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Autore: BigEyes    14/10/2013    1 recensioni
"Just a letter"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei era morta.
O no? Aveva parlato di teorie di cospirazione, di Dio. Parlava tanto di Dio.
 
Era con Dio, felice, beata. O no?
La assillavano i dubbi.
 
Era sparita. Così. All’improvviso. In un battito di ciglia.  Aveva le idee strane, quasi come Matt.
Ma lei era una roccia, la sua roccia. Le faceva ritornare la fede.
 
E a lei? A lei rimaneva solo quel foglio. Lo avevano scritto insieme.
 
Era una missione. Ci sognavano, fantasticavano su quel giorno in cui Matt l’avrebbe ricevuta. Ci avevano provato ad un concerto, su twitter…
 
Aveva fede. Diceva che Matt l’avrebbe ricevuta, l’avrebbe letta.
Quella lettera che solo loro due conoscevano, e di cui sapevano il contenuto ed il significato.
 
“Il migliore devi essere il migliore, devi cambiare il mondo, il tuo tempo è ora…”
 
E stritolava quel foglio, quella lettera, mentre le lacrime le rigavano il viso. Ma era arrabbiata con lei.
Lei che non si definiva una Muser, ma solo una ‘fan’. Non amava le etichette.
 Amava tanto i Muse, la loro musica e ciò che le ispirava.
Conosceva bene Matt, come se l’avesse incontrato. Quella lettera era perfetta per lui, e forse lo avrebbe cambiato.
Ma lei lo aveva incontrato, nei sogni.
 
“PERCHE’?!”
 Urlò gettando quel foglio verso la finestra con un urlo straziante, bevendo le lacrime.
“MI HAI LASCIATA SOLA!”
 
Non sapeva cosa fare. Riprese quel foglio. Doveva fare qualcosa. I ricordi di quella ragazza dagli occhi grandi e la sua “missione” le assillavano i pensieri.
 
Prese il cellulare. Si gettò sul letto a pancia in giù. Partì Butterflies&Hurricanes.
 
“No! No! No!” si tolse le cuffie. Si sedette sul letto e mentre la voce di Matt la incitava a cambiare il mondo, le venne l’idea.
 
“Il migliore devi essere il migliore, devi cambiare il mondo, il tuo tempo è ora…”
 
 
 
 
Era passato un anno dalla sua scomparsa. Aveva raccolto tutti i musers che erano entrati in contatto con lei, che la ricordavano. Decisero di fare ricerche, di trovare l’indirizzo di Matt.
L’avrebbe ricevuta quella lettera. A tutti i costi.
 
“Insieme siamo invincibili” scriveva nel gruppo di face book intitolato ‘Musers for One Letter.”
 
Arrivò. Quel giorno arrivò. I Muse avevano deciso di incidere di nuovo a Como.
‘Il tempo di Dio è un tempo perfetto’  Lo diceva sempre. E anche lei ci credeva, adesso.
 
 
Era di fronte al cancello della Villa.
C’era un silenzio assordante.
Erano le 5 del mattino di un ottobre gelido.
 
“La luce di un nuovo giorno inaugurerà la nostra vittoria” pensò fra sé.
 
Ed iniziarono. Iniziarono a cantare Butterflies&Hurricanes.
 
Non rispondeva nessuno. Sembrava tutto inutile. I Musers avevano iniziato a spazientirsi.
L’alba era passata, da molte ore.
 
Si stava arrendendo.
Ma era lì. Davanti al cancello della villa di Matt Bellamy. Non poteva arrendersi proprio in quel momento.
 
E mentre tutti stavano iniziando ad andare a mangiare qualcosa, lei rimase lì.
 
Si sentì sola, prese dalla tracolla la lettera. La guardò. Una lacrima di rabbia le solcò il viso.
 
Iniziò ad urlare il nome di Matt, scosse il cancello con tutta la forza in corpo. Non poteva finire lì !
 
Vide una figura oltre il fogliame, non sembrava Matt, anzi. Era un omone. Un uomo alto e muscoloso.
Le disse qualche cosa in inglese, lei capì che doveva andarsene. Ma non poteva.
Urlò ancora di più.
Pianse, pianse tanto. La guardia aprì il cancello.
 
Lei si buttò in ginocchio con lo sguardo perso nel vuoto, fissando quella lettera. “E’ finita.”
 
Vide due scarpe nere, non le enormi Converse nere di quel tipo.
Le gambe magre.
 
Si sentì sprofondare. Non poteva essere lui.
“Ehy.. y..ou..…What what what are you doing? ”
 
Sentì il suo accento. Il balbettare riconoscibilissimo. Quella ‘r’.
 
Alzò lo sguardo, gli occhi azzurri di Bellamy la sovrastavano incuriosito.
Lei, tremando, gli porse la lettera.
Balbettò qualcosa, forse un ‘ For you’.
 
Lui la prese. Parlò così velocemente che riuscì a capire un ‘ thank you’ e qualcosa sullo stare attenta la prossima volta. Le fece un sorriso.
 
Lei non si mosse. Non disse altro. Non ci credeva.
La lettera era nelle mani d Matt.
 
Alzò lo sguardo al cielo, lei ringraziò Dio.
 Lo alzò anche Matt e colto dalla luce accecante del sole, riabbassò lo sguardo verso quella strana fan, forse pensando che la ragazza avesse visto qualcosa. Probabilmente era stato affascinato dalla combattività di quella ragazzina dai capelli scuri. Aveva sempre amato le cose strane.
 
Avrebbe letto quella lettera appena entrato in casa. Con passi insicuri entrò in casa rivolgendole un ultimo sguardo.
Dom e Chris lo raggiunsero non appena ebbero sentito la porta chiudersi.
Gli chiesero subito cosa fosse successo e cosa fosse stato quel trambusto.
Lui guardò la lettera da un lato e dall’altro, passando una mano tra  capelli, e facendo spallucce rispose: “Just a letter.”
  
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