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Autore: Roses Black    14/10/2013    1 recensioni
[...]Non riuscivo a guardarlo, non potevo, guardarlo. Serrai gli occhi, impaurita da lui, dalle sue mani grandi che mi toccavano, con lussuria, mentre la nausea saliva. Deglutii e sussultai, sgranando gli occhi, tremando, poi mi strinse. «Amore.» Mi chiamò, con voce dolce. Aprii gli occhi, lentamente, con la bocca impastata dal sonno «Cosa...che c'è?» chiesi, lentamente. Mi sorrise, con dolcezza, poi mi accarezzò[...]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jake Puckerman, Kitty Wilde
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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AVVERTENZE NON DESCRITTE: Visto che nessuno, credo, sappia fare i personaggi UGUALI al telefilm, per sicurezza (Visto che neanche io ne sono in grado) mento che è una OOC. Spero sua di vostro gradimento.

 

"Past, Present, and...You."


Secco e deciso, violento e carnale. Squartava la mia carne e lo sentivo soffocarmi per colpa della sua mano contro alla mia gola. Deglutii, con fatica, mentre chiudevo gli occhi, impaurita, terrorizzata. Gemetti, mente un ennesimo ringhio di lui mi fece salire il conato. Altro ringhio, altra spinta, poi arrivò la fine di quella tortura, ma, a dire il vero, era solo l'inizio di un lungo periodo di dolore. Uscii da me con violenza, girandomi, mettendomi supina, mentre mi guardava, scrutava. Non riuscivo a guardarlo, non potevo, guardarlo. Serrai gli occhi, impaurita da lui, dalle sue mani grandi che mi toccavano, con lussuria, mentre la nausea saliva. Deglutii e sussultai, sgranando gli occhi, tremando, poi mi strinse. «Amore.» Mi chiamò, con voce dolce. Aprii gli occhi, lentamente, con la bocca impastata dal sonno «Cosa...che c'è?» chiesi, lentamente. Mi sorrise, con dolcezza, poi mi accarezzò. Quel sogno era ricorrente, anche se, effettivamente, non era un sogno «Amore, a me chiedi cosa c'è?» fece, ridacchiando. Sorrisi e accarezzai la sua barba, corta e ispida, lentamente, poi mi leccai le labbra «Come mai ti lamentavi?» «Niente.» feci, in mia risposta, lenta e misurata. Aggrottò le sopracciglia, poi si avvicinò, baciandomi le labbra, con dolcezza, in modo vellutato, come solo lui poteva. Sorrisi, posando il mio capo sul suo petto nudo, accarezzandogli il bicipite, con lentezza, poi accarezzai il suo petto, sentendo quel dolce suono che emetteva la mia mano contro la sua pelle. Lui mi strinse dolcemente, e io mi sentii protetta, amata. La luce era fioca e rifletteva sui nostri corpi nudi, coperti da un semplice lenzuolo bianco. Dolce, quella luce, si rispecchiava nei suoi occhi scuri, scuri come il caffè, dolci come il cioccolato, caldi come il fuoco. Mi accarezzò i capelli, lentamente, e io sorrisi «Qualsiasi cosa succeda, non sei sola, lo sai?» Annuii. Lo guardai poi mi sporsi, baciandogli il mento. «Ci sarai tu a proteggermi?» «Forse» fece, poi ridacchiò e io sorrisi, stringendomi a lui, più forte. A volte la vita era un po' ingiusta. Nascevi con il dito puntato contro da chissà chi, poi cresci. Principi, ideali, carattere e idee affiorano, poi riesci a camminare, parlare, toccare, guardare. Quando poi sei nel periodo della vita più importante, doveva succedere sempre qualcosa che non ti aspetti. Nel mio caso, un ragazzo che abusa del mio corpo, una sensazione che non puoi spiegarla, ma ti senti vuota. Qualcuno che usa il tuo corpo, facendoti male, mentre lui ansima, ringhia un piacere che tu non senti. Quella era, forse, la cosa più disgustosa che potesse esistere. Sentirsi usata e poi vuota. Non si parla di rubare, ma di uccidere, senza rimanere traccia di un colpevole. Poi, arrivava lui, un ragazzo che ti fa sorridere solo sorridendo. Ridacchiai, scuotendo il capo «Va via dalla mia vita e potrei perseguitarti per quello che ti rimane.» feci, ridacchiando «Allora no, non andrò via.» anche se stavamo giocando, un sospiro uscii fuori dalle mie labbra. Deglutii e le leccai, poi mi strinsi a lui. In poche mosse, tutto poteva essere perfetto. In due braccia, in un abbraccio e tutto era impeccabile. E solo in quel momento, mi resi conto che, anche se l'uomo che mi rubò me stessa anni fa mi aveva ucciso, lui mi stava ridando la vita, ogni secondo di più, e gli dovevo tanto. 
Accarezzò me, poi il mio addome gonfio e sorrise «Oggi niente voglie?» disse. Ridacchiai e mi sporsi «Una sola.» sussurrai, poi lo baciai, dolcemente, sentendomi libera di vivere una vita nuova e normale, con un uomo normale, in un ambito meravigliosamente eccezionale.










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Personaggi: Jake Puckerman & Kitty Wilde.

 

   
 
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