima volta in vita sua temeva la distanza da un altro ragazzo.
Sì, gli serviva una grande cosa come quella fatta da Blaine per riconquistare Kurt. Qualcosa che avrebbe impedito a Thad di dimenticarsi di lui.

Quindi  perché era lì, appartato sotto una sporgenza del tetto dello chalet per ripararsi dal vento, a baciare Angel cercando di impedirsi di togliere le mani dell'altro che premevano esattamente sul suo culo?
Non era per quello che stava flirtando con lui da tutta la sera nonostante il fastidio che sentiva per le sue chiacchiere.

"No, non ci siamo proprio" pensò tra sé e sé Sebastian, staccandosi dal bacio con una mossa repentina. Il suo sguardo corse subito alla porta da cui lui e Angel erano usciti ma non c'era nessuno, per fortuna.
Se Thad lo avesse visto baciare un altro, Sebastian ne sarebbe morto. Letteralmente.

"Ho fatto qualcosa di male?" gli chiese Angel avvicinandosi di nuovo ma Sebastian fu svelto a spostarsi tornando sotto la luce dei piccoli lampioncini sparsi sul terrazzo dello chalet per mettersi davanti alla finestra perché fosse chiaro a Angel che non voleva andare avanti a baciarlo. Gli serviva tenerselo buono per chiedergli il favore di cui aveva bisogno ma non intendeva illuderlo oltre.

Si appoggiò con i gomiti alla ringhiera e si perse a guardare le montagne in lontananza. "No, certo che no. E' che forse mi hai solo frainteso, Angel. Sono impegnato e comunque stiamo solo parlando, niente di più."

"Thad, vero?" gli chiese il ragazzo posizionandosi vicino a lui spalla contro spalla.

"E' così evidente?" si arrese Sebastian.

"Beh sì. Perché più provi a ignorarlo e più lo osservi. Meno cerchi di parlare di lui e più lo fai. E per lui è lo stesso. Non ci toglieva gli occhi di dosso mentre parlavamo seduti davanti al caminetto. Credevo che prima o poi si sarebbe alzato e mi avrebbe preso a pugni."

Beh quella era una novità. Sebastian non si era reso minimamente conto di aver nominato Thad con Angel.
Lo aveva davvero fatto?
"Io non parlo continuamente di Thad" bofonchiò poco convinto Sebastian, e Angel accolse le sue parole con una risatina divertita.

"Dici? Com'è allora che so che a Thad piace la fotografia e dipingere? E' quello che mi hai detto quando ti ho chiesto quali fossero i tuoi hobby" specificò il ragazzo vedendo la faccia confusa dell'altro. "Mi hai detto che non credi di avere hobby degni di nota. Non come Thad che invece fa tutte queste cose. E quando ti ho chiesto chi fosse il tuo cantante preferito mi hai risposto che ultimamente ascolti solo Daughtry -(http://www.youtube.com/watch?v=8CgZm3xcj8c ), da quando Thad te lo ha fatto conoscere."

E quello era assurdo. Di sicuro Angel esagerava. Lui non poteva essere una di quelle persone. Quelle che pensano sempre  e solo al proprio ragazzo e vivono la vita attraverso le lenti di quelli che frequentano.
Poteva forse essersi impegnato in una relazione unica ma non era diventato un coglione totale.

"Ma è stato quando ti ho chiesto di uscire per stare un po' da soli e mi hai risposto che lo avremmo fatto non appena Thad si fosse girato a guardarci per vederci uscire, perché non volevi perderti la faccia che avrebbe fatto, che ho capito davvero l'antifona."

"Oddio sono una di quelle persone?"esclamò allora Sebastian allarmato. Ma quando era successo?

"A quanto pare sì, bello mio" lo canzonò Angel dandogli un leggero colpo con la spalla.
E Sebastian non capiva per cosa ridesse. In tutta quella storia non c'era proprio niente di divertente per come la vedeva lui.

"Avete litigato?"chiese poi Angel e Sebastian fece spallucce, voltandosi verso la finestra per dare un’occhiata ai ragazzi dentro. Come aveva sospettato, Thad stava guardando proprio verso di loro. E non sembrava per niente felice. Sorrise per la prevedibilità del ragazzo. Ma poi pensò alla sua presunta prevedibilità e la voglia di ridere gli passò subito.

"Una specie" bofonchiò accendendosi una nuova sigaretta. "In realtà gli sto anche preparando una specie di sorpresa per appianare le cose. E volevo chiedere anche il tuo aiuto."

"Hmm, quindi volevi usarmi soltanto per farlo ingelosire e rendere la tua sorpresa ancora più grande e gradita, vero? Era questo il favore che volevi chiedermi?" continuò imperterrito Angel, quasi il tono burbero usato da Sebastian non gli bastasse per capire che non ne voleva parlare. "Te lo chiedo perché ogni volta che  faccio una cosa simile  con la mia ragazza poi mi servono dozzine di rose e regali costosi per farmi perdonare."

"Ragazza?" osservò Sebastian allora guardando l'altro con un sopracciglio alzato.

"Si, Ivonne. Stiamo insieme da ben 4 anni. Coppia aperta, entrambi bisessuali" spiegò poi il ragazzo con noncuranza.

"Non è complicato inserire altri in una coppia?"

"Lo è stato all'inizio. Ma io mi annoiavo e lei era stanca dei miei tradimenti e nessuno dei due era felice. Io non lo ero ad essere fedele quando è contro la mia natura e lei non lo era preoccupata che andassi con altre. Così ci siamo lasciati ma stare lontani era ancora peggio. E allora abbiamo capito che dovevamo trovare un compromesso. Adesso io posso andare con altri se voglio e lei fa lo stesso. Ne parliamo e siamo felici così. Ci fidiamo. E funziona per noi. Lei sta bene, io sto bene. Ed è ok così."

Già. Alla fine era tutto lì quello che contava, no? Le sciocche regole della società e del finto buonismo contavano zero. Contava solo il benessere di chi era coinvolto. Perlomeno così l'avrebbe pensata il vecchio Sebastian.

Ma il nuovo? Il nuovo cosa pensava?
A questo Sebastian vedere Thad felice era ciò che bastava. Se l'altro era contento anche lui lo era. Rendere felice Thad Harwood era quello che rendeva felice Sebastian Smythe.

"In un certo senso sì. E' questo il favore che volevo chiederti"sussurrò poi confuso dai suoi stessi pensieri.

"E non è un po' tardi chiedermelo dopo che hai flirtato con me tutta la sera e mi hai fatto illudere?"ci scherzò su Angel ma si capiva che non se l'era davvero presa. Se non altro aveva avuto in cambio un bacio da Sebastian Smythe. Poco non era.

"Eccovi qui. Noi andiamo in discoteca. Vieni anche tu, Angel?" A un tratto Hunter irruppe sul terrazzo facendo quasi saltare in aria Sebastian.

"Io ci sto " disse subito Angel e sparì di nuovo dentro senza nemmeno voltarsi a vedere se Sebastian lo seguiva.

"E chi viene in questa discoteca?" chiese allora lui cercando di essere il più distaccato possibile. Con Hunter però era inutile e avrebbe dovuto saperlo. L'amico infatti gli rispose subito: "Lui non viene, tranquillo. L'ho spedito a chiedere non so che drink alle chalet girl e quando tornerà in salone vedrà che siamo tutti già usciti. "

"Questo è... perfetto. Sì beh, anche se adesso mi pare una stronzata bella e buona" sussurrò Sebastian appoggiandosi di nuovo alla ringhiera e tirando due boccate dalla sigaretta che aveva acceso.

"Non mi fermo neanche a dirti quanto sei patetico da 1 a 10 in questo momento, Sebastian. Vai a parlarci e basta."

"No. Forse dovrei venire con voi e lasciar perdere."

"Oh scusami. Errore mio. Sembrava che ti stessi dando un consiglio quando invece te le stavo ordinando. Vai a parlare con Harwood perché io non ti reggo più, un’altra settimana di piani sballati snocciolati nel cuori della notte, quando IO voglio dormire, e giuro che ti faccio male, Smythe. E parecchio."

"E' il mio compleanno, Hunter. Dovresti essere più gentile con me."

"E io ti sto dicendo come renderlo grandioso. Quindi piantala di fare il duro della situazione. Quello è un ruolo che è passato nelle mie mani automaticamente quando sono arrivato in città. Vai là dentro e stupisci Harwood. Ti terrò lontani gli altri per almeno tre ore come nei patti. Fai un buon lavoro."
E detto questo Hunter rientrò senza attendere la risposta di Sebastian, dopo aver  regalato all'amico un occhiolino complice.

Stupire Thad?
Significava fare cose che non aveva mai fatto. E soprattutto significava ammettere che aveva paura di perderlo e questo gli avrebbe dato potere e Sebastian non era pronto.

Perché innamorarsi tutto sommato era stato facile anche per Sebastian Smythe. Ma un amore che duri una vita è quasi un miracolo e forse non sarebbe stato il miracolo di Thad e Sebastian.
Sebastian nemmeno sapeva se lo voleva davvero un amore così.
Sapeva solo che voleva Thad. Anche se aveva paura di perderlo per sempre. E più si avvicinava quel momento più lui diventava stupido. Sabotava se stesso e la sua felicità.
 Ma Thad? Thad era ciò che di più bello gli fosse capitato e meritava che lui ci provasse almeno.

Forse Angel e Hunter avevano ragione.
Forse era giunta l'ora di scoprirlo.



                                                                                                                           *****



Se c'era una cosa che Thad detestava, questa era sciare. Si sentiva un perfetto idiota con gli sci ai piedi.
Lui preferiva lo snowboard ed era anche bravo con quello. Beh molto più che bravo a dirla tutta.

Scendeva con maestria dalle piste anche più complesse come se fosse un tutt'uno con la tavola. E soprattutto si lasciava indietro gli altri. Nick e Jeff che non facevano altro che amoreggiare. Wes che quando c'era la sua ragazza era praticamente irriconoscibile e diventava quasi un orsetto di peluche. Hunter che non faceva altro che farsi bello davanti alle ragazze. Sebastian che di sicuro avrebbe giocato a fare l'istruttore di Angel.

Scendere a rotta di collo da quelle piste gli avrebbe permesso di lasciarsi tutto questo indietro e soprattutto gli avrebbe consentito di schiarirsi la mente lontano dalla risatine stupide di quel francese del cavolo.

Ok, non sopportava molto la presenza di Angel.
Se accidentalmente il giorno dopo, sulla pista,  lo avesse investito con la tavola magari fratturandogli uno o due ossa non sarebbe stato proprio un reato, no?

Oh al diavolo!!!
Forse doveva semplicemente ammettere con se stesso di aver fallito con Sebastian.
Un ragazzo che non era fatto per amare evidentemente restava tale.

Trattenendo a stento un sorriso ironico, Thad voltò la testa e tornò a fissare fuori dalla finestra di camera sua  le montagne innevate che si facevano a mano a mano più bianche.
Alla fine la neve era arrivata.

Si era rifugiato lì dopo aver chiesto i drink per Hunter e aver visto che tutti erano spariti una volta tornato nel salone.
Per cui in teoria  Thad era solo adesso.
E la cosa non gli piaceva per nulla. Ma andare in discoteca ad assistere a nuovi approcci di Sebastian e Angel ... no grazie. Non ci pensava proprio.

Thad guardò di nuovo il piccolo pacchetto che teneva nella sacca da viaggio sopra tutti i vestiti. Era il regalo per Sebastian e lo aveva scelto mesi prima dell'evento. Ora anche se se lo era portato dietro non sapeva se glielo avrebbe dato. Ne dubitava. Si sarebbe reso solo più ridicolo ed era stanco anche di quello.
Era stanco di tutto onestamente.

E la parte più dura era... lasciare andare.
Ma sua madre glielo diceva sempre: "Se non metti te stesso al primo posto ogni tanto e non insegui un tuo sogno un giorno ti sveglierai rimpiangendo ogni cosa fatta e ciò che potevi essere e non sei."
E Thad rimpianti non ne voleva.

Era stato per questo che non aveva rinunciato al suo sogno di andare a New York una volta finita la Dalton. Arte. Era questo che voleva studiare. Quello era il suo sogno e lui voleva portarlo avanti.
Anche se doveva lasciare Sebastian per un anno e questo per un po' lo aveva fatto tentennare nella sua decisione.

E adesso si sentiva solo un idiota colossale. Sebastian probabilmente in quel momento era in una pista a dimenarsi appiccicato a Angel, e lui se ne stava lì a guardare un cortile sporco fuori da una finestra troppo piccola.
Patetico.

Sbuffando Thad  uscì dalla stanza. Non sarebbe rimasto lì tutta la sera a piangersi addosso. Poteva tornare in salotto e guardare un film. Oppure poteva prepararsi una bella cioccolata calda, mettersi davanti al caminetto a leggere un libro. O meglio ancora poteva andare fuori a cercare dei ragni per infilarli nel letto di Sebastian. Lui detestava i ragni e quando fosse tornato in camera sua con Angel per farselo avrebbe avuto una brutta sorpresa. Per sicurezza poteva metterne anche nel letto di Angel .
Dio, questo era ancora più patetico, pensò Thad infastidito da se stesso.

Quando giunse nel salone fu accolto dal silenzio più totale. Erano davvero andati tutti via e lui aveva a disposizione un intero chalet.
Thad si  sentì solo in quel momento. Nel senso stretto del termine.

A un tratto sentì un rumore provenire dalla piccola stanza adibita a sala da pranzo per cui si diresse da quella parte. Se ci fosse stata una delle chalet girl le avrebbe chiesto di preparargli un po' di cioccolata calda. Lui era davvero impedito nel farlo.

Quando aprì la porta però quello che si trovò davanti fu qualcosa che non si sarebbe aspettato. La tavola era imbandita con piatti per due e  c'erano candele accese ovunque.
L'atmosfera era romantica e molto dolce.
Forse Wes stava preparando una cenetta romantica per la sua ragazza. Magari loro non erano andati con gli altri e Thad adesso si stava intromettendo nella cosa più romantica che avesse mai visto.

Facendo un passo indietro Thad si voltò con tutta l'intenzione di uscire dalla sala ma si trovò davanti una scena ancora più strana e improbabile.
Sebastian che teneva in bilico quello che aveva tutta l'aria di essere una bella teglia di pollo ai funghi. Il piatto preferito di Thad.

"Beh... così va a farsi benedire la mia sorpresa per te" disse Sebastian.
 Aveva un’espressione preoccupata e Thad non sapeva se essere più felice delle parole che gli aveva rivolto, o ansioso per lo stato in cui sembrava trovarsi.

"E' tutto ancora una sorpresa per me, a dire il vero" scelse di dire alla fine perché non aveva ben capito cosa adesso intendesse  l'altro. Stava preparando una sorpresa per lui? E per cosa?

"Ok. Allora forse tu dovresti sederti e io dovrei lasciare questa teglia perché comincia a bruciarmi le mani. Poi ti spiego.""

"Oh certo" bofonchiò Thad facendosi da parte di modo che Sebastian potesse passare e poggiare la teglia sulla tavola.

"Questo è imbarazzante" disse poi Sebastian voltandosi di nuovo verso di lui.

"Tra i due credo di essere io quello con la faccia da pesce lesso in questo momento, per cui sono piuttosto certo di essere anche quello che appare più stupido adesso."

Sebastian gli sorrise. Uno di quei rari sorrisi incerti che Smythe faceva solo quando qualcosa lo preoccupava e non sapeva come affrontarlo. Una cosa rara ma tutto sommato stupenda da vedere sul suo volto.
"Ok, vado con... la presentazione semplice. Questa sorpresa è per te, Thad" disse poi allargando le braccia ad abbracciare tutta la sala e Thad rimase quasi sconvolto da quelle parole.

"Ti sei fatto di nuovo? E' il tuo compleanno Sebastian, non il mio."

"E' solo un qualcosa che dovevo fare per il mio amico, Harwood."
Amico. Definizione insufficiente per come la vedeva Thad.
Per cosa era quella sorpresa? Un modo carino per scaricarlo e per dirgli è finita tra noi?

"Non siamo neanche amici a dire il vero" scelse di dire Thad alla fine perché non aveva ben capito cosa adesso intendesse fare l'altro. Parlare o discutere come al solito?

"A me piace pensare di sì. Mi piace pensare che tu sia il mio miglior amico, Harwood."

E quello era un colpo basso bello e buono. Ci si comporta così con il proprio miglior amico? pensò acido Thad che sbuffando si fece avanti per raggiungere la cucina - che si trovava propria sulla destra della sala da pranzo- fino ad arrivare ad armeggiare con la dispensa. Voleva una cioccolata e si sarebbe fatto una cioccolata. Dopo sarebbe tornato in camera sua e fanculo anche a Smythe e alle sue cene a sorpresa.

"Thad per favore parlami..." uggiolò Sebastian dietro di lui e forse fu il tono supplichevole della sua voce o forse il fatto che alla fine si era deciso a parlare con lui senza preavviso come se fosse un suo diritto farlo nonostante quello che gli aveva fatto passare in quei giorni, ma Thad non ci stava. E si scaldò subito.
"Sai una cosa, Sebastian? Ho creduto  a lungo che potesse esserci di più ma a quanto pare non ha funzionato se siamo a questo punto per cui..."

"A quale punto? Thad, questa cena è per te. Ho fatto andare tutti via per poter passare un po' di ore con te e dirti alcune cose. "

"Hmm…e scommetto che il tempo passato con Angel era solo una prova delle cose che poi avresti fatto con me" sussurrò Thad che continuava ad aprire credenze su credenze in cerca della cioccolata senza trovarla e tutto per non guardare l'altro in viso. Sebastian si fece avanti e senza dire una parola aprì uno degli sportelli in  basso e quando Thad ci guardò dentro vide che lì c'erano tutti i generi alimentari che lui adorava. Caramelle gommose, cioccolato al latte, the verde.

Guardò stranito Sebastian allora. Lui non aveva ordinato quelle cose quando aveva parlato con le chalet girl al telefono e aveva chiesto loro di procurarsi liquori e affini per la festa di Sebastian.
Era stato Sebastian a dire di procurare anche quelle cose allora? Per lui?

"Non è successo nulla con Angel" riprese a dire Sebastian e finalmente Thad si voltò a guardarlo. "Ci siamo baciati e lui mi ha toccato un po' il culo ma non è successo altro. E in quel caso lui mi aveva del tutto frainteso."

"Oddio..." sussurrò quasi schifato Thad gettando la bustina di cioccolato sul tavolo e chiudendo gli occhi. Gli dava fisicamente fastidio sapere che qualcuno aveva toccato il suo Sebastian. Sapere poi che questo qualcuno lo aveva anche baciato lo faceva sentire ferito anche.

"Se ti dà così fastidio allora ci tieni ancora un po' a me" sussurrò Sebastian, e a quel punto Thad lo avrebbe volentieri strozzato con le sue mani.
"Tenerci un po' a te? Io ti amo, idiota" urlò allora Thad,  e tutto all'improvviso si fermò.

Non era la prima volta che Thad diceva ti amo a  Sebastian. Ma di solito lo faceva a bassa voce, quando solo lui poteva udire, nel dormiveglia prima di abbandonarsi ai sogni, quando   sapeva che l'altro già dormiva dopo averlo amato.
Era la prima volta però che trovava il coraggio di far uscire quelle parole libere nell'aria.

E non si era spezzato come aveva sempre creduto che avrebbe fatto. Ma si era sentito libero e forte. E l'altro non era scappato come Thad era praticamente certo che sarebbe stato. Ma anzi se ne stava lì a guardarlo fisso, un sorriso bellissimo sul volto e lacrime che bagnavano i suoi occhi.

Un attimo: Sebastian Smythe stava davvero piangendo?
Impossibile.

"Io..." iniziò poi a dire Sebastian e per un attimo il cuore di Thad si fermò.
Neanche lui aveva mai detto ti amo. Non usando queste parole se non altro. E in fondo Thad non se ne stupiva. Sebastian Smyhte era tante cose, ma uno che diceva ti amo proprio no.
Eppure per un attimo aveva sperato che la sua sorpresa sarebbe stata quella. Quelle due semplici paroline così importanti quando dette con il cuore.
Ma Sebastian sembrava non esserne in grado.

"Hai fatto il cretino con un altro per tutta la sera" precisò Thad allora solo per cambiare discorso e non perdere del tutto quell'attimo così magico.

"Mi piace vederti geloso"sussurrò semplicemente Sebastian liquidando la cosa, il suo continuo flirtare con Angel,  come se non avesse alcuna importanza.

"Non fare il Sebastian, Sebastian" uggiolò divertito Thad e anche l'altro si fece scappare una lieve risatina.

"Dicono che il più delle volte l'amore non ha bisogno di parole" tentò ancora Sebastian e Thad tornò di nuovo a prestargli tutta la sua attenzione."Sarebbe una bella fortuna perché io con le parole non sono mai stato bravo. Ma in verità credo che ci siano cose che vadano dette e non solo dimostrate, eccome! Per cui avevo preparato questa cena per dirti che vorrei continuare la relazione con te anche quando sarai a New York e che vorrei renderla pubblica. In pratica questo passo è anche superfluo. Io l'ho già detto praticamente a tutti. E quelli a cui non l'ho detto se ne sono resi conto da soli.  Credo che solo Brandon, che vive su Marte, non abbia capito nulla, ma lui non conta. E il punto è che... quando sono con te ho voglia di essere una persona migliore. Ho voglia di viaggiare. Di vedere e fare cose che non avrei mai pensato di voler vedere e fare, e tutte quante con te. Ho voglia di ... rischiare, Thad. E io non sono un tipo che rischia, lo sai. Ma tu ne vali la pena. Per cui credo che... e adesso perché piangi? Ho detto qualche cavolata?" chiese allarmato Sebastian vedendo le lacrime rigare le guance di Thad.

"No, stupido. Trovo solo perfetto quello che hai detto" ansimò Thad cercando di trattenere le lacrime il più possibile.

"Sì beh... Purtroppo ho un piccolo vizio che non riesco proprio a togliermi e che mi rende meno che perfetto."

"Il ciuffo che ancora non ricresce?" provò a scherzare Thad solo per riuscire ad avere un attimo per ricomporsi  e tornare ad essere un giovane uomo, e non più una ragazzina piangente piena di sentimenti.

"Sono innamorato perso di te" disse però Sebastian. E tutto cambiò di nuovo.
Thad rimase un attimo interdetto. Ma solo un attimo.

Il cuore non conosce la differenza tra la rabbia e l'euforia, tra il panico e il dubbio, tra l'inizio e la fine. Il cuore ti dice semplicemente chi devi amare. A volte lo ignori. Questa è la cosa più incomprensibile che ti obblighi a fare. Ma altre volte gli dai retta. Perché capisci che due persone possono essere davvero destinate a stare insieme. Fatte l'uno per l'altra. Anime gemelle. E quando il tuo cuore ti dice di amare, allora ami.

Semplicemente non c'è altra scelta.*

Neanche Thad ne aveva una.
Con uno slancio prese la rincorsa e finì dritto nelle braccia del suo Sebastian.




Più tardi mentre abbracciati sul tetto osservavano le stelle in cielo, Sebastian sentì qualcosa di pesante che veniva messo al suo polso e abbassando lo sguardo vide che Thad gli stava infilando un braccialetto.
Era d'argento, una semplice placca sulla quale c'era scritta una sola parola.

Sebastian alzò la mano per portarla più vicino agli occhi e osservare quel piccolo dono di Thad. Lo accarezzò piano e un piacevole calore esplose nel suo cuore.
Era per pensieri come quello che lo aveva scelto. Cose che nemmeno sapeva essere importanti per lui fino  a che Thad non gliele donava.

"E' il mio regalo per te. Hai 18 anni ufficialmente da... 24 secondi. Buon compleanno, amore" gli disse Thad guardando il suo orologio e poi si allungò per depositare un dolce bacio sulle sua labbra.

Sebastian non sapeva cosa sarebbe stato di loro una volta che quell'anno scolastico fosse finito e la distanza vera si fosse messa tra loro. Però adesso sapeva che voleva lottare per quello che avevano lui e Thad.

E Thad non conosceva il futuro che aspettava lui e Sebastian ma sapeva che avrebbe fatto di tutto per averne uno insieme.
Ed era bastato un ti amo per trovare il coraggio di rischiare.

Nessuno di noi dà mai valore alle parole che usa, ci avete fatto caso? E' raro che ciò succeda. Parole che feriscono. Parole che ti concedono il perdono. Parole che fanno innamorare di te qualcuno più di quanto riesca la tua faccia, a volte. Le parole contano. Saperle usare è un dono che non si impara a scuola. E saper trovare quelle giuste beh.....può portarti molto. L'amore, il perdono, il raggiungimento di un obiettivo.

Ma ci vuole coraggio però, a usare le parole giuste e non solo quelle che convengono.
A incidere un "per sempre" su un braccialetto d'argento, credendoci davvero.
A dire ti amo e rischiare se stessi.

Se sei fortunato trovi ciò che cercavi da una vita.
Come Thad e Sebastian.
Come un ragazzo che ne ama un altro.





                                                                                                                  _ FINE_





* Questa frase viene da Pieces, la mia raccolta di Missing moment da Cuore che si sente un po' sola. Se vi va di leggerla la trovate qui- http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1733012&i=1
Non ho molto da dire su questa os. Nasce senza pretese solo per raccontare uno spaccato di vita thadastian e chissà che alla fine non ne faccia una raccolta anche per loro. Spero che comunque vi sia piaciuta.
Intanto vi lascio il mio tumblr-http://faithope24.tumblr.com/
il mio blog appena aperto dove caricherò anche os troppo hot per efp.- http://myladybay24.blogspot.it/
 e la mia pagina -https://www.facebook.com/Bay24Efp
E alla prossima.
baci Bay24
  
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