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Autore: Marge    15/10/2013    2 recensioni
In questa raccolta riunirò i racconti (rigorosamente in Canon, e dunque forse Missing Moments) ambientati durante The legend of Korra, così come ho fatto per Aang & Company nella mia raccolta Oltre la leggenda (fantasia portami via ~ odio scegliere i titoli). Qui metterò delle storielle che secondo me vanno a riempire i buchi della trama, sperando di non incappare in incongruenze con il secondo libro che sta uscendo in questi giorni.
1. Amore impossibile [pre-serie; PemaXTenzin]
2. La scelta di Tenzin [pre-serie; childhood]
3. Fare pace [S04E10; BolinXOpal]
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~ OLTRE LA LEGGENDA ~
Korra’s edition



Amore impossibile
pre-serie


Fu annunciato che Tenzin avrebbe succeduto il padre come Maestro nel dominio dell’Aria; nessuno si stupì, ed anzi accolsero la notizia con gioia, perché, nonostante tutti gli sforzi degli Accoliti dell’Aria, senza un vero dominatore non sarebbero riusciti a mantenere vive le tecniche di combattimento.
Pema, che era cresciuta sull’Isola di Aang immersa nello spirito di un tempio dell’aria, si emozionò fin quasi alle lacrime durante la cerimonia; aveva visto diverse volte i due dominatori volteggiare uno accanto all’altro, ma l’ufficialità dell’occasione li rendeva quasi non umani, vibranti d’energia in connessione con il loro elemento.
L’Avatar Aang aveva un sorriso soddisfatto, era entrato cavalcando come un bambino sulla sua palla d’aria e aveva fatto diversi inchini verso tutti i suoi amici che affollavano gli spalti; aveva recuperato un po’ di serietà solo quando aveva fatto il suo ingresso il Consiglio intero di Republic City. Pema aveva pensato, come sempre, che nonostante l’età l’Avatar Aang fosse il più bell’Avatar di sempre.
Tenzin era entrato per secondo. La meraviglia era corsa di bocca in bocca: con i nuovi tatuaggi era ancora più simile al padre – una sua versione giovanile e seriosa. Non aveva sorriso neanche per un momento, ma aveva cominciato immediatamente le figure.
In quell’occasione, per la prima volta, Tenzin cominciò a risplendere agli occhi della giovane Pema di una luce tutta sua.

Avrebbe saputo riconoscere quel passo ovunque. E più che un suono, era l’assenza di qualsiasi rumore che si faceva notare: perché Tenzin sapeva avvicinarsi leggero come una foglia, ma Pema era la sola che notava il sottile spostamento d’aria che creava, senza un minimo suono. Le sembrava di sentire una vibrazione di energia, ma questa ovviamente era solo la sua stupida immaginazione, perché i suoi studi sui chagra e l’energia cosmica erano così indietro che non sarebbe riuscita a percepire neanche l’avvicinarsi di un guru potentissimo, figuriamoci quella di Tenzin.

A volte riusciva a capire se lui era nei dintorni solo dal profumo. Qualcosa nell’aria cambiava senza alcun dubbio, e Pema non era certo un’airbender – non ve n’erano che due al mondo - ma si compiaceva di non sbagliare mai, se Tenzin c’era o meno. Allora alzava il viso verso il sole, inspirava forte ed era felice. Le bastava quel profumo, ed era felice.

Tenzin non frequentava molto le ragazze dell’Isola, ed era in generale un tipo solitario. Ma capitava che avesse bisogno d’aiuto per qualcosa, e Pema era sempre nel gruppo di coloro che si offrivano volontari. Cominciò a pensare che lui l’avesse notata, se non altro. Una volta le disse grazie per un oggetto che lei gli aveva passato, e lo stomaco di lei fece una capriola. Per notti intere si rigirò quella parola nella mente, con la sua voce profonda e grave, sentendosi le guance bollire.

Non riusciva neanche a concentrarsi sulla meditazione; come spiegare alla maestra che passava metà del tempo a chiedersi se Tenzin si sarebbe unito al gruppo, a sobbalzare per ogni figura che si scorgeva all’orizzonte, e l’altra metà a riflettere sulla propria ingenuità?

Tuttavia, non era facile incontrarlo, perché Tenzin aveva cominciato a passare molto tempo a Republic City, immerso nella vita politica di quella città eclettica, ed il poco tempo che spendeva sull’Isola era impiegato in meditazione.
Decisa a vederlo, dopo due settimane in cui le era sembrato di sprecare ogni singolo minuto della sua vita, Pema batté in ricognizione ogni angolo dell’Isola, soprattutto i più nascosti. Con una scusa qualsiasi riuscì ad intrufolarsi perfino nelle ali maschili dei dormitori, ma riuscì solo a sapere che Tenzin era lì da qualche parte.
Ed infine, lo vide: appollaiato su un ramo così alto che doveva per forza aver utilizzato il dominio per arrivarci, fissava l’orizzonte con la fronte solcata di rughe e le spalle cadenti, una posa sgraziata che non gli si addiceva per nulla.
Arrivò quasi correndo ai piedi dell’albero, per poi restare come una scema, in piedi, a chiedersi in che maniera attirare la sua attenzione e soprattutto cosa dire dopo.
Dopo due minuti di attesa con il cuore che le batteva furioso nelle orecchie, decise di andarsene.
Non appena voltò le spalle, udì: “Pema!”
“Ah, Tenzin, sei qui… mi hai fatto prendere uno spavento!” scherzò.
Le sembrò che lui sorridesse, con un’espressione furba che per un momento lo rese identico al padre; arrossì e decise di fissarsi i piedi con determinazione.
“Passavi di qui?”
“Eh già…”
Tenzin balzò a terra accanto a lei; le vesti le si appiccicarono al corpo al passaggio d’aria, e si sentì vulnerabile. Alzò gli occhi ed incontrò il suo viso tirato.
“Qualcosa non va?”
“Republic City… nulla che possa interessarti. Avevo davvero bisogno di riflettere con tranquillità fuori da quella città, e quest’albero è il posto giusto.”
“Mi spiace di averti interrotto!”
Si tormentò una ciocca ed arrossì.
“Ti va di fare due passi? Ho paura che se passerò ancora del tempo in meditazione, la mia mente finirà per scoppiare” disse invece lui.

Pema ricordava quel pomeriggio come il più bello della sua vita, e passò i giorni successivi in trepidante attesa del ripetersi dell’esperienza magnifica – avevano parlato di tutto: le persone che vivevano lì accanto a loro, le tradizioni dei Nomadi dell’Aria, tecniche di meditazione ma anche di cose divertenti. Pema aveva balbettato risposte incerte per metà del tempo, poi si era imposta di tranquillizzarsi, ed era sicura di essere riuscita ad essere se stessa in maniera naturale.
Vide Tenzin altre due volte, in occasioni di gruppo, e lui la trattò come al solito: come se non avessero passato insieme il pomeriggio più sfavillante della loro vita. Il giorno in cui Pema udì l’Avatar Aang parlare del figlio e della sua simpatia con Lin Beifong, non si stupì. Ma quell’odore nell’aria cominciò a farle male, e quando percepiva la sua energia avvicinarsi, a passi rapidi e silenziosi si allontanava. Non si stupì neanche che lui non si accorgesse della sua assenza: probabilmente neanche ricordava quelle ore.

“Un tempo eri una delle nostre allieve più promettenti” le disse un giorno la maestra, mentre, una accanto all’altra, meditavano sul ciglio di una scogliera. Il sole allungava braccia rosate sul mare e Pema era particolarmente immersa nella sua depressione.
Alzò gli occhi verso l’altra.
“Non mi stavi ascoltando, vero?”
“Mi dispiace” ammise.
“Cosa sta succedendo?”
Non sapeva come spiegarle. Non avrebbe mai potuto rivelarle il suo segreto, per quanto fosse la sua guida.
“Un dolore o una gioia bloccano il tuo spirito?”
“Non saprei dirlo. Suppongo dovrebbe essere una grande felicità, perché sono piena di un sentimento nobile come l’amore, ma non riesco… ad accettarlo così com’è. Vorrei che se ne andasse, a costo di non provare più nulla.”
Sentì gli occhi farsi gonfi di lacrime: le faticava ammetterlo. Lasciar andare per sempre Tenzin? Il pensiero di lui le aveva riempito le giornate negli ultimi mesi, ma non riusciva più a sopportarlo.
“Vorrei tanto non essere qui” sussurrò.

“Mi avete fatto chiamare?”
Gli anziani sedevano in un semicerchio, e Pema si inginocchiò al centro.
“Yan Lin ci ha rivelato che stai attraversando un momento difficile” cominciò uno di loro.
“Ah, questo…” mormorò. “Ho diciassette anni,” disse poi alzando le spalle con allegria forzata, “credo sia normale essere un po’… lunatici.”
Le sue parole furono accolte da un sorriso benevolo.
“L’ho scampata…” pensò. Stava per congedarsi, quando controluce apparve la figura di un dominatore dell’aria. Si accorse di tremare solo quando la voce dell’Avatar Aang le si rivolse dolcemente: “Pema. Ho avuto un’idea per te.”
“Sì…” sussurrò.
“Sto formando un gruppo di giovani per un viaggio un po’ particolare. Il mio amico Zuko, il Signore del Fuoco, mi ha chiesto di organizzare nella sua Nazione degli eventi per diffondere le tradizioni dei Nomadi dell’Aria. Tu sei sempre stata una grande studiosa delle nostre usanze.”
L’Avatar Aang la raggiunse a grandi falcate lente e le si inginocchiò davanti: “Allora, ti andrebbe di partire?”
Pema alzò gli occhi e li fissò in quelli chiarissimi dell’altro, contornati di rughe ma splendenti come quelli di un bambino. Annuì decisa.

Tenzin venne a congratularsi con lei; Pema riuscì a stringergli la mano senza tremare e a rispondere alle sue domande senza impappinarsi, e mentre la figura alta se ne andava via promise a se stessa che avrebbe utilizzato quel tempo per dimenticarsi di lui e lasciarlo a Lin Beifong, com’era giusto che fosse. Quel viaggio l’avrebbe cambiata così tanto che al ritorno sarebbe riuscita ad essere solo una buona amica.
Stette via per alcuni anni, durante i quali successero dei fatti piuttosto importanti: l’Avatar Aang lasciò la sua vita terrena ed il Loto Bianco cominciò a cercare il nuovo Avatar tra le Tribù dell’Acqua; il Signore del Fuoco abdicò in favore della figlia; poi cominciò a girare la voce di una bimbetta trovata tra i ghiacci che ben presto avrebbe incontrato Katara, per verificare che fosse veramente il nuovo Avatar.
Quando lo venne a sapere, Pema si ritrovò con il cuore a mille in petto: come avrebbe reagito Tenzin ad incontrare la reincarnazione di suo padre? Come se la passava, ora che era rimasto l’ultimo dominatore dell’aria a sua volta? Dovette lasciare ciò che stava facendo e sedersi un momento, a tenersi il petto con le lacrime agli occhi. Tenzin!, urlava la sua testa.
Il giorno dopo fece le valigie e tornò a Republic City.




***
Ho fatto un paio di conti veloci basandomi su quanto è scritto su Avatar Wikia. Se non ho toppato del tutto, questa fic è ambientata nel 165-166 ASC (anno della morte di Aang, giustappunto); Pema ha 17-18 anni e Tenzin 34-35. Ho dovuto inventare alcuni personaggi ed ovviamente l’ambientazione, ma spero di non essermi discostata troppo da quanto previsto ufficialmente.

È che proprio non riesco ad ignorare il Canon, è più forte di me; avevo cominciato a scrivere nella più assoluta vaghezza, ben decisa a non dare confini definiti a questa robetta, ed invece dopo due minuti ero lì a controllare date e fare sottrazioni sulla calcolatrice. ^__^’’

Questo racconto, ad ogni modo, è stato scritto per il secondo turno dell’Avatar Weekly Fest su Avatar Italia con il prompt: 5. “Dove sono io non lo so / Perché va tutto storto non so / Non è il mio posto questo qui / Là fuori il mondo mi aspetta sì / Combatterò e vincerò / E tutta l’anima ci metterò / Nessuno mai mi fermerà” (“Non mi avrai”, “Spirit”). Probabilmente ho toppato del tutto, non conosco la canzone ma queste parole mi hanno dato l’idea di una persona giovane che si sente cadere il mondo addosso e vuole fuggire, ma ha anche tanta voglia di farcela. Credo che l’amore tormentato dei primi tempi di Pema per Tenzin possa rispecchiare questo tema, e non escludo di tornare in futuro a raccontare invece dei momenti felici della loro storia – adoro Pema in quanto sforna bambini a gogò.

Altra piccola spiegazione: inauguro con questa storia una raccolta che dedicherò ai racconti (rigorosamente in Canon, e dunque forse Missing Moments) ambientati durante The legend of Korra, così come ho fatto per Aang & Company nella mia raccolta Oltre la leggenda (fantasia portami via ~ odio scegliere i titoli). Qui metterò delle storielle che secondo me vanno a riempire i buchi della trama, sperando di non incappare in incongruenze con il secondo libro che sta uscendo in questi giorni.

See ya! Fate un salto nella community e leggete, commentate e scrivere anche voi!
  
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