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Autore: Frank Ottobre    14/10/2013    2 recensioni
Sempre lo stesso incubo, sempre lo stesso sapore.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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                                                                                                         Capitolo 9
 
Di colpo l’agente Sullivan si svegliò, quasi cadendo dalla sedia, mentre l’agente Turner lentamente si alzò e si incamminò verso la porta.
<< Chi è? >> chiese mentre teneva in mano la pistola.
Ci furono pochi secondi di silenzio, poi…
<< Andiamo David, apri questa dannata porta. >>
Riconobbi la voce.
L’agente Turner aprì la porta.
<< Commissario! Qual buon vento? >> disse, allentando la tensione degli ultimi minuti.
Il commissario si tolse il cappello e appese il cappotto sull’attaccapanni, poi rispose.
<< Purtroppo non porto buone notizie… >> disse sbuffando.
<< Cos’è successo? >> domandò l’agente Turner.
<< L’ha fatto ancora… ha ucciso. >>
<< Mio Dio, chi è la vittima? >>
<< Elisabeth Jones, diciassette anni, l’hanno trovata poche ore fa… a casa tua, Darren >>
Non ebbi la forza di aprire bocca per dire qualcosa, ma c’era davvero poco da dire e da fare.
Rimasero tutti in silenzio, guardandomi, provando dispiacere, ma non provando il dolore che stavo provando io in quel momento.
Liz, la mia migliore amica, morta, ed era colpa mia. Completamente estraniato mi catapultai nel passato, rivivendo gli ultimi attimi passati con lei.
 
<< Ti va bene si ci vediamo anche domani? >>
<< Ehm, si, perché no? >>
<< Bene, allora a domani, ciao James >>
<< Ciao Liz >>
 
<< Ciao Liz >> sussurrai.
Quello… era stato il mio ultimo saluto, quello era stato l’ultimo istante passato con lei, tutto quello non ci sarebbe più stato, mai più, perché lei, lei era morta.
Ritornai sulla Terra.
<< Tutto bene Darren? >> chiese il commissario.
Non risposi e restai li in piedi davanti a tutti. Al contrario di quello che forse stavano pensando, sprizzavo rabbia, indescrivibile, mai provata prima d’ora, ma non versai altre lacrime e non volevo versarne altre ancora. Il tempo di piangere per i morti era finito, volevo solo una cosa, vendetta.
<< Darren? >> chiese l’agente Turner, avvicinandosi lentamente verso di me.
<< La conoscevi? >>
Fermai i miei pensieri…
<< Si, la conoscevo, era mia amica >>
<< Mi dispiace davvero molto ragazzo >> rispose l’agente appoggiandomi le mani sulle spalle.
<< Senti David, andiamo fuori a parlare a quattr’occhi un secondo… >> si intromise il commissario.
L’agente rimase ancora un attimo davanti a me, poi si alzò e uscì in compagnia del commissario e dell’agente Sullivan, che era sempre stato zitto.
Mentre erano fuori, sentii scendere dalle scale qualcuno. Mi girai e vidi zia Amy.
<< Cos’è successo? >> chiese, ancora assonnata.
Pensando alla risposta che avrei dovuto dare, venni investito di nuovo dal dolore, così non dissi niente, ma il mio sguardo diceva tutto, invece.
Zia Amy capì che era qualcosa di serio e sentì delle voci fuori in giardino, così riabbottonò la camicia ed uscì, chiudendo la porta.
Confuso e addolorato, mi incamminai verso la stanza che poche ore prima aveva accolto il mio pianto. Mi stesi sul letto e guardai fuori dalla finestra; il cielo era diventato grigio ed erano comparse delle nuvole che non promettevano niente buono.
Di colpo cominciò a piovere e sentii entrare tutti quanti in casa.
La pioggia mi dava sollievo e mi tranquillizzava.
All’improvviso sentii il dolce richiamo del sonno e  lentamente chiudendo gli occhi vidi per un istante il suo viso angelico e quegli occhi verdi che non avrei più rivisto…
<< Liz… >> dissi con un filo di voce. 
  
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