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Autore: telesette    14/10/2013    4 recensioni
Videl era furiosa, ma anche Gohan non era certo da meno.
Una parola tira l'altra, una volta realizzato che Pan era sgattaiolata non vista a bordo dell'astronave, Videl aveva iniziato a scaricare addosso a Gohan tutta la responsabilità dell'accaduto e questo aveva spinto il placido accademico sulla difensiva. Fortuna che adesso Pan si trovava nello spazio, con Trunks e nonno Goku ( la distanza giusta per non sentire la baruffa genitoriale! ), perché stavolta Son Gohan e consorte ne avevano di che insultarsi per un bel po'...
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le Fanfiction di Jamina'
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JAMINA, ovvero l'autrice di questa serie di fanfic su Dragon Ball - 'Le Fanfiction di Jamina' - è tornata in Albania nell'estate del 2012. Prima di partire mi ha lasciato almeno una cinquantina ( se non di più ) di bozze e appunti cartacei, con la promessa che le avrei caricate qui a nome suo.

In Fede

DAVID BIZZARRI

 

Tra moglie e marito...
no, tranquilli, non c'è pericolo!
( immagini tratte da internet )

 

Videl era furiosa, ma anche Gohan non era certo da meno.
Una parola tira l'altra, una volta realizzato che Pan era sgattaiolata non vista a bordo dell'astronave, Videl aveva iniziato a scaricare addosso a Gohan tutta la responsabilità dell'accaduto e questo aveva spinto il placido accademico sulla difensiva. Fortuna che adesso Pan si trovava nello spazio, con Trunks e nonno Goku ( la distanza giusta per non sentire la baruffa genitoriale! ), perché stavolta Son Gohan e consorte ne avevano di che insultarsi per un bel po'.

- Allora - fece Videl, fissando il marito con rabbia. - Cos'hai da dire a tua discolpa?
- Potrei farti la stessa domanda - rispose Gohan a tono. - Pan è anche tua figlia, fino a prova contraria...
- Eh no, bello mio, troppo comodo - ribatté l'altra, sollevandogli contro l'indice minacciosa. - Non ti azzardare a dire che non sono capace di fare la madre!
- Per permetterti di rinfacciarmi che non sono un buon padre? Scordatelo!

Scambiandosi occhiate gelide l'un l'altra, sia Gohan che Videl non volevano ammettere neppure un briciolo di responsabilità reciproca. Troppo sconvolti, e troppo ottusi, per rendersi conto che non si trattava affatto di stabilire di CHI fosse o meno la colpa. Tuttavia, in quel momento, il pensiero e la preoccupazione per Pan erano offuscati da un'incontenibile rabbia che andava ad incanalarsi in uno dei più comuni mezzi di sfogo degli esseri umani, nonché il più inutile... lo "scaricabarile", appunto.

- Ti comporti peggio di una donnetta isterica - fece Gohan, fissando Videl attraverso le spesse lenti degli occhiali.
- Chi sarebbe un'isterica ?!?
- Vedi altre isteriche in giro, per caso?
- Grrr, non so chi mi trattenga dal...
- Nemmeno io, se è per questo!

La discussione stava assumendo una piega veramente brutta.
Solitamente i due andavano d'amore e d'accordo ma, si sa, "amore & ansietà" non sempre vanno di pari passo col cervello. Quando si è preda della collera, indipendentemente dal motivo, si arriva a fare o dire cose di ogni genere: cose spiacevoli, delle quali è possibile pentirsi in un secondo momento, e più se ne dicono più sorge spontaneo rincarare la dose.

- Basta così - scattò ad un tratto Videl. - Esci immediatamente da questa casa!
- Ti ricordo che questa è casa mia!
- D'accordo, allora me ne vado io!

Ormai fuori di sé, Videl abbandonò il salotto e si diresse in camera da letto per preparare la valigia.
In circostanze normali, Gohan si sarebbe certo prodigato nel chiederle scusa. Avrebbe valutato la questione più lucidamente, senza cedere così ai propri nervi, ma era talmente arrabbiato che i suoi capelli sprigionavano scariche di un colore blu elettrico e scintille dorate. Per fortuna fu abbastanza accorto da contenersi, onde evitare di distruggere la casa con l'aura da Super Sayan, ma anche così era troppo orgoglioso per ingoiare le dure parole che Videl aveva inteso rovesciargli addosso.

- Massì, vattene - urlò contro la porta che Videl si era appena chiusa dietro. - Torna pure da quel buffone di tuo padre e trovati un altro fesso, visto che io non ti vado più a genio, e soprattutto vai al diavolo... Andate tutti quanti al diavolo!

Nessuna risposta.
Gohan si ritrovò ad imprecare da solo, sprigionando un'aura di collera talmente intensa da sbriciolare i mobili e i soprammobili, e alla fine decise di rintanarsi nello studio. Qui si sedette alla sua scrivania, scostando via libri e fascicoli di ricerche con una manata, per poi inveìre tra sé contro tutto e tutti.
Non era mai arrivato a discutere così violentemente con Videl, mai.
Certo, come tutte le coppie sposate, anche loro avevano avuto ogni genere di discussione. Le parole pesanti sovente erano volate tra loro, allo stesso modo di quelle dolci e tenere, ma non al punto da fare dimenticare loro di essere innamorati l'uno dell'altra. Si erano sposati giovanissimi, ed erano ancora relativamente molto giovani, perciò si dicevano disposti ad affrontare e superare insieme anche i momenti più difficili del loro rapporto.
Ma era passato del tempo.

Lo sguardo di Gohan cadde istintivamente sulla fotografia del loro matrimonio.
Videl era raggiante e luminosa, bellissima nel bianco abito nuziale, così come lui era felicissimo di unire la propria vita alla sua. All'inizio era anche piuttosto terrorizzato dall'idea di ripetere gli stessi errori paterni: Son Goku non era mai stato un granché come marito, tanto da accrescere ulteriormente la fibra nevrotica della povera Chichi, e Gohan aveva deciso di assumere l'impegno matrimoniale molto più seriamente di quanto non avesse fatto suo padre.
Purtroppo Gohan cominciava tristemente a pensare di non essere tanto migliore di lui.
Certo, aveva operato delle scelte assai diverse da quelle del genitore: aveva studiato molto, si era fatto una posizione, ed era diventato un uomo importante nell'ambito della ricerca scientifica...
Ma anche così, non aveva saputo tener fede al suo impegno con Videl.
L'amore che li aveva uniti in matrimonio, e da cui in seguito sarebbe nata la piccola Pan, sembrava essere stato vinto dalle incomprensioni e da tanti piccoli malintesi. Le cose che si erano urlati addosso, con così tanto astio e rancore, facevano di per sé molto male. Di tanti problemi, tra discussioni e contrasti di vario genere, la scomparsa di Pan sembrava rappresentare ora il punto del non-ritorno. Gohan non voleva ammettere di aver fallito sia come padre che come marito, era troppo pesante da sopportare, e non c'era da stupirsi che Videl stesse immaginando più o meno la stessa cosa ma, ovviamente, in modo opposto.
Nessuno dei due avrebbe messo da parte quella furiosa sceneggiata, atta a mascherare il vero problema, e di fatto entrambi si sarebbero ritrovati a piangere in silenzio su quanto avessero fallito clamorosamente nel volersi sposare a tutti i costi.
Gohan prese la foto tra le dita.
L'immagine di quei volti felici e sorridenti pareva ora assai sbiadita, se paragonata alle espressioni contrite ed arcigne del loro ennesimo litigio. Gohan non riusciva a credere di essersi espresso con tanta durezza, così come gli era difficile accettare che Videl gli avesse appena rivolto lo stesso veleno in egual misura.
Improvvisamente la rabbia scomparve e, ribelli alla sua volontà, le lacrime presero a scendergli lungo le guance.
Gohan si sfilò appena gli occhiali, onde sfregarsi gli occhi, e si rimproverò aspramente di non aver fatto nulla per stare vicino a sua moglie in un momento così difficile. Anzi, si sentiva maggiormente responsabile per l'accaduto, pur consapevole che tutto era partito da un'ennesima marachella di quella birbante della figlia.
A rigor di logica, non c'era nulla da temere: Pan era in parte Sayan e, oltre a ciò, si trovava in compagnia del nonno e di Trunks che avrebbero sicuramente vegliato su di lei fino al ritorno sulla Terra.
Ma, ovviamente, questo non cambiava nulla tra lui e Videl.
Questa volta si erano lasciati sfuggire parole un tantino più pesanti del solito e, a meno di un miracolo, nessuno dei due avrebbe inteso fare il primo passo nel chiedere scusa. Mentre pensava a questo, piangendo e singhiozzando sommessamente, Gohan quasi non si avvide delle braccia che lo cingevano da dietro le spalle.
Subito drizzò la schiena, voltandosi per istinto, e così si ritrovò a guardare il dolce viso della consorte.

- Videl - esclamò sorpreso.

Costei non disse nulla.
Non c'era bisogno di parole, per cancellare lo sgradevole sapore di altre parole, mentre da un dolce sguardo reciproco era possibile capire molte cose. Entrambi si guardarono negli occhi per alcuni istanti, comprendendo perfettamente l'inutilità del loro litigio, e sempre in silenzio sembravano quasi volersi dire: "perdonami"...

- Gohan - mormorò Videl. - Puoi perdonarmi per quello che ho detto?
- Veramente, sono io a doverti chiedere scusa...
- Ah no, non vorrai ricominciare daccapo - tagliò corto lei, fingendosi risentita, ma sottolineando il tutto con uno sguardo colmo di affetto e di tenerezza.

Sorrisero.
Gohan prese la mano della moglie nella propria, trascinandola a sé per farla sedere sulle proprie ginocchia. Videl si lasciò trascinare dall'euforìa dell'altro, abbracciandolo a sua volta, ed entrambi si ritrovarono stretti l'uno all'altra come non accadeva più da diverso tempo.

- Dobbiamo stare tranquilli - osservò Gohan. - Mio padre sa bene come cavarsela, e anche Trunks è in gamba, sono certo che non avranno problemi nel tenere d'occhio la bambina!
- Ti credo - disse Videl sincera, togliendo gli occhiali a Gohan e riponendoli accuratamente sulla scrivania. - E nel frattempo, che ne dici se facciamo la pace?

Gohan non rispose.
Era troppo impegnato a baciarla per farlo.

FINE

   
 
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